Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: Ookami_96    07/03/2020    2 recensioni
Dal primo capitolo:
Sakura varcò la porta di casa ancora assorta nei suoi pensieri, gli stessi praticamente di ogni giorno, ogni sera, ogni tragitto. Si stava svestendo e preparando per un bel bagno caldo, quando un rumore alla finestra la risvegliò dalle sue riflessioni.
Un piccolo falchetto, appollaiato davanti alla finestra, picchiettava sul vetro per attirare la sua attenzione.
Aprì la finestra e lasciò che il falco le si posasse sul braccio.
«Buonasera Takami, fatto buon viaggio?» disse, sorridendo.
In tutta risposta l’animale si lisciò le penne e le strofinò il becco sul braccio.
"Un altro messaggio da Sasuke-kun, eh?"

Prima Fic in assoluto! Spero di trasmettervi qualcosa attraverso la mia scrittura su una delle coppie che amo di più!
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 09

L’uomo mascherato era dritto davanti a lei; la guardava dall’alto, borioso e sprezzante del potere che poteva esercitare su di lei.
Sakura però non distoglieva lo sguardo, sfidandolo.

In cuor suo probabilmente sapeva che solo l’accondiscendenza l’avrebbe salvata da un destino infausto, ma lui era… viscido. Lo percepiva chiaramente e anche solo l’idea di sottomettersi a lui le provocava solamente ribrezzo.
Si chinò; le mise un braccio attorno al collo e la avvicinò, in modo che le sue labbra fossero a pochi centimetri dal suo orecchio.

«Non te lo proporrò una terza volta: collabora con noi.»
«No»
Una risposta secca e decisa.

Non dissero altro: subito dopo aver pronunciato quelle parole Sakura sentì un dolore profondo alla base del collo, come il morso di un ragno.
Quella sensazione durò poco, ma appena sparì si rese conto di non poter più muovere braccia e gambe.
Era come paralizzata, ma cosciente.

«Ho fatto le mie ricerche. Tu sei l’allieva di Tsunade, la sannin allieva del Terzo Hokage»
Sasuke, che continuava ad assistere alla scena, non riusciva a capacitarsi di quello che stava succedendo.
E, come lui, neanche Sakura ci riusciva.

«Perciò, devi essere un ninja medico al di sopra della media. Capisco il tuo sbigottimento, ma credo che tu possa capire che cos’è successo»
Lei lo guardò dritto negli occhi; aveva ragione, era a dir poco sconvolta.
«Ho interrotto la trasmissione nervosa, non male eh? È una sottile arte che si tramanda da generazioni nel mio Clan. Certo, passa un po’ in secondo piano rispetto all’abilità posseduta dagli Hyuga, soprattutto se abbinata ai loro occhi di ghiaccio.»

«È impossibile.»
«Il fatto che tu non ti riesca a reggere in piedi, però, depone a mio favore»
Aveva un sorriso maligno disegnato sul volto e no, non sembrava proprio che stesse mentendo.
Era possibile davvero, si chiedeva Sasuke, che qualcuno possedesse un’arte del genere?

Mentre pensava e ripensava, il ninja non perdeva tempo.
Con Sakura inerme le si avvicinò di nuovo e le diede un forte morso sul collo.
Lei urlò dal dolore.

Ma non era solo il morso a farle male.
Le aveva di nuovo messo una mano sul collo e stava premendo la punta dei polpastrelli proprio alla base del cranio.
Quando si staccò lei urlava ancora, come se la stesse ancora mordendo. Non potendo sottrarsi l’unica cosa che faceva era scuotere la testa, nella speranza che ad un certo punto il suo corpo riprendesse a muoversi.

Lui si tolse la parte superiore del kimono, lentamente, facendo attenzione a ripiegarlo con cura sulla sedia, poi tornò da lei.
Le strappò i vestiti, lasciandola prima in intimo, poi togliendole anche quello.
Si prese il suo tempo e, un po’ alla volta, le causò tutte quelle piccole ferite, quelle lacerazioni, che Sasuke aveva visto quando l’aveva soccorsa e si era poi preso cura di lei in quell'ostello.
Le aveva impresse nella memoria, una a una, e ora stava assistendo alla loro origine.

