CAPITOLO 8
(Dove Ed si
fidanza, Bella
si dedica alla pirateria ed Alice è troppo impegnata a
mettersi lo smalto per
cagare Edward, che non demorde nel sano proposito
d’incazzarsi con lei)
James mi si avvicinò pericolosamente, sbattendo le ciglia in quello che doveva ritenere un atteggiamento provocante. Mi allontanai, tirandomi addosso le coperte per proteggermi dal suo tentativo di stupro. Sfortunatamente, lui interpretò il mio gesto in tutt’altro modo e mi sorrise:
- Hai ragione, anche
io credo che farlo sotto alle coperte sia più romantico.
- C-c-cosa?
Balbettai,
cercando inutilmente di scappare. James s’infilò
sotto alle lenzuola rosa e mi
afferrò per il colletto della camicia, tirandomi verso di
sé. Mi divincolai, ma
James era forte (constatazione idiota: ceto che era forte, era un
vampiro!) e
la camicia che indossavo si strappò, lasciandomi a torso
nudo.
- Ehi… ma che
bei
pettorali che hai!
Disse
James, posandomi una mano sul petto ed avvicinandosi ancora di
più.
- S-senti
James… -
balbettai, terrorizzato, mentre cercavo inutilmente di allontanarmi da
lui –
io… io credo che prima di fare certe cose…
bisognerebbe… bisognerebbe pensarci
un po’, no? Voglio dire… credo che… che
due persone dovrebbero prima conoscesi
un po’ meglio…
Lui
esitò e si allontanò un po’ da me,
squadrandomi con una strana scintilla di
curiosità negli occhi rossi. Rimase in silenzio per alcuni
secondi, assorto
nelle sue riflessioni da omosessuale depravato. Mmm…
ha ragione… dovremmo
conoscerci meglio… che ragazzo romantico, però,
è così dolce… magari è un
po’
all’antica, ma vabbè… potremmo fare il
gioco di verità o penitenza, così ci
conosceremmo meglio… o magari voleva solo farsi un
po’ desiderare… mmm, sì,
com’è intrigante questo Edward… mi
piace proprio… magari potremmo parlarci delle
nostre vite mentre lo facciamo… dopo tutto anche quello
è un modo per
“conoscersi meglio”… e poi che fortuna,
un così bel ragazzo, così dolce e
romantico, che condivide i miei gusti in materia di sesso! Che colpo di
fortuna!
Ehi,
aspetta un secondo! Io condividevo cosa? Ma che idee si era fatto?
- Hai ragione,
zuccherino – pigolò alla fine il vampiro
omosessuale, carezzandomi la guancia –
dobbiamo prenderci più tempo, dopotutto abbiamo tutta
l’eternità davanti…
perché affrettare le cose?
- S-si, si, infatti!
Ecco, andiamoci piano!
Esclamai,
tirando uno schiaffo alla sua mano che stava cercando
d’infilasi dentro ai mie
pantaloni. Lui la ritrasse, contrariato, e sospirò.
- Dolcezza, ma sei uno
di quelli che vogliono arrivare vergine al matrimonio?
Annuii
con vigore, senza neanche sapere cosa cavolo stavo dicendo.
- Bhe… -
disse James,
un po’ deluso – allora vorrà dire che
aspetterò…
“Sì,
sì aspetta e spera” pensai…
ma lo stronzo mi ficcò un anello al dito a
tradimento.
- Ecco qua, adesso
siamo ufficialmente fidanzati! – esclamò, con un
gridolino di gioia – dio,
essere fidanzati è così eccitante, vero? Bhe,
dai, non c’è tempo da perdere,
dobbiamo organizzare il nostro matrimonio, zuccherino!
- C-c-co-cosa?
Gridai,
saltando giù dal letto e tentando di abbattere la porta
(fatta di diamante,
perché Tanya stuprava spesso dei vampiri e doveva
assicurarsi che non
scappassero).
- No, senti, James,
credo che ci siamo capiti male… io… insomma,
non… non credo di essere pronto
per fare un… un passo così importante,
ecco…
- E dai, zuccherino
zuccheroso orsacchiotto! Non fare così! – disse
James, ributtandomi sul letto –
anche io sono eccitato, sai? Però non bisogna mica farsi
prendere dal
nervosismo!
