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Autore: Matagot    13/03/2020    1 recensioni
Lily Luna Potter era da sempre una piccola peste, [...] assomigliava violentemente alla madre [...] ed era, ad onor del vero, una bella ragazza di quindici anni, il cui aspetto angelico celava l’animo più pestifero che Hogwarts avesse avuto l’onore di ospitare dai tempi dei Malandrini.
[...]
Così crebbe Lily Potter: in mezzo ad una famiglia numerosa, per cui aveva imparato ad essere discreta;
attorniata da cugini e fratelli più grandi con caratteri decisamente forti, che le avevano insegnato a non tirarsi mai indietro e a non aver paura;
cresciuta da un Potter e una Weasley, cosa che le aveva permesso di sviluppare una grandissima curiosità per cose bizzarre o pericolose, un talento particolare nel cacciarsi nei guai e un’insaziabile e onnipresente voglia di torta di mele di nonna Molly.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Lily Luna Potter, Nuova generazione di streghe e maghi, Nuovo personaggio, Scorpius Malfoy | Coppie: Lily/Scorpius
Note: Lemon, Lime, Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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CAPITOLO 5



Scorpius Malfoy, Serpeverde, VII anno
 
Nelle Sale Comuni di tutte le case era stato affisso l’avviso in cui si annunciava che al banchetto serale non era necessario indossare le divise scolastiche e che, oltre ai normali abiti, erano accettati anche vari travestimenti di Halloween, festa amata sia dai maghi che dai Babbani e celebrata in modo non troppo dissimile.  Era inoltre comunicato che il banchetto si sarebbe protratto nella serata e che i coprifuoco erano stati modificati in via del tutto eccezionale, solo per quella sera. Gli allievi dal primo al quarto anno erano costretti rientrare nei rispettivi dormitori entro le ore 22:30, mentre ai più grandi era concesso andare a dormire a mezzanotte.

Olivia Parker ci aveva visto lungo e tutti l’avrebbero dovuto ammettere. I Prefetti di Grifondoro stavano cercando di placare l’isteria comune unita alla folle corsa verso i bagni di tutte le ragazze che davano gridolini eccitati, ottenendo niente più che la totale indifferenza ai loro richiami, ma non se la presero troppo. Nemmeno loro riuscivano più a resistere alla gioia e già il fatto di non aver rivelato ai compagni la sorpresa della serata era un enorme traguardo.
Chloe Caplan, Prefetto di Grifondoro, si trovava nel dormitorio femminile del quinto anno insieme alle sue compagne di stanza Lily, Annette e Cornelia, e tutte loro si stavano dando da fare nel caos più totale. Annette rovistava nel suo baule alla disperata ricerca di un qualche abito, e ormai su letto vi era una montagna di abiti ammassati alla bell’e meglio. Cornelia si stava truccando davanti allo specchio con Chloe in procinto di farsi una complicata acconciatura di fianco a lei. Lily era seduta a gambe incrociate sul suo baule. Aveva l’espressione particolarmente concentrata, resa buffa dalla sua abitudine di mordersi la punta della lingua quando si faceva pensosa riguardo a qualcosa. Aveva la bacchetta puntata contro uno dei suoi vestiti neri e borbottava qualcosa intanto che con la magia lo modificava. Ginny Weasley, sua madre, se la cavava molto bene con gli incantesimi di cucito e aveva trasmesso qualche conoscenza di base ad una figlia decisamente recalcitrante allora, dato che le serviva per rammendare tutti i calzini della casa, ma che al momento considerava davvero utile. La confusione durò per un’ora abbondante e infine furono pronte, nonostante le varie proteste di Lily riguardanti il travestimento di Cornelia, perché ‘Connie, come ti viene in mente di vestirti da regina delle farfalle ad Halloween lo sa solo l’animo dannato di Merlino’. Scesero al banchetto in fretta e furia, pronte a godersi la serata che si preannunciava elettrizzante.