All'improvviso, l'uomo prese le distanze, si rimise il kimono e si sedette proprio di fronte alla ragazza, continuando a guardarla. Sembrava quasi che si volesse godere un qualche spettacolo
In quel momento, nella coscienza di Sakura, successe una cosa che per Sasuke non aveva paragoni.
Era come se davanti a lui ci fossero due realtà sovrapposte: in una, l’uomo continuava a torturare Sakura, nell’altra, era davanti a lei, seduto.

La prima, però, si stava facendo sempre più nitida, quasi a voler prendere il posto della prima nella mente della ragazza.
In quella “realtà” l’uomo aveva lasciato perdere la tortura e si stava dedicando alla ragazza in un modo molto più carnale.
Le sue mani, invece che ferirla o picchiarla, vagavano per tutto il corpo, accarezzando le forme della ragazza; la sua bocca, bramosa, cercava prima quella di lei, poi anch'essa si mise a vagare, seguendo il percorso tracciato dalle dita.
Il corpo di Sakura normalmente avrebbe dovuto reagire a quei tocchi tanto indesiderati, ma in quella situazione era costretta all'immobilità, e a guardare il suo aguzzino prendersi gioco di lei.

Sasuke cercava, con tutto sé stesso, di concentrarsi esclusivamente sulla seconda “realtà”, che ormai gli appariva quasi impercettibile.
Sakura però sembrava percepire solo l’uomo su di sé: lo sentiva, lo vedeva, riusciva a percepire il calore di quel corpo così indesiderato su di sé che stava quasi per impazzire.
L’Uchiha percepì chiaramente però la voce dell’uomo seduto sulla sedia.

«Il Clan Uchiha non è l’unico a poter intrappolare le sue vittime in fantastiche illusioni; anche se, nel mio caso, sarebbe più corretto parlare di allucinazioni. È incredibile il potere che si può esercitare sulla mente delle persone, non trovi?»
Sorrideva malefico al suono delle suppliche della ragazza, beandosi di quello che era riuscito ad ottenere.

«Sakura Haruno… un regalo inaspettato, devo dire. Tanto inaspettato quanto utile. Sono contento di non essere l’unico a godere di questo spettacolo.
Spero che ci incontreremo presto, Sasuke.»



Cosa?”

«Non ti preoccupare, le farò compagnia fino al nostro incontro.»
Nel dirlo lo sguardo dell'uomo non era rivolto a Sakura, ma ad un punto imprecisato proprio sopra di lei, come a cercare il contatto visivo di qualcun altro. Sasuke allora fece per muoversi, voleva guardarlo negli occhi, leggere il suo gesto di sfida e, anche se sapeva che si trattava solo di un ricordo nella mente di Sakura, ricambiarlo.
La piccola Sakura aveva iniziato a urlare, sporgendosi e richiamando la sua attenzione.
Si risvegliò, fermandosi e prendendola in braccio.

Si accorse che, nell’allucinazione della ragazza, si stava consumando quella che lei avrebbe ricordato come la violenza che aveva subito.
Adesso lui sapeva che non era davvero avvenuta… ma faceva davvero tanta differenza? Nella mente della compagna quella violenza era reale, vivida.

L’uomo abbandonò la stanza dopo quelle parole, era evidente che si riferiva al suo alterego nell’illusione
Lui, invece, rimase lì finché Sakura, esausta, non svenne; e ancora, fino a quando, riaprendo gli occhi la prima cosa che vide fu proprio lui.
Solo allora si voltò e tornò all’albero di ciliegio con la piccola, non voleva assistere a quello che aveva compiuto in quella stanza.

 
Tornato all’albero si fermò ad osservarlo meglio; impose una mano sulla corteccia nodosa e si concentrò.
Ora poteva sentire come una presenta, un chakra oscuro, che piano a piano cresceva all’interno della coscienza di Sakura, come un veleno che a poco a poco si diffonde nell’organismo.

