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Autore: Melanto    27/02/2020    6 recensioni
[Storia scritta per la FlashChallenge: bacio del gruppo facebook 'Il Giardino di EFP']
Una squadra di calciatori all'ultimo anno di liceo, tre manager e due giorni di ritiro in solitaria come regalo del loro mister prima che gli esami li assorbano del tutto e il diploma li catapulti nel mondo degli 'adulti'.
Due giorni per godere appieno di quella adolescenza che sta per tramontare. Benvenuta maturità... o quasi.
«Siamo soli, quindi?»
«Così pare.»
«E allora direi che possiamo scatenare l'inferno!»
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Altri, Kumiko Sugimoto/Susie Spencer, Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Shingo Takasugi/Bob Denver, Yukari Nishimoto/Evelyne Davidson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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So, kiss me - #12

Note Iniziali:

Questa storia partecipa alla Flash Challenge: Bacio indetta dal gruppo facebook ‘Il Giardino di EFP’.

 

 

 

 

 

 

 

- XII: So, kiss me… -

(prompt #36: “Allora baciami.”)

 

 

 

 

 

 

 

Si sveglia che ha la gola secchissima e nell’allungare il braccio, in maniera brusca e contrariata, urta la schiena di qualcuno che non riconosce, sul momento, perché ha gli occhi ancora incollati dal sonno.

Kumi cerca di fare mente locale, mentre si tira a sedere. I futon sono spiegazzati, in alcune parti si sovrappongono e loro sono tutti spostati, non occupano un singolo letto a testa come dovrebbe essere, ma qualcuno ha il piede su uno, le gambe su un altro e le braccia su un altro ancora. Tutto è diventato bene condiviso in quell’ammucchiata di gente, perfino i cuscini.

Stropicciandosi i capelli, Kumi ricorda come è finita la serata e le si affaccia un sorriso. I senpai hanno dato fondo a tutte le birre portate di nascosto e non dubita che qualcuno si sveglierà con un leggero cerchio alla testa tra un’oretta o due.

Alla fine, hanno deciso di dormire tutti insieme in una delle stanze più grandi, stile pigiama party delle medie. A terra hanno disposto i futon, in una partita a tetris che hanno vinto non senza numerose risate. Un po’ la birra, un po’ l’allegria.

E ora che lei è in piedi deve stare attenta a non pestare nessuno, ma neppure vuole perdersi le loro espressioni mentre sembrano indifesi angioletti. Da quella posizione, la prospettiva che le si apre è illuminante. Sembra di essere davanti a un quadro, dove l’insieme di singoli corpi ne restituisce uno più grande e unico.

La Nankatsu è unica, unita fino all’ultimo giorno di quella giovinezza che ha i riflessi dell’oro. E, lei ne è certa, lo sarà anche dopo. Lo sarà sempre. Perché nel suo corpo batte un cuore che li ha tenuti insieme fin dalle elementari.

Quel cuore è Sanae, lì, nel centro. C’è da prima di Tsubasa, c’è sempre stata e li ha aggregati, poco alla volta. Poi Tsubasa ha fatto da collante, ma chi è rimasta a tenere insieme le fila anche dopo che il campione se n’è andato per rincorrere i suoi sogni è sempre stata lei. Ha continuato a battere sotto le vittorie e le sconfitte e ora si gode il meritato riposo delle ultime ore.

Da un lato ha Bear, che ronfa della grossa, e dell’altro ha Taro che è perfettamente composto nel suo spazio di futon. Gli altri sono disposti tutti attorno, creano una specie di semicerchi, come le spirali dei petali di una rosa, collegati tra loro.

C’è Hanji che tira un calcio a Nakazato, che sta occupando metà futon di Oda, che ha spinto fuori dal letto Nishio, che è tutto addossato a Nakayama, che ha rubato il cuscino a Iwami.

Hajime e Teppei nascondono la loro relazione in bellavista, tanto nessuno se ne accorge e allora chi noterà mai il braccio di Taki attorno alla vita di Kisugi? Lei, ovviamente, e solo chi sa.

