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Autore: puffolettaHP    05/08/2009    14 recensioni
- Io... t-tu mi hai...
- Ti ho salvata sì. - la interruppi, passandomi una mano tra i capelli e sfoggiando la mia migliore espressione da Clark Kent - Mi devi la vita, effettivamente se non ti avessi salvata con il mio coraggio ed il mio eroismo a quest'ora saresti bell'e spiaccicata sotto a quel furgoncino... ma non c'è bisogno che mi ringrazi...
Lei, pallida come un cencio, si appoggiò al fianco del Pick-up e mormorò. - Stavo per morire...
- Sì, è vero, stavi per morire... - decisi di sfoggiare tutte le mie doti di consolatore - a quest'ora, se non ci fossi stato io, saresti un cadavere schifosissimo e molliccio, tutto insanguinato, con le ossa rotte e la testa spiaccicata e spaccata a metà... pensa che schifo, avresti tutto il cervello che ti cola per terra, mezzo spiaccicato sui vestiti e sul cofano del tuo cator... ehm, del Pick-up... e magari ci sarebbe un occhio staccato che rotola in giro per il parcheggio... ma t'immagini che schifo?
Lei squittì, facendosi ancora più pallida e scandalizzata. Le diedi una pacca sulla spalla e, con un sorriso che voleva essere rassicurante, terminai il mio discorso.
- Ma non è andata così, quindi su col morale! Non c'è motivo di preoccuparsi, sei viva, no?
Lei emise un verso a metà fra il grido di guerra di Tarzan ed il ruggito di un orso bruno incazzato nero e si alzò in piedi di scatto, guardandomi con gli occhi fiammeggianti d'ira. Indietreggiai di alcuni passi, intimorito.
- Ehm... ti ho salvata, ricordi? - dissi, incerto, vedendo che aveva preso in mano il paraurti staccato del furgoncino e me lo stava brandendo contro con ferocia.
- Tu mia hai salvata! - gridò lei, come se mi stesse accusando di aver dato fuoco alla sua casa. Perplesso, indietreggiai ancora e balbettai.
- Ehm... infatti, ti ho salvata... dovresti essermi riconoscente... quindi perchè non cominci a mettere giù quel paraurti?

Genere: Commedia, Demenziale, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'LA VERA STORIA DI EDWARD E BELLA'
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CAPITOLO 8

(Dove Ed si fidanza, Bella si dedica alla pirateria ed Alice è troppo impegnata a mettersi lo smalto per cagare Edward, che non demorde nel sano proposito d’incazzarsi con lei)

James mi si avvicinò pericolosamente, sbattendo le ciglia in quello che doveva ritenere un atteggiamento provocante. Mi allontanai, tirandomi addosso le coperte per proteggermi dal suo tentativo di stupro. Sfortunatamente, lui interpretò il mio gesto in tutt’altro modo e mi sorrise:

-         Hai ragione, anche io credo che farlo sotto alle coperte sia più romantico.

-         C-c-cosa?

Balbettai, cercando inutilmente di scappare. James s’infilò sotto alle lenzuola rosa e mi afferrò per il colletto della camicia, tirandomi verso di sé. Mi divincolai, ma James era forte (constatazione idiota: ceto che era forte, era un vampiro!) e la camicia che indossavo si strappò, lasciandomi a torso nudo.

-         Ehi… ma che bei pettorali che hai!

Disse James, posandomi una mano sul petto ed avvicinandosi ancora di più.

-         S-senti James… - balbettai, terrorizzato, mentre cercavo inutilmente di allontanarmi da lui – io… io credo che prima di fare certe cose… bisognerebbe… bisognerebbe pensarci un po’, no? Voglio dire… credo che… che due persone dovrebbero prima conoscesi un po’ meglio…

Lui esitò e si allontanò un po’ da me, squadrandomi con una strana scintilla di curiosità negli occhi rossi. Rimase in silenzio per alcuni secondi, assorto nelle sue riflessioni da omosessuale depravato. Mmm… ha ragione… dovremmo conoscerci meglio… che ragazzo romantico, però, è così dolce… magari è un po’ all’antica, ma vabbè… potremmo fare il gioco di verità o penitenza, così ci conosceremmo meglio… o magari voleva solo farsi un po’ desiderare… mmm, sì, com’è intrigante questo Edward… mi piace proprio… magari potremmo parlarci delle nostre vite mentre lo facciamo… dopo tutto anche quello è un modo per “conoscersi meglio”… e poi che fortuna, un così bel ragazzo, così dolce e romantico, che condivide i miei gusti in materia di sesso! Che colpo di fortuna!

