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Autore: Matagot    04/03/2020    1 recensioni
Lily Luna Potter era da sempre una piccola peste, [...] assomigliava violentemente alla madre [...] ed era, ad onor del vero, una bella ragazza di quindici anni, il cui aspetto angelico celava l’animo più pestifero che Hogwarts avesse avuto l’onore di ospitare dai tempi dei Malandrini.
[...]
Così crebbe Lily Potter: in mezzo ad una famiglia numerosa, per cui aveva imparato ad essere discreta;
attorniata da cugini e fratelli più grandi con caratteri decisamente forti, che le avevano insegnato a non tirarsi mai indietro e a non aver paura;
cresciuta da un Potter e una Weasley, cosa che le aveva permesso di sviluppare una grandissima curiosità per cose bizzarre o pericolose, un talento particolare nel cacciarsi nei guai e un’insaziabile e onnipresente voglia di torta di mele di nonna Molly.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Lily Luna Potter, Nuova generazione di streghe e maghi, Nuovo personaggio, Scorpius Malfoy | Coppie: Lily/Scorpius
Note: Lemon, Lime, Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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CAPITOLO 4



Olivia Parker, Caposcuola, Corvonero, VII anno
 
 
Era venerdì sera e Cassandra Goldstein stava effettuando la terza ronda serale della settimana, insieme a Carl Jackson, prefetto di Tassorosso. Entrambi avevano gli occhi cerchiati da pesanti segni neri, frutto di ore di sonno perse. Erano del quinto anno e nessuno di loro si sarebbe aspettato che già a fine ottobre il carico di lavoro sarebbe stato così pesante. Di recente erano state aggiunte le ronde extra che perché la Caposcuola Parker aveva il terrore che qualcuno degli studenti più iperattivi si sentisse in vena di combinare qualcosa di stupefacente in senso negativo in prossimità delle feste e Cassie immaginò che la sua amica Lily facesse maledettamente parte di quella lista, dato che era stata sorpresa proprio da Olivia a ricoprire ogni superficie dell’ufficio del custode di letame di drago.

Cassie e Carl svoltarono a destra ed imboccarono la scorciatoia che li avrebbe portati nella Sala dei Trofei, dove tutti i Prefetti si sarebbero dovuti incontrare dopo aver pattugliato la scuola. La raggiunsero quando l’orologio batté le undici e mezza di sera.

“Meno male che è finita, dove ancora finire il tema di Babbanologia.” Bisbigliò il Tassorosso. Non era obbligato a mantenere la voce bassa, ma lo fece inconsciamente per non turbare l’innaturale silenzio che stava pervadendo Hogwarts.

“Speriamo che Olivia non la tiri troppo lunga con le istruzioni, sto dormendo in piedi.”

 Anche Cassandra bisbigliò nel rispondere all’amico, soprattutto per evitare che Olivia Parker potesse udirla e farle una bella ramanzina. Entrarono nella sala e vi trovarono dentro gli altri Prefetti. Alcuni stavano già compilando i rapporti giornalieri sui punti sottratti e le punizioni assegnate, altri stavano scambiando due chiacchiere. I Capiscuola Olivia Parker e Albus Potter stavano discutendo in un angolo e all’ingresso degli ultimi due studenti, si girarono e invitarono tutti a sedersi.

“Buona sera ragazzi, abbiamo aggiornamenti sul banchetto di Halloween. Purtroppo non sono buone notizie.”

La Parker aveva iniziato il suo discorso con tono severo e tutti la guardarono con occhi insofferenti. I ragazzi erano oltremodo esausti e la prospettiva di cattive notizie dopo due ore e mezza di pattugliamenti sarebbe stato il culmine di una settimana decisamente difficoltosa per tutti loro.

“Dai Parker, non essere tragica.”

Albus, con un sorriso bonario e l’aria di chi già pregusta qualcosa di appetitoso, rincuorò gli animi di tutti.
“Quello che Olivia voleva dirvi è che la preside ci ha comunicato i suoi piani per il banchetto di domani sera. Ovviamente sono informazioni riservate solo a noi, in quanto si tratta di una sorpresa per tutti gli allievi. Al termine del consueto banchetto, Hogwarts ospiterà un concerto dal vivo dei Dark Phoenix.”
Un gridolino eccitato sfuggì a qualche ragazza e subito la stanza venne invasa da mormorii eccitati. I Dark Phoenix erano una band decisamente famosa tra i giovanissimi e i loro ultimi successi erano stati trasmessi a tutte le frequenze radiofoniche magiche e quindi tutti, volenti o nolenti, conoscevano a memoria il testo di Hex to my ex e Essence of Dittany.°°

Lo sguardo disgustato di Olivia ridestò l’attenzione di tutti.