 

 
La Sala Grande era adornata con centinaia di Jack-o’-Lantern che galleggiavano a circa tre metri da terra, tra cui spesso facevano lo slalom stormi di pipistrelli origami, stregati in modo da volare esattamente come quelli veri, ma lasciando alle loro spalle una scia di fumo verde profumata alla menta. La notte era cupa e nuvolosa, sfondo perfetto per tutti gli addobbi galleggianti. Le pareti erano state incantate in modo che sembrassero costruite con ossa e teschi di varie creature, lucenti di fresche macchie di sangue rosso e nero. I candelabri erano stati sostituiti da lanterne fluorescenti che colavano in modo da assumere la forma di serpenti, ragni o insetti vari. I lunghi tavoli dove i ragazzi si sedevano per i pasti sembravano enormi altari sacrificali già insanguinati e gli schienali delle sedie al tavolo degli insegnanti avevano le sembianze di lapidi sinistre che lanciavano sordi lamenti ogni qual volta qualcuno prendeva posto a tavola. I fantasmi della scuola fluttuavano per la Sala con orgoglio, trovando l’intero arredamento scenografico e decisamente di loro gusto.
Gli insegnanti e i Caposcuola si erano superati nelle decorazioni quell’anno, questo era innegabile.
 
Il banchetto fu un trionfo di leccornie a base di zucca, mele e verdura di stagione e l’atmosfera generale, a causa dell’abbandono della consueta divisa, si rivelò decisamente più festaiola del consueto e forse del consentito. La serata trascorse in modo più sereno del caos previsto, tranne per qualche brusìo al tavolo di Grifondoro quando Rose Weasley urlò inveendo contro qualcuno si ritrovò in testa una sgargiante chioma verde a spuntoni da punk o quando per dieci minuti la voce di Julian Ross venne sostituita dal ruggito di un felino ogni volta che tentava di parlare. Scorpius si era girato entrambe le volte a cercare con lo sguardo una chioma rossa e vedere se c’entrasse qualcosa, ma non riusciva a scorgerla al tavolo dei Grifondoro perché praticamente tutta gli studenti avevano sfoggiato maschere per la ricorrenza di Halloween, rendendo impossibile trovare una specifica persona nell’assembramento.
 
“Cosa guarda questo bel demone?”

Scorpius seppe che la vampira che si sedette a fianco a lui era Persephone ancora prima di guardarla.

“Nulla Seph, ma i Grifondoro continuano a fare baccano e quindi mi chiedevo cosa stesse succedendo.”

Scorpius si portò alle labbra, nere con screziature vermiglie come ogni parte del suo viso, una forchettata di purè. Pensò che se fosse stato troppo intento a mangiare, sarebbe riuscito a limitare la conversazione a poche battute.

“Beh, sono Grifondoro, è risaputo che nessuno di loro sia proprio un genio.”

“Tranne Wood, presumo.”

A Malfoy la risposta era scivolata fuori dalle labbra prima che se ne rendesse conto, un proiettile nel cielo. Persephone sorrise nell’aver finalmente scatenato una reazione nel biondino e l’effetto parve parecchio inquietante dato che esibiva due canini insanguinati. Si era premurata di sfruttare l’occasione per indossare un regale abito di seta color smeraldo che le calzava addosso come un guanto, tanto che si scorgeva quasi il movimento della cassa toracica che si abbassava e alzava al ritmo del suo respiro. La schiena era scoperta fino all’osso sacro e l’acconciatura abbinata, un elegante chignon, era studiata così da non coprire assolutamente la pelle esposta.

“Non sapevo fossi interessato alla mia vita amorosa.”

“Sarebbe stato difficile studiare ad Hogwarts senza assistere incidentalmente ad uno dei vostri show a luci rosse.”

Touchée.”

Lei miagolò quasi l’ultima parola, lasciando intendere i significati nascosti dietro a quella conversazione. Gli occhi azzurri di Persephone erano in tempesta, scesero dal viso di Scorpius alle sue spalle e torace, spogliandolo senza troppi complimenti, prima di venire interrotta da una voce lapidaria.

“Zabini, un mantello starebbe benissimo con il suo travestimento, aspetti che la aiuto.”

