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Autore: cin75    08/03/2020    3 recensioni
I giorni di Jensen , per volere della Giustizia, stanno per finire in una fredda stanza del braccio della morte.
Jared è convinto che quello sia un enorme errore giudiziario e lotta per fermarlo.
E come in ogni storia, ci sarà chi li affiancherà e chi si muoverà contro di loro.
Dovranno combattere insieme, dovranno essere coraggiosi, dovranno trovare anche la forza per confessare quello che hanno iniziato a provare l'uno per l'altro, che paradossalmente, sembra far loro più paura.
BUONA LETTURA!
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Jared Padalecki, Jeffrey Dean Morgan, Jensen Ackles, Misha Collins
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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“L’unica cosa che mi incuriosisce è: come mai da queste parti?!” chiese infilando le birre in frigo e prendendo una ciotola per i salatini.
“Casa mia in questi giorni sembra un approdo sicuro per giornalisti e reti tv varie. Non riesco nemmeno a mettere piede fuori che vengo assalito da richieste di interviste ed esclusive da ogni parte. Stasera stavo sclerando, sono scappato dalla scala antincendio e non so nemmeno come, ma mi sono ritrovato da queste parti. Ho riconosciuto il parco che mi avevi descritto in carcere, l’angelo, il negozio all’angolo e ho cercato il tuo nome sui campanelli. E poi….” ma non finì sentendosi un po’ in imbarazzo. Odiava l’idea che Jared lo prendesse per una sorta di stalker.
“Non hai bussato!” asserì l’altro.
“Due ragazzi sono usciti dall’atrio mentre stavo per farlo!”
“Jess e Sam!” riflettè Jared. “Abitano qui di fronte, li ho sentiti uscire!”
“Sono una bella coppia!” convenne Jensen.
“Già! Lui studia giurisprudenza e lei arte. Credo che lui stia valutando l’idea di farle la proposta.” rivelò Jared, versando gli snack nella ciotola.
“Che bello!” sussurrò Jensen. Poi fece un respiro profondo e provò a cambiare discorso. “Mi dicevi che stavi per vederti un film?!”
“Sì. The Strangers. Mi dicono sia ….inquietante!”
“Cavolo se lo è, se sei uno che è solito affittare baite sperdute nel nulla!” ironizzò il biondo.
“Wow!! comunque se lo hai visto...possiamo vederne un altro?!”
“No, no...per me va bene. Giuro che non farò spoiler!” fece Jensen, sorridendo e mettendosi la mano sul petto come fosse un giuramento.
“Ok! Allora The Strangers sia!”

Quando gli ultimi titoli di coda continuavano a scorrere, Jared si fermò a fissare il volto di Jensen.
C’era qualcosa che non andava.
Non aveva l’espressione di uno che stava passando una serata piacevole, ma quella di uno che stava cercando in tutti i modi di non pensare a niente o almeno a qualcosa che lo stava turbando profondamente.
Così provò a farlo parlare.
“Ehi! Tutto ok?!”
“Cos...sì, sì!!” rispose Jensen. “Piaciuto il film?!”
“Sì, anche se mi metteva più ansia la faccia che avevi qualche secondo fa che quella terrorizzata dei due protagonisti!” azzardò.
“Ma cosa...”
“Andiamo, Jensen. Si può dire che ormai siamo amici, no?!”
“Sì, certo!” asserì convinto , Jensen, che però, intanto, cominciava a sentirsi più scoperto.
“Per quanto tu abbia visto già il film, credo che al massimo tu ne abbia seguito al massimo dieci minuti!”
“Ma no...io..io ero...”
“Eri perso in ben altri pensieri, pensieri diversi da quelli di essere assediato dai giornalisti….. ammettilo!”
“Io...”
“Senti, se non vuoi parlarmene, ok. Lo accetto. Ma non prendermi in giro. Voglio solo aiutarti!”
Jensen stava per controbattere ma quando i suoi occhi videro la sincera preoccupazione che c’era in quelli di Jared, capitolò.
Sbuffò frustrato e si poggiò pesantemente con la schiena contro lo schienale del divano. Posò per un attimo la testa sui cuscini e poi si confidò.
