✦
Act. 2 | "Verbo Cordis"
Amor Cordium
✦
Amor Cordium
✦
"Gelosia e sofferenza non portano felicità, ma solo rancore."
▼▼
Capitolo quarantasei
• Una milionaria ficcanaso in città! •
Gwen's POV
Anche oggi la giornata è cominciata
malissimo: le grida di mio padre che mi svegliano di soppiatto, le
orribili occhiaie sul viso, la bilancia che indica un numero al di
là delle mie aspettative, il rumore dell'allarme della macchina
lussuosa nera parcheggiata davanti casa e Mister Muscolo ad
assisterci. Sì, ho una guardia del corpo. Mio padre farebbe di
tutto pur di mettermi in ridicolo anche se, secondo lui, averne una
è un grande privilegio. Ma quale privilegio?
«Sbrigati, Gwendaline!» grida papà facendo svegliare quasi tutto il vicinato.
«Scendo subito!»
Afferro subito la cartella, mi sistemo il fiocco
della mia divisa e prendo il cappotto. Salgo velocemente sulla
limousine nera blindata e l'autista non esita a far partire il veicolo.
Vedo la casa allontanarsi sempre di più, tanti alberi che la
nascondono. È così triste dover tornare a scuola.
«L'avevo sempre detto che dovevi frequentare
un istituto professionale privato, ma no! Per seguire la figlia di uno
svergognato e per esserti fidanzata con uno spilorcio squattrinato,
studi in una scuola indecente!»
"Non trova parole migliori, a quanto pare" commento tra me e me.
«È una delle scuole pubbliche più diligenti di Tokyo e poi te l'avevo già detto: io e Kai ci siamo lasciati!» sbotto.
«Sapevo che dovevo farti conoscere Janvier; lui sì che è un tipo tosto!»
Janvier Demont, un venticinquenne di origini
francesi e dalla erre moscia, un bel ragazzo ma troppo grande per me. E
poi, io ho sempre odiato l'erre moscia. La trovo fastidiosa! Come
diamine fanno Elvira e Lisa ad esserne attratte?
«Ma per favore, papà!» esclamo
nervosa prendendo le mie pillole dal cruscotto davanti a noi. «A
parte questo, è proprio necessario accompagnarmi a scuola con la
limousine?»
«La famiglia Yoshiro merita rispetto,
Gwendaline, lo sai» risponde lui «da quando quella
mangiasoldi di tua madre se n'è andata, ora ho le carte in
regola per comprare la Mugen Academy.»
"Quindi, è a quello che sta cercando di puntare!"
«Sai che lo gestisce il professor Leonard Kamesuke?» gli dico ghignando maliziosamente, papà mi guarda con uno sguardo assassino.
«Quello scienziato pazzo non
resisterà di certo ai soldi, tesoro, vedrai che lo
convincerò con le buone» risponde fiero di sé
«sia lui che il professor Uichiha dovranno accettare, se vogliono
campare!» poi ride.
Non ho mai visto papà così legato ai
soldi, eppure all'inizio amava tanto la sua famiglia al punto che
avrebbe sacrificato se stesso per regalarci il meglio. Ora che mamma si
è trasferita, dopo il divorzio, non posso più
riabbracciarla. Papà mi ha impedito di vederla. Ogni volta, una
lacrima mi scende.
«Miss Yoshiro, siamo arrivati» annuncia l'autista.
«Fatti valere tesoro, ricorda che nessuno è come te» mi rassicura - sì, come no - mio padre «sei una ragazza ricca, hai tutto ciò che ti serve per passare gli esami finali.»
"Di certo non sono una simoniaca come te" dico
tra me e me con un'espressione neutra. Mister Muscolo mi apre la
portiera della limousine e mi aiuta a scendere prendendomi in braccio,
mi adagia sul marciapiede asciutto della scuola e mi abbraccia.
«Se serve qualcosa, miss Yoshiro, non esiti
a farmi un fischio!» sorride e mi fa l'occhiolino. Ammetto che
Mister Muscolo è simpatico ma con quel fisico da wrestler
professionista, fa davvero paura. Sorrido timidamente e cammino verso
la porta d'ingresso della scuola, migliaia di occhi e bisbigli cadono
su di me.
«È tornata Yoshiro.»
«Non guardarla in faccia, potrebbe spezzarti l'osso del collo.»
