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Autore: la luna nera    27/02/2020    3 recensioni
La Duke of Kent Music Academy è una delle più prestigiose scuole di musica dell'intero Regno Unito. Per Charlotte e Sophie, selezionate per un semestre di studi, è un'occasione unica e partono assieme all'insegnante per questa avventura. Ma l'Accademia non è solo musica e melodia, è anche un luogo in cui esistono storie inghiottite dallo scorrere del tempo.
Genere: Mistero, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“Ethan, metti via il cellulare!”
“Ops, Sì, scusi prof.”  Il ragazzo si era fatto beccare per l’ennesima volta da O’Connor. Prese l’apparecchio e lo ripose nella piccola borsetta.
“Troppe spasimanti?” Lo schernì Sophie.
“Che ci vuoi fare? Non è facile resistere al mio fascino.” Si passò scherzosamente la mano fra i capelli, divertendosi a fare il piacione. “E non posso neanche trascurare le mie ammiratrici, non è carino.”
“Oh, capisco.” Lo assecondò lei. “Avanti Mister Universo, vedi di ammaliare con la tua arte anche la professoressa Kelly, fino a che non suoniamo come lei vuole non ci fa respirare.” Cercò sul tablet lo spartito di I will always love you, omaggio alla grande Withney Houston, attese il cenno, lanciò un veloce sguardo ad O’Connor ed iniziò ad eseguire il brano assieme ad Ethan, al violoncellista e alla contrabbassista. Ma proprio nel bel mezzo dell’esecuzione tutti i tablet si spensero in simultanea. “Beh? Che scherzo è?”
“Signori, ci siamo raccomandati più di una volta: dovete sincerarvi che i vostri dispositivi siano sempre carichi!” Sbottò la Kelly. “Ma quante volte dobbiamo ripetere le stesse cose? Non siamo alle elementari!”
“Professoressa, le giuro che tutti i nostri tablet avevano la batteria carica fino a pochi istanti fa.” Cercò di giustificarsi Ethan. “Così come il mio cellulare.” Verificò la cosa dopo aver ripreso l’apparecchio.
“Ah, tutto questo è assurdo.” La donna non sembrava affatto propensa a dare ascolto alle parole degli studenti. “E chiudete immediatamente la finestra, ma chi ha avuto la brillante idea di aprirla?!” Rabbrividì come se fosse stata investita da una corrente gelida, poi si voltò e verificò con i suoi occhi che entrambe le finestre presenti nella sala prove erano ermeticamente chiuse. Guardò O’Connor e gli studenti che a loro volta la fissavano in silenzio. “Io …. ho bisogno di una tazza di the. Facciamo una pausa di trenta minuti, non uno di più.” Ed uscì dalla sala senza voltarsi.
“Quella ha dei problemi.” Sentenziò Ethan scuotendo la testa.
“Sapete una cosa, ragazzi?” O’Connor si sedette accanto a Sophie. “Nonostante tutto io sono sempre fedele alla cara vecchia carta. I tablet sono comodi per altri versi, ma preferisco di gran lunga gli spartiti scritti anche a mano sull’intramontabile pentagramma.” Estrasse dalla sua borsa un fascicolo contenente i brani da suonare scritti alla maniera classica. “Ricordi? Anche a scuola usavamo questi.” Guardò Sophie che annuiva sorridendo. “Sedetevi l’uno accanto all’altro in modo che possiate vedere tutti lo spartito, così andiamo avanti con le prove. Oppure volete attendere che torni la Kelly?” I ragazzi si misero a ridere mentre prendevano posto come aveva suggerito l’insegnante. “Bene, siete pronti?” Lanciò un ultimo sguardo verso Sophie. “Uno, due,…..”
E le lampade da parete che illuminavano la sala esplosero all’improvviso.
“Che è stato?!” Ethan schizzò in piedi come una molla.
Sophie si precipitò assieme agli altri due studenti vicino alla porta. “Io qui non resto un minuto di più.” Afferrò la maniglia ed uscì seguita da tutti gli altri, O’Connor incluso.
“Vuoi vedere che qui ci sono davvero i fantasmi?” Ethan si ricordò delle parole di Oliver e del filmato in cui erano presenti gli orbs.
“Ma i fantasmi escono di notte, mica di giorno!” Sophie tremava al pensiero di trovarsi faccia a faccia con uno spirito.
Il ragazzo non rispose. Tutti si guardavano in silenzio in attesa che qualcuno se ne uscisse con Scherzetto!  Ma quella parola non uscì.
“Vado a controllare se ci sono altre sale prova a disposizione, così possiamo andare avanti con il programma.” Disse O’Connor. “Voi aspettatemi qui.”
Mentre il professore si allontanava, Ethan rifletteva su quanto accaduto: si trovava lì da poco tempo ed aveva assistito a fenomeni incredibili, tanto affascinanti quanto spaventosi. “Soph, dobbiamo indagare.”
“Che?! Ma sei scemo?! Ti vuoi mettere a fare l’acchiappafantasmi?!”
“Voglio solo capire cosa succede fra queste mura. Troviamoci stasera vicino al laghetto del parco assieme agli altri.” Prese il cellulare e notò la batteria carica. “Vedi? Poco fa non funzionava, ora sì e posso messaggiare regolarmente.” Digitò l’invito per quella sera e lo inviò via Whatsapp agli amici.
 