“Hai ragione. Non è solo per i giornalisti che sono praticamente scappato dal mio appartamento.”
“Che è successo stasera , Jensen?!”
“Mi ha chiamato mio padre!” ammise finalmente.
“Ok!” fece con un po’ troppo entusiasmo Jared e quando vide una pacata delusione sul volto di Jensen, capì di doversi correggere. “No, non è ok!”
“Affatto!” convenne Jensen.
“Che ti ha detto...che vi siete detti?!”
“Niente!”
“Niente?!”
“Ho riattaccato non appena ho sentito “Jensen, sono papà!”!”
“Oh!”
“Mi hanno arrestato, mi hanno processato e giudicato colpevole, Cazzo!!, stavo per essere ucciso da un’iniezione letale tacciato come assassino e lui o mia madre o chiunque altro della mia famiglia non si è mai posta il miserabile dubbio che fossi innocente, mai una telefonata in carcere o una straccio di visita per conoscere la mia versione, per rendersi conto se mentivo o meno, e ora...” e la sua voce si faceva sempre più alterata nel rendersi conto di quel comportamento assurdo tenuto dai suoi famigliari. “...ora  si ripresenta con un “Jensen, sono papà!” come se niente fosse!”
“Ascolta, Jensen...”
“No, no, Jared. Cazzo….” fece alzandosi dal divano e iniziando a camminare nervosamente nel piccolo soggiorno. “A te, che non mi avevi mai né visto né conosciuto, è bastato uno sguardo per farti venire il dubbio che fossi innocente. Mi è bastato guardarti negli occhi e dirti che non ero stato io per farti aprire il mio fascicolo e renderti conto che non mentivo e loro….cazzo, loro mi hanno cancellato in una frazione di secondo.”
Jared , vedendolo in quelle condizioni, capì che in quel momento non sarebbe servito a niente cercare di mediare in favore della famiglia “amorevole”. Tutto quello che avrebbe detto sarebbe stato vano, così si alzò e raggiunse il ragazzo che ancora faceva avanti e indietro lungo lo schienale del divano.
“Senti...”
“No!” cercò di sottrarsi dalla mano di Jared poggiata sulla spalla.
“Ascolta...”
“NO!!! non voglio...”
“Jensen, ascoltami. Non voglio difendere la tua famiglia!” e solo quando disse così, Jensen si fermò e sembrò tranquillizzarsi e volerlo ascoltare. “Sarebbe ipocrita da parte mia dirti, ora, di ascoltarli e perdonarli, quando io per primo non riesco a giustificare un simile comportamento!”
“Davvero?!” domandò incredulo, forse, di quell’appoggio morale.
“Certo. Ma non ti nego che un giorno mi piacerebbe sapere che avete avuto un confronto e che ti abbiano dato una spiegazione plausibile.”
“Un giorno...un giorno...ma non ora. Ora non ci riesco!”
“Hai ragione. Un giorno!” lo rassicurò Jared, poggiandogli entrambe le mani sulle spalle , decisamente più rilassate.

Jensen , ora più calmo, alzò lo sguardo verso Jared, e non riuscì a spiegarsi il perché , ma il suo corpo reagì prima del suo cervello e della sua parte razionale.
Si sporse e mentre una sua mano raggiunse delicatamente la base del collo del più giovane, le sue labbra raggiunsero quelle di Jared.
Incoraggiato dal fatto che Jared restò immobile , forse sorpreso di quello che stava per accadere, Jensen, lo baciò, piano, delicatamente, aiutando quel prezioso contatto , con la presa della sua mano sul viso dell’altro e l’altra mano che timorosa si era spostata sul fianco di Jared.
Lo baciò, ancora.
Saggiò piano le labbra dell’investigatore che sembrava essere ancora spaesato da quel contatto.
Jensen sentiva che a tratti , Jared, rispondeva al bacio, ma non  poteva negare a sé stesso di sentire il giovane ancora tentennante. Allora , respirando piano, si allontanò dalle labbra di Jared e timoroso tornò a guardarlo negli occhi.

Silenzio.
Respiri silenziosi.
Sguardi incerti.
Mani immobili.
Menti confuse.