“Era proprio quello che temevo, che avreste subito preso la situazione sotto gamba. I Prefetti saranno tutti chiamati a monitorare la situazione, per evitare che in Sala Grande esploda il delirio collettivo.” Li rimbeccò subito lei.

Albus stemperò prontamente la stoccata della Caposcuola, aggiungendo con tono sereno che a tutti era chiesto semplicemente di aiutare gli insegnanti a non far degenerare il banchetto, sia durante il concerto, che per il dj set a seguire. Il dj set sarebbe stato riservato solamente agli studenti dal quinto anno in su, quindi sarebbe stato compito loro assicurarsi che tutti gli studenti più giovani raggiungessero le rispettive Sale Comuni a concerto terminato, giusto in tempo per il loro coprifuoco. Dopo aver dato tutte le direttive per la sera seguente e stabilito l’orario di ritrovo, li congedò augurando una buona gita ad Hogsmeade per l’indomani.
 
**


Hugo Weasley, Grifondoro, V anno
 
“Davvero ragazze, non potremmo semplicemente prendere una Burrobirra da Madama Rosmerta e viverci un normalissimo pomeriggio ad Hogsmeade?”

La voce di Hugo suonò appena incrinata da un filo di preoccupazione, accompagnato da un’occhiata supplichevole alle due amiche. Cassie annuì con fare accondiscendente, dopotutto aveva tantissime cose a cui pensare per i preparativi del banchetto. Si era ripromessa di non fare parola nemmeno con i suoi amici del concerto, dato che Lily ne avrebbe parlato in continuazione e non si sarebbe potuta contenere in nessun modo che non fosse uno Schiantesimo ben assestato, mentre Hugo avrebbe sicuramente spifferato tutto ai suoi compagni di dormitorio, anche loro particolarmente pettegoli.

“No dai, ragazzi, sveglia! È Halloween! H-A-L-L-O-W-E-E-N! Non possiamo non andarci e anche voi sapete che la Stamberga Strillante non è davvero infestata, dai, ci andava il padre di Teddy per trasformarsi!”

Lily stava opponendo strenua resistenza, gli amici sapevano entrambi che avrebbe continuato così tutto il giorno senza smuoversi dalle sue idee. Maledetta cocciutaggine ereditata dai Weasley.

“Lily, te l’ho già detto, preferisco andare a scaldarmi ai Tre Manici di Scopa, fa davvero freschino e io sono un po’ stanca, ti prometto che poi ti ci portiamo.”

Cassandra aveva un piano infallibile. Sarebbero stati nella via principale di Hogsmeade tutto il tempo, la più vicina al castello, e improvvisamente alle quattro si sarebbe sentita un po’ debole e con il mal di testa. Avrebbe fatto ritorno alla scuola e si sarebbe adoperata per coordinare quella che sicuramente sarebbe stata ricordata come una delle serate più memorabili di tutta Hogwarts. E questo l’avrebbe salvata anche dall’infausta gita alla Stamberga che, nonostante non fosse davvero infestata, metteva i brividi.
Lily piantò il broncio, ma non volle tediare l’amica che pareva davvero spossata, quindi annuì ripromettendosi che questa non sarebbe stata una sconfitta, ma solo un piccolo intoppo sulla strada della vittoria.
Entrarono a I Tre Manici di Scopa e si bearono subito del tepore all’interno del locale. Quella mattina la pioggia che batteva sulla Scozia da ormai sei giorni si era placata, animando i cuori dei giovani, ma ovviamente la temperatura non ne era stata mitigata, anzi l’intemperia incessante aveva permeato l’aria di umidità, che acuiva la sensazione di freddo. Trovarono un tavolino che si accalappiarono subito e non passò molto prima che il dolce sapore di Burrobirra iniziasse a dar loro calore.