Non
trovando la chiave e non riuscendo a sfondare la porta, optai per
sfondare il
vetro antimissile della finestra e saltare giù, ma James mi
seguì, continuando
a chiedermi cose cretine come il colore dei tovaglioli per il
ricevimento dopo
il matrimonio.
- Sì, sai, a
me
piacerebbe ocra, ma anche color sabbia non è
male…
Annuii
e cercai disperatamente una via di fuga, ah, tra parentesi, ma
l’ocra ed il
color sabbia non sono la stessa cosa?
- Però
nemmeno il
lilla e il rosa pallido mi dispiacciono, e quel color pesca poi, lo
trovo
assolutamente delizioso… - James continuava a blaterare
– allora, Edward, che
ne dici?
Fui
salvato dalla squillo del cellulare (possa essere benedetto!) e rivolsi
a James
un sorrisino di scuse, prima di rispondere senza nemmeno leggere il
numero sul
display.
- Edwaaaaaaaaaaaaaard!!!!
Feci
un balzo e per poco non mollai il cellulare. Oddio, era
Carlisle… non solo, era
Carlisle incazzato nero. Adesso magari voi riderete, ma dovete sapere
che:
punto primo, Carlisle non si arrabbia quasi mai, punto secondo, quando
si
arrabbia tutti i suoi ideali non violence vanno a farsi benedire e,
punto
terzo, ha la memoria lunga, come dimostrano le sue punizioni lunghe un
paio di
decenni.
- Ehm… ciao,
papy,
come va?
Decisi
di provare a fare il figlioletto santarellino, ma dubitavo che mi
avrebbe
creduto, dopo ottant’anni che lo minacciavo di raccontare ad
Esme delle sue
fantasie su altre donne.
- Come va? Come va???
Secondo te come deve andare, con mio figlio che mette annunci gay in
giro per
la scuola e poi va in Alaska a fare festini con dei cocainomani???
- Ehi, calma, pa’! – esclamai, contento che tra Forks e Denali ci fossero migliaia di kilometri – ma di che annunci gay stai parlando, scusa? Io non ne so proprio niente… prova a chiedere a Jasper!
- Prova a chiedere a Jasper un bel tubo! Me lo spieghi come mai è venuto a casa nostra un ragazzo super arrapato, vestito da donna, a chiedermi il tuo numero di cellulare???
- E… che ti devo dire… la bellezza ha un prezzo…
Feci
io, con aria da gran puttaniere. Ok, io non sono bello… ve
l’ho mai detto che
sono convinto di essere un cesso?
NOI
TUTTE IN CORO “GIUSTO UN MIGLIAIO DI VOLTE, ED!”
Ah,
ok. Comunque, dicevo. I vampiri non possono farsi interventi di
chirurgia
plastica, purtroppo, perciò sono condannato a restare
brutto… per l’eternità. È
così deprimente… ma ci pensò Carlisle
a deprimermi ancora di più. “Caaaro
paparino… aspetta solo che torno e poi vedrai cosa ti metto
nello spinello al
posto dell’erba…”
- Smettila di dire
stronzate, Edward! E comunque, sei nei guai fino al collo, signorino!
Alice mi
ha detto tutto sai?
- Cosa? Quella
str.. cioè, cosa ti ha detto, scusa? Io non so niente! Ho
seguito il licantropo
fino in Alaska e…
Cominciai,
inventandomi bugie con una certa scioltezza. Cent’anni di
pratica si sentono,
in queste occasioni. Ma Carlisle non è poi così
fesso. Fatto sì, considerato
che con tutta l’erba che fuma riuscirebbe ad ammazzare
persino un cavallo. Ma
fesso proprio no. Mai sottovalutare i credenti Marijuani, fidatevi.
- Edward Cullen, porta
subito quelle tue bianche chiappe da vampiro gay a casa, sono stato chiaro? –
sbottò Carlisle.
- Ok, ok, papy,
non è il caso di scaldarsi, e comunque non sono gay!
– protestai, ignorando
James che stava mimando cose molto sconce facendomi cenni verso la
camera da
letto - E non ho fatto niente di male!