“Jared...Jared….scusa. Io ..io non volevo...è che...è che...”
“Perchè mi hai baciato, Jensen?!” chiese quasi atono, Jared.
“Io..io non lo so.”
“Non lo sai?!” chiese ironico, sorridendogli.
“E’ che tu eri qui...e mi guardavi come non venivo guardato da tanto tempo, e mi sorridevi in un modo così sincero, e le tue mani erano così forti e decise quando mi hai consolato e i tuoi occhi brillavano e sembrava che anche tu brillassi e quella luce era così calda e io mi sono sentito così bene, come non mi sentivo da…..Dio!!, non ricordo nemmeno da quando!”
“Mi stai dicendo che stai bene quando stai con me?!” maliziò appena.
“Io...sì, io credo di aver detto …..questo!”
“Mmhh!”
“Te lo ripeto...io ...io ti chiedo scusa, anzi...senti, fa’ una cosa: Dimentica questo, dimentica tutto. Dimentica me. Io...io vado via subito!!” e così dicendo si allontanò nervosamente da Jared e fece per raggiungere la porta ma non ci riuscì perché una mano di Jared gli aveva afferrato saldamente un braccio. Quella presa forte lo costrinse a voltarsi e in un attimo, Jensen, si ritrovò immerso di nuovo nell’abbraccio caloroso di Jared, solo che questa volta era proprio Jared che lo stava baciando.
Solo che questa volta non era un bacio timido o accennato o timoroso come il precedente. Questo era un bacio che sapeva di bacio, di labbra incastrate alla perfezione, di bocche socchiuse, di lingue che si saggiavano prima timide e poi entusiaste.
Un bacio che unì il loro respiro. Che invitò le loro mani ad avventurarsi lungo le possenti schiene, che suggerì ai loro corpi di avvicinarsi il più possibile e quando questo avvenne, e Jared sentì la voluttuosa presenza di Jensen contro di lui, lo spinse piano verso la parete alle spalle del biondo.
Jensen gemette appena , ma quella posizione di eccitante prigionia, lo esaltò di più. Al punto che una sua gamba strusciò lasciva contro il cavallo dei pantaloni di Jared, mentre l’altra si spostava per fare più spazio al corpo dell’altro.
Fu un bacio colmo di passione e frenesia.
Un bacio nato dalla voglia di Jensen di sentirsi finalmente , in qualche modo, al sicuro. Di sentirsi protetto dopo aver passato l’inferno. Di provare di nuovo quelle sensazioni che da tempo non provava. Di capire , alla fine, come sarebbe stato baciare l’angelo che gli aveva salvato la vita.
Un bacio nato anche dal desiderio di Jared di capire finalmente , perché Jensen, fin da quel primo incontro, gli aveva tolto in qualche modo il sonno. Quegli occhi verdi che brillavano, quelle labbra piene che lo stavano facendo impazzire, quello sguardo malinconico ma comunque pieno di vita. E poi c’aveva parlato e aveva visto la bellezza dell’anima di Jensen.
E ora…..ora lo stava baciando. E Gesù!!, era così bello baciarlo, accarezzarlo, sentire la durezza del suo corpo contro il proprio, il calore del suo respiro che invadeva il proprio respiro, il tocco gentile delle sue mani.
Poi, quando la mera necessità di respirare, li costrinse a separarsi, benchè i loro corpi non si mossero dalla posizione in cui erano, fu Jared a costringersi a parlare.

“Ti prego dimmi che non vuoi andare via?!”
“Ti prego...chiedimi di restare!”
“Resta!”
“Resto!”

E solo allora Jared si spostò da lui e lentamente, con la sua mano, scese a cercare quella di Jensen. La trovò, la strinse gentilmente.
Poi , quasi con imbarazzo, il giovane, guardò verso una stanza infondo al corridoio. Molto probabilmente la sua camera da letto.
“Jared?!” lo richiamò piano Jensen, scorgendo quel tentennamento.
“Non voglio fare niente che tu non voglia!” disse solo.
Jensen, capì e il suo cuore prese a battere più velocemente a quella sorta di forma di rispetto che Jared gli aveva appena dimostrato.