Intavolarono una breve discussione sull’imminente partita di Quidditch, e Cassie promise a Lily e Hugo che sarebbe stata non solo presente, ma anche la fan più accanita. Parlarono di qualche schema che Georgia Davies, capitano della squadra di Grifondoro, aveva consigliato loro di utilizzare contro il gioco offensivo dei Serpeverde e ricordarono l’ultima partita contro i verde-argento, l’anno scorso, in cui Hugo aveva segnato ben dodici goal e Lily aveva preso il boccino dopo un serrato testa a testa contro Morton, il cercatore avversario, decretando quindi la vittoria di Grifondoro. Lily in effetti aveva ereditato il talento della madre e il coraggio del padre, cosa che le era valso il posto in squadra dal suo terzo anno. Hugo invece, nonostante avesse un’indole gentile e remissiva, sul manico di scopa sembrava avere uno sdoppiamento della personalità. Era feroce e letale. I suoi compagni di squadra lo avevano soprannominato “il Gramo”, perché era un orribile presagio per la squadra avversaria quando lui si avvicinava nella zona dei loro tre anelli. La sua abilità gli era costata parecchi soggiorni gratuiti in infermeria, poiché era il bersaglio principale dei Bolidi e delle scorrettezze nemiche, gli avversari avrebbero fatto di tutto pur di non lasciargli prendere la Pluffa.

Quando l’argomento Quidditch fu del tutto sviscerato, la conversazione verté sul banchetto di quella sera e sugli scherzi che Lily poteva aver architettato per i suoi Trick or Treat, ma la rossa non si lasciò scappare niente, se non che la cugina Rose sarebbe dovuta stare particolarmente attenta. Hugo ridacchiò, l’alleanza tra lui e Lily si era rinsaldata nell’infanzia non solo a causa della stessa età, ma anche per la piccola coalizione che avevano costituito contro le innumerevoli burle di James e i modi saccenti di quella secchiona della primogenita di Ronald Weasley ed Hermione Granger.
Furono raggiunti poco dopo da Chloe Caplan e Julian Ross, i due Prefetti del quinto anno di Grifondoro, e si persero velocemente in chiacchiere, confrontandosi sui compiti, gli ultimi gossip scolastici e terminarono con una magnifica imitazione del professor Hagrid eseguita da Hugo. Risero così forte che attirarono l’attenzione di un gruppetto Serpeverde seduto pochi tavoli più in là. Albus raggiunse silenziosamente la sorella e le diede un leggero buffetto sulla testa a mo’ di saluto. Lei rispose con una smorfia grottesca.

“Hey Al, dolcetto o scherzetto?”

“Lils, sei prevedibile, giro con delle Cioccorane in tasca da stamattina.”

Albus le fece un occhiolino simpatico mentre la canzonava e si batté l’indice un paio di volte contro la tempia, volendo sottolineare l’astuzia con cui l’aveva abilmente aggirata.

“Non sei al sicuro fino alla mezzanotte, Potter.” Ribatté lei scherzosa, generando ilarità nel gruppo.

Albus fu abile nel cogliere il momento di distrazione e quindi appoggiare una mano leggera sulla spalla di Cassandra, facendolo passare per un gesto involontario dovuto alla risata spasmodica. Lei si girò e fece appena in tempo a cogliere un breve cenno che il Serpeverde le fece. Albus l’aveva cercata il suo sguardo, assicurandosi di essere visto, per poi volgere gli occhi in direzione del castello. Cassie batté le palpebre, sperando che l’assenso fosse percepito dal Caposcuola, a breve lei avrebbe finto un violento mal di testa e si sarebbe fiondata ad Hogwarts. Il tacito discorso sfuggì a quasi tutti. Un accigliato Hugo Weasley pensava di aver colto qualcosa negli sguardi dei due, ma subito si riscosse da quei pensieri. Albus e Cassandra non erano certo tipi di tramare qualcosa. Non passò molto tempo che la Goldstein annunciò che sarebbe rientrata a scuola a causa di un mal di testa improvviso.

“Vengo anche io, tanto devo andare a compilare la programmazione dei prossimi turni di ronda.”

