TSUKISHIMA POV
Non appena Sawamura gli aveva chiesto di alzarsi Tsukishima sibilò dal dolore. Non era sicuro che sarebbe riuscito a camminare sopra al proprio piede nella situazione in cui era.
- Se il vostro quattrocchi ha rotto il piede farlo alzare peggiorerà la situazione – sentì dire a Kuroo – se uno dei tuoi giocatori mi darà una mano, lo porterò io stesso all’infermeria della scuola senza che debba appoggiare quel piede –
- Suga, vai tu con loro? – ecco, appunto.
HINATA POV
Tsukishima era caduto e si era fatto male. Ed ora cosa dovevano fare? La partita era stata momentaneamente sospesa, in fondo era solo un’amichevole.
- Pensate che si sia fatto molto male? – chiese Hinata ai compagni.
- Idiota, per come è caduto è già un bene se non si è rotto un piede! – lo rimproverò Kageyama.
- Ehi! Ho solo chiesto! – ribatté lui – E poi porti sfiga!!! Perché dovrebbe essersi fatto così male! –
- Perché è caduto sopra il piede di Kuroo! – spiegò il moro – E non è fatto di burro come il tuo cervello! –
- Parla per te! – urlò il rosso.
- Hinata, Kageyama, finitela! – disse solo.
- Capitano, credi che Tsukishima si sia fatto molto male? – chiese.
- Non ne ho idea – rispose – Ma di sicuro litigare tra noi non migliorerà le cose –
- Kageyama – chiamò.
- Scusa – disse solo Hinata.
- Di cosa? – chiese.
- Lasciamo perdere – disse – Vieni, c’è Suga. Sentiamo cos’ha Tsukishima –
KAGEYAMA POV
Quell’idiota. Possibile che per parlarsi dovessero per forza litigare? In quella situazione la cosa che aveva meno voglia di fare era proprio quella. In fondo, pensò, sebbene Tsukishima fosse a tratti insopportabile, non avrebbe mai voluto che si facesse male veramente. Fissò il capitano, il quale li aveva appena rimproverati. Aveva innegabilmente ragione, si disse.
- Kageyama – si sentì chiamare.
- Scusa – disse solo il rosso.
Il rosso lo fissò con una strana espressione. Tobio dentro di sé si maledisse. Era evidente che non avesse capito quell’idiota. Sbuffò.
- Lasciamo perdere – disse - Vieni, c’è Suga. Sentiamo cos’ha Tsukishima –
- Ho appena parlato con il coach e il professor Takeda – disse – Porteranno Tsukishima in ospedale per fare una radiografia. Fino ad allora non possiamo escludere che sia rotto –
- Calma – intervenne il capitano Sawamura a placare i compagni – Non siamo sicuri di nulla al momento. Chiederò al professor Takeda di poter accompagnare Tsukishima in ospedale e vi farò avere notizie al più presto –
TSUKISHIMA POV
In tutto il tempo che passò da quando lasciarono la palestra a quando Kuroo lo depose su un lettino dell’infermeria, Kei non disse nulla. Il piede pulsava dolorosamente e, guardandolo meglio, sembrava anche essersi gonfiato.
Una donna in camice sui quarant’anni si avvicinò al lettino al loro ingresso.
- Buongiorno ragazzi, cosa… – sorrise, poi vide Kuroo – Tetsuro! cosa ci fai qui? – chiese.
- Akane-san – sorrise infatti il moro – Stavamo giocando a pallavolo contro la Karasuno. Tsukishima ed io abbiamo avuto uno scontro, mi è finito sopra il piede. – spiegò il ragazzo.
- Oh, capisco – disse la donna – Fammi vedere ragazzo –
- Non è rotto, vero? – chiese Kuroo dopo qualche secondo.
- Non posso dirlo ora – rispose la donna – Per saperlo per certo dovrà fare una radiografia. Di sicuro il colpo è stato piuttosto forte. Credo che dovreste portare questo ragazzo in ospedale per saperne di più –
- Vado a parlare con l’allenatore Ukai e il professor Takeda – disse – Chiedo se possiamo portarti in ospedale. Kuroo, stai qui tu con lui? –
Anche Kei annuì. Non era sicuro di riuscire a rispondere. Gli sembrava come se la sua gola si fosse improvvisamente seccata.
Sugawara uscì dall’infermeria dopo pochi secondi lasciandoli soli con l’infermiera.
- Rimanete qui, vado a prendere una benda intanto. Lo fasceremo per il momento – disse prima di sparire attraverso una porta.
- Io…Mi spiace – Kuroo lo riscosse dalle sue elucubrazioni.
- Ti spiace cosa di preciso? – chiese -Ti spiace di non avermi fatto più male, o ti spiace di non poter perdere contro di me al campionato nazionale? –
- Credo mi dispiaccia di non averti fatto perdere l’uso della lingua – rispose – In fondo sarebbe stato sicuramente meglio –
- È capitato, non è colpa tua – disse.
- E poi quando ti senti in colpa sei ancora più insopportabile di quando parli a vanvera – disse perciò per stemperare la tensione.
- Il nostro piccolo Tsukki – lo prese in giro – Imparerai mai ad accettare che qualcuno si preoccupi per te? –
- Vieni ragazzo, ti fascio il piede – lo riscosse l’infermiera – Poi Tetsuro ti accompagnerà di là. Ho parlato con il tuo allenatore che mi ha assicurato che ti porteranno a far vedere quel piede –
- La ringrazio molto – disse alla fine il ragazzo.
- E di cosa? È il mio lavoro! – rispose – E poi ho curato così tante volte Tetsuro che ormai curare arti disintegrati dalla pallavolo è il mio pane-
- Akane-san è mia zia – spiegò – Lavora qui da anni, ma come potrai immaginare mi ha curato più volte fuori da scuola che qui… -
- Capisco – disse solo.
- Ok, sei a posto – disse la donna – Tetsuro, puoi portarlo di là –
- Grazie, Akane-san – sorrise il moro.