Jensen guardò verso la stanza e poi in un sussurro disse: “Io….voglio!” ma fu talmente impercettibile che Jared credette di aver inteso male.
“Cosa?!”
Jensen alzò lo sguardo arrossato sia dai baci che dal momento e ripetè più deciso: “Io voglio. Ti voglio!!”
Un bacio leggero a conferma di quello che stava per accadere.
Jared, senza lasciargli la mano, lo invitò a seguirlo in quella che si rivelò essere davvero la camera da letto. Il più giovane si chiuse la porta della stanza alle spalle e abbracciò Jensen da dietro, che immobile ma comunque nervoso, sussultò appena a quel contatto forte.
“Sicuro?” gli sussurrò Jared , all’orecchio, mentre gli accarezzava piano il torace visibilmente affannato. “Mi sembri nervoso!!”
“Lo sono!” ammise il biondo.
Jared allora gli girò intorno, ponendosi di fronte a lui. “Sono io? Io ti rendo nervoso?!” e Jensen negò, accarezzandogli il volto dolcemente sorridente.
“E’ che non….insomma….non mi trovo in una situazione simile….da ….da un po’ di tempo. Io...” ammise imbarazzato.
Jared lo abbracciò intenerito. Gli baciò la fronte, le guance, lo zigomo ancora appena livido. Baciò la leggera ferita che ancora rovinava quella bocca stupenda.
“Sai??...” fece quasi con tono malizioso, sperando così di calmare il compagno. “Qualcuno dice che sia come andare in bici. Una volta imparato….” e lo accarezzò con più decisione, scendendo fino alla linea dei suoi fianchi e tirandoselo più vicino possibile.
Jensen ansimò di piacere, al contatto con il corpo di Jared e poi, cercando di rispondere alla stessa malizia, provò anche a tranquillizzarsi. “Il problema è che io sono stato sempre un pessimo allievo. Ma se ci fosse ….che ne so….qualcuno disposto a delle ripetizioni, allora!!” rispose, passandogli le braccia intorno al collo e sporgendosi con la chiara richiesta di un bacio.
Jared andò incontro a quel gesto e prima di baciarlo: “Dicono che io sia un ottimo maestro!”
“Magnifico!” esclamò ormai rilassato e sorridente Jensen, che non attese oltre e si prese quel bacio che tanto agognava.
Le bocche si unirono entusiaste. Unite perfettamente in ogni loro forma.
Le mani euforiche, presero ad accarezzarsi con passione, infilandosi però quasi con timore al di sotto della camicie.
Jensen si ritrovò a sospirare nel bacio che si stava scambiando con Jared.
“Che c’è?” sussurrò il giovane, mentre con altri baci leggeri, seguiva il profilo della mascella di Jensen, fino ad arrivare alla linea sensuale del collo.
“Questo….tu….noi…..” cercò di spiegare cercando di respirare regolarmente , dato che Jared non smetteva di baciarlo. “E’ così ...bello!!”
Jared sorrise compiaciuto. “Lasciati andare e “questo….tu...noi”...diventerà magnifico!” maliziò parafrasandolo.
“Mi fido di te!” rispose con una tenera dolcezza, Jensen.
Jared , allora, gli prese una mano e lo guidò verso il letto ma non lo fece né sedere né sdraiare. Gli mise le mani sul torace e piano iniziò a slacciargli i bottoni della camicia e quando questa fu aperta, si insinuò al di sotto della stoffa e risalendo fino alle spalle , la spinse verso il basso così da farla cadere al pavimento , leggera come una piuma. Chinò appena la testa così che le sue labbra potessero raggiungere quelle trepidanti di Jensen.
Fu un bacio dolce, incredibilmente intimo. Un bacio che voleva solo essere preambolo di qualcosa che sarebbe stato altrettanto dolce e intimo.
In quel bacio le mani di Jared , raggiunsero la cinta dei jeans di Jensen, l’aprirono e la sfilarono in un unico gesto deciso. Poi fu la volta del bottone dei pantaloni, vi infilò le mani, accarezzando i fianchi in tensione, avvicinandoli al proprio corpo, raggiungendo la parte bassa della schiena dell’altro, che si contrasse con un fremito quando sentì le dita di Jared, solleticargli la pelle accaldata.