Con un colpo di bacchetta il professor Periwinkle, insegnante di Pozioni e direttore della Casa di Serpeverde, evocò un pesante mantello argentato che si strinse attorno al collo della studentessa, celando l’intero corpo.

“Decisamente scelta azzeccata, Professore.”

Il commento di Malfoy generò un sorriso nel docente, ma tutti sentirono nettamente il bollire rabbioso di un nuovo sentimento dell’animo di Persephone mentre si allontanava da Scorpius, altera e iraconda.
 
**

 
 
Un boato di voci esplose nella Sala Grande quando la preside fece sparire i tavoli, a banchetto finito, annunciando che seguendo suggerimenti dei Caposcuola degli anni passati, quelli sera ci sarebbe stato un gruppo ad esibirsi dal vivo, i Dark Phoenix avrebbero suonato ad Hogwarts. Invitò tutti ad abbandonarsi alla gioia senza dimenticare il regolamento scolastico, ma furono in pochi ad udire quella parte, dato il gran frastuono. Con un gesto plateale della bacchetta, Minerva McGonagall fece apparire ai lati della Sala dei piccoli tavoli circolari, agghindati con ragnatele, presso cui si sarebbero potute trovare bevande e piccoli dolcetti per chi ancora fosse stato affamato.

Gli insegnanti lasciarono il ripiano rialzato della Sala e si mescolarono agli alunni, così da far spazio alla band e agli strumenti. Le luci calarono e un vociare si sparse per la sala.

Ho sentito che sono giovanissimi, hanno tutti tra i 18 e i 20 anni!”

“Secondo voi faranno degli autografi dopo?”

“Spero che suonino Amor Mortis!”

“Svelta, andiamo sotto al palco!”

Un paio di colpi di batteria e la folla esplose gioiosa. La band iniziò a suonare, erano energici e davvero accattivanti da vedere. La chitarra elettrica sembrò turbare un pochino la preside e alcuni degli insegnanti più anziani, mentre il professor Paciock, insieme a Periwinkle e alla professoressa Frost di Difesa contro le Arti Oscure, i più giovani nel corpo docenti, tentavano di tenere il tempo in modo ridicolo, tale per cui si creò un imbarazzante vuoto intorno a loro.
Albus ciondolava la testa a ritmo di musica da dietro al palco apparso al posto del tavolo degli insegnanti, lui faceva parte dello staff a diretto contatto con i musicisti insieme a due prefetti rigorosamente maschi, dato che il gentil sesso aveva già dato prova di non potersi dare un contegno.

Scorpius e Jasper osservavano la folla da uno dei tavoli delle bevande. Jasper stava raccontando all’amico che avrebbe tentato di far ubriacare Persephone quella sera, oppure si sarebbe ubriacato lui e in ogni caso avrebbe fatto la sua mossa, quella era l’occasione perfetta. Aveva battuto l’indice un paio di volte contro la tasca dei suoi pantaloni e Malfoy dedusse che avesse una fiaschetta piena di qualche alcolico ricevuto di contrabbando. Dopo l’annuncio si volatilizzò a cercare la ragazza, perché la band stava ora iniziando una di quelle ballate zuccherose che ammaliavano le signorine. Scorpius gli augurò buona fortuna con una pacca sulla spalla, ma non si mosse, stava ancora cercando di identificare, nel buio e tra mille travestimenti, una certa Grifondoro.
Devo ancora chiederle di aiutarmi con la Zabini. Non ha niente a che vedere con oggi. Chissà se Rose Weasley aveva i capelli verdi per qualche suo dolcetto, devo chiederglielo. E poi mi è venuto in mente che non so quando è il suo compleanno, il suo posto preferito a Hogsmeade e…

I suoi pensieri furono interrotti dalla visione di Lily. Finalmente l’aveva trovata.

