Astoria Greengrass
9. L’espresso di Hogwarts
Capitolo non riletto per ritardo nei tempi di aggiornamento.
Vogliate scusarmi per eventuali errori. ;)
Astoria si
ravvivò vivacemente i capelli, sorridendo divertita ad una battuta ascoltata a malapena
di Tracey Davies, comodamente seduta di fronte a lei, a bordo dell’espresso che
le avrebbe condotte ad Hogwarts.
Ad un sobbalzo
del treno, la giovane si aggrappò al sedile di pelle nera, sbuffando poi
sonoramente nel disperato tentativo di scostarsi la ciocca di capelli che,
dispettosa, le era caduta di fronte al viso.
Il ciarlare
degli altri studenti, presenti nel corridoio, impediva a lei e Tracey di
conversare tranquillamente delle vacanze trascorse, dei viaggi compiuti e dei baldi giovanotti che la bruna aveva
conosciuto in Francia, quell’estate.
«Justin ti
sarebbe piaciuto un sacco, Ria», chiosò con sguardo sognante fissando la
migliore amica dritta negli occhi verdi, quasi a volerle passare l’immagine di
quell’aitante giovanotto incontrato per caso tra le vie della più romantica
città europea.
Astoria annuì
distrattamente, mentre un’austera figura vestita di nero attraversava in quel
momento il corridoio quasi deserto, a quell’ora.
Lo stomaco le
si strinse in una morsa di doloroso piacere, mentre le guance pallide
prendevano un vivace color carminio, rendendola particolarmente graziosa agli
occhi dell’altra Serpeverde.
Un balzo del
cuore e tutto tornò a più di un anno prima, quando le labbra di Draco erano
state sulle sue per meno di dieci secondi.
Un bacio
veloce, sfuggente, quasi inesistente: in quegl’attimi si era sentita volare in
cielo, aveva potuto toccarlo con l’intera mano, e aveva riso tutta la notte,
tra le lacrime dovute all’imbarazzo ed alla consapevolezza che loro, insieme,
non sarebbero mai potuti stare.
«Lui e Pansy
non stanno insieme», sussurrò proprio in quel momento Tracey, afferrando la
piccola e bianca mano di Astoria, stringendola tra le sue, leggermente
abbronzate.
La bionda
spalancò gli occhi per una manciata di attimi, ma nemmeno le balenò in mente
l’idea di chiederle come facesse a sapere dei suoi sentimenti.
Probabilmente,
pensò rivolgendo un amaro sorriso all’altra, l’amore che Astoria provava nei
confronti di Draco era qualcosa di evidente; ancora più evidente di quello che
c’era tra il traditore del proprio sangue Weasley e la mezzosangue Granger.
«Ho sentito da
mia madre che i Parkinson avevano in mente un matrimonio combinato», singhiozzò
Astoria, stringendo a sua volta le mani dell’amica.
Mai, pensò
Tracey, aveva visto Astoria Greengrass aprirsi a quel modo con qualcuno.
Nemmeno con Daphne, la sorella maggiore, Astoria aveva mai perso quella
maschera ghiacciata che, finalmente, si era decisa a levare.
«I Malfoy non
approveranno mai un matrimonio
combinato. Soprattutto ora che il capofamiglia è ad Azkaban», Tracey pronunciò
le ultime parole a voce bassa, guardandosi attorno con circospezione.
La Greengrass
strizzò gli occhi verdi in una smorfia, ripensando alla notizia che le era
giunta un paio di mesi prima.
Erano ancora a
scuola, quando Potter e compagnia bella si erano recati senza alcun permesso al
Ministero della Magia ed era successo un pandemonio: colui-che-non-deve-essere-nominato
era tornato, Caramell dimesso dal ruolo di Ministro della Magia e un sacco di
Mangiamorte arrestati.
Durante quel
mese di vacanza erano successe cose strane e raccapriccianti; morti di babbani
e maghi, sparizioni e attentati nelle città più conosciute.
Il mondo non
era più un posto sicuro, di questo Astoria ne era certa, e, seppur fosse una
serpeverde dal sangue nobile, non condivideva affatto i voleri del Signore
Oscuro, né dei suoi sciocchi seguaci.
«Avresti
voluto stargli vicina, non è vero?», chiese allora quell’amica che Astoria si
era trovata inaspettatamente un grigio venerdì pomeriggio, tra i vecchi e
logori scaffali della biblioteca.