Ehi, aspetta un secondo! Io condividevo cosa? Ma che idee si era fatto?

-         Hai ragione, zuccherino – pigolò alla fine il vampiro omosessuale, carezzandomi la guancia – dobbiamo prenderci più tempo, dopotutto abbiamo tutta l’eternità davanti… perché affrettare le cose?

-         S-si, si, infatti! Ecco, andiamoci piano!

Esclamai, tirando uno schiaffo alla sua mano che stava cercando d’infilasi dentro ai mie pantaloni. Lui la ritrasse, contrariato, e sospirò.

-         Dolcezza, ma sei uno di quelli che vogliono arrivare vergine al matrimonio?

Annuii con vigore, senza neanche sapere cosa cavolo stavo dicendo.

-         Bhe… - disse James, un po’ deluso – allora vorrà dire che aspetterò…

Sì, sì aspetta e spera” pensai… ma lo stronzo mi ficcò un anello al dito a tradimento.

-         Ecco qua, adesso siamo ufficialmente fidanzati! – esclamò, con un gridolino di gioia – dio, essere fidanzati è così eccitante, vero? Bhe, dai, non c’è tempo da perdere, dobbiamo organizzare il nostro matrimonio, zuccherino!

-         C-c-co-cosa?

Gridai, saltando giù dal letto e tentando di abbattere la porta (fatta di diamante, perché Tanya stuprava spesso dei vampiri e doveva assicurarsi che non scappassero).

-         No, senti, James, credo che ci siamo capiti male… io… insomma, non… non credo di essere pronto per fare un… un passo così importante, ecco…

-         E dai, zuccherino zuccheroso orsacchiotto! Non fare così! – disse James, ributtandomi sul letto – anche io sono eccitato, sai? Però non bisogna mica farsi prendere dal nervosismo!

Non trovando la chiave e non riuscendo a sfondare la porta, optai per sfondare il vetro antimissile della finestra e saltare giù, ma James mi seguì, continuando a chiedermi cose cretine come il colore dei tovaglioli per il ricevimento dopo il matrimonio.

-         Sì, sai, a me piacerebbe ocra, ma anche color sabbia non è male…

Annuii e cercai disperatamente una via di fuga, ah, tra parentesi, ma l’ocra ed il color sabbia non sono la stessa cosa?

-         Però nemmeno il lilla e il rosa pallido mi dispiacciono, e quel color pesca poi, lo trovo assolutamente delizioso… - James continuava a blaterare – allora, Edward, che ne dici?

Fui salvato dalla squillo del cellulare (possa essere benedetto!) e rivolsi a James un sorrisino di scuse, prima di rispondere senza nemmeno leggere il numero sul display.

-         Edwaaaaaaaaaaaaaard!!!!

Feci un balzo e per poco non mollai il cellulare. Oddio, era Carlisle… non solo, era Carlisle incazzato nero. Adesso magari voi riderete, ma dovete sapere che: punto primo, Carlisle non si arrabbia quasi mai, punto secondo, quando si arrabbia tutti i suoi ideali non violence vanno a farsi benedire e, punto terzo, ha la memoria lunga, come dimostrano le sue punizioni lunghe un paio di decenni.

-         Ehm… ciao, papy, come va?

Decisi di provare a fare il figlioletto santarellino, ma dubitavo che mi avrebbe creduto, dopo ottant’anni che lo minacciavo di raccontare ad Esme delle sue fantasie su altre donne.

-         Come va? Come va??? Secondo te come deve andare, con mio figlio che mette annunci gay in giro per la scuola e poi va in Alaska a fare festini con dei cocainomani???

-         Ehi, calma, pa’! – esclamai, contento che tra Forks e Denali ci fossero migliaia di kilometri – ma di che annunci gay stai parlando, scusa? Io non ne so proprio niente… prova a chiedere a Jasper!

-         Prova a chiedere a Jasper un bel tubo! Me lo spieghi come mai è venuto a casa nostra un ragazzo super arrapato, vestito da donna, a chiedermi il tuo numero di cellulare???

-         E… che ti devo dire… la bellezza ha un prezzo…

Feci io, con aria da gran puttaniere. Ok, io non sono bello… ve l’ho mai detto che sono convinto di essere un cesso?

NOI TUTTE IN CORO “GIUSTO UN MIGLIAIO DI VOLTE, ED!”

