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Autore: Nephertiti    29/02/2020    2 recensioni
Mi è stato impossibile resistere alla tentazione di creare una fanfiction “Kylo Ren x reader”.
Cosa succederebbe se la Forza, per qualche misterioso motivo, legasse Kylo Ren a una ragazza qualsiasi della Terra, un pianeta a lui sconosciuto fino a quel momento?
Dovrei aggiungere qualcosa alla trama, ma rovinerei la sorpresa, se vi ho incuriositi, venite a dare un’occhiata!
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ben Skywalker, Ben Solo/Kylo Ren, Nuovo personaggio
Note: AU, Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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ABOUT DESTINY

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

LEGENDA

 

T/N: Tuo Nome

T/C: Tuo Cognome

N/A: Nome Amica

C/O: Colore degli Occhi

C/C: Colore dei Capelli

N/P: Nome del Paese/città

N/Z: Nome dello Zio

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Capitolo V

 

 

 

 

Il bagno caldo ti è servito.
Ti ha aiutato ad allentare la tensione
Avvolgi un asciugamano intorno al tuo corpo.
E una strana sensazione ti pervade, ti senti positiva, sai che ogni cosa si sistemerà, a tempo debito.
Anche se al momento ti sembra impossibile.

Indossi gli abiti che avevi precedentemente tolto ed esci dal bagno.
Il robot è immobile in un angolo, ma quando muovi dei passi verso di lui, questo ricomincia a fare rumore.
- Che hai da brontolare? Ecco, è così che ti chiamerò: Brontolo. –
Il droide sembra calmarsi, ti chiedi se il nome gli piaccia o no, ma non hai il tempo di scoprirlo, la porta d’ingresso si spalanca e uno Stormtrooper ti invita a seguirlo, puntandoti una pistola laser contro.

***

Dunque sei di nuovo nella tua cella, di Kylo Ren neppure l’ombra.
Meglio così: non riesci a fidarti di lui e se ti chiedesse di lasciarlo frugare nei tuoi ricordi, in quel momento, non glielo permetteresti.
Dopo quel bagno caldo vuoi solo stenderti e riposare.

Ma sembra tu sia condannata a non dormire più, almeno finché ti trovi su quell’astronave.

La porta si spalanca e vi entra un uomo alto, dai capelli rossicci.
Lo riconosci dopo qualche istante, è lo stesso con cui Kylo Ren ha avuto un battibecco.
È accompagnato da una coppia di Assaltatori, teme forse che tu possa ferirlo, in qualche modo?
Disarmata e fragile come sei, non potresti nuocere neppure a una formica.

- Io sono il Generale Hux.
Sai chi è, ricordi bene come Kylo Ren lo ha strangolato con un semplice gesto delle dita.
 Sono qui per porti delle domande. Rispondi sinceramente o me ne accorgerò.

Rimani seduta, incerta sul da farsi.
- Da dove vieni?
- Dal pianeta Terra…?
Hux sembra irritato.
- Da dove, precisamente? Il vostro pianeta, seppur piccolo, è diviso in continenti, se non erro.
- Il mio continente si chiama Europa, sono nata e cresciuta a (n/p)

Il generale tiene le mani incrociate dietro le braccia, ti scruta attentamente, cerca di capire se tu stia mentendo .

- E di cosa ti occupavi?
- Facevo la cameriera. – Hux pare perplesso, così aggiungi – chiedevo alle persone cosa volessero mangiare e servivo ciò che avevano ordinato.
- Eri una schiava? -, deduce.

Scuoti il capo, non è facile spiegare il tuo mestiere a qualcuno che non ha la più pallida idea di come si viva sulla Terra.
- Ero pagata per farlo, era un mestiere umile, mi serviva per vivere.

Il generale guarda a destra e a sinistra, come per accertarsi che nessun’altro lo stia ascoltando, poi parla sottovoce.
- Cosa ti lega a Kylo Ren? Perché ti ha portato qui?
Vorresti avere una risposta a quel quesito, ma sfortunatamente non ne hai idea.

- Non lo so.
Hux si avvicina con fare minaccioso.
- Non mentire.
- Se sei così bravo a capirlo, dovresti sapere che non sto mentendo. -, rimbecchi.
- Osi dubitare delle mie capacità?
Alza il tono di voce e ti fissa con i suoi occhi spiritati.

- Generale Hux.

Entrambi sussultate, riconoscendo la voce metallica di Kylo Ren.
- Perché sei qui?
Il suo tono è incolore, eppure ti fa rabbrividire.
Non vorresti essere nei panni del generale.

- Sto interrogando la prigioniera, è evidente. Dobbiamo conoscere meglio questi umani, adesso li abbiamo sottomessi, ma chi ci assicura che non si ribelleranno?
Vorresti controbattere, sta decisamente improvvisando.
La sua vera intenzione era capire cosa legasse te a Kylo Ren.

- È la mia prigioniera -, annuncia Kylo – sarò io a darti il permesso d’interrogarla, se lo riterrò opportuno.
Per un brevissimo istante, quel “mia” ti fa vibrare l’animo.
Probabilmente poiché nessuno ti aveva reclamato come “propria”.
Se non fosse per quel “prigioniera”.

Ti convinci di essere impazzita e rimani in silenzio, mentre Hux annuisce e va via, seguito dagli Stormtrooper.

