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Autore: Adele Emmeti    03/03/2020    6 recensioni
La Fuga non è un rimedio, ma un tentativo di allontanarsi dalla fonte primaria del proprio dolore.
E Mizu lo sa bene, perché lei sta fuggendo da un torto assoluto, da un male gratuito e ingiustificato, da un'ingiustizia silenziosa ma lacerante. Lifeline è il racconto del suo lento percorso di rinascita, della sua sofferta risalita, dell'insieme di amore e gentilezza che nuovi e vecchi amici sono in grado di fornire.
Perché tutti, prima o poi, hanno bisogno di un'ancora di salvezza.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mentre lascio la mia casa a Shallville, e mio padre svolta nel vialetto per imboccare la strada principale, mi accorgo che il cielo è grigio e l'aria è piuttosto fredda, nonostante sia appena iniziato settembre.
La stazione non è molto affollata. Mia madre si stringe nella sua giacca a vento leggera e mio padre nasconde la sua preoccupazione dietro i suoi occhiali sottili; io li osservo mentre mi camminano davanti, pensando a quanto sia stato difficile, per loro, accettare di lasciarmi andare.
Quando mio padre individua il vagone sul quale devo salire, il suo viso si contrae in un'espressione di profonda amarezza.
Lui ci ha provato a proteggermi, ha provato a farmi giustizia, a combattere contro i giganti, armato di una sola spada arrugginita e uno scudo di legno tutto mangiucchiato, ma non c'è riuscito. E mia madre alla fine ha perso il controllo, cosa che non è da lei. Ha urlato, sbraitato, si è fatta sentire, ha protestato contro le ingiustizie che mi stavano uccidendo, ma non è bastato.

Li saluto con un lungo abbraccio. Sono entrambi asciutti e sottili, proprio come me. Hanno i capelli scuri e gli occhi neri: un po' si somigliano, nonostante mio padre sia americano, di origini anglosassoni, mentre mia madre giapponese, come testimoniano i miei occhi a mandorla e miei capelli lisci come spaghetti.
Prima di scoppiare tutti in lacrime, afferro i miei bagagli e, aiutata da mio padre, salgo arrancando sulla scaletta metallica.
Arrivo al posto assegnatomi e sistemo i trolley sul ripiano portaoggetti. Poi mi abbandono sulla poltroncina in finta pelle azzurra, senza nemmeno sfilarmi la tracolla, e li vedo stringersi le mani, mentre il treno parte e loro spariscono dietro le tendine del finestrino.

Ritraggo la mano con la quale li ho salutati e socchiudo gli occhi umidi.
Non so cosa troverò a Whitecliff, né se sopporterò di stare lontano da loro per un tempo indefinito.
L'unica cosa di cui sono certa, è che andarmene da lì rappresenta l'unico, vero modo per salvarmi.


Nota autrice:
Salve a tutti coloro che hanno aperto questa pagina e letto il prologo della mia storia.
A chiunque deciderà di continuare, lascio alcun suggerimenti:
- se state cercando una storia frivola e sbrigativa, piena di scene romantiche alla Rosamunde Pilcher, o momenti erotici spiccioli e senza alcun contesto, siete nel posto sbagliato. Il romanticismo e la passione sono elementi che trasudano dalle parole non dette.
- se invece state cercando un modo per evadere, per intraprendere un viaggio interiore, per conoscere persone dalle storie più disparate e iniziare a considerarli amici, farsi trasportare dalle descrizioni di luoghi e ambientazioni fittizie, addentrarvi nelle vite di adolescenti nel pieno dei loro drammi e scoperte, e sentire sulla vostra pelle i loro dolori o entusiasmi, allora siete capitati bene.
Non so quanto sarà lungo il nostro viaggio. 
Spero di trovarvi numerosi durante il percorso.

Buona vita a tutti.

Adele MT
   
 
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