«Non guardarla in faccia, potrebbe spezzarti l'osso del collo.»
«L'hai vista? Oggi è truccata!»
«La sua divisa è più bella del solito.»
«Non avvicinarti a lei, Toshiko, ha una guardia del corpo.»
«Suo padre è uno degli uomini più ricchi di tutto il Giappone!»
«Chissà se ha amici...»
«Sai
che è bipolare? Prende sempre farmaci per lo stress e per la
depressione, è una ragazza così strana.»
«Fossi in te, non ci proverei con lei.»
«Fossi in te, non ci proverei con lei.»
«Dopo quello che è successo tra lei e Kamesuke, dubito che si dichiarerà presto a qualcuno.»
«Già, e poi chi si fidanzerebbe con una squilibrata come Yoshiro?»
«Sicuramente qualcuno a cui interessano i suoi soldi.»
Mi sento a disagio. Ogni volta che varco la soglia
della porta d'ingresso principale, nessuno osa avvicinarsi o rivolgermi
la parola. Ricordo che la prima a farlo è stata proprio Vicky,
ma non avevo considerato i suoi sentimenti. Se non fosse stato per la
mia bipolarità, a quest'ora io e lei avremmo fatto coppia fissa.
Adesso è innamorata di una vampira e la cosa non mi va per
niente giù, perché proprio lei? Maledizione!
Senza volerlo sbatto un pugno contro il muro
facendo sobbalzare le ragazze davanti a me, senza accorgermene ho
lasciato un leggero buco su esso.
«Sembra di pessimo umore oggi» sussurra una ragazza alla sua compagna.
«No, tranquille, non sono nervosa»
sorrido appena «anzi, per farmi perdonare vi offro cento yen,
così potrete comprare la merenda al distributore
automatico» allargo il mio sorriso tirando fuori due monete da
cinquanta yen per entrambe, poi mi allontano.
Non voglio che la gente faccia brutta parola sul
mio conto, dopotutto non sono stata io a scegliere di vivere una vita
facile e senza difficoltà. Avrei preferito essere una ragazza
normale come tutte le altre, non bipolare, con tante amiche e un
bellissimo fidanzato. Anzi... fidanzata.
Ho scoperto da poco di amare le donne, di certo
nessuno nella mia famiglia se lo sarebbe mai aspettato. Nemmeno mio
padre. Lui se n'è altamente infischiato, ed è una delle
ragioni per cui non riesco a volergli bene.
Mi giro e noto alcune ragazze radunate davanti alla finestra che proietta la strada davanti ai cancelli della scuola, dove una coppia mano nella mano sta passando.
«Guardate, c'è Victor con la sua ragazza!»
Quel nome attira subito la mia attenzione. Cerco di affacciarmi, ma la folla me lo impedisce. L'unica cosa che riesco a vedere è un ciuffo blu cobalto. L'ho già visto da qualche parte, ma... dove?
«Non sono una coppia perfetta?»
«Già, li invidio da morire!»
«Quella
ragazza non ha mai avuto interesse per gli uomini, come mai ha deciso
di cambiare sponda così all'improvviso?»
«Chi lo sa.»
«Sarà stato il fascino di quel ragazzo a farla innamorare... ahh! Come vorrei essere al suo posto!»
«Chi lo sa.»
«Sarà stato il fascino di quel ragazzo a farla innamorare... ahh! Come vorrei essere al suo posto!»
In realtà, colui che le ragazze chiamano
Victor è una donna: quella principessa che, prima della guerra,
avevo visto entrare sul mio pianeta e che implorava mia madre per
aiutarla a convertirsi. Non avrei mai pensato di innamorarmi di un
demone, ma adesso sembra tutto così assurdo.
Senza farmi notare, esco dalla struttura
percorrendo l'uscita di sicurezza, scavalco le ringhiere delle scale e
raggiungo il cortile. Le vedo ancora: si stanno allontanando sempre di
più. Corro per raggiungerle e mi nascondo dietro il muretto, poi
le osservo. Si stanno tenendo la mano, la succhiasangue le sta dando un
bacio sulla guancia e la robottina sorride.
Non riesco a smettere di guardarle, in un
battibaleno mi sento gelosa. Perché dovrei esserlo? Infondo l'ho
respinta e poi, non avrei neanche il coraggio di ammetterlo.