La voce di Albus, noncurante, fece ribollire il sangue a Hugo. Pensare che la sua amica si sarebbe fatta accompagnare da un Potter pronto a vegliare sul tragitto, gli scatenò una lieve morsa a livello intercostale. Le orecchie del Weasley avvamparono violentemente, ormai non si distinguevano più dalla chioma rossa. Perché suo cugino, il Caposcuola, il figlio di Harry Potter, il bel Cacciatore di Serpeverde, doveva passare del tempo da solo con Cassandra? Non aveva già abbastanza ragazze che gli morivano dietro, doveva per forza prendersi anche la sua amica?
Hugo strinse la mascella e, risoluto, asserì che anche lui doveva aver preso un po’ freddo e che sarebbe rientrato a scuola con loro, perché non si sentiva particolarmente bene nemmeno lui.

Due cose successero non appena Weasley annunciò che li avrebbe accompagnati. Lily inarcò un sopracciglio divertita nel constatare che, per la prima volta in vita sua, Hugo aveva usato lo stesso tono di voce scocciato che zio Ron aveva quando lanciava a zia Hermione delle frecciatine sull’allenatore della nazionale bulgara Viktor Krum. Cassandra lanciò uno sguardo furtivo ad Albus e lui scrollò impercettibilmente le spalle, pensando che non avrebbero potuto discutere dei dettagli del banchetto durante il tragitto verso la Sala Grande e che era necessario inventarsi un modo per liberarsi del cugino, ma nonostante questo intoppo, asserì che se qualche altro infermo voleva essere scortato al castello dal Caposcuola, era ben accetto. Hugo fece finta di ridere divertito alla battuta, ma un occhio più attento avrebbe scorto un lampo di gelosia nei suoi occhi, mentre scrutava Cassandra, come per carpire se tra lei e suo cugino ci fosse effettivamente qualcosa. Franco con sé stesso, si ripromise di non lasciarli mai da soli. I tre si alzarono per incamminarsi, ma non appena lo fecero, un lamento riempì il tavolo.

“Siete una noia, peggio di Rüf, avevate promesso!”

Lily aveva realizzato che tutti i suoi piani per un Halloween con i fiocchi si stavano allontanando verso il castello insieme agli amici. Incrociò le braccia sul petto mentre Hugo e Cassie la guardavano con occhi imploranti. Dopo qualche secondo, la piccola Potter scrollò le spalle e prese ad infilarsi velocemente giacca, sciarpa e cuffia per seguire gli amici e Albus, che nel frattempo si era fatto raccontare dagli altri quale fosse l’origine del capriccio della sorella. Lui fece cenno al gruppetto di Serpeverde con cui era entrato e Scorpius si alzò per raggiungere il migliore amico, con aria curiosa.

“Fidati di me.” Bisbigliò il Caposcuola in modo che solo Malfoy potesse sentirlo e poi si girò verso la sorella.

“Lily, anche Scorpius voleva andare alla Stamberga Strillante, ma nessuno degli altri aveva voglia di seguirlo, quindi potete andarci insieme.”

Sia Lily che Scorpius guardarono Albus accigliati per un secondo, ma il suo sorriso innocentemente bonario non lasciava spazio a nessuna replica. Dopo quell’attimo iniziale di sgomento, Scorpius si riscosse.

“Eh sì… In effetti… Volevo proprio andarci… Sapete… Halloween…”

Il tono incerto del diciassettenne non convinse nessuno dei presenti, ma Albus pareva talmente affabile che nessuno osò fiatare. Lily fissò con cruccio prima il fratello e poi l’altro Serpeverde, cercando sui volti di entrambi una traccia di indecisione per poter sollevare una qualsiasi obiezione. Decise di fidarsi di Albus con il beneficio del dubbio e, roteando gli occhi al cielo, acconsentì.
Mentre il gruppetto finiva di vestirsi, Scorpius cercò con lo sguardo il suo amico che mimò con le labbra le parole Piano fuga da Persephone.
 
**

Lily Potter, Grifondoro, V anno
 
Scorpius e Lily stavano risalendo la collinetta che li avrebbe portati alla Stamberga Strillante. Lei aveva tutti i capelli scarmigliati da qualche folata di vento che si alzava saltuariamente, dando la parvenza di un fuoco acceso lungo la sua schiena, come non mancò di pensare Malfoy. Scorpius era un paio di passi dietro a lei, troppo imbarazzato a starle di fianco, ma questa si stava dimostrando una tattica errata. Lily oggi profumava di mela e cannella e lui convenne che doveva essere una variante invernale del profumo-filtro d’amore, quindi si spostò leggermente di lato per evitare di odorarlo, sebbene la cosa gli dispiacque un po’.

