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Autore: Miss__Snape_03    12/03/2020    0 recensioni
In un afoso pomeriggio di fine Luglio Hermione Granger, nonchè la strega più brillante della su età viene rapita dai Mangiamorre
per avere informazioni su Harry Potter...
nelle oscure celle di Villa Malfoy viene sorvegliata da colui dal quale non si sarebbe mai aspettata nulla, Severus Piton. Ma il professore combatte dall parte sbagliata...o forse no?
Riuscira la piccola So/Tutto/Io a trovare uno spiraglio di luce in mezzo atutto quel buio della realtà che la circonda...e forse anche un po' nell'animo martoriato di quell' uomo dal mantello nero?
Amore,Suspence e tanto altro vi spettano in questa fan fiction che farà sciogliere anche il cuore più ghiacciato...
Genere: Fantasy, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aberforth Silente, Bellatrix Lestrange, Harry Potter, Hermione Granger, Severus Piton | Coppie: Hermione/Severus
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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7. Se solo tu sapessi   

 

Non ebbe neppure il tempo di realizzare il suo terrore che la porta della cella si spalancò e la stanza assunse un profumo di menta e erbe aromatiche. 

Avrebbe riconosciuto quell’odore ovunque. Di solito significava pozioni da preparare e sgridate immeritate, ma in quel caso aveva solo un odore di imminente disastro, greve, colpevole.

Ancora rannicchiata nel suo giaciglio, Hermione non era in grado di muoversi neanche di un millimetro.

 

Coraggio Hermione! Non essere codarda! Affrontalo! 

 

Con tutta la forza e la resistenza da Grifondoro che le rimaneva in corpo la ragazza si alzò in piedi di scatto e piantò i suoi occhi ambrati in quelli di lui.

Tuttavia, prima che potesse schernirlo con le parole, qualcosa nella sua figura attirò la sua attenzione: la sua veste era a posto ma leggermente malmessa, un’aria abbattuta e stanca opprimeva le sue spalle e le occhiaie avevano una preoccupante sfumatura violacea. 

 

Sarà stato troppo emozionato per dormire…

Ora mi torturerà...

 

Ma il pozionista senza muovere neppure un passo con un movimento della bacchetta fece apparire una piccola poltrona di velluto e ci si sedette con tutta la calma del mondo, dopodichè piantò i suoi occhi in quelli della giovane Grifondoro. 

Passò un minuto, poi due… Hermione pensò di poter svenire dall’ansia da un momento all’ altro.

Quando il suo cuore batteva talmente forte da fare male la ragazza urlò:- Cosa vuole da me? Se vuole farmi del male sarà meglio che si dia subito da fare!-

Severus alzando impercettibilmente uno degli angoli della sua bocca rispose in tono pacato:- Signorina Granger, mi sorprende, ha perso forse il suo contegno da orgogliosa ragazza testarda?-

- E’ lei che mi provoca, come al solito!-

- Signorina, la prego, si calmi. Non credo sia saggio da parte sua alzare la voce. Se fossi Bellatrix, in questo momento avrebbe probabilmente già perso l’uso di un arto.-

Lei si limitò a ridere, schernendolo con un pizzico di amarezza:- Oh sì, ma almeno lei non mente.-

Ci fu un silenzio scomodo, durante il quale si fissarono l’un l’altro, con odio, ripugnanza e qualcosa di impreciso, strano. Lui deglutì, come per fermare un commento acido che premeva per uscire.

Si ricompose, intrecciò le dita, sorreggendosi il mento, e finalmente parlò:- D’accordo, ho capito.

Lei è un osso duro, lo sa? Nessun prigioniero ha mai dato tanto fastidio a Bellatrix quanto lei.

Si è procurata una nemica terribile resistendo alla sua tortura, perché questo le ha fatto subire una delle più grandi umiliazioni nella sua splendida carriera da Mangiamorte.-

Hermione si limitò a ridacchiare senza il minimo divertimento:- Beh, che dire… Almeno ho fatto qualcosa di bello nella vita.- Fece una breve pausa, chiuse gli occhi, per poi spalancarli improvvisamente e assumere una faccia serissima:- Ma se le altre cose che ha da dirmi sono inutili come questa, ti consiglio davvero di andartene se non vuoi che io....-

- Che cosa, per esempio? Cosa vuoi farmi? Cosa puoi farmi? Pestarmi a sangue? Cruciarmi? Condannarmi a morte? Ragazza, pensa bene a quello che dici… Prima di dirlo.- Le regalò un gran sorriso sprezzante.

- Tornerò dopo.- 

La porta della cella si chiuse.

Era come se tutta la falsa determinazione e forza che prima aveva tirato fuori le fosse tolta all’improvviso. Crollò a terra, strisciò fino all’angolino più buio della cella, cercando di non piangere, e stette lì, in silenzio, aspettando.