Stava ballando insieme ad un gruppetto misto di Grifondoro e Corvonero, si dimenava incurante di tutto. Lily non ballava come le altre, non sculettava e non tentava di apparire seducente, questo di sicuro, perché il ballo del robot che stava tentando di fare, con scarso successo, era tutto meno che sensuale. Lei saltava, rideva, scuoteva i capelli e non aveva paura di fare la buffona. Si poteva dire che ballasse nello stile Paciock sotto Incantesimo Rallegrante, ma con una luce negli occhi tale che risultasse tenera e divertente.

Indossava una tuta nera, integrale e aderente, su cui spiccava la riproduzione fedele di uno scheletro umano in bianco. Si era truccata il viso da teschio, sempre in bianco e nero, mentre i capelli non avevano subito nessun trauma, erano stretti in una coda alta e vaporosa così che non le rovinassero il trucco. Lily-Skeleton ora stava ballando come una papera, causando il soffocamento del cugino Hugo, vestito da pirata.

La musica cambiò e, dopo Sharpen your teeth, un pezzo decisamente adrenalinico, il gruppo intonò le prime note Drag me through hell under your spell, la loro più famosa ballad romantica. L’agitazione generale scemò e il pubblico si divise prontamente tra chi, sudato e accaldato, andò a prendere da bere ai tavoli e quelli che iniziarono a ciondolare al ritmo lento della canzone, da soli o i più fortunati in coppia.

‘So you can drag me through hell
If it meant I could hold your hand’

Hugo volse lo sguardo verso l’amica Corvonero e, dopo un breve attimo di indecisione condito dal rossore violento delle sue orecchie, cinse svelto il fianco di Cassie, come se l’essere lesto potesse rendere l’azione meno imbarazzante. Deglutì vistosamente, un tic nervoso che spesso lo coglieva in situazioni particolarmente tese e tentò di mostrare quello che voleva essere un sorriso affabile alla ragazza. Qualcuno dei presenti ridacchiò, un paio puntarono il dito contro di loro. Cassie, nonostante la sorpresa iniziale, gli fece l’occhiolino e iniziò a cantare a squarciagola dondolando insieme al rosso senza troppe lamentele. Hugo aveva stampato in volto il sorriso raggiante di chi aveva appena realizzato un sogno.

‘I will follow you 'cause I'm under your spell
And you can throw me to the flames’


Lily li lasciò, così che loro potessero vivere quel momento che tutti avevano intuito dovesse succedere prima o poi. Si asciugò la fronte dalla lieve patina di sudore e decise di prendere da bere. Si era già incamminata, ma un’idea le guizzò in mente, glielo si leggeva in faccia, nemmeno il trucco poteva nascondere le emozioni della Grifondoro. Aveva il suo sorriso, quello di chi sta per combinare qualcosa di davvero divertente e virò decisa verso l’uscita.

‘I will follow you, I will follow you.’

Malfoy stava osservando Lily da un po’ e, vedendola accaldata, aveva afferrato una Burrobirra prima di dirigersi verso di lei per offrirgliela e avere una scusa per intavolare la conversazione rimandata per tutto il pomeriggio. Le stava andando in contro, ma lei aveva cambiato direzione e stava uscendo dalla Sala Grande, con un alone scaltro e malizioso ad attorniarla. La osservò dileguarsi nella folla e non seppe cosa lo spinse a seguirla, forse la mera curiosità, forse l’atmosfera che era calata sulla sala o forse perché era l’occasione perfetta per chiederle aiuto con la Zabini. Scansò velocemente una stizzita Caposcuola Parker che tentò di fermarlo poggiandogli una mano sull’avanbraccio e uscì anche lui dalla Sala.

Tallonò Lily silenziosamente fino a che non la vide infilarsi in un’aula studio. Era saggio seguirla lì dentro? Presumibilmente sarebbero stati soli. Soppesò l’idea di rimanere da solo con lei e tutte le implicazioni che potevano nascere dalla situazione, ma si decise ad entrare poco dopo.

“Hey Potter, volevo chiederti un favore.”

