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Autore: kikketta_directioner    09/03/2020    0 recensioni
"Cominci a pensare a come sarebbe stato se fossi stata più dura, se tu avessi portato maggior rispetto nei tuoi confronti... se avessi messo te prima di lui, prima di tutti.
E ti chiedi perché hai così tante paure da cui devi scappare.
Paura di restare sola.
Paura ad andartene... non sapresti nemmeno come elencarle. Non sapresti nemmeno se dargli importanza.
Ma cominci a pensare che oggi è una bella giornata, e lui... lui non è qui a renderla migliore.
Lui non è qui."
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO UNO

 Ti ho vista sai? 
 Era buio e faceva freddo. Pioveva anche, ma in modo forte e crudo. Tirava vento; infatti eri sempre impegnata a spostarti quelle ciocche di capelli da davanti il viso.
Eri nel posto sbagliato, e lo sapevi bene, ma non ti pesava molto.
Eri felice? Mentre ti apriva lo sportello della macchina e ti faceva sedere nel sedile accanto a lui.
Te lo sei detta proprio in quel momento:” Non sono né la prima né l’ultima”. Non hai avuto paura, ma quelle tue paranoie di sempre e le tue mille domande ti hanno fatto compagnia per il resto della serata… però sei rimasta anche se volevi chiedergli quale valore avessi in quel momento.
Ma tu lo sai già, eppure resti. Hai questo dannato vizio di restare fino all’ultimo, fino al momento in cui le persone ti feriscono. Ma non ci riesci a non andartene, anche quando sai a cosa stai andando incontro.
E così ti sei sbottonata la giaccia e hai allacciato la cintura di sicurezza. Hai pensato di stare bene, eppure una parte di te voleva andarsene.
Lui ha messo in moto sorridendoti, ma non l’hai notato; eri troppo impegnata a chiederti a cosa stesse pensando di te in quel momento.
Regnava il silenzio. L’unico suono che riuscivi a sentire era quello dei vostri battiti cardiaci. Ti sei chiesta a cosa stesse pensando, e il non poter ricevere risposte ti ha fatta spazientire. Eppure sei rimasta calma, facendo finta di nulla perché l’ultima cosa che avresti voluto fare era quella di trasmettergli ansia.
Agli uomini non piacciono le ragazze troppo insicure; preferiscono quelle con l’autostima al punto giusto.
Ma tu sei fragile, ed avevi paura che lui lo notasse.
E se dovesse succedere cosa fai? Che a stento riesci a respirare quando gli stai accanto.
Poi lui ha fermato la sua auto all’angolo di un grande parcheggio, sotto ad un piccolo portico. Ha abbassato il suo sedile, e così ti sei voltata a guardarlo.
<< Cosa fai? >> gli hai domandato, con l’aria di una ingenua bambina. Ma tu le sue intenzioni le sapevi benissimo. Ti ha sorriso mentre abbassava anche il tuo. Ti ha risposto baciandoti, regalandoti baci dolci, diversi da quelli altrui. Sà come prenderti quel ragazzo, ecco perché hai così tanta paura, perché pensi di non essere all’altezza e non in grado di camminargli accanto. Sei troppo complessata, e lui te lo ricorda spesso.
È successo nel modo più semplice di questo mondo.
Tu eri una preda troppo semplice, o meglio, fragile;
E lui un abilissimo predatore.
Ma eri felice.
Ma stavi bene.
Con quei finestrini appannati, i respiri sul collo, le mani a tenersi strette.
Per un instante non hai pensato a nulla. Forse è per questo che ti sei lasciata andare; hai lasciato andare via i pensieri altrui, cosa avrebbero potuto dire a riguardo i tuoi genitori, le amiche anche…
Hai lasciato andare via, senza accorgertene, una parte di te stessa, e così quando hai riaperto gli occhi e regolato il respiro faceva più buio, il vento era più gelido e tu, tu da quella sera non saresti stata più la stessa.
La piccola Giulia che, profondamente, piccola non è.
  
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