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Autore: mistaya89    07/03/2020    0 recensioni
Ho amato follemente il mondo della Rowling. E per non dirgli addio, ma tenerlo un pò con me anche dopo la fine dei suoi libri, ho provato a rendergli omaggio. Partendo dalla sua storia ma prendendo strade diverse. Sono arrugginita, e sicuramente non all'altezza dell'originale, ma nonostante questo spero che vorrete passare un altro pò di tempo ad Hogwarts. Come leggete nelle descrizioni, le coppie non sono quelle classiche.. adoro gli amori tormentati, e sono proprio questi che voglio raccontare. Hermione non è più una bambina. Draco non è più un purosangue convinto di sapere tutto. E gli altri, Harry, Ron, Fred, George, Ginny si trovano a fare i conti con avvenimenti che mai avrebbero ritenuto possibili, incrociandosi sullo sfondo della storia dei protagonisti. Se vi va, fatemi sapere cosa ne pensate! :)
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione, Fred Weasley/Hermione Granger
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
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I pulviscoli di polvere danzavano luminosi nella luce lunare che filtrava dalla finestra. La stanza delle necessità ti dava quello di cui avevi bisogno, pretendere che non fosse polverosa era chiedere troppo, pensò Draco mentre alzava una mano per provare ad afferrarne uno, microscopico, facendosi ombra sul viso.

Sorrise pensando a Potter aldilà del muro, riverso in terra e schiumante di rabbia per l’umiliazione appena ricevuta. Dilettante, aveva davvero pensato di riuscire a seguire un maestro degli inganni come lui, senza farsi scoprire. Come al solito quel quattrocchi dimostrava più accanimento che buonsenso. Si chiese per l’ennesima volta come avesse fatto a sopravvivere fino a quel momento. Per poi sorridere sornione fra sè e sè, contemplando la risposta, era ovvio. Grazie alla Granger. Senza di lei Potter probabilmente sarebbe morto al primo anno, nella camera della pietra filosofale. Quale forza spingesse quella strega brillante ad aiutare cosi strenuamente qualcuno come Potter, donandogli la sua completa amicizia e fiducia, era un mistero che sfuggiva a Draco. Ed era solo uno dei tanti che la riguardavano. Lui aveva bisogno di lei, era chiaro. Ma lei perchè aveva bisogno di lui?

Lo incuriosiva. Aveva smesso da tempo di ritenerla inferiore, nonostante non lo desse a vedere. Crescendo, aveva imparato a discostarsi dai malsani insegnamenti paterni, tra le spesse mura di Hogwarts, nei suoi corridoi intrecciati, lontano dalla sua influenza, aveva sviluppato una suo opinione sull’importanza del sangue. Si, ci aveva messo molto e gli era costato parecchio, e non credeva che l’ombra di chi era stato avrebbe mai potuto abbandonarlo del tutto, troppe macchie oscuravano il riflesso di chi fosse, ma era cambiato. Profondamente. Solo, non era ancora pronto ad ammetterlo con il mondo. Quindi continuava a nascondersi dietro il riflesso di un altezzoso Serpeverde. In fondo, in quello non era cambiato.

Incrociò le gambe, tornando ancora una volta ad indugiare sulla Granger mentre qualche ciocca dei capelli biondissimi cadde a sfiorargli le lunghe ciglia. Era diventata un punto fermo nei suoi pensieri, in realtà lo era sempre stata, nel bene o nel male. Una sorta di avversario molto più temibile di Potter, che incarnava tutte le sue contraddizioni. Ma ultimamente le cose stavano cambiando. Voleva conoscerla, voleva che sapesse che era cambiato. Voleva capirla e voleva obbligarla a riconoscere che non era più quello che era stato. Come se convinta lei, potesse finalmente ottenere quell’assoluzione che tanto spasmodicamente bramava. Era un bisogno profondo, che lo divorava internamente. Non sapeva se fosse perchè lei era stata bersaglio dei suoi modi peggiori, o perchè quegli occhi penetranti sembravano giudicarlo, soppesarlo, condannarlo in ogni modo. O forse solo perchè aveva bisogno di un’altra mente brillante che gli tenesse testa. Aveva sempre amato le sfide, e lei sembrava la sfida più deliziosa su cui avesse posato gli occhi da un bel pò di tempo.

 

Ginny camminava veloce fra i tavoli della Sala Grande affollata, spostando di peso le piccole matricole che le oscuravano letteralmente la vista, dannazione era frustrante essere basse in questi frangenti! Incrociò la McGranitt che la rimproverò silenziosamente, con una sola occhiataccia, per i suoi modi poco composti. Ginny abbozzò un sorriso di scuse per poi filare via, continuando a travolgere matricole. Finalmente le sembrò d’intravedere una zazzera di capelli lunghi e mossi in lontananza e tirò dritta come un treno.

“Hem!” urlò arrivandole alle spalle.

