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Autore: Nymeria87    13/03/2020    5 recensioni
dal testo:
“Ti sta bene tutto questo?” le chiese d’un tratto in un sussurro indicando con la mano le tavolate difronte a loro.
Sansa lo guardò curiosa soppesando per un momento la sua espressione costernata mentre cercava di comprendere il significato delle parole di Jon.
[...] “sei un uomo di valore Jon, ti meriti tutto questo, lo hai dimostrato sul campo di battaglia!”,
“Sono quasi morto sul campo di battaglia, e lo sarei se non fosse stato per te!”.
“Hai rischiato tutto per il Nord, è questo quello che loro vedono, un uomo che darebbe la vita per la sua terra e la sua gente...”
Per il Nord, certo, ma avrei dato la vita anche solo per te Sansa, sei stata il mio ultimo pensiero prima dell’impatto con le armate Bolton.
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Ripartiamo dalla settima stagione ripercorrendo gli eventi visti nella serie ma andando a scavare un pò piu’ a fondo, attraverso i gesti e le espressioni che hanno fatto galoppare la mia mente molto lontano, a coltivare congetture e ad immaginare ciò che (ahimè) non abbiamo potuto vedere.
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Jon Snow, Sansa Stark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incest
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I venti del Nord non smettevano di soffiare gelidi, nonostante la neve avesse già ovattato ogni pietra delle mura circostanti di Grande Inverno. Jon percorreva nervoso i camminamenti del parapetto, seguito da sua sorella che incedeva al suo stesso passo, subito dietro di lui.
“Tu sei mia sorella, ma io sono il Re ora!” sbottò in tono incisivo lui, voltandosi leggermente a cercarla con lo sguardo, per mettere in chiaro la sua posizione una volta per tutte, anche rispetto ai suoi confronti.
“Inizierai a portare la corona quindi?” lo accolse tagliente lei,
“quando metti in discussione le mie decisioni, di fronte agli altri Lord e Lady indebolisci la mia autorità!” le spiegò lui irritato sorvolando sul suo commento aspro,
Dei , come fai a non rendertene conto San?
“quindi non posso più contestare le tue decisioni ora?” chiese lei,
“certo che puoi ma...”
“Joffrey non ha mai lasciato che qualcuno contestasse la sua autorità, pensi sia stato un buon re?” chiese lei determinata, superandolo a fronteggiarlo, mentre andava a valutare l’effetto delle sue parole sul viso di lui.
 
Era la prima volta che le sentiva fare il nome di Joffrey direttamente, la prima volta dopo la sera in cui si erano ritrovati al Castello Nero, anche se adesso non c’erano lacrime a rigarle il viso; Sansa si era completamente forgiata di tutto il suo passato, ma la corazza si era trasformata in un’arma e Jon non poteva credere che in quel momento lo stesse paragonando a quel ragazzino crudele e viziato.
“Credi che io sia Joffrey?” chiese sdegnato e indispettito.
 
Sansa liberò un sospiro facendo vagare lo sguardo,
Ma come ti viene in mente Jon...
Tornò a guardarlo, con occhi più docili, quasi a scusarsi per quanto Jon avesse travisato il suo discorso,
“Sei più distante da lui di chiunque io abbia mai conosciuto” rispose sincera.
“Grazie” l’accolse lui sollevato, prima di fugare lo sguardo sul cortile.
Sansa lo guardò affascinata, non riuscendo a celare un sorriso melanconico: “sei veramente bravo, lo sai?”.
“A fare cosa?” chiese lui sovrappensiero prima di incatenarsi ai suoi occhi pervinca,
“a regnare” rispose semplicemente lei, prima che Jon potesse negare in un sospiro distratto quel velato seppure esistente riconoscimento da parte della sorella.
“lo sei” cercò di richiamarlo lei,
Non dico tanto per dire Jon, è la verità...
Fce un passo verso di lui prima di ripetere: “lo sei!”; no voleva solo sottolineare quanto lei ci tenesse davvero ma voleva sopratutto fargli capire quanto fosse dispiaciuta per averlo messo in imbarazzo con il suo comportamento verso i Lord del Nord.
Jon si voltò sospirando, quasi titubante quando andò ad incontrare il suo sguardo meravigliosamente accogliente, ed un fremito lo percorse, mentre cercava di negare quella spinta selvaggia che lo portava sempre verso di lei: bramava le sue parole, bramava la sua approvazione, bramava qualunque cosa potesse prodigargli.
“Ti rispettano, lo fanno davvero, ma dovresti...” cercò lei, prima che Jon liberasse un sorrisetto sarcastico, incapace di trattenersi dal lanciarle un’occhiata indulgente seppur velatamente amara.
“Perchè stai ridendo?” chiese lei stranita, non riuscendosi a spiegare lo sguardo sardonico di Jon che riprese a camminare, trascinandosela dietro per inerzia.
“Cosa era solito sempre dire nostro padre? – tutto quello che precede la parola ma è una stronzata” spiegò lui, mentre un sorriso nostalgico andò a dipingersi sul viso.
“Non l’ha mai detto a me” replicò stranita lei seguendo i suoi passi.
“No certo, evitava le volgarità difronte alle sue ragazze” le accordò lui voltandosi a guardarla.
“Voleva cercare di proteggerci. Non voleva  che vedessimo quanto il mondo fosse sporco in realtà ma... nostro padre non poteva proteggermi e neanche tu, quindi smettila” continuò lei, d’un tratto nervosa per essere continuamente trattata come una bambina.
“D’accordo, io smetto di proteggerti e tu smetti di sminuirmi” replicò esausto Jon continuando a camminare, volgendo il suo sguardo altrove, stanco di dover continuare a riproporre continuamente la sua posizione e il suo ruolo, soprattutto a lei.
“Non stò cercando di sminuirti!” arguì esasperata la ragazza cercando di richiamarlo con il tono della voce, per poi andare a ghermirgli improvvisamente il braccio per farlo voltare, urgente nella necessità di guardarlo negli occhi, urgente di farsi ascoltare, urgente di essere coinvolta da lui, nei suoi pensieri e nelle sue riflessioni.
Jon, si voltò ad incontrarla, sentendo la stretta della ragazza sul suo braccio, che non cessò di esistere, continuando quel contatto ardente, tanto tormentato da fargli abbassare lo sguardo a controllare che la mano di Sansa fosse veramente li e continuasse ad essere ancorata a lui.
“Devi essere più attento di nostro padre” lo soggiogò lei, “ed essere più astuto di Robb” continuò con occhi vibranti, specchiandosi nei suoi così profondi da permetterle di affogarvi dentro, “li amavo e mi mancano da morire, ma hanno commesso degli stupidi errori ed hanno perso le loro teste per questo!” disse lei cacciando indietro le lacrime, speranzosa di essere stata chiara rispetto a ciò che voleva dirgli.
Hai bisogno di me, come io di te...
Ma Jon non poteva permetterle di dargliela vinta, non questa volta, e di certo non poteva rispondere a quello che lei realmente gli chiedeva: “e come dovrei essere più astuto? Ascoltando te forse?” chiese con una punta di arroganza.
Sansa liberò un sospiro, non era facile per una donna farsi ascoltare e lei non voleva altro che quello: “sarebbe poi così terribile?” chiese in un sussurro, gentile in tutta la bellezza dei suoi occhi sinceri.
Jon le restituì il sospiro, perso nei suoi occhi larimar, sommerso da quella grazia infinita e da quel sentimento che lo tormentava ogni volta.
Tu mi farai impazzire Sansa Stark...
Jon risultava iper-reattivo nei confronti di lei: qualsiasi cosa Sansa dicesse, era in grado di sconvolgerlo o di fargli saltare i nervi, lei lo destabilizzava con una facilità innegabile e questo Jon non lo sopportava.
 