Ah, ok. Comunque, dicevo. I vampiri non possono farsi interventi di chirurgia plastica, purtroppo, perciò sono condannato a restare brutto… per l’eternità. È così deprimente… ma ci pensò Carlisle a deprimermi ancora di più. “Caaaro paparino… aspetta solo che torno e poi vedrai cosa ti metto nello spinello al posto dell’erba…”

-         Smettila di dire stronzate, Edward! E comunque, sei nei guai fino al collo, signorino! Alice mi ha detto tutto sai?

-         Cosa? Quella str.. cioè, cosa ti ha detto, scusa? Io non so niente! Ho seguito il licantropo fino in Alaska e…

Cominciai, inventandomi bugie con una certa scioltezza. Cent’anni di pratica si sentono, in queste occasioni. Ma Carlisle non è poi così fesso. Fatto sì, considerato che con tutta l’erba che fuma riuscirebbe ad ammazzare persino un cavallo. Ma fesso proprio no. Mai sottovalutare i credenti Marijuani, fidatevi.

-         Edward Cullen, porta subito quelle tue bianche chiappe da vampiro gay a casa, sono  stato chiaro? – sbottò Carlisle.

-         Ok, ok, papy, non è il caso di scaldarsi, e comunque non sono gay! – protestai, ignorando James che stava mimando cose molto sconce facendomi cenni verso la camera da letto - E non ho fatto niente di male!

-         Questo lo decido io, - disse lui, con una voce che non sapeva molto da pacifista - e ora muoviti, non posso aspettarti per tutta l’eternità!

-         Bhe, tecnicamente potresti…

-         Edward, a casa, o la tua Play Station farà una brutta fine!

Eh no, cazzo! La Play no, non me la toccate o giuro che divento violento! Porca miseria, ma dico! Occorre abbassarsi a fare questi schifosissimi ricatti solo per convincermi a tornare a casa, quando è da un secolo che continua a dire che non vede l’ora di liberarsi di me?

Chiusi il telefono e mi fiondai in macchina, promettendo a James che sarei tornato e dicendogli di organizzare il matrimonio. Lui mi salutò con un fazzolettino alla mano e si richiuse la zip dei pantaloni, un po’ deluso.

 

 

MA MENTRE IL NOSTRO AMATO ED SFRECCIA PER LE STRADE ALASKESI SULLA SUA VOLVO METALLIZZATA, PIANIFICANDO LA RISCHIOSA OPERA DI SALVATAGGIO DELLA PLAY STATION, VOLETE SAPERE COSA COMBINA LA NOSTRA BELLA? PERCHE’ E’ DA UN BEL PO’ CHE NON LA CAGHIAMO MINIMAMENTE, E NON MI SEMBRA AFFATTO GIUSTO NEI SUOI CONFRONTI.

 

 

Sbadigliai e misi in moto il Pick-Up, pensando distrattamente a cosa avrei potuto fare quel giorno per rischiare la vita. Avevo appurato che il Pick-Up andava benissimo come carro armato, ma non era adatto a schiantarsi da qualche parte. O forse, tutto sommato, era l’albero che era troppo morbido.

Comunque, schiantarsi di nuovo non sarebbe stato originale. Ed io, al contrario di una certa Stephenie Meyer, un minimo di fantasia ce l’ho. Per cui non è che ogni volta che cerco guai incontro casualmente i Volturi, o un Licantropo, o dei Vampiri. Tutti rigorosamente assetati del mio sangue, in senso metaforico e non. Ma io all’epoca non sapevo neanche che tutti questi scervellati esistessero, per ciò basta spoilerare allegramente e torniamo a me, in quel piovoso giorno di quella piovosa cittadina di quella piovosa regione del piovoso stato del Washington. Ho già detto che era piovoso?

Effettivamente Forks segue la regola dei tre “oso”: piovoso, palloso e merdoso.

Ma quello, a dire il vero, era un bel giorno, perché Edward Culo non faceva vedere i suoi brutti capelli in giro da più di quattro giorni. Conseguenza diretta di tutto ciò, io ero contenta. Conseguenza diretta del fatto che ero contenta, avevo voglia di farmi male per essere ancora più contenta. Conseguenza diretta di quello che ho appena detto, tamponai una macchina con dentro quattro butti ceffi. Conseguenza diretta, mi riempirono di botte. Conseguenza diretta, ero ancora più contenta di prima. Conseguenza diretta, avevo voglia di farmi ancora più male. Conseguenza diretta, questa volta disintegrai una Ferrari. Conseguenza diretta, mi beccai tante di quelle legnate, ma tante, che sto ancora piangendo dalla gioia.