Come Mamoru, per esempio, e nel vederlo vicino a Morisaki le scappa quasi un gridolino che trattiene nella bocca chiusa dal pugno. Quando li ha visti tornare la sera prima ha capito subito che le rose erano fiorite come aveva sperato, diventando meravigliose. L’uno accanto all’altro, ora, i visi alla stessa altezza – forse per sussurrarsi qualcosa di carino durante la notte – e quelle dita distrattamente intrecciate: indice di Mamoru legato al mignolo di Yuzo. Scatterebbe loro una foto se non fosse che un momento così dolce dovrebbe appartenere solo al sonno, alla notte e a nessun altro.

All’opposto, schiena contro schiena ma comunque vicini, Ryo e Yukari sono aggrappati ai rispettivi cuscini. Kumi si domanda per quanto ancora terranno in piedi la farsa dell’odio reciproco, invece di ammettere di stare già insieme. Non è riuscita a capire quale sia il problema, ma per quanto Ryo faccia lo ‘stupido’, a volte, non lo è affatto, quindi il motivo non deve essere da sottovalutare.

Così conclude il giro fino a trovare la sua posizione e solo in quel momento si accorge che accanto a lei c’è Takeshi. Per tutta la notte sono rimasti vicini e non se n’è accorta. Era stata convinta che lui non l’avrebbe avvicinata per qualche giorno, dopo quanto accaduto nel pomeriggio, invece eccolo lì, al suo fianco. Nel modo di fare che ha nei suoi confronti è silenzioso come i corvi, mentre con gli amici ha addosso tutta l’arroganza dell’adolescenza, soprattutto nel sorriso quando scherza e discute.

Kumi torna a sdraiarsi dove stava, questa volta trovandosi faccia a faccia con Takeshi. Il ciuffo lungo che gli cade sulla fronte nasconde in parte gli occhi chiusi e, per una volta, sente di essere lei quella che lo tiene sotto controllo e non il contrario. È come avere un piccolo vantaggio, e si domanda se lui riesca a sentire il suo sguardo, così come avviene il contrario. Perché Kumi lo ha osservato spesso, come ha fatto con gli altri, ed è quello che le è sempre rimasto più difficile da capire e stuzzicare; forse perché è il modo in cui la guarda che un po’ la fa arrossire. A volte ha l’impressione che vorrebbe dirle di più dei convenevoli o battute che si sono scambiati nelle rare occasioni, ma non lo fa mai. Non sa mai cosa pensi davvero di lei.

O, almeno, non lo sapeva fino a ieri, mentre adesso le è chiarissimo. Cosa dovrebbe pensare se non che è una stupida ragazzina? Magari reputa estranea la sua presenza all’interno del loro gruppo, chi può dirlo. E inoltre, ehi, non si può mica piacere a tutti, però… però a lei dispiace di non piacere proprio a lui, di non poter scherzare con lui come fa con gli altri, di non poter avvicinarsi di più.

Perché a Kumi, Takeshi piace molto.

Piace più di quanto non abbia mai ammesso fino al giorno prima, quando il suo rimprovero le ha fatto troppo male per credere che del suo parere non gliene freghi niente e le ha fatto rabbia al tempo stesso, in cui avrebbe voluto urlargli: “E allora baciami tu, se non vuoi che sia un altro a farlo!”.

Con la punta dell’indice, scosta i capelli ricaduti sulla fronte. Un gesto lentissimo per non svegliarlo, ma il suo occhio da corvo si apre già privo di sonno; la sorprende tanto da farle ritrarre appena la mano e sentire le guance bruciare dall’imbarazzo.

Quello che si aspetta è un’occhiataccia o una smorfia di disappunto, ma Takeshi suggerisce di non fare rumore, portando un dito alle labbra.

Poi sorride.

E Kumi per un attimo non ci crede che lo stia rivolgendo proprio a lei, ma il suo sguardo è dolce nella penombra rischiarata dalle luci dell’alba che filtrano dalle tende mal tirate.

