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Autore: Nephertiti    15/03/2020    1 recensioni
* Sequel di "Girl of light"
E' trascorso un mese da quando Mitsuko ha varcato la soglia d'ingresso di villa Sakamaki.
Il suo rapporto con i sei fratelli sembra aver raggiunto un equilibrio.
E mentre la ragazza si gode le vacanze estive, qualcuno la osserva nell'ombra.
L'arrivo di una nuova famiglia di vampiri porterà a galla nuove verità sul conto di Mitsuko.
Lei è molto più di una sposa sacrificale e lo scoprirà ben presto a sue spese.
***
Non è necessario aver visto entrambe le stagioni dell'anime, tuttavia sarebbe il caso di leggere la mia prima fanfiction.
La trama si intreccia appena con le vicende di "Diabolik lovers more blood"
Ma non tutto è come sembra.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
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Capitolo 22 - The power of love -

 

 

 

 

 

 

 

Il cacciatore fece irruzione nella stanza e non perse tempo a tirar fuori la pistola, così io mi lanciai su di lui e riuscii a ficcargli il coltello in una spalla.
L'uomo grugnì e mi diede un calcio vigoroso, che mi spedì sul pavimento.
Mugolò di dolore quando estrasse il pugnale e lo gettò sul pavimento.
Tenne la mano sulla ferita insanguinata e, con l'altra, mi puntò contro la pistola.
"Muori sgualdrina."

Lo fissai a testa alta: se era questa la mia fine, sarei morta dignitosamente.
Avevo vissuto così tanti momenti di disperazione, che la morte non mi faceva più alcuna paura.
Ero perfino riuscita ad integrarmi tra i Sakamaki, a considerarli una famiglia, e addirittura i Mukami erano venuti in mio soccorso, seppellendo l'ascia di guerra.
Qualcuno mi avrebbe vendicato, uccidendo Karl Heinz al posto mio, ne ero certa.
Chiusi gli occhi: ero pronta a morire.

Ascoltai il proiettile esplodere fuori dall'arma, ma non avvertii alcun dolore.
Mi domandai se fosse tanto facile morire.
Quando sollevai le palpebre rimasi inerme: Raito era davanti a me.
"Lei è la mia sgualdrina."
Afferrò il cacciatore per la gola e la strinse talmente forte da soffocarlo.

Si voltò a guardarmi, dopo aver lasciato andare il corpo esanime dell'uomo.
"Tutto bene Bitch-chan?"
Gli sorrisi riconoscente e mi tirai in piedi, ero solo un po' indolenzita, ma non ero stata ferita gravemente.
Poi lui cadde in ginocchio.

Sussultai e gli corsi incontro.
Teneva la mano sul petto e, lentamente, si accasciava a terra.
"Che ti succede?", domandai in preda al panico, mentre cercavo di sorreggerlo.
Il vampiro rivelò la macchia di sangue che si espandeva nel torace ed io rabbrividii.
"Adesso guarirà, vero?"
Raito accennò un piccolo sorriso, ma sembrava più una smorfia.
"Deve guarire..."
Affermai, ben sapendo che quei proiettili erano progettati appositamente per uccidere creature sovrannaturali.
Mi accovacciai sul suo petto e gridai aiuto, ma gli altri erano certamente occupati nella battaglia.

Tenevo le mani premute sulla ferita, il sangue continuava ad uscire.
"Non si ferma... - sussurrai frustrata - perché lo hai fatto? Sapevi ti avrebbe ucciso, sei un idiota!"
Rimproverarlo, in quel momento, allietava il crescente panico.
Raito mi osservò per qualche istante, le sopracciglia corrugate, come se lui stesso non sapesse cosa rispondere.

Poi, per la prima volta in tutti quei mesi, sfoderò un sorriso sincero. Genuino.
Senza traccia di perversione o arroganza.
Il suo viso si rasserenò e tossì un po' prima di spiccar parola.
"Ora so cosa significa... Ora so cosa provavo ad averti lontano, in balìa dei Mukami... - mormorò con voce roca - quando ho pensato che ti avrei persa..."