 

Ha ragione questo bastardo, ha ragione. Non posso che essere dura con le parole. La solo violenza che mi è concessa è quella attraverso la voce.. Non ho scelta. Non posso fare niente. Non posso andarmene. Non posso fuggire. Non posso nemmeno resistere a tutto questo in eterno. Nemmeno sperare. Se comincio a sperare, troverò solo la delusione. Posso solo aspettare. Aspettare.


Il sole ormai era allo zenit quando arrivò la colazione.

Ma quando Hermione vide ciò che c’era su quel vassoio, si disse che ne era valsa la pena, di aspettare.

Un’omelette enorme dominava la scena, mentre un tè caldo, del latte, un succo di mela, una ciotola di miele, fette di toast, del prosciutto, una banana e un mousse di cioccolato facevano da contorno.

 

Perfetto,  adesso la fame mi fa venire anche le allucinazioni. Non penserai mica che i Mangiamorte ti preparino un banchetto come questo solo perché sperano che tu faccia “la brava bambina” e gli riveli tutto…

 

Ben presto, però, la giovane strega constatò che quella era stata probabilmente la più bella allucinazione che avesse mai avuto. 

Il gusto di quelle deliziose pietanze si irradiava per tutta la sua bocca era una sensazione quasi simile alla felicità che non provava più da tempo.

 

Sai cosa, Hermione? Chissenefrega se è un’allucinazione, me la voglio godere fino in fondo: non so nemmeno se vedrò il prossimo sole sorgere...

 

Finito il pasto la giovane strega aveva una miriade e di pensieri che le vorticavano  nella mente. Si distese per schiarirsi le idee, ma presto il suo cervello si rifiutò di ragionare e gli occhi le si chiusero da soli.

Dormì fin quando una voce profonda non la svegliò.

- Granger! Ma lei non fa altro che dormire?- 

Hermione, confinata nella sua prigionia e avendo contatti quasi unicamente con una sola persona, ormai non doveva sforzarsi per capire di chi fosse quella voce tanto ironica. 

Ma che cavolo aveva da ridere?!

Avrebbe voluto tirargli un pugno in quel preciso istante.

- Signorina, credo che tirarmi un pugno sarebbe controproducente nella sua... situazione.- 

Hermione si morse la lingua, limitandosi a incenerirlo con un’occhiata furibonda.

Decise di ignorare quell’intruso e si rannicchiò di nuovo nel suo letto spoglio.

- Granger ascolta...- 

- “Granger”? Cos’è, ho perso anche il mio titolo di studentessa adesso? Quindi non le dispiacerà  se la chiamo solo Piton, giusto?-

Il pozionista a metà tra il sorpreso e l’irritato rispose:- Certo, ma quando torneremo ad Hogwarts mi aspetto che tu torna a darmi del professore.-

Lei rise, incredula:- Quando torneremo ad Hogwarts?! Ma lei crede che potremmo andarcene di qui vivi?Ah giusto... sono solo io quella in pericolo... Lei non sarà per nulla preoccupato...-

- Mi scusi signorina Granger, basta chiacchiere, devo parlarle di una cosa importante, ho bisogno che lei collabori…-

A quel punto Hermione esplose: - Ah si? Io collaborare con lei!? Scusi professore, magari una pozione che le ha fatto perdere la memoria ieri sera, ma vorrei ricordarle che lei mi sta tenendo prigioniera, torturandomi, per non menzionare il fatto che ha tradito l’Ordine.

Mi perdonerà quindi se non voglio sentire più neanche una parola da lei!- 

Ancora prima che Piton potesse replicare, la giovane Grifondoro si era tappata le orecchie come una bambina che fa i capricci.

 

È inutile Severus…. non capirà.

Non puoi neppure provare a chiederle di collaborare.

Dopotutto quello che è successo non posso di certo biasimarla…

Sì, ma io sto rischiando la mia copertura e la mia vita per salvarla!

Non sei costretto...

 

Spinto all'esasperazione per quella situazione senza vie di scampo, per un attimo sentì il proprio controllo cedere alla rabbia e scattò verso la ragazza. Le si avvicinò da un centimetro dalla faccia. L’idea era quella di rivolgerle una delle sue frecciatine più salaci, anzi, questa volta avrebbe adoperato volentieri una palla di cannone, ma per qualche ragione che il suo cervello si rifiutava di comprendere, le parole gli rimasero bloccate in gola mentre guardava il suo viso e lo analizzava in ogni sua piccola imperfezione. I suoi capelli da pazza che probabilmente non avevano mai visto una spazzola, i suoi occhi ardenti che brillavano di quella odiosa grinta da Grifondoro, le guance fredde color miele e le sue labbra...

 

SEVERUS CHE COSA DIAVOLO INTENDI FARE?!

 

Senza essersene accorto aveva preso con le mani le spalle della ragazza, che aveva sussultato a quel contatto fisico così improvviso.

Subito Piton ritirò le mani, quasi impacciato e si maledisse in tutte le lingue possibili per ciò che aveva fatto.