Fece un sorriso alla bambina che ancora gli stringeva il tessuto dei pantaloni e la salutò.
Chiuse gli occhi e, quando li riaprì, era di nuovo davanti a Sakura, seduto in mezzo alla radura.

Fece un profondo respiro e si prese qualche minuto per riflettere.
La ragazza era ancora intrappolata in quello stato di incoscienza, iniziato nel momento in cui aveva iniziato a precipitare nel vuoto.
Quando fu pronto si posizionò meglio di fronte a lei, mise la mano in posizione e sussurrò la parola “Rilascio

Quasi istantaneamente Sakura batté le palpebre e sembrò destarsi dal suo torpore.
«S-sasuke, cos’è successo? Dove siamo?»
Lei si guardava intorno confusa, mentre lui tirava un sospiro di sollievo: le sue intuizioni si erano rivelate giuste.

«Eri sotto effetto di un’arte illusoria, o meglio, un’arte simile.»
«Cosa?»
«Qual è l’ultima cosa che ricordi?»
Sakura sembrò doverci pensare un attimo, poi, con lo sguardo basso, si fece coraggio.

«Ricordo solo un sogno… Ecco quest’uomo mascherato che… beh, insomma…»
Sasuke le mise la mano sulla spalla; lei si sentì confortata da quel gesto e, allo stesso tempo, capì che per lui non c’era bisogno che entrasse troppo nei particolari.
«Ricordo poi quell’uomo che mi inseguiva e io scappavo… poi ricordo solo che nel sogno mi tuffavo nell’oceano. Poi più niente, solo buio.»
Ora lo guardava, cercando conforto e spiegazioni su quello che era successo.

«Ora ascoltami Sakura; credo di aver capito cosa ti stesse succedendo.
Credo, anzi, sono abbastanza sicuro, che quelli che tu vivevi come incubi fossero in realtà delle allucinazioni. Quell’uomo mascherato, con una strana tecnica, ha fatto in modo che il suo chakra rimanesse dentro di te e ti condizionasse.»

Non poteva crederci, davvero era successo tutto questo?

«C-come... come ci è riuscito?»
«Questo non lo so. So che può influenzare la trasmissione nervosa, ma non so fino a che punto.»
«Ha manovrato i miei pensieri…»
«Esatto»

Entrambi rimasero zitti a lungo, a pensare a tutte quelle nuove informazioni.
La rosa non riusciva a capacitarsene. Chiese a Sasuke di cos’altro era venuto a conoscenza mentre era svenuta, ma lui non aggiunse molto a ciò che aveva già detto.

«Come ti senti?»
Le chiese lui ad un certo punto.
«Molto meglio. È come se tutta la confusione che avevo in testa dall’inizio del viaggio se ne fosse andata»
Gli occhi smeraldini brillavano di nuovo alla fioca luce della luna e il viso era tornato raggiante e disteso.
Era contenta, si vedeva.

«Non ricordi ancora nulla vero? Di quando eri in quella casa»
«No, solo ricordi confusi»
Silenzio.

Sasuke sapeva di doverglielo dire, che non era stata stuprata. Ma non trovava le parole giuste per farlo.
Era una bella notizia, ma per lei quello che era successo, seppur fosse successo "solo" nella sua mente, era un qualcosa di reale.
Fu lei a rompere quella pesante assenza di parole.

«Ora l’ho capito, sai?»
Lui la guardò interrogativo, all’improvviso distolto dai suoi pensieri.
«Perché da quando siamo partiti mi hai sempre trattata male»

Si girò, cercando un punto all’orizzonte su cui focalizzare lo sguardo.
«Non capisco di cosa parli»
«E’ stato come tornare bambini… Forse se fossi stata lucida me ne sarei accorta prima»
La guardava con la coda dell’occhio, ancora girato.

