La panetteria di Bologna
Il locale è buio, ma il profumo di pane e pasticcini fa sentire protetti.
Nell’ombra si avvicina la proprietaria: una signora dai capelli bianchi, un po’ pendente da una parte, con le classiche pantofole da nonnina e la voce rugosa.
Gentilmente chiede:
“Cosa posso darti, fanciulla?”
La risposta potrebbe essere “Un po’ di tutto”, ma il buon senso ritorna e le parole sono solo:”Mezzo chilo di pane.”
Quel luogo è silenzioso e misterioso allo stesso tempo e la tentazione di esplorarlo è troppo forte per resisterle.
Sul pavimento si disegnano le linee da seguire per poter esplorare ogni scaffale.
Ci sono vasi contenenti ogni genere di farina, ripiani che sorreggono sacchetti di pasta, un frigo che mostra bottiglie di ogni genere e un vetro a proteggere le prelibatezze della vecchia signora.
“Ecco a lei, ha bisogno d’altro?”
“Vorrei questi biscotti al pistacchio.”
Le parole escono come se avessero vita propria e la signora obbedisce inserendo quattro biscotti in un sacchetto.
Dopo aver pagato e riposto accuratamente le prelibatezze nello zaino, la luce del sole ti accoglie di nuovo.