Le sorrise
ovvia, appoggiando il capo al sedile e chiudendo gli occhi, sperando di potersi
rilassare prima di arrivare ad Hogwarts ed affrontare il banchetto iniziale,
con tutti i discorsi di Silente su quanto pericoloso fosse là fuori, e bla bla bla.
Sentì un
movimento distratto da parte di Tracey, che probabilmente aveva sfilato un
libro dalla sua borsa beige e si era accomodata sul sedile a sua volta.
Poi il nulla.
Nella sua mente
scorrevano veloci le immagini di Draco due mesi prima, che veniva scortato
fuori dal castello da Severus Piton e la madre, che parlavano a bassa voce,
cercando di tranquillizzare l’ira dell’erede dei Malfoy.
Se n’era
rimasta in disparte, nascosta da una colonna di marmo grigio ad osservare la
scena impotente. Avrebbe tanto voluto correre da lui, gettargli le braccia al
collo e potergli stare vicino, consolarlo per quanto le fosse possibile.
Invece, non
aveva avuto nemmeno il coraggio di scrivergli una lettere, niente. L’imbarazzo
di quel bacio – che forse lui aveva anche scordato – l’aveva bloccata,
sigillata nella sua piccola stanza con piuma tra le dita ed una pergamena
bianca sulla scrivania.
Uno sbuffo le
sfuggì dalle labbra, mentre riapriva gli occhi sul mondo e scrutava la figura
quietamente addormentata di Tracey.
Con un sorriso
d’affetto, le tolse il libro dalle mani e con un paio di manovre riuscì a
distenderla su tre sedili.
Sentì l’amica
mugugnare soddisfatta, prima di abbandonare lo scompartimento...
...ed
abbattersi in Harry Potter il prescelto.
«Accidenti!»,
balzò lui di lato per la sorpresa, fissandola dritta negli occhi.
Astoria si
sentì un po’ oca nel pensare che Harry Potter era molto carino. O, perlomeno,
lo era diventato in quegli ultimi due anni.
Le sorrise
incerto, probabilmente aveva notato la cravatta verde e argento che lei portava
fieramente legata in vita.
«Ti chiedo
scusa, non volevo urtarti»
Astoria annuì,
gettando un’occhiata a quello che il ragazzo teneva tra le mani. Arcuò un
sopracciglio biondo, mentre Harry si allontanava, lasciandola sola nel
corridoio.
Seguì curiosa
la figura slanciata e ben piazzata del moro, fino a che i suoi occhi non
incontrarono la schiena di Blaise Zabini.
Sentì il
respiro mozzarsi in gola, mentre entrambi i ragazzi scomparvero al di là dello
scompartimento.
Silenziosa e
rimanendo un tutt’uno con il muro del treno, Astoria si avvicinò di soppiatto a
sua volta, incuriosita da quello strano comportamento in Potter e, soprattutto,
curiosa di sentire la voce di Draco Malfoy.
Da una fessura
lasciata aperta da Blaise, Astoria poté intravedere Draco sdraiato sulle
ginocchia di Pansy Parkinson, particolarmente appagato grazie alle carezze di
lei, tutta un sorriso.
Un gorgoglio
di gelosia le salì alla gola, mentre le mani le prudevano dalla voglia di
prendere a pugni quell’oca di una serpe.
«Come sarebbe a dire che forse non
tornerai?!», strillò proprio in quel momento, facendo drizzare le orecchie
della giovane Greengrass.
Quello che
sentì dopo, le strinse il cuore.
Perché
comprese da quel lui appena accennato
di Pansy, e dalla risatina sarcastica di Blaise. E da Harry Potter
misteriosamente dentro quello scompartimento, seppure nessuno se ne fosse reso
conto.
In quel
momento Astoria capì quanto lei e Draco fossero diversi: mentre lui sembrava
entusiasta, quasi eccitato, di poter prendere parte alla guerra, lei voleva
starne il più lontano possibile.
Capì che
mentre lei si struggeva per il suo amore, per lui, Draco l’aveva scordata come
si scordano i giocattoli posseduti da bambino.
Come aveva
sempre immaginato, pensò Astoria stringendo i pugni e mordendosi il labbro
inferiore, a Draco non importava nulla di lei. E capì che quella situazione,
seppur l’avesse voluta lei e nessun altro, doveva finire.
Draco doveva
sparire dai suoi pensieri...e non avrebbe dovuto fare cazzate.
Quasi cadde a
terra quando il treno frenò la sua corsa, giunto ormai a destinazione. E quasi
il mondo le crollò addosso quando la porta dello scompartimento fu aperta di
colpo da Blaise Zabini, che non la vide solamente perché riuscì a nascondersi
in una fessura piccola tra gli scompartimenti.