- Questo lo
decido io, - disse lui, con una voce che non sapeva molto da pacifista
- e ora
muoviti, non posso aspettarti per tutta
l’eternità!
- Bhe,
tecnicamente potresti…
- Edward, a
casa, o la tua Play Station farà una brutta fine!
Eh
no, cazzo! La Play no, non me la toccate o giuro che divento violento!
Porca
miseria, ma dico! Occorre abbassarsi a fare questi schifosissimi
ricatti solo
per convincermi a tornare a casa, quando è da un secolo che
continua a dire che
non vede l’ora di liberarsi di me?
Chiusi
il telefono e mi fiondai in macchina, promettendo a James che sarei
tornato e
dicendogli di organizzare il matrimonio. Lui mi salutò con
un fazzolettino alla
mano e si richiuse la zip dei pantaloni, un po’ deluso.
MA
MENTRE IL NOSTRO AMATO ED SFRECCIA PER LE STRADE ALASKESI SULLA SUA
VOLVO
METALLIZZATA, PIANIFICANDO LA RISCHIOSA OPERA DI SALVATAGGIO DELLA PLAY
STATION, VOLETE SAPERE COSA COMBINA LA NOSTRA BELLA? PERCHE’
E’ DA UN BEL PO’
CHE NON LA CAGHIAMO MINIMAMENTE, E NON MI SEMBRA AFFATTO GIUSTO NEI
SUOI
CONFRONTI.
Sbadigliai
e misi in moto il Pick-Up, pensando distrattamente a cosa avrei potuto
fare
quel giorno per rischiare la vita. Avevo appurato che il Pick-Up andava
benissimo come carro armato, ma non era adatto a schiantarsi da qualche
parte.
O forse, tutto sommato, era l’albero che era troppo morbido.
Comunque,
schiantarsi di nuovo non sarebbe stato originale. Ed io, al contrario
di una
certa Stephenie Meyer, un minimo di fantasia ce l’ho. Per cui
non è che ogni
volta che cerco guai incontro casualmente i Volturi, o un Licantropo, o
dei
Vampiri. Tutti rigorosamente assetati del mio sangue, in senso
metaforico e
non. Ma io all’epoca non sapevo neanche che tutti questi
scervellati
esistessero, per ciò basta spoilerare allegramente e
torniamo a me, in quel
piovoso giorno di quella piovosa cittadina di quella piovosa regione
del
piovoso stato del Washington. Ho già detto che era piovoso?
Effettivamente
Forks segue la regola dei tre “oso”: piovoso,
palloso e merdoso.
Ma
quello, a dire il vero, era un bel giorno, perché Edward
Culo non faceva vedere
i suoi brutti capelli in giro da più di quattro giorni.
Conseguenza diretta di
tutto ciò, io ero contenta. Conseguenza diretta del fatto
che ero contenta,
avevo voglia di farmi male per essere ancora più contenta.
Conseguenza diretta
di quello che ho appena detto, tamponai una macchina con dentro quattro
butti
ceffi. Conseguenza diretta, mi riempirono di botte. Conseguenza
diretta, ero
ancora più contenta di prima. Conseguenza diretta, avevo
voglia di farmi ancora
più male. Conseguenza diretta, questa volta disintegrai una
Ferrari.
Conseguenza diretta, mi beccai tante di quelle legnate, ma tante, che
sto
ancora piangendo dalla gioia.
Vedete,
la vita è tutto un susseguirsi di Causa-Effetto. Di azioni e
di conseguenze.
Altro che teoria della relatività di Einstein. Tutta presa
dal mio circolo
vizioso di Causa-Effetto (felicità, tamponamento, legnate,
felicità,
tamponamento ecc…), dopo la Ferrari puntai a una Limousine
con piscina che non
si sa bene cosa cavolo ci facesse in un buco come Forks, forse stavano
qui per
riempire la piscina. Comunque, distrutta la Lamborghini (che prima era una Limousine ma, causa la mia colossale ignoranza in materia di macchine, si è misteriosamente trasformata in una Lamborghini), mi picchiarono
così
tanto che svenni (gioia infinita, indescrivibile, incommensurabile) e quando mi risvegliai
scoprii che avevano
chiamato la polizia denunciandomi come pirata della strada.