«Ho ancora freddo» dice Regiela coprendosi le spalle con la giacca rossa di Vicky.
«Non ho altro da darti, se non la mia
camicia» risponde lei sorridendo «anche se non soffro il
freddo, non posso di certo camminare mezza nuda per strada.»
«Scusa, hai ragione» ridacchia l'altra «però non mi dispiacerebbe.»
«Magari in estate, quando farà
più caldo» le fa l'occhiolino e le stringe la mano. Mi
nascondo dietro i pali per osservarle da vicino, cerco di non fare
rumore. Mi ritrovo improvvisamente davanti al palazzo della Mugen
Academy, la scuola che frequentano entrambe.
Mi viene la stramba idea di infiltrarmi al suo
interno e osservare i loro movimenti. Santo cielo, mi sto trasformando
in una specie di 007. Prendo il mio fermaglio a forma di cuore e lo
stringo tra le mani mormorando "Change me, Aquamarine!", ora indosso la divisa scolastica giusta e posso entrare nella struttura senza passare inosservata.
*
Il tempo passa e le due ragazze escono dalla classe. Probabilmente è l'ora della ricreazione - dopo un'ora di lezione è davvero strano - e ne approfitto per teletrasportarmi all'interno della struttura. È molto grande, le scale sono elettriche e gli ascensori non mancano.
L'intero grattacielo ha in mano la scuola materna,
elementari, medie e superiori. Perfino una piccola università:
"facoltà medico-scientifica". Accidenti, le ho perse di vista!
Mi guardo intorno e le vedo davanti ad una porta,
davanti a loro ci sono due sagome. Non riesco ad identificarle, sono
troppo lontane. Mi nascondo dietro una piccola palma e origlio.
Victoria's POV
«Abbiamo deciso di invitarvi nel nostro appartamento a mangiare con noi, dopotutto siamo anche compagne di squadra.»
Non sapevo che Haruka e Michiru vivessero insieme.
Non per altro, sono una coppia. Ogni volta che guardo negli occhi della
mia nemesi, mi sembra di guardare in uno specchio. Siamo così
simili.
«Spero non abbiate qualcos'altro in programma» aggiunge Michiru.
«Assolutamente no» rispondo «ho già chiesto il permesso a mio padre, lui ha acconsentito.»
«Hai quasi sedici anni e dipendi ancora da
tuo padre?» domanda Haruka incredula, come se la questione per
lei fosse una notizia scioccante. C'è una lunga storia dietro e
vorrei non raccontarla una terza volta, finirei per piangere e non
smettere più.
«Lo sai che non sono un essere umano e poi,
se proprio vuoi saperlo, sono in balia di alcuni suoi
esperimenti» dico distogliendo lo sguardo «sta cercando in
tutti i modi di guarire il mio problema al cuore e altri miei difetti,
poiché soffro di attacchi improvvisi e ogni volta ho dei dolori
insopportabili.»
«È colpa della cicatrice, vero?»
Gli occhi di Michiru sembrano esprimere rancore,
come se stesse soffrendo anche lei. A questo punto, mi vedo costretta a
rivelarle la verità.
«Non è solo quello; sono stata
progettata per la guerra e non per la pace, mio padre ha voluto
regalarmi un cuore e far capire ai sovrani degli inferi e del paradiso
che la guerra non porta mai ad un lieto fine, e che nessuno può
ritenersi soddisfatto se uno sconfigge l'altro»
«Credeva di aver risolto ogni cosa e
invece... non aveva tenuto conto dei numerosi difetti che aveva e se ne
accorse solo dopo dieci anni, quando mia madre fu uccisa da un
demone.»
Tutte e tre mi guardano con tristezza. Ho paura
che non crederanno a questa storia, purtroppo è la verità
nuda e cruda. Non ero nata per sostituire un essere umano, ma per
distruggere un'intera generazione.
«Ora avete capito la ragione per cui non mi vedete mai in giro, a parte qui a scuola?»
«Certo e capisco il tuo stato d'animo»
risponde Michiru. «Ora che sei rinata, hai un'intera vita davanti
e puoi costruirla al meglio iniziando proprio dai tuoi amici.»
Sorrido, poi Haruka si volta verso la piccola
palma situata vicino ad una panchina. Non so perché, ma ho
l'impressione che qualcuno mi stia guardando.
