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Autore: biatris    27/02/2020    1 recensioni
Il biondo rimase a guardarlo mentre se ne andava con la stessa rapidità con cui era comparso. Rabbrividì. Quel gatto gli suscitava sentimenti contrastanti e, se da un lato riusciva a stimolarlo come poche altre persone, avrebbe quasi potuto dire nessuna, dall’altro ne era intimorito. Sospirò. Non che potesse farci molto, ma gli sarebbe comunque piaciuto capire come comportarsi con lui. Scosse la testa, si aggiustò gli occhiali e raggiunse i compagni...
Erano amici. o no? Compagni di squadra? E allora cos'era quella strana sensazione? Il piccoletto avrebbe potuto giurare i non provare la stessa cosa con nessuno dei suoi amici o compagni di squadra...
E sì, forse le cose erano davvero più complicate di quanto sembrasse. O forse erano innegabilmente semplici.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Kei Tsukishima, Shouyou Hinata, Tetsurou Kuroo, Tobio Kageyama
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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KUROO POV
Erano passati solo pochi giorni dallo scontro tra Karasuno e Shiratorizawa. Kuroo aveva saputo da Kenma, che aveva a sua volta saputo da Hinata, che Kageyama era stato contattato per il campo di allenamento nazionale e che, inaspettatamente per molti, ma non per lui, anche Tsukishima era stato contattato per un campo di allenamento, sebbene non al livello dell’alzatore. Tetsuro non poteva negare di essere orgoglioso del biondo. In fondo era stato proprio lui ad insegnargli la tecnica del muro che il ragazzo aveva così brillantemente sfruttato durante la partita.
  • Kuro, il tuo sorriso è inquietante –
La voce di Kenma lo ridestò dai suoi pensieri. Il piccoletto lo conosceva bene e Kuroo era quasi sicuro che fosse consapevole di quello che gli stava passando in quel momento per la testa.
  • Non ti ho riferito quello che mi ha detto Hinata per andare ad importunare i suoi compagni-
Ecco, appunto. Come facesse per lui era un mistero, ma dopo anni di conoscenza, Tetsuro aveva smesso di chiedersi come Kenma riuscisse a leggere nella sua mente.
  • Non voglio importunare i compagni del tuo amico – disse quindi per cercare di sviare il discorso –
  • Non è vero – lo contraddisse lui – Tu vuoi infastidire Tsukishima, pensi che non me ne sia accorto? L’hai fatto anche all’altro ritiro-
  • Beh, alla prossima amichevole ti dimostrerò che sbagli – ribatté – e non l’ho infastidito –
Kenma sospirò.
  • L’hai fatto – disse.
  • No, non l’ho fatto – rispose lui.
  • L’hai fatto – replicò ancora Kenma.
  • Non l’ho fatto! –
 