 

Tu, Severus Piton, hai un serio bisogno di calmarti.

 

Si voltò e con tono quasi stanco annunciò che da domani non sarebbe stato più così clemente.

Doveva agire, prima che il Signore Oscuro si fosse accorto di qualcosa.

Ormai il tempo delle trattative era finito. 

 

Quella sera stessa Piton, come ormai sembrava fosse sua consueta abitudine, non riusciva a chiudere occhio. 

Casa sua era un disastro: pozioni, ingredienti di tutti i tipi, libri di incantesimi, ricettari, distillati di sua invenzione, appunti sparsi e giusto una piccola (e indispensabile) scorta di Whiskey Incendiario. Quello strano e disordinato panorama che sembrava rispecchiare perfettamente l’anima di quell’ uomo sempre ricurvo sulle sue cose a cercare una contorta soluzione a un altro contorto problema della sua ormai totalmente contorta vita.

Erano ormai ore che provava a cercare un qualcosa che sarebbe riuscito a fargli salvare la vita della Granger e possibilmente anche la sua dall’Oscuro Signore, ma ogni volta che gli sembrava di aver trovato qualcosa spuntava fuori un altro inghippo e doveva ricominciare tutto da capo. Possibile che neanche i suoi amati libri di pozioni, ai quali aveva tanto consacrato l’anima per tutta la sua vita potessero aiutare?

Passate ormai le due di notte il pozionista si lasciò cadere sulla sua fidata poltrona in lino che era anche il suo posto preferito per riflettere, rilassarsi, leggere… Avrebbe passato la vita su quella poltrona!

 

Cosa posso fare? Se non torturo la Granger neppure domani ai Mangiamorte verranno dei sospetti.

Finora sono veramente rimasto stupito dalla tenacia della mia allieva... Questa volta Bellatrix ha davvero esagerato. 

Destino disgraziato per lei, ma è stata impressionante, soprattutto con la Cruciatus.

Un incantesimo per provocare dolore insopportabile… 

Quanta sfacciataggine dimostra l’uomo, come se fosse lui che può decidere chi deve soffrire e chi no; quanta presunzione e scelleratezza, nell’ideare qualcosa che potrebbe ritorcersi su se’ stesso.

Cruciatus… se solo ci fosse un modo… una soluzione… un incantesimo che lo possa annullare… ma per inventare una contro-maledizione così potente ci vorrebbero mesi…

E che ne dici se….

 

Al pensiero subito seguì l’azione.

Il pozionista scattò in piedi e si tuffò sul suo tavolo da lavoro, dove passò la notte correndo di qua e là come un forsennato, mentre la sua mente sfrecciava senza riposo al solo scopo di salvare la stramaledetta vita della sua stramaledetta alunna. 

Ogni volta che era tentato di riposarsi gli tornava in mente la faccia della Granger distorta dalle convulsioni e la risata di Bellatrix alla vista del sangue di lei e ripartiva con una grinta folle.

 

Darmi da fare così tanto per una ragazzina, ma perché mai? 

Magari io….

Per Salazar! Severus Tobias Piton! non ti azzardare a pensarlo neanche per un secondo! Lo stai facendo perchè lei è importante per la causa di Silente e perché è un dovere salvare la vita di una tua allieva.

Si, come no. Ma che problemi hai? Cosa ti costa ammettere che…

Ammettere cosa?

Allora? COSA DEVO AMMETTERE, ESATTAMENTE?

Che la vuoi salvare anche per... altre ragioni.

E potresti illuminarmi su quali sarebbero?

La stimi così tanto che non permetteresti la sua morte. E’ così giovane e intelligente, deve ancora cominciare ad assaggiare la vita…

Quello che mi chiedo è perché cavolo ti preoccupi così tanto per una ragazzina di sedici anni… E’ strano.

Tante cose sono strane. 

Forse ti senti in qualche modo… obbligato ad accudirla? Per via del Patronus?

Ecco. Questo è strano. Ormai si è capito che non era uno scherzo. Ma perché diavolo l’ha mandato a me? Cosa c’entravo io?

Glielo chiederai quando o SE uscirete da questo casino. Ora che intendi fare?

La salverò.

A costo della tua stessa vita?

A costo della mia stessa vita.

Ma ora basta parlare con me stesso... sembro Albus.

 

Rimessi a posto i suoi pensieri (per quanto gli fosse possibile) riprese subito il lavoro. 

La notte passò anche per il pozionista che non ebbe neanche il tempo di pensare alla sua immagine che si godeva della comodità della sua amata poltrona, e in un baleno si ritrovò a dover partire per Villa Malfoy ancora una volta. 

La sua nuova pozione gli avrebbe concesso un po’ di tempo in più fino al concepimento del piano e con una buona dose di Whisky incendiario a dargli man forte alzò le sue fidate barriere occlumantiche e si Smaterializò portandosi appresso il profumo di un mischio degli ingredienti usati quella notte.

   
 
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