 
 

 
E calò la sera.
 


 
 
“Capite? Qui ci sono quasi sicuramente delle entità che vagano fra le stanze dell’accademia. Io voglio saperne di più.” Ethan aveva esposto tutti i fatti che lo avevano portato a prendere la decisione di indagare. “Siete con me?”
“Contaci.” Oliver fu il primo a mostrare entusiasmo e ad accettare di buon grado.
“Gary?”
Restò in silenzio per qualche istante. “Io…. Ci devo pensare. Insomma, non posso cacciarmi nei guai.” Se per una tale bravata lo avessero espulso, avrebbe dovuto fare i conti con la sua famiglia di artisti e musicisti.
“Nessuno vuole cacciarsi nei guai. Voglio solo fare qualche indagine per capire cosa nasconde questo luogo, nient’altro.”
“Per indagare devi per forza ficcare il naso in zone dell’accademia proibite, come il piano di sopra o peggio ancora la torre.”
“Appunto.” Indicò l’amico. “Hai ragione: il piano di sopra è proibito. Ciò significa che lì qualcosa c’è, altrimenti avremmo libero accesso.”
“E poi le finestre che si illuminano e si spengono all’improvviso si trovano proprio lì.” Confermò Oliver.
“Va bene Gary, tu pensaci e poi fammi sapere. Ragazze, voi che intenzioni avete?”
Sophie, Charlotte ed Emily si guardarono titubanti, dare la caccia ai fantasmi non rientrava affatto fra le loro attività preferite.
“Ecco….” Titubò Charlotte. Poi pensò a quanto sarebbe stato eccitante curiosare e magari scoprire qualcosa di straordinario, percepire l’adrenalina scorrere in ogni capillare e, per una volta, uscire dagli schemi. “Ci sto!”
“Fantastico!” Si congratulò lui. “Emily, non hai voglia di indagare assieme a me?” Si avvicinò alla ragazza dai lunghi capelli rossi sussurrandole l’invito con voce calda. Era quasi sicuro che lei avesse un debole per lui. "Coraggio, ci sarò sempre io a proteggerti.”
Lei abbassò lo sguardo mentre sentiva le guance andarle a fuoco. Se il cuore le diceva di accettare senza riserve, la mente la frenava inesorabilmente, chiedendo di essere quanto più razionale possibile per evitare problemi.
“Ho un’idea!” Charlotte si intromise per spezzare l’imbarazzante situazione. “Emily e Sophie potrebbero aiutarci cercando qualcosa nelle biblioteche, che ne dite? Loro sono più intellettuali e meno propense all’azione, per cui potrebbero frugare fra i vecchi volumi in cerca di notizie interessanti, mentre noi andiamo a caccia di indizi sul campo, che ne dite?”
“Brillante intuizione!” Sentenziò lui. “In ogni squadra che si rispetti ci vogliono sia il braccio che la mente.” Ethan era soddisfatto. “Gary, manchi solo tu, amico mio.”
“Io…. Così su due piedi non posso decidere, devo pensarci su. Domani ti darò una risposta.” Diede uno sguardo all’edificio avvolto nel buio della notte: era tutto calmo e tranquillo. “Buonanotte.” E si avviò verso le camerate con le mani in tasca e la testa bassa.
“Ma che ha?” Charlotte era rimasta meravigliata dal comportamento del compagno di studi.
“E’ fatto così.” Spiegò Ethan. “Lo conosco da anni ed è difficile farlo uscire dalle righe. Già per farlo venire qui stasera ho dovuto faticare, temo non sarà facile farlo unire a noi.”
Gli occhi della ragazza seguirono Gary fino a che scomparve dietro il portone dei dormitori, non si aspettava una simile reazione da uno come lui, sempre sicuro dei suoi mezzi e delle sue azioni. O forse non era così? Si avvicinò alle sponde del laghetto, le cui acque erano immobili e parevano dormire placidamente sotto il velo della notte. Non aveva mai notato che sulla parte opposta c’era una statua, simile ad un monumento raffigurante due cigni che si guardavano dritti negli occhi. Mossa dalla curiosità si avvicinò per osservare più da vicino. “Che belli sono! Sembrano veri!”
