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Autore: Il cactus infelice    15/03/2020    4 recensioni
Estate 2020. Il riscaldamento globale colpisce non solo il mondo Babbano, ma anche quello dei Maghi. La frenesia dei social, della tecnologia, sta travolgendo anche i maghi e le streghe. Bisogna tenersi al passo coi tempi.
Ma mentre queste questioni vengono lasciate ai Babbani - che se ne intendono di più - il Mondo Magico avrà un'altra gatta da pelare.
Harry Potter si ritroverà a dover risolvere un altro mistero, forse addirittura a combattere un'altra guerra e questa volta lo riguarda molto, molto da vicino.
Tutto inizia con un ritorno inaspettato una mattina del 10 Luglio 2020.
Genere: Angst, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Famiglia Potter, Famiglia Weasley, I Malandrini, Nimphadora Tonks, Teddy Lupin | Coppie: Bill/Fleur, Harry/Ginny, James/Lily, Teddy/Victorie
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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NUOVI LAVORI E NUOVI COLLEGHI 


L’ultima a entrare nella spaziosa sala riunioni del dipartimento degli Auror fu Victoria. Si sedette vicino a Ron. Davanti a lei c’era Lina, capelli corti e braccia piene di tatuaggi colorati - indossava sempre magliette a maniche corte per metterli in mostra - poi Adam, Brandon, Albert, Giosué, Susan, Erika, Evanna e i nuovi, Sirius, James, Lily e Tonks. Erano i quattro tornati dalla morte ed era strano vedere che tornavano così al lavoro e alla vita normale, come se nulla fosse successo.
Mancavano altri all’appello, ma probabilmente o non erano di turno oppure erano già usciti a pattugliare o a risolvere qualche caso.
Era stata una delle poche ad aver preso la loro assunzione con perplessità, ma aveva comunque accettato la scelta del capo, e stavolta senza replicare. Victoria era l’unica che non temeva di dare contro al Salvatore del Mondo Magico, in nessuna circostanza, e sperava solo che Harry stavolta non fosse mosso da sentimenti personali piuttosto che professionali. Lei non era sicura che sarebbe riuscita a rimanere del tutto lucida se si fosse trovata nella sua stessa situazione.
Ma Harry sembrava star prendendo l’intera questione con nonchalance.
“Ehi, Victoria! Me l’hai portato il caffè?” chiese Ron ghignando verso la ragazza.
Victoria, per tutta risposta, gli rispose con un dito medio.
“Spiritoso, Ronald. Davvero”.
Adam alzò gli occhi al cielo alle loro battute da bambini. Era uno degli Auror più anziani, più giovane di Harry di qualche anno, e quelli che li rimproverava sempre quando facevano troppo baccano o bisticciavano. Ma nonostante quello lo adoravano tutti e dietro le spalle lo chiamavano l’orsetto coccolone. In ufficio tutti avevano un soprannome per tutti.
“E come sempre, dobbiamo aspettare il capo”, sospirò Giosué, dondolando sulla sua sedia con le ruote. 

“Be’, siamo noi che siamo in anticipo”, gli fece notare Lina.
“Solo perché lui ci minaccia di affatturarci tutti”.
“Tanto lo sai che non lo farà”. 

James si trovò a sorridere sotto i baffi nel sentire parlare così del figlio.
Dopo un po’ videro arrivare Harry attraverso le pareti di vetro dell’ufficio. Indossava un paio di jeans chiari e una camicia grigia quel giorno.
“Buongiorno, ragazzi!” entrò salutando. Prese subito posto nella sua postazione a capotavola. “Prometto che faremo in fretta. Volevo solo chiarire un po’ di cose e mettere ordine in quello che stiamo facendo”. 

Tutti gli occhi si puntarono su di lui in silenzio.
“Prima di tutto, vorrei dare il benvenuto ai nuovi membri del nostro team”, continuò Harry sorridendo verso Lily, James, Sirius e Tonks.
Gli altri si sentirono leggermente a disagio, tranne James e Tonks che non avevano troppi problemi ad essere al centro dell’attenzione. Sirius sembrava solo un po’ annoiato.
“Bene, passando al resto… Come siamo messi coi casi?” 

“Il caso del contrabbandiere del porto è definitivamente chiuso”, disse Erika. 