Si prese del tempo e io trattenni il fiato, mentre calde lacrime mi rigavano il volto.
"Bitch-chan io... - scosse il capo e mi accarezzò una guancia - Mitsuko io ti... Ti amo."
Restai a bocca aperta, incredula, mentre quelle gocce salate continuavano a scendere.

Poi scansai la sua mano, furiosa.
"Perché dovevi capirlo adesso? Perché non mi hai lasciata morire?"
Continuare a rimproverarlo non mi servì, sentivo il dolore straziarmi l'anima.
Non volevo perderlo.
"Anche io ti amo... - posai la mia fronte sulla sua, continuando a singhiozzare - resta con me."
"Grazie... - il vampiro mi ignorò - grazie per avermi insegnato ad amare."
Gli posai le dita sulle labbra per zittirlo.
"Sh, resta con me Raito, ti prego."

Ma le sue iridi smeraldo persero tutta la loro luminosità.
Lo fissai a lungo, sapevo che non c'era più, e non potevo accettarlo.
Gli depositai un bacio fugace e rimasi rannicchiata su di lui, a piangere.

***

Non seppi definire per quanto tempo fossi rimasta in quella posizione, a singhiozzare convulsamente.
Finché una mano si posò sulla mia spalla.

Voltai il capo, gli occhi gonfi per il pianto, e riuscii a distinguere il viso di Ruki.
"Mitsuko."
"Non c'è più...", sussurrai.
Mi tirai in piedi, rabbiosa, non sapendo a chi dare la colpa.
Il suo assassino era morto, eppure non trovavo pace.
Il vampiro rimase a fissarmi con quello sguardo indecifrabile, come se parlassi un'altra lingua.
"E morto!- gli urlai, colpendogli il petto con le mani - Raito è morto!"

Mi sentii mancare e fu Ruki a sostenermi.
Lo abbracciai di riflesso, rannicchiandomi sul suo petto, e lui non mi scacciò.

Proprio com'era accaduto giorni prima.
Piansi di nuovo, fra le sue braccia, capendo che la colpa era solo mia.
"E' morto per salvarmi..."
"Non è colpa tua." affermò Ruki.
Mi allontanai, sapendo che mi sarei portata quel peso nella tomba.

Nella stanza si materializzarono Shu ed Ayato, il primo riuscì a mantenere una certa compostezza, nonostante i suoi occhi manifestavano profonda costernazione.
Ma il vampiro dai capelli rossi lo fissò a lungo, con uno sguardo duro.
"Come diavolo si è fatto uccidere?" sferrò un pugno sul muro, lasciandomi di stucco.
Mi avvicinai per abbracciarlo, ma, intuendo le mie intenzioni, Ayato mi respinse malamente.
"Non ho bisogno di essere consolato, non ho bisogno di nessuno!"
Così scomparve nel nulla.

Contro ogni aspettativa, ad abbracciarmi venne un Kanato spuntato dal nulla, mi sorpresi nel vedere che aveva mollato il suo orsacchiotto sul pavimento.
Pianse piano e lo accolsi come fosse un bambino ferito.
Era attaccato a suo fratello più di quanto desse a vedere.

Giunse mio padre, i suoi occhi si soffermarono su Raito e poi su di me.
Nella stanza era comparso anche Subaru, aveva un'espressione incredula, mentre osservava il cadavere del fratellastro.
Quasi mi ero dimenticata dell'albino, ma constatai che almeno lui stava bene.
Sciolsi l'abbraccio con Kanato e un moto d'ira mi travolse.

"Dove sono i cacciatori?"
"I Mukami si stanno occupando dei superstiti rimasti.", annunciò Reiji.
Non lo avevo visto arrivare, ma, con sommo piacere, notai che si trascinava dietro il cacciatore spavaldo, quello che doveva chiamarsi Lee.
Lo tirava per un braccio e lo gettò in ginocchio al mio cospetto, tenendolo fermo con una mano sulla nuca.