“Secondo voi sono i cigni che nuotano nel lago?” Emily si era avvicinata all’amica.
“Potrebbero essere, sì. E mi vien da pensare che siano molto importanti per l’accademia, altrimenti non avrebbe senso una statua come questa.”
“I cigni dove sono? Non li vedo.” Scrutò fra l’oscurità per tentare di scorgere gli eleganti animali, forse il loro nascondiglio notturno si trovava fra i roseti che si specchiavano sulle acque e facevano da cornice al monumento.
“Diamo un’occhiata.” Charlotte prese il cellulare e selezionò la funzione torcia. “Sì, lì sembra esserci una sorta di giaciglio, ma è vuoto… Dove diavolo sono?” Poi puntò la luce verso il basamento della statua e notò qualcosa. “Ehi, ragazzi, venite qui.” Seminascoste fra le piante di rose c’erano due lettere, una “M” ed una “A”.
“Che significano questi caratteri?” Ethan, come gli altri, non li aveva mai notati.
“Potrebbero essere le iniziali dei nomi dei cigni?”
Il ragazzo non rispose, mantenne però l’attenzione su quelle due incisioni. “Char, riporta la luce lì per favore, voglio vedere se c’è dell’altro.” Attese la giusta illuminazione e si avvicinò ulteriormente al basamento della statua. “Aspettate un attimo…. Illumina qui per favore.” Charlotte fece come richiesto e anche lei notò una data. “1898.” Ethan si alzò, voltandosi verso gli amici.
“Potrebbe essere la data di realizzazione, non ci trovo niente di strano.” Affermò Sophie.
“E’ vero, potresti aver ragione. Ma quei caratteri? Sembrano delle iniziali e se così fosse, non possono essere certo le iniziali dei nomi dei cigni. Non so quanto vivono questi pennuti, ma certamente non possono superare i cento anni!” Si abbassò di nuovo verso il basamento e avvicinò la mano, ma come sfiorò quella pietra i due cigni comparvero dal nulla starnazzando come oche e svolazzando verso di loro come a volerli cacciare via. L’improvviso arrivo degli animali colse tutti di sorpresa e, visibilmente spaventati, i ragazzi se la diedero a gambe levate. Corsero fino ai dormitori, entrarono all’interno e pian piano i loro battiti cardiaci presero a tornare regolari.
“Accidenti a quei maledetti pennuti!” Oliver fu il primo a riaprire bocca.
“Credete che ci abbiano visti?” Emily era preoccupata.
“Spero di no.” Sbuffò Ethan. Voleva essere il coraggioso del gruppo e invece era stato il primo a fuggire. “Ok, raga, domani dopo le prove ne riparliamo, per ora acqua in bocca.” Attese il consenso di tutti, poi si diressero nelle rispettive camere da letto.
 
 
 
 
 










Buongiorno a tutti!
Vi prego, non odiatemi. Ultimamente non sono riuscita a trovare il tempo necessario per aggiornare la storia e ne approfitto per scusarmi anche con gli amici di cui seguo le storie e le poesie, farò del mio meglio per rimettermi in pari sia con la lettura che con le recensioni.
Detto questo, i nostri studenti si trasformano in Ghostbusters e le ultime novità fanno pensare che qualcosa di interessante abbia a che fare con i cigni del laghetto e il monumento che li ritrae: ci sono due iniziale e una data. Sono indizi o iscrizioni casuali?
Se siete curiosi, continuate a seguirmi!
 
Un abbraccio
La Luna Nera

 
  
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