TSUKISHIMA POV
Gli sembrava passata un’eternità dall’ultima partita contro la Nekoma. Probabilmente era stata colpa del campo e dell’euforia derivata dall’essere ammessi al campionato nazionale, si disse Kei. Scese dal pullmino che li aveva portati a Tokyo cercando invano di evitare gli schiamazzi dei compagni di squadra. Ma come era possibile che fossero tutti così chiassosi? Si chiese.
I componenti della squadra avversaria erano tutti presenti ad accoglierli. In fondo la loro rivalità si limitava al campo, mentre nella vita reale erano buoni amici e, come tali, molto felici di rivedersi.
  • Sawamura, bentornati! – li accolse un Kuroo sorridente che, subito, strinse la mano al capitano della Karasuno.
  • Kuroo, grazie dell’ospitalità – si inchinò il capitano.
I rispettivi allenatori sembravano molto tranquilli nel lasciare le due squadre nelle mani dei capitani, così, dopo un breve saluto, li lasciarono nelle mani degli studenti più anziani e il capitano della Nekoma prese la parola.
  • Venite, seguitemi, vi accompagno a lasciare le vostre cose - fece strada Kuroo.
Kei seguì gli altri, silenzioso come al solito. Si guardò intorno. Hinata e Kageyama bisticciavano, ogni tanto si univa a loro Lev, il tipo mezzo russo, Tanaka e Yamamoto, o almeno così gli sembrava che si chiamasse il tipo con il crestino della Nekoma, cercavano in tutti i modi di attirare l’attenzione della manager della Karasuno, santa donna, pensò Kei, Nishinoya e Asahi chiacchieravano, Sugawara e Sawamura, come due genitori che accompagnavano i propri figli, intrattenevano la conversazione con Kuroo. Tutto come al solito, si disse Tsukishima.
  • Ehi, quattrocchi! Non mi sono ancora complimentato con te per il muro contro Ushijima! – disse all’improvviso Kuroo facendolo trasalire.
Il biondo fissò l’altro. Doveva proprio farlo presente in mezzo a tutti? Si chiese. Dopotutto si era già complimentato con lui in privato. E poi cosa avrebbe dovuto rispondere?
  • Hai visto Kuroo-san!!!Tsukishima è stato whoa!!!- urlò al suo posto un Hinata ancora esaltato.
Kei sbuffò. Ma il rosso non stava mica litigando con quell’altro?
  • Mah, io non ci vedo nulla di particolare in quel muro… - ribatté Kageyama.
Appunto, si disse Kei, avrebbero ricominciato a litigare. Decise di ignorarli e di rispondere al capitano avversario nel modo più neutro possibile.
  • Grazie Kuroo-san. I tuoi consigli mi sono stati molto utili – disse.
Il moro sorrise e gli si avvicinò. Perché doveva sempre stare così vicino?
  • Prego tesoro – gli sussurrò in un orecchio.
Kei rabbrividì. Poi si allontanò e sbuffò infastidito. Cosa pensava di fare quel gatto fastidioso?
Ognuno sistemò velocemente le proprie cose dove era stato indicato, poi la squadra raggiunse i pari età ospitanti in palestra per iniziare l’allenamento. Kei sperò in cuor suo che andasse tutto bene. In fondo non erano che tre giorni da passare a Tokyo. Si cambiò nello spogliatoio, poi entrò in palestra seguito da Yamaguchi.
 
KENMA POV
Kenma si guardò attorno mentre era nello spogliatoio. Rivedere Hinata gli aveva fatto molto piacere, sperava di poterne osservare i progressi, quel ragazzo era un vero talento. Fissò i suoi compagni. In fondo non poteva sperare in una squadra migliore. Erano forti ed erano amici nonostante tutto. Pensò che, forse, era anche quello ad accomunarli alla Karasuno.
  • Kenma! Sei pronto? – chiese Kuroo.
  • Arrivo – rispose lui prima di seguirlo in palestra.
Non appena furono in palestra Kenma si guardò attorno. C’era un’aria strana. Si sarebbe potuto pensare di trovarsi in mezzo ad un gruppo di amici di lunga data, quando invece si erano visti solo poche volte.
  • Kenma! Come stai? – gli corse incontro Hinata – Prima non ho avuto tempo di salutarti per bene! –
  • Bene – rispose con calma – Tu come stai? –
Il rosso era un concentrato di energia e Kenma avrebbe anche potuto prevedere la sua risposta.
  • Io sono strafelice di rivederti! E poi qui è tutto così woe, e così sbam! E wosh!!! –
Ecco, lo stava facendo di nuovo.  Stava parlando in quel suo linguaggio incomprensibile. Ma in fondo era divertente così.
  • Ehi, Hinata! – li interruppe una voce.
Era Kageyama, e non sembrava affatto divertito, pensò Kenma.
  • Ohi, Kageyama! Non fare il solito antipatico! Stavo salutando! – ribatté il rosso.
L’altro sbuffò qualcosa, poi se ne andò. Kenma rimase interdetto. Certo, il moro non era la persona più affabile del mondo, ma da lì ad arrivare a rispondere così male ne passava di acqua sotto i ponti.
  • Hinata, è successo qualcosa tra te e Kageyama? – chiese.
Il rosso scosse la testa. Doveva essere perplesso quanto lui.
  • Va beh, vado. A dopo – salutò in rosso.
Kenma continuò a fissarlo per un po’ anche dopo che se ne fu andato. Se non li conoscessi direi che quella che ho visto è stata una scenata di gelosia, pensò tra sé. Dopotutto, era sempre stato un buon osservatore, cosa che, tra l’altro, lo aveva reso un buon palleggiatore, ma le sue scarse qualità in fatto di socializzazione non lo avrebbero mai spinto ad intromettersi. Anche se, si disse, forse avrebbe dovuto aiutare Hinata a capire Kageyama. Avrebbe potuto essere utile ad entrambi.
  • A cosa pensi? – Kuroo, al solito, lo riscosse.
  • Nulla – rispose – Vengo ad alzarti qualche palla – disse piano.
  
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