L’imbarazzo scende dietro la nuca e tra le spalle, assieme al calore nel rispondere a quel sorriso.

«Mi dispiace per ieri.»

«Anche a me.»

Due sussurri appena udibili, ma che vorrebbe non si esaurissero così in fretta tra un lento addormentarsi e poi i mille preparativi e la confusione degli amici. Quel silenzio lì, quella quiete, non sa quando potranno averla di nuovo e Kumi non vorrebbe sprecarla.

«Parliamo?»

Takeshi annuisce e insieme si alzano adagio. Nessun rumore, in punta di piedi, mentre superano gli ostacoli di quelle spirali adolescenziali fatte di nuove esperienze, scelte decisive e scoperte sconvolgenti. Loro escono dalla stanza, dopo aver affrontato tutto, e chiudono quello che resta alle proprie spalle per affrontare il nuovo che hanno davanti.

Quindi non sentono, tra i respiri pesanti del sonno, il sospiro di Misaki.

«Sul più bello, tch

«Non fare la pettegola», sussurra Sanae.

«Non faccio la pettegola. È come se cancellassero una serie prima dell’ultima puntata.»

Sanae soffoca una risata nel cuscino.

«E poi non ci credo che non vuoi sapere anche tu come andrà a finire.»

«Ah, ma io lo so già.»

«Sì?»

«Dieci a uno, Kishida-kun la bacia. Sotto sotto, il suo lo fa.»

«Lo sprona prima Kumi.»

«Bear!» Sanae gli mastica i capelli con le dita. «Stavi origliando anche tu?»

«Eccerto.»

«Siete due brutte persone»

«È nel nostro diritto: dopo che lei ci ha spiato alla spiaggia, tocca a noi.»

«Ben detto. Allora? Scommessina?» incalza Taro. «Sanae ha detto che sarà Takeshi, io dico che non combinano niente.»

«Per me sarà Kumi-la-guardona a fare la mossa.» 

«Andata.»

«…e che si vince?»

«Lo vedi che ti interessa? Anche tu sei una brutta persona, Nakazawa.»

«Ah, non rompere!»

«Su, scegli la posta.»

«Se vinco, mi presenti Fawziya!»

«Ma anche no!»

«Oh, sì! Approvo!»

«Misaki!» Bear sbuffa. «Okay, ma se vinco io: mi offrite la cena.»

«Vuoi mandarci sul lastrico?»

«Una scommessa è una scommessa.»

Sanae sospira. «Mi sa che ha ragione.»

«D’accordo… e cena sia.»

Torna il silenzio, accompagnato dal brontolare di Iwami; qualcuno si sta grattando manco avesse le pulci e Yukari starnutisce nel sonno.

La vacanza è finita, ma loro hanno lo stesso troppi motivi per ridacchiare, riassumibili nell’ultimo mormorio di Sanae: «Altro che ‘quelli intelligenti’, qua siamo tutti adolescemi!»

 

 

“Oh, baciami sotto il latteo crepuscolo,

guidami sul pavimento illuminato dalla luna.

Solleva la tua mano aperta,

avvia la band e fai danzare le lucciole.

La luna argentea scintilla.

Così, baciami.”

 

Kiss me – Sixpence None The Richer

 

 

 

 

FINE

- So, kiss me... -

 

 

 

 

 

 


 

 

Note Finali: :3 o almeno avrebbe dovuto esserlo. La fine, dico. E invece… domani ultimissimo aggiornamento con un extra composto da DUE flashfic di 500 parole ciascuna! ;)
Quindi, per i saluti di rito vi rimando a domani, ma intanto devo ringraziare Sissi149 per aver tirato fuori ‘ADOLESCEMI’ XDDDDDD Mai termine fu più azzeccato per questa squadra e per le sue manager che hanno dimostrato a più riprese, tra lol e drama, quanto lo siano fin nell’ultima unghia del minolo! XDDDD

 

E allora… a domani! :D

 

 

   
 
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