La porta si chiude.
Tu e Kylo rimanete a fissarvi per qualche secondo, è lui a parlare per primo.
- Ti senti pronta?
Sai a cosa si riferisce e no, non sei pronta.
Quindi scuoti il capo.
- Non ti rimane molto tempo, (t/n).
Sobbalzi impercettibilmente, costatando che ricorda il tuo nome.
E sentirglielo pronunciare ti destabilizza.
- Sarà meglio che tu prenda in fretta una decisione. O lo farò io per te.

Così dicendo, Kylo Ren esce dalla stanza.
Mentre tu avresti voluto aggiungere qualcosa, tentare di conoscerlo meglio.
Ma devi riconoscere che avrebbe potuto torturarti subito, senza attendere il tuo consenso, per terminare ciò che ha iniziato nella tua testa.
Invece ti sta dando del tempo.
Ma perché?
Sei certa che un volta ottenuto quello che cerca, si libererà di te.

***

Non riesci a prendere sonno in quello scomodo letto della tua cella, ti giri a destra e a sinistra in cerca di una posizione comoda, ma nulla da fare, non sei in grado di addormentarti, nonostante tu non abbia chiuso occhio da parecchie ore.
Forse sei semplicemente agitata, scossa dalla serie di eventi che ti hanno vista protagonista, o forse per via del futuro incerto che ti aspetta.

Uno Stormtrooper fa il suo ingresso nella cella.
Ruoti il capo, e noti che l’Assaltatore ha con sé un vassoio con del pane e dei formaggi.

- Deduco non abbiate un cuoco qui – commenti, mentre ti metti a sedere – o forse è il cibo che riservate ai prigionieri? In effetti è una fortuna che mi portiate da mangiare.
Noti che l’altro rimane immobile, sembra che ignori i tuoi discorsi.
Intuisci che la conversazione non è in voga tra gli Stormtrooper.
Inizi a mangiare sotto il suo sguardo vigile, ti chiedi perché debba restare lì in piedi, a guardare come addenti un pezzo di pane.

Di colpo allunga il braccio, pensi che stia per prendere la sua pistola, così smetti di masticare e rimani a fissarlo timorosa.
Invece l’Assaltatore ti porge una borraccia.
Lo ringrazi e mandi giù un boccone che ti era rimasto in gola per lo spavento.
Poi bevi.

Una volta terminato di mangiare, lo Stormtrooper raccoglie vassoio e fiaschetta, pronto ad andarsene.
- Sei lo Stormtrooper dell’ultima volta?
Lui fa un cenno col capo, lo interpreti come un sì.

- Non mi hai detto il tuo nome.
- Non sono autorizzato a condividere queste informazioni.
La sua voce è camuffata dalla maschera, ma supponi si tratti di un maschio.
- Ho solo chiesto il tuo nome! Io mi chiamo (t/n)
L’altro esita un istante, poi si avvia fuori dalla stanza

- Sappi che se non me lo dici, troverò io un nome per te. -, lo metti in guardia, mentre lui digita il codice per uscire dalla cella.
Sosta qualche istante sulla soglia di ingresso.
- GG-2123
- Come?
- GG-2123 è il mio nome.
Così dicendo scompare dietro la porta.

Dunque gli Assaltatori sono considerati solo dei numeri? Soldati progettati per combattere?
Nessuna identità?
Quella constatazione ti fa riflettere: se non conoscono altro, a parte la guerra, la loro vita dev’essere infinitamente triste e vuota.

Passeggi un po’ nella tua cella.
Temi di non poter più far ritorno sulla Terra.
Saranno passati due o tre giorni da quando ti trovi su quella navicella, ma ti manca osservare il cielo: sia nelle giornate soleggiate, trascorse a passeggiare per le strade della tua città, senza una meta; sia nei giorni uggiosi, coperto da nuvole scure.

Ti mancano i tuoi zii.
Sei preoccupata: sono grandi d’età e hai paura che zio (n/z) non riesca a sopportare la tua scomparsa.
Il suo cuore è così debole.

Stai per cadere nuovamente in un abisso di disperazione, quando l’ennesimo Stormtrooper entra nella tua stanza.
Vorresti urlare di lasciarti in pace, ma è armato e ti incita a seguirlo.

Ti chiedi se sia GG-2123, ma dal modo fiero e deciso con cui cammina, intuisci che non si tratta di lui.
Hai notato che GG-2123 si muove in modo più impacciato, come fosse un novellino.

Dopo aver attraversato dei corridoi, riconosci la stanza misteriosa, dove l’ultima volta hai potuto fare un bagno.
Lo Stormtrooper attende che la porta si apra, poi ti spinge all’interno.
- Che modi! -, ti lamenti, incapace di abituarti a quell’atteggiamento brusco che hanno tutti quanti su quell’astronave.

Aspetti qualche momento, ma non accade nulla.
Probabilmente si aspettano che tu utilizzi il bagno e lo fai.
Ma stavolta non c’è Brontolo ad attivare il meccanismo per riempire quella sorta di piscina, deduci che non ti è concesso fare un altro bagno caldo e questo ti delude.

Torni nell’alloggio principale e il letto è un richiamo troppo forte.
Sembra decisamente più comodo di quel materasso puzzolente, che ti hanno rifilato.
Le lenzuola sono sistemate meticolosamente, se le potessi misurare con un metro, di certo noteresti che sono perfettamente allineate.

Sfili le scarpe e ti stendi sul lenzuolo: un profumo ti invade le narici, sembra un profumo familiare, ma non sai dove hai già avuto l’occasione di annusarlo.
Ti accoccoli meglio sul letto, il cuscino è così morbido…
Ben presto ti addormenti.

   
 
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