Vedete, la vita è tutto un susseguirsi di Causa-Effetto. Di azioni e di conseguenze. Altro che teoria della relatività di Einstein. Tutta presa dal mio circolo vizioso di Causa-Effetto (felicità, tamponamento, legnate, felicità, tamponamento ecc…), dopo la Ferrari puntai a una Limousine con piscina che non si sa bene cosa cavolo ci facesse in un buco come Forks, forse stavano qui per riempire la piscina. Comunque, distrutta la Lamborghini (che prima era una Limousine ma, causa la mia colossale ignoranza in materia di macchine, si è misteriosamente trasformata in una Lamborghini), mi picchiarono così tanto che svenni (gioia infinita, indescrivibile, incommensurabile)  e quando mi risvegliai scoprii che avevano chiamato la polizia denunciandomi come pirata della strada.

L’ispettore capo Swan (nonché mio adorato padre) arrivò sgommando a bordo della sua modernissima macchina della polizia, donatagli in eredità da suo nonno, e, dopo aver frenato con un meraviglioso testacoda, saltò giù tutto rosso e si mise a gridare.

-         Chi è quel coglione, figlio di puttana, brutto bastardo che va in giro a tamponare gente, eh? Si può sapere chi è quel disgraziato? Brutto idiota di un pirata della strada, ma quel coglione di tuo padre non ti ha insegnato a…

Poi mi vide, e smise di dire quello che “quel coglione di mio padre” avrebbe dovuto insegnarmi. Povero, doveva essere uno shock, per lui, scoprire che sua figlia passava il tempo a fare la pirata della strada.

Così Charlie, tutto incazzato, mi riportò a casa dove potei solo dedicarmi alla pirateria su Internet, piratando film Horror da cui prendere spunto per i prossimi tentativi di suicidio.

E MENTRE BELLA SI GUARDA BEATAMENTE FILM DI VAMPIRI, IL NOSTRO VAMPIRO PREFERITO E’ ARRIVATO A CASA VIVO E VEGETO, E NE E’ USCITO DECISAMENTE MENO VIVO, DOPO LA SFURIATA DI CARLISLE. CHIARITO TUTTO, E CIOE’ CHE LA PLAY STATION PUO’ ANCHE SOGNARSELA, ED DECIDE DI INCAZZARSI CON ALICE (CON CUI SI ERA PRECEDENTEMENTE INCAZZATO CARLISLE) PER SFOGARE LA SUA FRUSTRAZIONE.

-         Alice!

Esclamai, reclamando l’attenzione di mia sorella che si stava tranquillamente limando le unghie.

-         Che vuoi piattola?

La gioia di avere dei fratelli che ti amano.

-         ai spiattellato tutto a papà!

-         Cosa? – mi chiese lei, ingenuamente.

-         Mi hai sputtanato con Carlisle! – esclamai, gesticolando con furia e beccandola in testa con una manata (per sbaglio, davvero, ma non mi dispiace di averlo fatto).

-         Oh, bhe, solo un pochino. – rispose lei, continuando a mettersi lo smalto rosso con estrema nonchalance – ma a cosa ti riferisci precisamente?

-         Hai detto a papà che sono andato da Tanya invece di andare dal licantropo che non esiste!

Esclamai, sempre più incazzato.

-         Ah, si.

Mi disse lei, tranquilla come se stessimo parlando delle previsioni del tempo. E poi che cazzate sparo, noi non le guardiamo mai le previsioni del tempo, ce le fa sempre lei. anche se poi sbaglia e ci fa quelle del Messico invece di quelle di Forks. Non che ci voglia molto per fare le previsioni del tempo di Forks, comunque; guardate, so farlo anch’io: domani, pioggia. Dopodomani, pioggia. Fra tre giorni, pioggia.

Comunque, di colpo mi ricordai di essere incazzato con Alice, quindi abbandonai la mia faccia da idiota (che è la faccia che ho di solito) e strillai.

-         Allora è vero, gliel’hai detto?

-         Sì, e allora?

-         Come sarebbe e allora? Avevi promesso di non dirglielo.

Alice si mise a canticchiare, continuando allegramente a spennellarsi le unghie di smalto rosso, in stile Crudelia Demon.

-         Alice, mi caghi?

-         Mmm… si, scusa, che dicevamo?

-         Come che dicevamo! Alice!