“Non sapevo che ti piacesse Halloween. Ape frizzola?”

Lily aveva deciso di spezzare quell’imbarazzante decina di minuti in silenzio tra lei e l’amico del fratello e l’offerta della caramella sembrava di buon auspicio. Entrambi, per ovvie ragioni, sapevano dell’esistenza dell’altro, ma a nessuno dei due era molto importato approfondire la conoscenza. Lily aveva sempre pensato che Scorpius fosse un tipo snob e un po’ presuntuoso, parlava solo se interpellato e prettamente a monosillabi, non lasciava trasparire nessun tipo di emozione se non la noia e l’unico che sembrava suscitare in lui qualcosa in più dell’apatia sembrava Albus. Scorpius, dal canto suo, pensava che Lily fosse la versione umana dell’incrocio tra un bolide e un diavolo della Tasmania con i capelli rossi. Era piccola, curiosa e rumorosa, di solito attorniata da uno stuolo di cugini cinguettante, e ovunque lei passasse seminava caos, disordine e rumore.

Lui accettò la caramella più per gentilezza che per golosità. La scartò in fretta e iniziò a succhiarla, aspettandosi il solito giocoso effetto di quel dolcetto. Notò che stranamente il sapore era diverso, e pensò che doveva essere un’edizione limitata al gusto zucca, probabilmente per la festa di Halloween. Scorpius boccheggiò quando, invece di iniziare a levitare a pochi centimetri da terra come dopo ogni ape frizzola, sentì un improvviso pizzicore alla cute. Lily esplose in una sonora risata nell’osservare l’effetto della sua ultima invenzione: Scorpius aveva un caschetto di capelli color arancione fluo, agghindati in boccoli strettissimi adornati di fiocchettini neri ed era decisamente ridicolo, dato che per condire il suo aspetto aveva deciso di abbinarci un’espressione confusa.

Avevano ormai raggiunto la Stamberga, quindi lui si avvicinò ad una delle poche finestre ancora intatte per specchiarsi nel vetro. Appena si vide, strinse le labbra con disapprovazione e vergogna, gli occhi dardeggiarono impetuosi sul suo riflesso e poi su Lily, che provò una lievissima stretta allo stomaco per la paura. Come le era saltato in mente di poter testare la sua ultima trovata su una persona quasi sconosciuta a lei? Il sorriso le si era congelato sulle labbra per il timore che questo suo scherzo avesse delle ripercussioni. Maledetta lei e maledetto il suo desiderio di tramutare ogni situazione in una burla, era più forte di lei, soprattutto quando veniva provocata o si sentiva un po’ a disagio. Scorpius esplose in una fragorosa risata, di quelle che partono dal fondo della gola e che arrivano fino agli occhi e Lily tirò un sospiro di sollievo.

“Che cos’ho appena mangiato?” chiese lui, ancora divertito.

“Le ho inventate io, sono caramelle che se mangiate, trasformano i capelli del disgraziato consumatore. Non so ancora come chiamarle, al momento ho creato quelle alla zucca per i boccoli arancioni e una variante alla menta che devo ancora testare, ma voglio ampliare la gamma e cercare di ricreare almeno i sette colori dell’arcobaleno. Zio George approva e dice che sono l’unica con del talento in famiglia.”

Lily disse tutto d’un fiato, con una punta di orgoglio per il suo progetto segreto. Nessuno, a parte suo zio presso cui aveva lavorato l’estate precedente per racimolare qualche zellino, era in effetti a conoscenza di questa dote. Aggiunse, sempre frettolosamente, che avrebbe dovuto mantenere il segreto con Albus perché non era sicura che il fratello avrebbe approvato.

“Sai, in effetti sono molto ingegnose, però la prossima volta avvertimi, mi premurerò di avere uno specchio.”