Mi ricordai di un dettaglio: il mio pugnale giaceva ancora sul pavimento: lo raccolsi e lo puntai al collo dell'uomo, lasciando tutti i vampiri di stucco.
"Mitsuko..." mormorò mio padre, probabilmente scioccato da questo comportamento.

"Vuoi uccidermi?" domandò Lee, la voce roca, e non più così sprezzante.
Strinsi il manico dell'arma affilata, tanto da farmi male.
"Lo meriteresti, ma non sono come voi - dichiarai disgustata - non sono un'assassina."
Proferii quelle parole con tono rabbioso.
"Tu tornerai con mio padre alla Chiesa e convincerai tutti a lasciarci in pace, perché non siamo una minaccia. Chiaro?"
L'uomo rimase in silenzio, provando a mantenere quel briciolo di dignità che gli restava, ma io spinsi la lama sul suo collo, un rivolo di sangue gli macchiò la pelle.
"CHIARO?"
Il cacciatore annuì.

Takeshi si avvicinò a Lee e lo ammanettò.
"Ci penserò io a lui.", annunciò, ancora scosso per come mi ero comportata, ma poco importava.

Avevano ucciso il ragazzo di cui ero innamorata.
"Vi accompagnerò io - disse Ruki - mi assicurerò che non fugga."
"Perché dovresti andare tu?", volle sapere Reiji.
"Avete un morto da seppellire, o non v'interessa questo genere di cose?" domandò il Mukami con tono aspro.
Tornai a guardare il corpo esanime di Raito e mi si strinse il cuore.
"Anche noi onoriamo i nostri morti - sorprendentemente fu Shu a parlare - soprattutto se sono nostri fratelli. Vai pure."

Reiji guardò il vampiro dai capelli biondi e non osò contraddirlo.
"Verrò a trovarti.", affermò Takeshi, salutandomi con un abbraccio.
Ricambiai e sentii il cuore scaldarsi per un istante: avevo sistemato le cose con mio padre e avevo la certezza che i vampiri mi avrebbero difesa, anche a costo di mettere a rischio la loro vita.
Non ero solo una sacca di sangue, per loro.

Takeshi si avviò giù per le scale, portando con sè Lee, e prima che Ruki li seguisse, parlai.
"Non avrei mai voluto che qualcuno di voi si sacrificasse per me..." sussurrai.
Il Mukami mi fece un cenno col capo e uscì dalla stanza, mentre Subaru mi poggiava una mano sulla spalla.
Gliela strinsi.
"Devi farti curare queste ferite.", gli dissi.
"Mi riprenderò."

 Shu si avvicinò a Raito e lo prese tra le braccia.
"Andiamo in giardino."

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ANGOLO AUTRICE

Che dire… ho bisogno di spendere due parole e commentare questo capitolo.
Fino all’ultimo ho tentato di evitare questa scena, di trovare un’alternativa che non comportasse il sacrificio di Raito, ma mi piace pensare che i miei personaggi abbiano vita propria, tant’è che ho sofferto molto nello scrivere questa parte e ancora non mi capacito che sia morto.
Ma penso che questo fosse l’unico modo per far capire a Raito il significato di amore vero.
Per quanto Mitsuko avrebbe potuto insegnarglielo, solo se lei avesse rischiato la vita e lui si fosse ritrovato a perdere la sua, pur di salvarla, avrebbe potuto capire il vero valore dell’amare sinceramente qualcuno.
Spero di ricevere qualche commento da parte vostra, sia per recensione, sia per messaggio privato, perché conta molto la vostra opinione e sono molto curiosa di scoprire la vostra reazione, anche se vorrete insultarmi per aver fatto fuori Raito ahah
A presto, Nephy-

 

   
 
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