L’ispettore
capo Swan (nonché mio adorato padre) arrivò
sgommando a bordo della sua
modernissima macchina della polizia, donatagli in eredità da
suo nonno, e, dopo
aver frenato con un meraviglioso testacoda, saltò
giù tutto rosso e si mise a
gridare.
- Chi è quel
coglione,
figlio di puttana, brutto bastardo che va in giro a tamponare gente,
eh? Si può
sapere chi è quel disgraziato? Brutto idiota di un pirata
della strada, ma quel
coglione di tuo padre non ti ha insegnato a…
Poi
mi vide, e smise di dire quello che “quel coglione di mio
padre” avrebbe dovuto
insegnarmi. Povero, doveva essere uno shock, per lui, scoprire che sua
figlia
passava il tempo a fare la pirata della strada.
Così
Charlie, tutto incazzato, mi riportò a casa dove potei solo
dedicarmi alla
pirateria su Internet, piratando film Horror da cui prendere spunto per
i
prossimi tentativi di suicidio.
E
MENTRE BELLA SI GUARDA BEATAMENTE FILM DI VAMPIRI, IL NOSTRO VAMPIRO
PREFERITO
E’ ARRIVATO A CASA VIVO E VEGETO, E NE E’ USCITO
DECISAMENTE MENO VIVO, DOPO LA
SFURIATA DI CARLISLE. CHIARITO TUTTO, E CIOE’ CHE LA PLAY
STATION PUO’ ANCHE
SOGNARSELA, ED DECIDE DI INCAZZARSI CON ALICE (CON CUI SI ERA
PRECEDENTEMENTE
INCAZZATO CARLISLE) PER SFOGARE LA SUA FRUSTRAZIONE.
- Alice!
Esclamai,
reclamando l’attenzione di mia sorella che si stava
tranquillamente limando le
unghie.
- Che vuoi piattola?
La
gioia di avere dei fratelli che ti amano.
- ai spiattellato
tutto a papà!
- Cosa? – mi
chiese lei, ingenuamente.
- Mi hai
sputtanato con Carlisle! – esclamai, gesticolando con furia e
beccandola in
testa con una manata (per sbaglio, davvero, ma non mi dispiace di
averlo
fatto).
- Oh, bhe, solo
un pochino. – rispose lei, continuando a mettersi lo smalto
rosso con estrema
nonchalance – ma a cosa ti riferisci precisamente?
- Hai detto a
papà che sono andato da Tanya invece di andare dal
licantropo che non esiste!
Esclamai,
sempre più incazzato.
- Ah, si.
Mi
disse lei, tranquilla come se stessimo parlando delle previsioni del
tempo. E
poi che cazzate sparo, noi non le guardiamo mai le previsioni del
tempo, ce le
fa sempre lei. anche se poi sbaglia e ci fa quelle del Messico invece
di quelle
di Forks. Non che ci voglia molto per fare le previsioni del tempo di
Forks,
comunque; guardate, so farlo anch’io: domani, pioggia.
Dopodomani, pioggia. Fra
tre giorni, pioggia.
Comunque,
di colpo mi ricordai di essere incazzato con Alice, quindi abbandonai
la mia
faccia da idiota (che è la faccia che ho di solito) e
strillai.
- Allora è
vero,
gliel’hai detto?
- Sì, e
allora?
- Come sarebbe
e allora? Avevi promesso di non dirglielo.
Alice
si mise a canticchiare, continuando allegramente a spennellarsi le
unghie di
smalto rosso, in stile Crudelia Demon.
- Alice, mi caghi?
- Mmm… si,
scusa, che dicevamo?
- Come che
dicevamo! Alice!
- Eh? – disse
lei, esasperata.
- Avevi
promesso di non dirglielo!
Esclamai,
furibondo. Brutta schifosissima schifosa!
- Oh, ma sentilo!
–
sbottò lei – e comunque non volevo dirglielo! Ma
poi è venuta una tizia strana…
aveva un nome da sclerata totale, tipo l’Ape Maya…
- Che c’entra
l’Ape Maya! – esclamai, risentito – e poi
non offenderla, è una grande! A
proposito, cosa è successo nelle ultime puntate, che me le
sono perse?