Stavano ridendo insieme. Lily non si era accorta che quella era la prima volta che sentiva Scorpius ridere, le era sembrato parecchio naturale lasciarsi contagiare dalla cosa.
Del tutto dimentichi dei loro propositi di esplorazione della catapecchia, trascorsero l’ora successiva a discutere di cosa piacesse all’uno o all’altra, delle materie preferite e aspirazioni per un’eventuale futura carriera. Lily scoprì che Scorpius era ancora indeciso sul suo futuro, non aveva capito se voleva diventare Medimago e seguire le orme del padre o se scegliere invece la carriera di Spezzaincantesimi, sicuramente meno remunerativa ma più avventurosa a causa dei lunghi viaggi all’estero che il lavoro avrebbe comportato. Lui seppe che lei non aveva minimamente idea di cosa volesse fare terminati gli studi, perché amava davvero il negozio di suo zio George, simpatico inventore, ma che suo padre e sua madre si sarebbero aspettati qualcosa di grande da lei, come dai suoi fratelli. James non li aveva delusi e appena finita la scuola, strappando 5 M.A.G.O. per il rotto della cuffia, ma iniziando la sua carriera agonistica come portiere di riserva dei Montrose Magpies ed era cosa risaputa che Albus aveva intenzione di scalzare il padre e diventare il più giovane Capo dell’Ufficio Auror dell’ultimo secolo. Lei si aprì con lui, rivelando che da bambina sognava di fare la Magizoologa e che sua madre aveva storto il naso nel sentirglielo dire.

Lily, sei sveglia e con molta grinta, da te mi aspetto qualcosa di più.”

Quelle parole avevano inizialmente ferito Lily e quindi quando l’anno scorso aveva iniziato a sognare un futuro claudicante come futura promessa dei Tiri Vispi Weasley, se l’era tenuto per sé. Iniziarono ad incamminarsi verso il castello per aver tempo di prepararsi al banchetto di quella sera, ma non smisero mai di parlare, perché la conversazione non si fermava mai. Lily appurò che Scorpius aveva un’intelligenza vivace, anche se ad una prima occhiata poteva sembrare solo uno snob secchione. I suoi occhi si illuminavano di curiosità ogni volta che lei accennava a qualcosa e si rese presto conto che lui non si lasciava intimorire dalla sua impulsività da testa calda e dalle sue rimbeccate dure, perché Scorpius riusciva a smontare ogni traccia di collera con una risposta tagliente, seppur addolcita da una battuta. Questo scambio serrato di opinioni avvinceva entrambi. Avevano idee diverse su un sacco di cose, ma la possibilità di parlarne tranquillamente e con un interlocutore che reputavano al loro livello, intellettualmente parlando, li divertiva. Lily era passionale e impulsiva, così come tutte le sua convinzioni, ma era anche stuzzicata dalla capacità del Serpeverde di contrastare le sue opinioni con osservazioni più razionali e pragmatiche, senza però insultarla o farla sentire stupida, come magari poteva fare sua cugina Rose. Lo scambio era sano e lei si era sentita così mentalmente affine solamente con Hugo e Cassandra, fino ad allora. Si soffermò un attimo a guardarlo con una nuova luce negli occhi, cercando di capire l'esatto momento in cui Scorpius era diventato una persona così piacevole. Ovviamente Lily era convinta che non fosse un mostro, poiché Albus era giudizioso e non si sarebbe mai scelto uno sciocco come amico, ma invero lei non aveva mai avuto il sentore di una personalità così arguta. Questi pensieri le attanagliarono la mente e, senza nemmeno realizzarlo, continuò a fissarlo. Si interrogò su cos’altro riservava Malfoy dietro quegli occhi grigi dannatamente misteriosi e, con un po' di imbarazzo, pensò che poteva celare cose anche dietro la curva birichina che le labbra assumevano quando sorrideva, probabilmente molte di più. Era assorta così tanto nello scrutare quel viso che era inciampata sul terreno dissestato. La rovinosa caduta sembrava inevitabile, ma qualcosa la afferrò per le braccia, evitandole dolore e imbarazzo, Scorpius Malfoy l’aveva afferrata al volo e rimessa in piedi. Lily sentiva ancora il tocco gentile sulle braccia e si domandò come mai lui non si fosse scansato. Sembrava un goffo abbraccio che rispettava un’ipotetica distanza minima di sicurezza di una spanna. Era la prima volta che Lily si trovava così vicina ad Scorpius, o ad un ragazzo in generale. Lo guardò con sguardo intenso, ora più che mai aveva voglia di decifrare l’enigma dietro quel volto.
 