Vide Lily con le labbra poggiate su una piccola bottiglietta di vetro intarsiata, stava trangugiando del liquido trasparente il cui odore pungente rivelò a Scorpius si trattasse di una bevanda alcolica, sicuramente procurata attraverso loschi giri. Lei spalancò gli occhi, beccata in pieno, complimenti Lily. Dovevi portarti dietro la Mappa del Malandrino, pivella. Lily si portò la mano alla bocca per rimuovere i residui di Acqua Allegra dalle labbra e nascose velocemente la bottiglietta all’interno del suo stivale. Tutti sapevano che il consumo di bevande alcoliche era proibito ai maghi minorenni e ancor di più all’interno delle mura scolastiche. Era risaputo anche che qualcuno riuscisse ad introdurre illegalmente delle scorte, trangugiate alla veloce durante qualche festicciola non autorizzata, quindi gli insegnanti e i Prefetti stavano sempre all’erta, tant’è che all’interno della Sala Grande, le coppe erano state stregate in modo che, a contatto epidermico con un minorenne, tramutassero in innocuo succo di zucca i pochi bicchieri di vino elfico che giravano.

“Non osare fare la spia, Malfoy.”

Lily cercò di mostrarsi decisa e impavida, poggiò le mani sui suoi fianchi sporse in fuori il mento, il tono di voce sfidava a ribattere. Era bella, fiera, come un’indipendente amazzone, ma il tentativo risultò troppo debole per intimidire il ragazzo.

 “Non è necessario che tu sia tanto aggressiva.”
 
Il cuore di Lily prese a martellare forte, questa volta non l’avrebbe passata liscia. Scorpius, ineccepibile allievo del settimo anno e migliore amico del Caposcuola, non si sarebbe fatto remore a denunciarla alla preside. La vera paura di Lily però aveva le sembianze di Albus Potter mentre le faceva una sfuriata e raccontava tutto a quei genitori che, ormai tediati di tutti i tafferugli causati dall’ultimogenita, avrebbero scosso la testa per l’ennesima delusione prima di spedirla in qualche collegio femminile decisamente severo e farle terminare gli studi magici là, come spesso minacciavano di fare.

“Non dirlo ad Al, ti prego.”

In pochi avevano sentito la voce di Lily con voce così implorante. Scorpius non aveva intenzione di tradirla, non seppe neppure lui spiegarsi il perché, forse era per il momento che avevano condiviso quel pomeriggio, forse perché Lily rendeva ogni cosa divertente o per gli occhi da bambina che sembravano ancora più grandi sotto al trucco. Stava per dirglielo, voleva rassicurarla e vedere il panico scemare dal suo viso, quando entrambi udirono distintamente un pesante vociare accompagnato dai innumerevoli passi. Il coprifuoco per i giovani doveva essere appena scattato, perché sopra ai lamenti di chi a letto non ci voleva andare, si udirono i rimproveri di vari Prefetti che coordinavano il rientro alle Sale Comuni.

“Non provate ad infilarvi nelle aule studio o vi metterò in punizione. Chi ha aperto quella porta?”

A Lily si gelò il sangue nelle vene quando udì la voce del fratello. Sarebbe venuto a controllare a breve e la sua vita sarebbe finita in quell’istante. Ebbe pochissimi secondi per riflettere e salvare il salvabile. La mente vorticò veloce, vagliò ogni singola via di uscita, ma tutte le idee risultavano troppo inconsistenti per riuscire a fregare Albus, lui era troppo sveglio.

“Malfoy, ho un’idea, Albus leverà presto dalle scatole.” Bisbigliò lei mentre si avvicinava a lui.

Lei gli prese entrambe le mani e se le poggiò senza troppa grazia sui fianchi. Lui disegnò una piccola O con le labbra, a metà tra lo sconcertato e il confuso. Se non fosse stato truccato, Lily avrebbe potuto vedere il suo incarnato pallido diventare dello stesso colore dei capelli della Weasley. Cos’aveva in mente quella piccola mina vagante? Cosa stava succedendo? Il nostro primo bacio sarà così? Scorpius si diede mentalmente dello stupido ed imbrigliò la valanga di pensieri che gli stava bruciando il cervello. Davvero Scorp? Pensi a qualcosa del genere ora?