“Okay, e il rapporto c’è già?”
“Lo avrai sulla scrivania tra un’ora, capo”.
Harry sorrise. 

“Stiamo per chiudere anche quello di Houston. Manca poco e prenderemo Smith. Ormai sta esaurendo i nascondigli”.
Harry sorrise di nuovo senza però guardare nessuno del suo team. “Ottimo”. 

Per qualche istante nessuno disse niente. Harry si lasciò andare contro lo schienale della sedia e passò lo sguardo sui suoi ragazzi uno per uno, soffermandosi forse di più sui suoi genitori. 

“Okay, se nessun altro ha niente da aggiungere, avrei un annuncio da fare”.
“Oh, tua moglie è di nuovo incinta?” chiese Giosué in tono scherzoso. 

“Ehi!” esclamò Ron alzando di scatto lo sguardo su Giosué.
Harry ridacchiò sotto i baffi. “No, non è quello. E’ molto probabile che alla fine dell’anno io non sarò più il vostro capo”.
Diversi mormorii si levarono nella stanza e tutti si guardarono sorpresi. James, Lily, Sirius e Tonks alzarono lo sguardo su Harry, forse i più sconvolti di tutti. 

“Se Hermione dovesse vincere le elezioni come Ministro della Magia, il suo posto come Capo dell’Ufficio Applicazione della Legge sulla Magia passerà a me”.
“E se non dovesse vincere?”
“Comunque. Lei non se ne vuole più occupare”.
Ron teneva lo sguardo fisso su Harry con un’espressione indecifrabile. Ovviamente sapeva già che Hermione avrebbe rinunciato a quel posto, comunque fossero andate le elezioni, ma non sapeva che fosse già d’accordo con Harry. Nessuno dei due gliene aveva parlato. 

“E chi prenderebbe il tuo posto invece?” chiese Victoria.
“Chiunque io ritenga opportuno”.
Tutti si ritrovarono ad annuire. La notizia li aveva un po’ colti alla sprovvista, più che altro perché Harry non aveva mai dato segno di volersene andare e perché era un bravo capo, sempre gentile e paziente con tutti e cercava sempre di ascoltare le opinioni di tutti.
“Ora, potete tornare al vostro lavoro. Vorrei solo che Victoria, Erika, Albert e Evanna si fermassero qui”. 

Poco alla volta gli Auror lasciarono l’ufficio. Sirius lanciò un’occhiata a Harry prima di varcare la porta, esitante. 

Gli Auror richiamati invece si sedettero vicino al capo.

“C’è qualche novità riguardo il caso… sì, di quelli che sono tornati in vita?”

Evanna, a capo di quella missione, sospirò e scosse lentamente il capo. 

“Purtroppo no, Capo. Non abbiamo nessun indizio in più di quelli che le abbiamo dato. È il caso più difficile con cui ci siamo trovati a confrontarci”.

Harry annuì perfettamente consapevole. Non si era aspettato nulla in effetti, è quello dopotutto era un caso unico per cui non negava che fosse estremamente difficile. Non poteva pretendere miracoli dai suoi ragazzi. 

“Certo, capisco. Terremo gli occhi e le orecchie all’erta comunque. Non è escluso che altre persone possano tornare, perciò dovremo fare molta attenzione”. 

“Assolutamente”.

“Ora tornate pure al lavoro”. 

Una volta che lo lasciarono anche loro, Harry rimase per qualche minuto abbandonato sulla sedia a riflettere, prima di tornarsene in ufficio. Poi decise che ne aveva abbastanza di fasciarsi la testa e di leggere la burocrazia - stava ancora aspettando il rapporto di Erika - e quindi uscì e salutò Lydia con un cenno fermandosi sulla soglia della stanza con i cubicoli degli Auror. Individuò subito Ron seduto nel proprio e gli si avvicinò. 

“Ehi!” lo salutò l’amico con poco entusiasmo. 

“Ehi”.

“Quindi? Ufficio Applicazione della legge della magia?”

“Già”.

“Tu ed Hermione ne avete parlato?”

Harry si grattò la fronte come per temporeggiare su quello che voleva dire. “Sì. Lei me lo ha chiesto e sinceramente all’inizio non volevo accettare. Ma… Insomma, mi ha convinto. E poi, se non sarò io sarà per forza Eli Dwelling e lo sai lui come è. È meglio non averlo a capo di quell’ufficio”.

