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Autore: lmpaoli94    08/03/2020    1 recensioni
Il vento che soffia lieve sugli altipiani cinesi di una cittadina nascosta dall’occhio animale.
Furtivi passi mentre il silenzio regnava sovrano sulle vite dei cinque prescelti incaricati a proteggere la città.
Ma i nemici sono sempre in agguato a rompere quel silenzio che da millenni ha portato pace e serenità.
Le creature talvolta possono essere orribili e irrispettosi di tale silenzio, ma i cinque samurai hanno promesso a costo della loro vita che la pace dovrà essere quel momento infinito che non si può rompere per nessun motivo.
I loro maestri gli hanno insegnato che l’onore è tutto e che non si può rinnegare il prossimo o la bontà di chi l’ha sempre adorati.
Ma il loro futuro è in procinto di conoscere un tempo di violenza che potrebbe scaturire una guerra rischiando di cancellare per sempre gli insegnamenti passati e l’armonia di un luogo patrimonio della loro forza e vitalità.
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Oogway, Shifu
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Al povero Po gli tremavano le gambe dalla paura.
La sagoma oscura che aveva di fronte sembrava che fosse la condanna perfetta per tutte le sue malefatte.
< La prego, mi perdoni. Non ho fatto niente di male. >
< Hai svegliato me e i miei discepoli nel bel mezzo della notte per cosa? per scoprire e carpire tutti i nostri segreti? >
< Non l’ho fatto apposta. Sono un panda curioso. >
Appena la creatura si mostrò sotto i raggi lunari, Po si sentiva sempre più a disagio a guardare i suoi occhi seri pieni di rabbia e di rancore.
< Maestro Shifu, è un vero piacere incontrarla. >
Ma l’animale non disse niente, limitandosi a passeggiare intorno al giovane panda.
< La prego, dica qualcosa. Non rimanga in silenzio. >
< Talvolta il silenzio è più efficace di mille paura. >
< Posso capire la sua rabbia, ma le prometto che d’ora in avanti non la disturberò più. La prego, mi lasci andare. Domani mattina devo svegliarmi molto presto ad aiutare mio padre nel suo ristorante. Conta su di me in queste cose. >
< Qual è il tuo nome, ragazzo? >
< Po. Il mio nome è Po. >
< Po… Non credevo che i panda fossero originari di Wataki. >
< Sono sempre vissuto in questo lembo di terra, maestro. Così mi ha detto mio padre. >
< Chi è tuo padre? >
< Si chiama Ping, signore. >
< E che animale è? >
< E’ un anatra. >
Fissando in maniera imperscrutabile il panda, Shifu capì subito che l’animale era in serio pericolo non essendo originario di Wataki.
< Ragazzo, da questo momento non potrai mai più fare ritorno da tuo padre. >
< Che cosa? che vuole dire, maestro? >
< Tu hai sempre creduto di appartenere a questa terra… Beh, non è così. Il tuo passato non si lega con i nostri principi e il nostro sangue puro. Tu non fai parte di noi. >
< Ma mio padre mi ha sempre cresciuto in maniera degna e rispettabile. >
< Davvero? Se tu avessi avuto un po’ di cervello, questa notte non ti saresti mai avventurato nel mio tempio. >
< Sì, ha perfettamente ragione. Mi scusi maestro. >
< Basta con le scuse e i lamenti… Mi stai molto a cuore panda. E voglio aiutarti a ritrovare la retta via che ti permetterà di aver salva la pelle. Adesso vieni con me. >
Seguendo il maestro Shifu, Po non si sentiva lo stesso tranquillo.
Aveva paura che i suoi timori più profondi potessero prendere il sopravvento.
< Maestro, dove stiamo andando? >
< Sssh, silenzio > lo avvertì l’animale < Non vorrai mica svegliare le anime dei defunti di questo tempio, spero. >
< No, certo che no. È solo che ho paura del mio futuro maestro e mi stavo chiedendo… >
< Basta parlare > lo avvertì ancora il maestro < Presto potrai capire molte cose di questo posto. Ma non adesso. >
Continuando a rimanere in silenzio, Po contemplò i passaggi segreti e nascosti che il tempio del maestro Shifu aveva da offrire.
< Maestro Shifu, crede che incontrerò i cinque samurai che proteggono il villaggio? >
< Non lo so, panda… Ne saresti degno? >
< Non lo so. Me lo dovete dire voi, maestro. >
< Esatto. Hai detto bene. >
Ma Po si sentiva più confuso che mai: che cosa voleva dire Shifu con quelle parole?