Tentò di
trattenere il fiato per non rimanere incastrata, ma ebbe voglia di urlare
quando vide Pansy porgere una mano a Draco che, molto galantemente, rifiutò.
«Vai avanti,
devo prima controllare una cosa», spiegò burbero da un punto imprecisato,
mentre Pansy sbuffava scocciata e se ne andava borbottando sommessamente,
seguita da Tiger e Goyle.
Si domandò se
sarebbe riuscita a scappare, provando a mettere un piede fuori dal suo
nascondiglio.
In quel
momento, l’incanto Petrificus Totalus
urlato da Draco Malfoy la colse impreparata.
Poi, il
barlume della comprensione: Potter dove si era cacciato?
«Questo», udì in
quel momento Astoria, «è per mio padre. Buon ritorno a Londra, Potter»
Un rumore di
un calcio e Draco abbandonò lo scompartimento, agitato ma con un sorriso di
soddisfazione sulle labbra.
Quanto avrebbe
voluto baciarlo, pensò frenetica, prima di assicurarsi che il giovane si fosse
allontanato.
Scrutò il
corridoio, prima di correre nello scompartimento. E non vedere nulla.
Setacciò
allora il pavimento a carponi, convinta di aver sentito il tonfo di una caduta,
afferrando poi per caso una stoffa morbida.
La scostò di
lato decisa, incontrando gli occhi verdi di Harry Potter e gemendo per lo
stupore.
Subito si
rialzò, correndo via in cerca di aiuto.
Il sangue
schizzato sul viso del giovane l’aveva spaventata, così come i suoi occhi
vitrei.
Fu con un
enorme respiro di sollievo che si imbatté in una donna dall’aria stanca e
sciupata, che sembrava stesse cercando qualcuno.
L’afferrò
saldamente sulle spalle, cercando di riprendere fiato.
«Un...un...Potter!
Potter è nello scompartimento cinque! Ha bisogno di aiuto!», strillò con
enfasi, sgranando gli occhi e sentendo che tradire Draco, infondo, non faceva
poi così male.
Delucidazioni:
questo
capitolo mi ha dato un sacco di grattacapi.
Però, devo
ammetterlo, sono abbastanza soddisfatta. Astoria è cresciuta e si sta entrando
nel vivo della storia. E soprattutto mi è piaciuto modificare l’evento tra
Harry e Draco: azzardare ad una soffiata di Astoria è un’idea che mi balenava
nella testa da un po’, serve soprattutto a far capire che è più decisa che mai
a contrastare Draco in ciò che dovrà fare. Seppur non sappia di cosa si tratti.
;)
Purtroppo per
le vicende dovrò andare a ricordo, visto che al momento non ho a portata di
mano il principe mezzosangue. =.=
Ho anche
cercato di evidenziare l’amicizia tra Ria e Tracey, che personalmente adoro.
ù_ù
Ringrazio di
cuore:
Lady Patfood: carissima! Non sai quanto mi faccia piacere la tua assidua presenza!
Spero ti sia piaciuto questo capitolo! Grazie di cuore!
Katia37: sono stata
puntuale, vero? Per gli aggiornamenti da ora in poi farò anche i salti mortali,
se necessario! Grazie di cuore!
Confettina: ti dichiaro ufficialmente mia alleata. Qui siamo in pochissime a
scrivere su questa splendida coppia, e tu lo fai in modo splendido. A dire il
vero sbircio sempre il tuo account nella speranza di trovarne una nuova! Ti
ringrazio tantissimo per i complimenti, non sai quanto mi hai fatto arrossire!
A presto!
Hermy101: Astoria da
ora in poi sarà sempre una grande! Grazie di cuore!
Nejisfan94: Oh, Francy.
Quando leggo le tue recensioni provo sempre un po’ di nostalgia: non vedo l’ora
di poterti nuovamente sentire su msn. Mi manchi un
sacco! Sei sempre gentilissima, cara. Grazie di cuore!
Terrastoria: Ale, ogni qual volta leggo le tue parole mi sciolgo. Ti posso
solamente ringraziare, con la speranza che anche questo capitolo ti piaccia.
EllaYaYa: ti ringrazio per i complimenti! *_* Hai passato bene le vacanze? Io
sono appena tornata, ma vorrei essere ancora sotto l’ombrellone a fare nulla!
Grazie di cuore!
Inoltre
ringrazio chi ha aggiunto la fic ai preferiti o alle seguite.
Ci aggiorniamo
l’undici agosto, cari!
Cà.