«Hey!» esclama
ad alta voce facendo sobbalzare il tizio dietro la pianta. Fa un balzo
indietro e cade di schiena a terra. Ora che lo guardo meglio, è
una ragazza. Gwen?!
«Con quale coraggio vieni qui a dar fastidio a mia cugina?»
Haruka la fulmina con lo sguardo mentre si rialza. Cosa ci fa lei qui?
Gwen's POV
La osservo stupita, il cuore che batte e le dita tremanti. Indossa la sua divisa rossa e verde scuro, il ciuffo spettinato e il ciondolo a forma di farfalla d'oro sopra la sua cravatta. Avvicino le mie dita al mio ciondolo e lo stringo a malincuore, non dovrei neanche toccarlo per l'esattezza, ma il batticuore è così forte che è difficile controllarlo.
«Che cosa ci fai qui?» domanda Michiru
con sguardo gelido tenendo la mano della sua ragazza, la vampira quella
di Vicky. Non trovo le parole per risponderle, i suoi occhi sono di un
blu scuro spaventoso e freddo.
«Volevo... beh, io...» cerco di dire, poi la sento ridere.
«Cosa c'è, il gatto ti ha mangiato la
lingua, corvina?» mi deride. «O sei ancora gelosa di Vicky
e Regiela?» sorride maligna.
"Sì, sono gelosa della loro relazione amorosa e non ho intenzione di ammetterlo."
"Sì, sono gelosa della loro relazione amorosa e non ho intenzione di ammetterlo."
«È troppo tardi, Gwen» aggiunge la ragazza vampira, «avresti dovuto pensarci due volte prima di respingerla e ferire i suoi sentimenti.»
"Ma non è mai troppo tardi per rimediare" ribatto nella mia testa.
«Vicky non ha bisogno di te» aggiunge poi Haruka «quindi vattene, non ficcare il naso nella sua nuova relazione con Regiela o te la farò pagare.»
«Vicky non ha bisogno di te» aggiunge poi Haruka «quindi vattene, non ficcare il naso nella sua nuova relazione con Regiela o te la farò pagare.»
Mi sta minacciando, chiaramente per proteggere
Vicky. Lo sguardo della ragazza robot è indescrivibile, sembra
essere frustata dalle parole forti della sua nemesi anzi, ferita.
Rivolgo lo sguardo verso Vicky, lei mi guarda male.
«Non ti ama, invece, è lei che ti sta manipolando per scopi malvagi!» esclamo contro di lei.
«Oh, davvero?» cinghia i fianchi della
sua compagna in una maniera così lussuriosa che mi viene voglia
di spaccarle la faccia. Lo sta facendo apposta, lo so. Vicky non si
comporterebbe mai così, cosa le è successo? Che Regiela
le abbia fatto il lavaggio del cervello?
«Stai a vedere» e la bacia con foga davanti ai miei occhi.
Rimango pietrificata. Le labbra della vampira
accarezzano dolcemente quelle della sua compagna, mentre le sfiora le
anche fino a raggiungere le natiche. Non trovo le parole per descrivere
ciò che sto guardando, e lei... glielo lascia fare.
Perché? Il bacio si scioglie, lei mi guarda con aria maligna
stringendo la sua ragazza e leccandosi le labbra.
«Secondo te, sarei capace di baciare una ragazza in questo modo, se fosse davvero così?»
«Ehm... ecco...»
«Voi siete solo compagne di squadra,
giusto?» domanda poi la vampira. «Non dovresti essere
gelosa di me e lei, poi tu l'hai respinta in passato e ti aspetti
che torni con te come se nulla fosse successo?»
Vicky mi piace ancora, anche se l'ho ferita ma
finora non mi sono mai resa conto dei sentimenti che provavo per lei.
Con Kai le cose erano diverse.
«Andiamocene, ragazze» conclude Haruka
afferrando la mano di Vicky e Michiru allontanandosi da me. Lei non ha
osato parlare, ha lasciato che due ragazze parlassero al suo posto. Non
me lo sarei mai aspettata da lei. Da quando è diventata una
studentessa di un prestigioso istituto come la Mugen Academy, la sua
mentalità è cambiata tantissimo. Non solo si mostra molto
matura, ma anche diffidente da qualunque cosa la circondi, come se
qualcuno le avesse fatto davvero il lavaggio del cervello. Mi allontano di qualche passo, per poi uscire con il cuore in gola.