Hermione, che stava parlando con la prefetta di Corvonero, trasalì girandosi di scatto.

“Per la barba di Merlino, Ginny! Hai deciso di farmi prendere un colpo?!”

L’amica la trascinò verso un angolo della panca di Grifondoro ancora miracolosamente libero, la fece sedere su un lato della panca, appartate, per poi lasciarsi cadere di peso su quella di fronte a lei.

Hermione, la guardava incuriosita. Ginny, ansimante, afferrò uno dei bicchieri ed una delle grandi brocche di succo di zucca, versandosi un generoso bicchiere, e scolandoselo tutto d’un fiato prima di parlare. Sembrava uno degli avventori della taverna di Diagon Alley. Hermione non si sarebbe stupida nel vederla lì, perfettamente a suo agio, dopo quella scena.

“Ti cerco da una vita, dove diavolo eri finita?” disse mentre si versava un secondo, abbondante, bicchiere di succo.

“Abbiamo avuto una riunione dei prefetti, è durata più del previsto, quindi siamo venuti direttamente in Sala Grande per la cena. Ero appena arrivata quando mi hai sequestrata. Perchè, che diavolo è successo?”

Ginny si guardò intorno con fare sospetto, ed abbassò la voce cosi tanto che Hermione dovesse sporgersi verso di lei per sentirla. Le teste che quasi si sfioravano.

“Oh amica mia, non è qualcosa che è successo, è qualcosa che succederà” disse con un ghigno ferino, uno dei più temibili che Hermione le avesse mai visto. La bocca aperta in un sorriso che avrebbe fatto tremare il diavolo, gli occhi illuminati da una luce febbrile “ma prima che continui, devi giurarmi che quello che ti dirò resterà fra me e te.”

“Ginny, quando mai sono andata a spifferare qualcosa che mi hai detto a qualc…”

“No, non in quel senso. Devi giurarmi che rimarrà fra me e TE, fra me e la mia amica Hermione, non il Prefetto di Hogwarts.”

Hermione alzò un sopracciglio, sospettosa.

“Ginny non puoi fare qualcosa di illegale, sono stati Fred e George? Sai che la scuola ha delle regole molto severe, l’espulsione…”

“Non ho intenzione di farmi espellere!” sbuffò l’altra “E non è nulla d’illegale, non proprio, soltanto… beh… non proprio, diciamo che è leggermente contro le regole. Ma al massimo ci toglieranno dei punti, SE CI SCOPRONO. In ogni caso l’espulsione non è contemplata.” disse controllando per l’ennesima volta che nessuno le stesse ascoltando.

Hermione rimase in silenzio per qualche secondo.

“Prometto” disse infine “ma sappi che se penso che sia troppo contro le regole tenterò in ogni modo di farti cambiare idea!”

Ginny sorrise, illuminandosi.

“Daremo una festa Hem! Inviteremo alunni di tutte e 4 le casate, per la prima volta nella storia Hogwarts avrà una vera e propria festa clandestina aperta a tutti! O meglio, non proprio a tutti, diciamo a persone selezionate” lanciò una lunga e penetrante occhiata verso la tavolata dei Serpeverde.

Hermione sgranò gli occhi. Ed aprì la bocca per ribattere ma Ginny l’anticipò.

“I tempi sono bui, oscuri, Silente ci ha detto di rimanere uniti, di stringere i legami fra noi. Quale modo migliore di una festa per risollevare gli animi e socializzare, abbattendo i vecchi paletti? E poi, una festa segreta è una gran ficata! Ci divertiremo da matti! Ho già pensato a tutto, abbiamo Burrobirra importata clandestinamente da Hogsmeade nascosta nei dormitori, un paio di ragazzi di Corvonero penseranno a luci e musica, e stiamo già pensando a come rimanere sotto i radar ed abbiamo appena trovato la Sala perfetta bastano un altro paio d’incantesimi e…”

“Ginevra Molly Weasley” disse Hermione con un tono che assomigliava paurosamente a quello della Signora Weasley “hai completamente perso la testa?!”

Ginny interruppe il fiume di parole, intimandole di abbassare la voce “Shhh, o ci sentiranno tutti”.

“Ginny non si può fare, ma come ti è venuto in mente!” la voce più bassa che mai “E’ troppo pericoloso, e se ci scoprissero? Hai idea di quanti punti ci toglierebbero? E’ totalmente contro il regolamento. Violeremmo almeno una dozzina di norme e potrebbero addirittura sospenderci! Ed io sono un prefetto non posso permettermi una macchia simile, e se dovessi perdere tutte quelle ore di lezione hai idea della catastrofe che sarebbe se…”

Stavolta fu Ginny ad interrompere il fiume di parole.