< Maestro, non capisco. >
< Limitati a seguirmi senza fare domande. Non parlare se non sei interpellato. Questo non te l’hanno insegnato a scuola? >
< Purtroppo non sono mai potuto andare a scuola, maestro. >
< Capisco… Ecco perché continui ad essere diverso rispetto agli altri abitanti di Wataki. I bambini del villaggio non si sognerebbero mai di mancare l’istruzione adeguata per un futuro migliore. >
< Ma cosa serve la scuola se io e tutti gli altri abitanti di questo posto siamo condannati a rimanere rinchiusi in queste colline nascoste per tutto il resto della nostra inutile vita? >
< Perché adesso credi che noi abbiamo una vita inutile, ragazzo? >
< Non lei, maestro. Addestrare i cinque samurai deve essere un lavoro molto faticoso. >
< Non troppo visto le enormi soddisfazioni che mi danno. >
< Anch’io vorrei essere come loro. >
< Credo che in questo momento sia impossibile, soprattutto quando dietro il tuo passato non hai un istruzione adeguata al loro livello d’intelligenza. >
< Non serve l’istruzione per combattere. Bisogna allenarsi e avere tecnica. >
< Sai perché non diventerai mai un abile guerriero? Perché sono questi pensieri che ti danneggiano. Quando sarà il momento, capirai che i cinque samurai sono molto più colti e intelligenti di quello che possono mostrare… Adesso dimmi Po: se tu avessi avuto la possibilità, saresti mai andato a scuola? >
< Questo non lo so… Non saprei come mi sarei potuto trovare. >
< Peccato che questo peso non ti abbia limitato fino ad ora… Ma per imparare tecnica e forza, devi almeno saper leggere. Tu lo sai fare, Po? >
< Certo. Fino ad ieri leggevo fumetti… O almeno, ci provavo. >
< Non sono produttivi i fumetti. >
< Io almeno lì troverei interessanti se solo li potessi leggere. >
< E ti piacerebbe leggere un libro sulla storia di questo tempio? >
< Ne sarei onorato, maestro. >
< Certo… Ma prima devi essere condotto in un salone talmente vasto che utilizzo insieme agli altri samurai per contemplare e imparare altre arti marziali che servono nel loro combattimento con la spada. >
< Non ho mai incontrato i cinque samurai di persona ma da quello che ho potuto capire dai racconti della gente, i suoi discepoli non hanno mai usato la spada. >
< Perché non ce n’è mai stato bisogno, Po. Non sono mai scesi in un combattimento ufficiale. La pace regna questi luoghi… Ma per quanto, secondo te? >
< Non lo so. Lei lo sa, maestro? >
< Fino a quando qualche fanatico invasore distruggerà il nostro silenzio e la nostra pace combattendo in una guerra che ferirà solo il nostro animo. >
< I veri combattenti si riconoscono quando riescono ad essere più abili in una sfida. Vero, maestro? >
< Sì, è vero. Bisogna anticipare le mosse dei nemici se si vuole riuscire a vincere in qualche modo. Per questo io punto molto sull’intelligenza dei miei discepoli. >
< Maestro, davvero: sono più curioso che mai d’incontrarli. Quando potrà succedere? Me lo dica, per favore. >
< Prima dovrai riuscire a toccarmi, Po. >
< Toccarla, maestro? Per così poco? >
< Ti dico solo che i miei discepoli c’hanno messo quasi un mese per riuscire in questo intento. Tu pensi di essere più veloce di loro? >
< Che cosa c’è di così difficile? Anche se lei è piccolo, non può essere intoccabile. >
Ma nel mentre Po cercava di agguantarlo in tutti i modi, la sua fatica divenne improvvisamente insostenibile.
< Maestro, che cosa sta succedendo? Perché mi sento così stanco dopo aver fatto a malapena qualche movimento? >
< Benvenuto nella stanza dello spirito e del tempo dove il trascorrere degli eventi vieni bloccato e il tuo spirito diviene sempre più debole. >
< Ma cosa significa questa stregoneria? >
< Niente di quello che può essere più strano che troverai in questo posto… Faticherai per tutto il periodo necessario e il corso del tempo all’infuori di questa stanza sarà come fermo per sempre. >
< Io… Non ho mai sentito niente di simile. >
< La tua sarà una prova, caro Po. Voglio vedere se riuscirai a sorprendermi. >
< Si fidi, maestro. Quando voglio so essere un tipo imprevedibile. >
< Allora dimostramelo. Subito. >
   
 
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