«Volevi allontanarmi, farmi desistere. Probabilmente il tuo scopo, sin dall'inizio, era quello di farmi tornare al villaggio prima del tempo. Ho ragione?»
Non rispose.
Lei, invece, rise.
«Dovresti conoscermi ormai, non desisto tanto facilmente»

Si alzò, dandole le spalle.
Lei lo imitò, mettendosi dietro di lui.
Come aveva fatto ormai molti anni prima allargò le braccia e lo cinse in un leggero abbraccio.
«Soprattutto se si tratta di te»

All’inizio il corpo di lui era rigido sotto quel contatto, ma poi si abituò a quella vicinanza e lei lo sentì sciogliersi.
Portò la mano all’altezza delle sue, sfiorandogliele.
«Non potevo rischiare che…»
La frase finì nel silenzio, non aveva ancora la forza di dirlo; dire quanto in realtà tenesse a lei e quanta fatica aveva fatto per trattarla in quel modo.
Aveva ragione, era come quando erano bambini, e lui la allontanava per non mostrare e accettare i suoi sentimenti.
«Lo so, tranquillo»

Non lo avrebbe forzato a dire quello che provava. Ormai lo sapeva, non poteva essere altrimenti.
Si diede della stupida: non era in sé, ma aveva comunque dubitato di Sasuke.
Non avrebbe più fatto quell’errore.


Dopo diverso tempo, che parve a loro infinito, Sasuke sciolse quella presa e si girò verso di lei.
«Ti devo dire una cosa»

Lei lo stette ad ascoltare, mentre le raccontava di come fosse entrato nella sua coscienza e avesse visto tutto quello che le era successo.
Le disse quello che le avevano fatto e quello che non le avevano fatto.
Le disse anche cos'era successo quella notte, del suo tentativo di suicidio.
A quella spiegazione l’ultimo peso che gravava sull’animo di Sakura si sciolse: si piegò sulle ginocchia e iniziò a piangere dal sollievo.
Il ragazzo si abbassò al suo livello, sentiva di dover fare qualcosa.

Goffo, come se non sapesse come si facesse, le mise il braccio attorno al collo, avvicinandola a sé.
Sakura, a quel tentativo, gli strinse le braccia al collo, continuando a piangere e buttare fuori dal corpo tutto quello che si era accumulato in quelle settimane.
Sorpreso da quel gesto, spontaneo e improvviso, si ritrovò ad affondare il viso tra la spalla e il collo di lei, assaporando a pieno il suo profumo.
 
Ti difenderò da incubi e tristezze
Ti riparerò da inganni e maldicenze
E ti abbraccerò per darti forza sempre
Ti darò certezze contro le paure
Per vedere il mondo oltre quelle alture
Non temere nulla io sarò al tuo fianco
Con il mio mantello asciugherò il tuo pianto[1]
 
Esausti, erano tornati alla scogliera grazie al portale di Sasuke.
La ragazza era rimasta abbastanza scioccata nell’apprendere che si trovassero in un’altra dimensione e che fosse stato proprio il compagno a portarli lì, ma non aveva la forza (e la voglia) in quel momento, per indagare oltre.

Arrivati all’accampamento si erano rintanati nei sacchi a pelo nel tentativo di recuperare qualche ora di sonno.
Nonostante la stanchezza, però, Sakura non riusciva ad addormentarsi; continuava a girarsi e rigirarsi nel suo giaciglio, senza successo.

Dopo svariati minuti percepì poi Sasuke che, uscito dal sacco a pelo, si spostava e si posizionava a fianco a lei: le dava le spalle e in mezzo ai loro corpi si frapponeva la stoffa delle coperte, ma lei sentiva comunque la vicinanza dei loro corpi e, con quella sensazione di calore scivolò in un sonno felice e senza sogni.  

 
[1] Tratta dalla canzone di Marco Mengoni - Guerriero


Buongiorno a tutti! 
Ci ho messo un po' più del previsto a completare questo capitolo... Ci tenevo particolarmente a far trasparire gli stati d'animo di tutti e due e non tralasciare troppo la  trama e l'aspetto tecnico. Come sempre spero in un buon risultato!
Per quanto riguarda la canzone, non era in programma; mentre scrivevo però il ritornello mi è venuto in mente all'improvviso e ho voluto provare a inserirlo! 

Ringrazio tutte le persone che seguono la storia, qualsiasi recensione è molto ben accetta!
Nell'attesa del prossimo capitolo, vi auguro una buona giornata!
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Ookami_96