“E dai, Hem! Sarà divertente. Siamo intelligenti, non ci scopriranno. Andrà tutto bene! Ce lo meritiamo. Tu ne hai bisogno! Da quant’è che ti aggiri per la scuola come una banshee depressa? Hai bisogno di un pò di divertimento! Siamo entrambe single ora, sarebbe una bella occasione per rimettersi sul mercato, no?” disse ammiccando all’amica, che rabbrividii al solo pensiero “Inoltre, penso che ti farebbe bene, per una volta, non seguire le regole per fare qualcosa di divertente, di frivolo, invece che la solita eroica impresa per salvare il mondo magico.”

Hermione la guardò, soppesando le sue parole. Non aveva tutti i torti. Non aveva mai, in vita sua, trasgredito ad una regola per il puro piacere. Ripensò a Fred che le diceva di non prendere la vita troppo sul serio, ripensò a quei mesi di malinconia, alla sua decisione di crescere, di capire chi fosse in un mondo in cui non esistevano più le basi su cui si era sempre appoggiata.

“Sai cosa, Ginny, hai ragione. Facciamolo.”

Ginny sgranò gli occhi.

“Fa-facciamolo?” ripetè balbettando e fissando allucinata l’amica.

“Si, facciamolo!” le rispose Hermione sorridente “Cosa stai guardando?” chiese poi a Ginny che improvvisamente si era avvicinata cosi tanto al suo viso da sfiorarle il naso con il suo.

“Sto cercando segni evidenti, difetti, hai sempre avuto qui questa lentiggine? Perchè penso che qualcuno potrebbe aver preso il tuo posto, con una pozione polisucco magari…”

Hermione scoppiò a ridere. Come non faceva da mesi. Parecchi studenti si girarono a guardarla, Ginny rise insieme a lei e per qualche minuto stettero piegate, le lacrime agli occhi, a sorridere fra di loro.

“Beh” disse poi Ginny fra un respiro mozzato da un sorriso e l’altro “Non so chi tu sia, ma mi piace questa nuova versione di te, Hermione Granger!”

“Non abituartici troppo!” le rispose l’altra, asciugandosi le lacrime fra le ciglia.

Passarono la cena a bisbigliare trucchi ed idee per la festa, che era già praticamente del tutto organizzata, ed era prevista a partire da una settimana da allora.

Quando Hermione si mise a letto quella sera si sentiva leggera come non era da molto, molto tempo a quella parte. Qualche istante dopo aver chiuso gli occhi però li spalancò. Ginny aveva detto barili di Burrobirra nascosti nei dormitori?! FRED! Oh quel maledetto, furbo, astuto, infido mago l’aveva fregata per bene… l’indomani gliene avrebbe dette quattro. Si addormentò sorridendo.

 

“Draco!” Goyle gli corse incontro, arrancando sgraziato come il troll che avevano affrontato nei sotterranei qualche anno prima sui tappeti di velluto verde della Sala Comune “ho una notizia grandiosa da darti!” si fermò, aspettando quasi che Draco gli desse il permesso per parlare. Tutto quel servilismo, che un tempo pretendeva, linfa del suo ego smisurato, adesso rendeva Draco davvero insofferente. Ma Tiger e Goyle erano rimasti al suo fianco, sempre, nonostante tutto. E questo glielo riconosceva. Gliene era grato, addirittura. Anche se non lo avrebbe mai ammesso. Probabilmente.

“Parla, Goyle” gli disse irritato ma senza durezza.

“La Weasley sta organizzando una festa clandestina, con tutte e quattro le casate. Per entrare bisogna avere l’invito, ed ovviamente noi non eravamo persone gradite, ma sono riuscito a sgraffignarne qualcuno terrorizzando un paio di matricole.”

Draco notò con piacere che finalmente dopo anni di lezioni di recupero Goyle aveva imparato ad esprimersi in maniera decente.

Goyle gli mostrò soddisfatto tre buste di pergamena incantata, color oro, sul cui dorso in eleganti lettere nere corsive apparivano i nomi delle matricole a cui le aveva sottratte.

“Basterà un pò di pozione polisucco, e poi una volta entrati, se anche l’effetto svanisse, non potrebbero più buttarci fuori o andremmo diretti a spifferare tutto a Gazza…” mentre Goyle esponeva quello che era un piano fin troppo ben pensato per essere tutto frutto della sua zucca Draco iniziò a non ascoltarlo più, pensando che l’impresa non valesse la resa, non aveva nessuna voglia d’infiltrarsi ad una festa piena zeppa di studenti probabilmente ubriachi…

“… e quindi sono riuscito a rubarle perchè ho casualmente visto la Granger che stava parlando con…” l’attenzione di Draco tornò improvvisamente su di lui, calamitata.

“Hai detto Granger?” gli chiese, il tono del tutto annoiato.

“Si confabulava con la Weasley a cena, quindi ho pensato che potesse saperne qualcosa anche lei, penso che sia assurdamente coinvolta…”

Draco sorrise come il più astuto dei predatori. Improvvisamente l’idea di presentarsi alla festa lo allettava molto più di quanto non avesse fatto prima.

   
 
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