-         Eh? – disse lei, esasperata.

-         Avevi promesso di non dirglielo!

Esclamai, furibondo. Brutta schifosissima schifosa!

-         Oh, ma sentilo! – sbottò lei – e comunque non volevo dirglielo! Ma poi è venuta una tizia strana… aveva un nome da sclerata totale, tipo l’Ape Maya…

-         Che c’entra l’Ape Maya! – esclamai, risentito – e poi non offenderla, è una grande! A proposito, cosa è successo nelle ultime puntate, che me le sono perse?

Alice, dimostrando come sempre di cagarmi tantissimo, continuò a parlarmi della tizia con il nome da sclerata.

-         Ah, adesso mi ricordo, era Meyer! – disse, con l’aria di Mosè che ha appena ricevuto le tavole della legge dall’Arcangelo Gabriele in persona (Dio era alla toilette) – comunque, questa matta è venuta a casa nostra un paio di giorni fa e mi ha detto che dovevo dire a papà che il licantropo era una balla e che volevi uccidere Bella Swan, così ti avrebbe messo in punizione e tu non l’avresti uccisa.

-         Eh?

Aspetta, mi sono perso un pezzo. Tutti questi causa-effetto non fanno per me, li lascio volentieri alle masochiste sclerate di cui sopra.

-         E che cappero! – esclamò Alice – ti pare che io abbia capito qualcosa? era un ragionamento complicato, non ci ho capito una banana. Comunque, il succo della faccenda è che la Swan gli serve viva.

-         E perché?

Chi potrebbe mai avere interesse nella vita di quell’irritante esseruncolo con istinti masochisti e suicidi?

-         Ma non lo so – disse Alice, seccata, e cominciò a sventolare le mani per far prender aria allo smalto – non l’ascoltavo bene, mi stavo facendo la pedicure. Stava blaterando cose senza senso su una certa Kristen Stewart e su Robbie, o Richard, o forse era Reynold Pattinson… diceva che Kristen non vuole sporcarsi la maglietta di ketcup, indi per cui il regista non può far morire Bella, anche se dice che gli piacerebbe tanto…

-         …?

Ma sono io stupido o questa storia non ha proprio senso? No perché non ci sto capendo una minchia. Alice, vedendo la mia faccia confusa, perse la pazienza (anche se non credo che si possa perdere qualcosa che non si ha mai avuto, ma metaforicamente parlando… dio, che cazzo ho detto? non lo so, sto parlando metaforicamente? Non so nemmeno che vuol dire, ma ci stava bene).

-         Aria, sciò, devo farmi asciugare lo smalto!

-         Ma che vuol dire sta roba! – urlai, pestando i piedi a terra – scusami tanto, sai, ma passa la prima imbecille che trovi e tu fai quello che ti dice?

-         Si, perché?

Mi disse lei, come se fosse la cosa più naturale del mondo, soffiandosi sulle unghie.

-         Ma i vampiri non erano intelligenti?

Alice tirò fuori il ventaglio e cominciò a sventolarselo sulle unghie.

-         Edward, sei un vampiro da 90 anni e ancora non hai realizzato appieno di essere stupido come l’ultimo neurone che ti rimane?

-         Sono due, per la cronaca – risposi, offeso – e si chiamano Fido e Rex. E comunque io sono un caso a parte, voi altri dovreste avere un minimo di cervello…

Alice prese il ventilatore e lo accese, sventolandovi davanti le unghie. Poi disse.

-         Avanti, ma se nella nostra famiglia non c’è nessuno che sa contare fino a 100!

-         Jasper si.

-         Solo perché crede che il 100 venga subito dopo il 4!

 

ECCOMI. MI SCUSO PER L’ENORME RITARDO. MA ERO IN VACANZA, E POI NON AVEVO TEMPO BARRA VOGLIA DI FARE UN CAVOLO DI NIENTE, ERO SEMPRE IN GIRO. COMUNQUE, FINALMENTE, ECCOMI QUI. NON HO IL TEMPO DI RINGRAZIARVI SINGOLARMENTE, MA OGNI SINGOLA RECENSIONE MI HA FATTO TANTISSIMO PIACERE PERCUI, ANCHE SE SONO LENTA COME LA QUARESIMA AD AGGIORNARE, CONTINUATE A RECENSIRE, PLEASE. LA ONE SHOT SU JAZZ E’ IN FASE DI SCRITTURA, SPERIAMO DI POSTARLA PRESTO.

 

BACI MARGHE

  
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