Un incedere di passi interruppe quello scambio impellente di sguardi:
“un corvo, giunto ora da Approdo del Re, Vostra Grazia!”, Maestro Wolkan allungò un involto verso Jon, che colse l’occasione per recuperare la freddezza del suo ruolo.
Sansa accolse l’inchino del Maestro prima di vederlo tornare da dove era arrivato, poi si voltò ad incontrare Jon, intento a srotolare il messaggio e a leggerlo.
“Cersei di casa Lannister, prima del suo Nome, Regina degli Andali e dei Primi Uomini, Protettrice dei Sette Regni...” lesse lui mentre si spostarono sui bastioni.
“Che cosa vuole?” chiese Sansa cercando di trattenere la morsa che andò a stringerle lo stomaco.
Jon prese ad osservare i campi innevati che si stagliavano immacolati di fronte a loro, volgendosi col corpo verso di lei, come se volesse accoglierla nei suoi pensieri: “vuole che mi rechi ad Approdo del Re per giurarle fedeltà, se non ho intenzione di subire il destino di ogni traditore”.
Sansa si voltò a seguire lo sguardo di lui, come a voler fuggire dal significato implicito di quelle parole.
Non di nuovo, non un altro membro della mia famiglia...
“Sei così consumato dal pensiero del nemico che arriva dal Nord che hai dimenticato quello che giunge dal Sud”, quelle parole le uscirono senza pensarci, come se volesse sfogare su di lui la frustrazione del pensiero che Cersei potesse nuovamente controllare la sua vita e gli eventi che l’avrebbero toccata.
Jon tornò a guardarla, richiamandola alla realtà della situazione: “sono preoccupato per il Re della Notte perchè l’ho visto, e credimi, non peseresti ad altro se l’avessi visto anche tu!” asserì snervato, come se lei lo mettesse costantemente alla prova;
“abbiamo ancora la barriera  tra noi e il re della Notte, mentre non c’è niente che possa proteggerci tra noi e Cersei”,
“ci sono mille miglia tra noi e Cersei. L’inverno è arrivato e i Lannister sono un’esercito del Sud, non si spingeranno mai così a Nord” continuò lui tranquillamente, sicuro di quello che le diceva.
“Tu sei uomo di guerra ma io la conosco” asserì lei cercando il suo sguardo, cercando di trasmettergli la verità più preoccupante di cui era a conoscenza: “se sei suo nemico, non si fermerà fino a che non ti avrà distrutto. Ha trovato il modo di uccidere chiunque l’abbia mai ostacolata.”
Jon contemplò il suo sguardo per un lungo momento, a labbra serrate, come se avesse intravisto qualcosa nei suoi occhi oltre al panico:“suona come se tu l’ammirassi” constatò, inconsapevole di quello che lui stesso provava in quel momento.
Sansa fugò il suo sguardo indagatore, sentendosi quasi in colpa per i sentimenti contrastanti che aveva provato e provava tuttora per quella donna così tenace: “Ho imparato tantissimo da lei” riuscì solamente a dire, prima di fugare lo sguardo verso le bianche vallate del Nord.
   
 
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