Alice,
dimostrando come sempre di cagarmi tantissimo, continuò a
parlarmi della tizia
con il nome da sclerata.
- Ah, adesso mi
ricordo, era Meyer! – disse, con l’aria di
Mosè che ha appena ricevuto le
tavole della legge dall’Arcangelo Gabriele in persona (Dio
era alla toilette) –
comunque, questa matta è venuta a casa nostra un paio di
giorni fa e mi ha
detto che dovevo dire a papà che il licantropo era una balla
e che volevi
uccidere Bella Swan, così ti avrebbe messo in punizione e tu
non l’avresti
uccisa.
- Eh?
Aspetta,
mi sono perso un pezzo. Tutti questi causa-effetto non fanno per me, li
lascio
volentieri alle masochiste sclerate di cui sopra.
- E che cappero!
–
esclamò Alice – ti pare che io abbia capito qualcosa? era un
ragionamento
complicato, non ci ho capito una banana. Comunque, il succo della
faccenda è
che la Swan gli serve viva.
- E perché?
Chi
potrebbe mai avere interesse nella vita di quell’irritante
esseruncolo con
istinti masochisti e suicidi?
- Ma non lo so
– disse
Alice, seccata, e cominciò a sventolare le mani per far
prender aria allo
smalto – non l’ascoltavo bene, mi stavo facendo la
pedicure. Stava blaterando
cose senza senso su una certa Kristen Stewart e su Robbie, o Richard, o
forse
era Reynold Pattinson… diceva che Kristen non vuole
sporcarsi la maglietta di
ketcup, indi per cui il regista non può far morire Bella,
anche se dice che gli
piacerebbe tanto…
- …?
Ma
sono io stupido o questa storia non ha proprio senso? No
perché non ci sto
capendo una minchia. Alice, vedendo la mia faccia confusa, perse la
pazienza
(anche se non credo che si possa perdere qualcosa che non si ha mai
avuto, ma
metaforicamente parlando… dio, che cazzo ho detto? non lo
so, sto parlando
metaforicamente? Non so nemmeno che vuol dire, ma ci stava bene).
- Aria, sciò,
devo
farmi asciugare lo smalto!
- Ma che vuol
dire sta roba! – urlai, pestando i piedi a terra –
scusami tanto, sai, ma passa
la prima imbecille che trovi e tu fai quello che ti dice?
- Si, perché?
Mi
disse lei, come se fosse la cosa più naturale del mondo,
soffiandosi sulle
unghie.
- Ma i vampiri non
erano intelligenti?
Alice
tirò fuori il ventaglio e cominciò a
sventolarselo sulle unghie.
- Edward, sei un
vampiro da 90 anni e ancora non hai realizzato appieno di essere
stupido come
l’ultimo neurone che ti rimane?
- Sono due, per
la cronaca – risposi, offeso – e si chiamano Fido e
Rex. E comunque io sono un
caso a parte, voi altri dovreste avere un minimo di
cervello…
Alice
prese il ventilatore e lo accese, sventolandovi davanti le unghie. Poi
disse.
- Avanti, ma se nella
nostra famiglia non c’è nessuno che sa contare
fino a 100!
- Jasper si.
- Solo
perché
crede che il 100 venga subito dopo il 4!
ECCOMI.
MI SCUSO PER L’ENORME RITARDO. MA ERO IN VACANZA, E POI NON
AVEVO TEMPO BARRA
VOGLIA DI FARE UN CAVOLO DI NIENTE, ERO SEMPRE IN GIRO. COMUNQUE,
FINALMENTE,
ECCOMI QUI. NON HO IL TEMPO DI RINGRAZIARVI SINGOLARMENTE, MA OGNI
SINGOLA
RECENSIONE MI HA FATTO TANTISSIMO PIACERE PERCUI, ANCHE SE SONO LENTA
COME LA
QUARESIMA AD AGGIORNARE, CONTINUATE A RECENSIRE, PLEASE. LA ONE SHOT SU
JAZZ E’
IN FASE DI SCRITTURA, SPERIAMO DI POSTARLA PRESTO.
BACI
MARGHE