“Grazie.”
 
Scorpius la guardò interdetto. Lily si era fatta decisamente vicina, con l’espressione di chi contemplava un quadro criptico cercando di scovarne la soluzione e lui fu avvolto dal sentore di mela. Chissà se anche lei sa di mela… Ma cosa dici, stupido, allontanati!
Ma Scorpius, nonostante la sua indole razionale, non si spostò. La mezza tachicardia che lo aveva appena avvolto fu registrata dal suo emisfero sinistro, che veloce lo andò ad associare al fiato mozzato e all’incapacità di spostarsi. Cosa mi sta succedendo? Aritmia respiratoria? Attacco di panico? Un principio di edema polmonare?

Lei era vicinissima, lo scrutava con occhi che parevano ora più grandi e limpidi, ormai solo il divario delle loro altezza li divideva, perché se lui ormai sfiorava il metro e novanta e Sia ringraziato Salazar lei arrivava sotto alle sue spalle. Scorpius inspirò poiché si era accorto di trattenere il respiro da troppo tempo e seppe subito di essere spacciato, quel profumo era troppo invitante e avrebbe vinto su tutte le diagnosi che la parte razionale del suo cervello stava elaborando.
 
Pericolo, dannazione Lily, maledetta te, diamine-miseriaccia-santa Morgana-svegliati imbecille, pericolo!

Lily si riscosse all’improvviso dalle sue elucubrazioni mentali e, come se si fosse appena risvegliata, realizzò quanto si fosse avvicinata al ragazzo. Rimase per un attimo sconvolta, anche perché lui la stava osservando con lo stesso sguardo turbato che probabilmente anche lei aveva ora. Si impose di mantenere il sangue freddo e di trovare una soluzione alla svelta, una soluzione qualsiasi, qualsiasi cosa davvero. E Lily, nel panico più totale, si affidò all’unica cosa che l’aveva sempre salvata, i suoi scherzi.

Fece una sonora pernacchia alla Pix, sputacchiando giocosamente e poi scappò via, veloce come un Billywig.


Scorpius Malfoy, Serpeverde, VII anno
Scorpius riuscì a muoversi solo quando lei interruppe quel braccio di ferro di sguardi, ma rimase lo stesso impalato perché non riusciva a credere a cosa lei avesse appena fatto. La tensione che lo aveva inchiodato fino a poco prima era scemata ed ebbe un improvviso attacco isterico di risate, che però non gli impedì di partire alla rincorsa della rossa.

Quando la raggiunse, toccandole la spalla con un “Presa!” e ricominciarono a parlare, ignorando entrambi con un tacito accordo il momento che avevano appena condiviso. Risero di gusto e trattennero il fiato agli aneddoti che venivano raccontati e la maggior parte di quelli che Lily narrò riguardavano scherzi da lei architettati ai danni di sua cugina Rose, qualcuno che le aveva fatto qualche sgarro e infine alla regina dei bulli di Hogwarts, quella maledetta Zabini.
Quel nome fece riscuotere prontamente Malfoy che si ricordò quale fosse effettivamente lo scopo di quella gita e si interrogò su come avesse fatto a dimenticarsene. Era la sua preoccupazione più urgente e sicuramente non se ne sarebbe dimenticato per un semplice pomeriggio passato in dolce compagnia. Ciò lo fece accigliare e si ripromise di chiedere subito a Lily quel favore che si vergognava tanto a strappare alla ragazza, ma lei lo aveva prontamente distratto accennandogli a qualche altra invenzione che avrebbe voluto mostrargli il giorno seguente, prima di salutarlo appena arrivati al portone del castello. Lui la guardò correre in direzione della Torre di Grifondoro.
Doveva assolutamente capire se Lily aveva in sé qualche gene Veela o se fosse particolarmente abile nella preparazione dei filtri d'amore.
 
____________________________________________________________________________________________________________________________ 
°°
Hex to my ex: maledizione (nel senso di anatema) al mio ex
Essence of Dittany: Essenza di Dittamo (presumibilmente una canzone sdolcinata in cui una ragazza viene paragonata all’unguento dai poteri curativi)

 
   
 
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