Poi anche il pantalone di Jensen, scivolò verso il basso e a Jensen bastarono pochi movimenti dei piedi per scalciarlo via insieme alle scarpe.
Ora, solo con l’intimo, ormai aderente al corpo eccitato, Jensen fece un mezzo passo indietro.
“Lascia che io spogli te!” sussurrò mentre le sue mani già si avvicinavano al torace di Jared. Seguì lo stesso itinerario dell’altro.
Camicia, cinta, pantaloni. Lento, minuzioso, sensuale.
E quando anche Jared fu solo in intimo, Jensen si sedette sul letto, puntando un piede sul bordo e tirandosi verso il centro del materasso. Non servì altro invito a Jared per raggiungerlo.
I baci divennero umide carezze, le mani impararono velocemente cosa causava piacere, provocava brividi, faceva fremere di eccitazione.
Le gambe trovarono il loro intreccio perfetto. I corpi divennero un puzzle finalmente completo.
Rotolarsi tra le lenzuola, cercando il modo di stare il più vicino possibile, fu esaltante. Cercare quella giusta posizione per godere l’uno dell’altro fu eccitante. Perfino la loro voce trovò la giusta modulazione da unire al piacere che provavano: sospiri, ansimi, incoraggiamenti appassionati, suggerimenti peccaminosi !!
E quando quel desiderio , che piano piano si faceva sempre più cocente al basso ventre, divenne insopportabile, Jensen cedette alla dolce supremazia di Jared. Gli baciò le labbra arrossate, lasciò che le loro lingue danzassero quel tango appassionato che anche loro stavano ballando e fece spazio al suo amante.
Jared, non riusciva a smettere di baciarlo e in quel bacio, una sua mano ,scese piano tra i loro corpi avvinghiati e raggiunse la segreta intimità di Jensen. La carezzò, la stuzzicò, la rese docile al suo tocco e quando finalmente la vinse, oltrepassò quel caldo valico, facendo fremere di puro piacere Jensen, che si strinse a lui , abbracciandogli i fianchi con le gambe.
“Ti prego….ti prego….adesso. Non resisto più!!” sussurrò perso ormai in quel mare di sensazioni che Jared gli stava donando.
“Sei….sicuro?!” sembrò quasi volersi ancora assicurare Jared.
“Non voglio….altro.” ansimò, guardandolo negli occhi. E poi , temendo di aver reso male quello che voleva effettivamente dire: “Non voglio altro ...che te!” e si convinse di aver fatto bene , poiché sul volto dell’altro esplose un sorriso raggiante misto ad eccitazione pura.
E fu allora che Jared si mosse adeguatamente e scivolò nel corpo di Jensen. Un movimento unico, fluido, lento e sensuale.
I corpi finalmente uniti. I cuori unisoni. I respiri veloci.
E poi l’inizio di quella danza appassionata, dolce, ritmica. Eroticamente cadenzata. Le mani che si aggrappavano alle braccia, ai fianchi che si muovevano per tenere i corpi più vicini possibili, perché Jared aveva raggiunto quel punto preciso che era il piacere di Jensen, e Jensen, assecondando i movimenti di Jared, lo stava facendo impazzire. Fin quando…
“Oddio….oddio….sono….sono vicino….” ansimò Jensen, ormai in preda al piacere più profondo.
Jared lo baciò con passione, si spinse ancora una volta , con decisione, in quel corpo che lo aveva completamente soggiogato benchè fosse lui quello che stava guidando il tutto. “Lasciati andare….lasciati andare….” gli respirò sulle labbra tremanti.
E in quel momento, non servì altro. Ad entrambi.
Il piacere li raggiunse implacabile, bellissimo, forte e dolce al tempo stesso. Il corpo di Jensen si inarcò contro quello di Jared; quello di Jared si spinse ancora in quello di Jensen.
Un'unione perfetta, un piacere indescrivibile.
I cuori impazziti, il respiro spezzato, le labbra ancora unite in un bacio appassionato e intimo che attenuava il grido di quell’orgasmo incredibile.

   
 
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