“Su questo ti do ragione. Però… potevi dirmelo”. 

“È lavoro, Ron. Sono cose che non vanno divulgate troppo”. 

“Oh, sei diventato bravo in quello”. 

Harry sorrise notando che non c’era più rimprovero nella voce dell’amico, solo una leggera ironia. In fondo, erano uomini adulti, non aveva senso litigare su alcune cose non dette come succedeva quando erano adolescenti.

“Oh si. E poi, lo sai che quell’ufficio è uno dei migliori posti al Ministero. Pagano bene”.

“Pff! Come se tu avessi bisogno di soldi”.

“Ehi! Ho tre figli da mantenere. E attività filantropiche da mandare avanti”. 

“Certo certo”. 

Si concessero qualche risatina divertita, poi piombarono nel silenzio poco dopo, tornando seri. 

“Almeno mi dirai chi sceglierai come capo? Quello posso saperlo in anticipo?”

Harry gli sorrise e si alzò dalla sua scrivania, posando una mano sul fianco. “Oh, non ti preoccupare. Appena avrò deciso sarai il primo a saperlo”.

E andandosene, sorrideva sotto i baffi. Ron lo avrebbe saputo molto presto. 

“Chi l’avrebbe mai detto?” mormorò James in direzione di Sirius. “Che mio figlio avrebbe finito per lavorare all’ufficio applicazione della legge sulla magia. Mio figlio? Io che sono un malandrino e maestro nell’infrangere le regole e le leggi”.

Sirius ridacchiò alla finta aria sconvolta di James, ma doveva ammettere che lui era rimasto sorpreso da quella notizia di Harry. Ora che finalmente sperava di poter lavorare fianco a fianco col figlioccio… 


Teddy era appena riuscito a entrare in casa che la nonna lo aveva travolto con i suoi discorsi appassionati. Apparentemente stava cercando di convincere un riluttante Remus ad accettare un lavoro che Hermione gli aveva offerto, nella gestione della sua campagna elettorale. 

A dire il vero Teddy non aveva tanta voglia di parlare di quello, né di altro. Si era deciso a voler raccontare alla nonna e ai genitori - be’, al padre in quel momento visto che Tonks era al lavoro - del suo piccolo problema con i geni di lupo mannaro che non si stavano adattando al suo corpo. Non aveva idea di come mettere giù il discorso, avrebbe improvvisato e avrebbe improvvisato male ma come poteva rimandare una cosa del genere?

“Penso dovresti accettare, papà”, disse alla fine visto che sia Andromeda che Remus stavano aspettando una risposta da lui. “Insomma, alla fine è un lavoro di squadra e sono sicuro che i collaboratori di Hermione ti aiuteranno. Posso aiutarti io coi social se ti serve, oppure Harry e Ginny. Ginny li usa spesso”. 

“Visto?” aggiunse Andromeda. “Abbi più fiducia in te stesso”.

“E poi… Hermione deve vincere. Altrimenti vincerà quello col parrucchino e lui non è una bella persona”. 

“Concordo”. 

“Va bene, allora. Parlerò di nuovo con Hermione”. 

Teddy non si rese conto che Remus aveva ceduto così facilmente solo perché glielo aveva detto lui, non si rese nemmeno conto quando cambiò idea su quello che era venuto a fare. Sapeva solo che non poteva distruggere così l’entusiasmo raro di sua nonna e che non poteva infrangere tutte le speranze di suo padre che forse stava per trovare un lavoro. 

“Forza, Teddy. Mettiti a tavola. Ogni volta che ti vedo sembri sempre più magro”.

E Teddy si sedette a tavola e non disse nulla. 


*** 


Buongiorno e buona domenica! Come state affrontando la quarantena? Avete già esaurito i passatempi da fare? Terminato la lista di serie Netflix? Cucinato tutto il cucinabile? 

Dai dai, resistiamo ancora un po’. 


Intanto fatemi sapere che ne pensate di questo capitolo. Per consolarvi un po’, vi lascio con un paio di foto della piccola Lily Luna. 


Lily 1

Lily 2

Lily 3


   
 
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