“Lily ferma, cosa fai?”

Lei si alzò in punta di piedi, gli prese sbadatamente le guance tra le mani e si avvicinò inesorabile al suo viso. Scorpius iniziò a fantasticare a briglia sciolta, perso nell’osservazione delle labbra, delle ciglia e degli occhi di Lily. Inconsciamente la strinse più vicino a sé facendo una leggera pressione con le dita e sentì che lei faceva lo stesso sul suo collo, per abbassarlo e ridurre il divario tra le due altezza. Scorpius assaporò il calore dei fianchi femminili sotto i polpastrelli e non poté che soccombere alla carezza del respiro della Grifondoro che gli pizzicava il collo.

Lily aveva lo sguardo fisso nel suo e maledizione Scorpius non riusciva a sfuggire a quegli occhi. Lei si stava avvicinando sempre di più a lui, quella lentezza era sfiancante però. Scorpius abbassò impercettibilmente il mento, ormai il momento dell’impatto tra di loro era prossimo, sentiva il suo respiro salire dal collo al suo viso, inesorabile. Qualcosa cambiò negli occhi di Lily. A pochi millimetri di distanza, lei abbandonò la risolutezza meccanica con cui aveva agito finora e si perse nello sguardo di Scorpius. La maschera canzonatoria e strafottente si era sciolta e ora stava fissando le labbra del Serpeverde con intensità, come se fosse in trepida attesa. Scorpius inspirò dopo molto, non si era nemmeno accorto di trattenere il respiro fino a quando non si sentì quasi soffocare. Lui sapeva già, conosceva già il profumo che avrebbe sentito una volta che non avrebbe più potuto resistere in apnea. Ecco di cosa odora l’Amortentia.

“Ragazzi, il coprifuoco è scattato, a letto!”
 

Albus Potter, Caposcuola, Serpeverde, VII anno

 
Albus fece il suo ingresso con passo sostenuto, ma nemmeno lui era preparato alla scena che gli si parò di fronte. Qualcuno aveva, per la prima volta, lasciato Albus Potter senza parole. I tre si scrutarono per un paio di secondi e Al colse l’occasione per fare una breve analisi della scena vista. Nonostante l’ostinazione con cui la sua mente frullava, non trovò nessuno scenario che spiegasse il perché Lily e Scorpius fossero avvinghiati se non… beh, se non un bacio.

All’ingresso del Caposcuola, entrambi avevano frettolosamente sciolto l’abbraccio e si erano allontanati di un passo l’uno dall’altra. Le azioni simultanee però avevano sortito l’effetto plateale di una coreografia eseguita goffamente. I due avevano le facce colpevoli di chi era stato colto in flagrante, ma se per Lily questo equivaleva all’espressione naturale che regnava sul suo viso dall’infanzia, su Scorpius l’effetto era quantomeno singolare, qualcosa da lasciare in eredità ai posteri.

“No, per voi in effetti il coprifuoco è tra un’ora e mezza.”

Albus accennò ad un sorrisetto beffardo. I due erano impacciati, resi imbranati dall’imbarazzo e indescrivibilmente ridicoli con quelle smorfie. Forse il piano contro la Zabini aveva funzionato inaspettatamente troppo bene. Albus diede un’alzata di spalle e fece per andarsene in silenzio, ma Scorpius lo fermò.

“Non è come sembra.”

Scorpius, assolutamente a disagio, cercava di mantenere il contegno di sempre, non riuscendoci.

“Esatto, io e Scorpius… Nella Sala Grande c’era confusione… Lui! Lui doveva chiedermi una cosa, cioè, siamo venuti qui per questo!”

Albus non tentò nemmeno di indagare su quello che la sorella gli stava dicendo, aveva solo una gran voglia di sghignazzare, ma si stava trattenendo per non far esplodere dalla vergogna i due. Alcuni comportamenti di Scorpius ora potevano finalmente trovare una spiegazione.

“Certo! Lily ha accettato di darmi una mano, sai quella cosa no Al? Quella per cui lei doveva aiutarmi a liberarmi di Persephone? Quell’idea geniale che è venuta in mente a te, lo sapevi che glielo avrei chiesto no? E Lily ha accettato.”

“E questo era parte del piano contro Persephone?”

Albus non riuscì ad evitarselo, aveva tentato di abbandonare la stanza in fretta, ma loro si erano ostinati a voler spiegare qualcosa che, anche per persone non dotate della perspicacia che deve possedere chi sogna la carriera da Auror, era abbastanza ovvio. Il sorrisetto malizioso sul suo viso ormai si era trasformato in una risatina alla sua stessa battuta, che uscì ancora più preponderante quando vide sua sorella passarsi il pollice sulla gola con espressione feroce, una muta minaccia di morte.

Malfoy sembrava lievemente sollevato dalla spiegazione che lui era riuscito a raffazzonare nel breve tempo concesso prima che Albus infierisse. Implorò con lo sguardo l’amico, invitandolo ad andarsene, conscio di cosa lo avrebbe aspettato al rientro nel dormitorio.
Il Caposcuola Potter, avendo deciso che la sua presenza era sicuramente richiesta altrove, li lasciò soli lanciando una breve risata.
 
“Vedi, dovevi fidarti. Non gli è nemmeno venuto in mente che stessi combinando qualcosa e la mia acqua allegra è al sicuro. A proposito, ne vuoi? Io non l’ho mai provata, ma hanno detto che è uno spasso!”
 
**


Amelia Firestorm, tastierista della band Dark Phoenix
 
Albus tornò nella Sala Grande con un ghigno divertito stampato in volto mentre ripensava al panico che aveva animato l’amico e la sorella. Dribblò un paio di domande di Persephone su dove si trovasse Scorpius, sghignazzando nel riferire che fosse da qualche parte con Lily e proseguì verso il palco, ignorando le lagne della ragazza.

Gli strumenti erano stati riposti e la band aveva lasciato il palco per far spazio ad una specie di futuristico grammofono azzurro pieno di manopole e levette, mosse agilmente da un ragazzo che si stava occupando dell’intrattenimento. Il dj fece un cenno ad Albus, che rispose. Era infatti un ragazzo poco più grande di lui, all’epoca di Hogwarts faceva parte della cricca del fratello e Albus aveva sentito che, intrapresa la carriera musicale, si esibiva spesso nei locali magici lì in Scozia.

Olivia Parker, a fianco del dj, osservava altera i comportamenti della gente in Sala. Aveva appena requisito un paio di fiaschette di Whiskey incendiario ad un gruppetto di Tassorosso del sesto anno e la cosa l’aveva messa all’erta. Aveva una piccola rughetta di espressione tra le sopracciglia, sembrava che stesse cercando minuziosamente qualche situazione in Sala Grande che richiedesse il suo intervento. Dal suo posto di vedetta, indicò ad Albus di recarsi dietro le quinte allestite per l’occasione, sicuramente per dare una mano durante lo smontaggio.
Albus non perse tempo e si recò dove indicato, pronto a darsi da fare.

In futuro non seppe poi ben spiegare come si ritrovò a parlare con Amelia Firestorm, la tastierista dei Dark Phoenix. Lei aveva visto Albus e, riconoscendolo come uno dei ragazzi che dovevano dar loro una mano, lo aveva chiamato per aiutarla a radunare tutte le sue cose e infilarle nel baule. Non sono mai stata troppo brava negli incantesimi domestici, aveva detto, prima di scoppiare in una risata cristallina.

“E quindi voi ve ne state qui a pattugliare la festa senza godervela?”

“L’ingrato compito dei Caposcuola, a qualcuno tocca.”

“Ad Ilvermorny non ci sono Caposcuola, ma in effetti le feste non sono così. Sete? Sto morendo disidratata.”

Dopo pochi minuti, Albus scoprì che Amelia aveva frequentato la scuola di Magia statunitense, diplomandosi due anni prima e subito dopo il diploma era partita per l’East Sussex e far visita a dei parenti.

“È stato lì che ho conosciuto questi maledetti.” disse con un cenno del mento verso gli altri tre componenti del gruppo. Amelia raccontò di quando, un giorno, vide l’allora gruppo sconosciuto esibirsi in un angolo della piazza. Brighton era decisamente affollata in quel periodo, perché la città costiera era una nota meta turistica. Si era fermata ad ascoltarli perché avevano un qualcosa di davvero affascinante e si complimentò con loro, augurandosi che li avrebbe sentiti ancora in giro. Lei andò a sentirli un altro paio di volte nei pub vicino al Brighton Pier e presto divennero amici. Saltò fuori che anche lei suonava e le proposero una jam session alla fine di una serata sulla spiaggia. Quella festa era fantastica, c’erano un sacco di ragazzi di ogni parte del mondo stretti intorno ad un falò o intenti a ballare a piedi nudi sulla sabbia. Amelia accettò, semplicemente per divertirsi, ma tutto cambiò quando dopo quella sera, ai Dark Phoenix arrivarono parecchi ingaggi. Avevano trovato l’elemento mancante.

“Hey Potter, hai visto Malfoy?”

La Corvonero Olivia Parker era corsa frettolosamente verso di lui, aveva l’aria nervosa e particolarmente infastidita, continuava a mordersi il labbro inferiore per sfogare l’irrequietezza.

“Pensavo non vi parlaste più.”

Albus mantenne il tono pacato, ma tutto nella sua postura e nel suo sguardo suggerì che era particolarmente guardingo a tal proposito.

“Sì beh, lascia stare, andrò a cercarlo io.”

La Caposcuola svanì a passi pesanti, come se volesse spaccare il pavimento sotto di lei tanto che era inquieta, alla ricerca del povero ragazzo che aveva avuto la sfortuna, evidentemente, di irritarla.
 
“Ah, quindi in realtà dovrei chiedere io l’autografo a te! Pensavi di tenermi segreta la tua celebrità ancora per molto?”

Amelia gettò indietro la testa per ridere e se normalmente ad Albus non andava a genio essere giudicato per la notorietà del padre, stranamente quel commento da parte della ragazza non lo turbò. In effetti, era così poco turbato che scoppiò a ridere e per un attimo svestì i panni dell’autorità.

“Facciamo che io ti faccio un autografo se tu mi fai il tuo.”

Cretino, questa è proprio una di quelle cavolate che direbbe James per rimorchiarsi le tipe.

“Facciamo che il mio lo devi vincere, signor Potter.”

Albus sorrise, evidentemente tanto azzardo non aveva spaventato la ragazza appena conosciuta. Anche lei stava sorridendo e, dopo avergli fatto cenno verso la pista da ballo, lo prese per mano per trascinarlo verso il centro della Sala.

“Firestorm, aspetta! Se vai tra il pubblico, ti assaliranno per degli autografi.”

“Allora ci toccherà ballare qui dietro alle quinte.”

Lei spostò una ciocca di capelli biondi e rosa dal viso e iniziò a scatenarsi. Albus rimase un attimo impalato e, quando lei lo invitò ad unirsi a lei con l’indice, lui non se lo fece ripetere due volte.


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Angolo Autrice
Ciao a tutti! Scusatemi, il periodo è un po' quello che è, lo sappiamo tutti, quindi al momento ho decisamente molto poco tempo per scrivere.
Ringrazio tutti quelli che continuano a recensirmi, mi aiutato davvero tanto, non avete idea di cosa voglia di per un autore sentire così tanti feedback.
I Dark Phoenix sono del tutto ispirati ai Bring Me The Horizon, band che a me piace molto. I titoli delle canzoni non sono le originali della band, perché ho tentato di declinare il tutto in chiave più magica. La canzone di cui ho riportato il ritornello è Follow you, sempre dei BMTH, ma voi siete liberissimi di immaginare i Dark Phoenix come la band che più vorreste ad un vostro ipotetico ballo scolastico :)

Spero di riuscire ad aggiornare presto e che questo capitolo vi possa aver intrigato.

Baci!
Matagot

 
   
 
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