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Autore: MonicaX1974    18/03/2020    0 recensioni
Attenzione! SPOILER! Si consiglia la lettura solo dopo aver letto "The beginning".
Approfondimenti, momenti inediti, restroscena e spin-off, in questo libro troverete tutto quello che ancora non sapete su Harry, Chloe e tutti gli altri protagonisti dai quali proprio non riesco a separarmi.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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Chloe

Un'atmosfera da film western, ecco cosa mi sembra di vivere, mentre papà osserva prima me e poi Harry, e ancora me.

Abbiamo deciso di comunicare la notizia insieme, ma è chiaro che stiamo per dare una notizia importante e l'aria è tesa. In realtà volevamo aspettare, volevamo approfondire l'argomento, chiarirci più a lungo, ma siamo a casa dei miei genitori, che ormai sono a conoscenza del fatto che ci sia qualcosa che mi turba e non posso rimandare oltre questo chiarimento – dato che mia madre si è già fatta strani pensieri su di me.

Harry si è pentito di avermi convinta a venire qui, a Montréal, ma non si può tornare indietro. Possiamo solo affrontare la situazione e forse sono io a dover parlare per prima.

O almeno è quello che credo stia aspettando Harry, dato che continua a osservarmi come se avessi tutte le risposte.

Inspiro una grande quantità d'aria, poi cerco di far uscire la voce.

«Mamma, papà, c'è una cosa che io e Harry vogliamo dirvi» dico loro, allungando una mano verso Harry, che afferra prontamente, ma senza l'ombra di un sorriso.

«Sei incinta?» Resto a bocca aperta, a causa della domanda a bruciapelo di mio padre.

«Robert!» lo rimprovera mamma.

«Che c'è!?» brontola lui.

«Lasciala parlare» continua mia madre.

Inspiro di nuovo, mentre le dita di Harry rafforzano la presa sulle mie, poi do voce ai miei pensieri. «Hai ragione, papà, sono incinta» confesso diretta, perché è inutile girarci intorno.

Cala un silenzio irreale, dopo la voce alta di mio padre, dopo il rimprovero di mamma, e dopo la mia dichiarazione, dichiarazione che lascia i miei genitori senza parole, nonostante sia chiaro avessero già capito di cosa si trattasse.

E, dopo un tempo che mi sembra infinito, è la voce di mio padre la prima che torna a farsi sentire. «Che avevo detto?» domanda ovvio, rivolgendosi a mia madre, che alza gli occhi al cielo spazientita.

«Smettila, Robert, e lascia che parlino loro» insiste mia madre, includendo Harry nel discorso.

«In realtà non c'è granché da dire» interviene Harry, con un tono di voce quasi tremante, che mi farebbe ridere, se non fossi così agitata. Ha detto chiaramente di essere arrabbiato con me e lo capisco, ed è questo che mi fa stare in ansia. Chiariremo, lo so, ma dover rimandare non mi piace. Sono stata una sciocca, spero solo di non dover pagare le conseguenze della mia leggerezza. «Chloe è incinta, ci sposeremo, è successo solo prima del previsto, ma prima o poi ci saremmo ritrovati comunque in questa situazione...» 

«Hai ragione» lo interrompe mio padre, con uno strano sguardo. «Perché non ci beviamo qualcosa per festeggiare, io e te, mentre lasciamo loro due a scambiarsi qualche chiacchiera tra donne?» lo invita mio padre, alzandosi in piedi.

Harry si volta a guardarmi, come se potessi dirgli cosa fare, poi mi si avvicina, mi lascia un bacio sulla guancia e mi sussurra all'orecchio. «Se non torno entro mezz'ora, chiama un'ambulanza».

Non trattengo un sorriso, quando lo guardo alzarsi e seguire mio padre fuori dalla cucina. È in quel momento che i miei occhi tornano in quelli di mia madre e li vedo sorridere, insieme alle sue labbra, mentre allunga le sue mani verso le mie. Sono seduta di fronte a lei, poso le mani sul tavolo e stringo le mie dita alle sue.

«Ero così preoccupata» mi confida.

«Io lo sono ancora, mamma: non era programmato, questa cosa mi ha preso alla sprovvista e ho fatto arrabbiare Harry. Per di più non ho potuto parlarne con lui, perché papà non mi ha dato modo di farlo...»

«È colpa mia» mi interrompe lei, con un sorriso dolce. «Ho stressato tuo padre così tanto, da quando siete arrivati, che l'ho spaventato. Credevo... io credevo che tu fossi ricaduta e...»

«Mi dispiace, mamma, non volevo farti preoccupare».

«Lo so, tesoro». La sua presa si rafforza un po' di più e i suoi occhi sono più lucidi. «Quindi, diventerai mamma?»

Non posso rispondere, non voglio, non ci riesco, non ancora, perché devo prima realizzare ciò che sta per succedere. E c'è un'altra cosa di cui vorrei parlare con lei, qualcosa che viene prima di qualsiasi altra cosa, perché è alla base di tutto: Harry.

«Mamma, come hai fatto a capire che papà era quello giusto?» È strano come questi pensieri mi siano venuti ora, piuttosto che quando mi ha chiesto di sposarlo, eppure è così.

Il sorriso di mia madre si fa molto più ampio e i suoi occhi brillano. «Ricordi come ti ho detto di aver conosciuto tuo padre?»

«Mi hai detto di averlo conosciuto tramite amici in comune».

«Ho mentito» dice con un tono divertito, facendomi aggrottare le sopracciglia per la confusione.

«Hai mentito?»

«Bè, sì... La verità è che ho conosciuto tuo padre la sera in cui ho scoperto che il mio ex non mi era poi così fedele come pensavo. Diceva di essere sempre impegnato in ufficio e quella sera avevo deciso che non sarei rimasta in casa a sognare di divertirmi. Così mi sono preparata e sono uscita, convinta che avrei trascorso qualche ora spensierata, invece l'ho trovato con un'altra».

«E che hai fatto?»

«Avrei potuto fare una scenata, ma cosa avrei ottenuto? Avrei sofferto di più a causa di uno per cui non ne valeva la pena, così mi sono messa a ballare poco più in là. Tuo padre mi ha notata subito e mi ha raggiunto. Quando mi ha guardata è successo qualcosa che non ti so spiegare, qualcosa che è continuata a succedere per tutta la sera e nei giorni successivi. Mi bastava guardarlo per estraniarmi dal mondo...» Il mio pensiero corre veloce a quando ho conosciuto Harry e al fatto che anche a noi due succedeva la stessa cosa.

«E com'è andata?»

«Mi ha sorriso, l'ho rifiutato. Mi ha offerto da bere e ho accettato. Ci siamo messi a parlare fuori dal locale, abbiamo fatto mattina senza rendercene conto, poi...» si ferma per un attimo, con uno sguardo imbarazzato, che rivolge verso il tavolo, poi torna a guardarmi e noto che è arrossita. Mia madre è arrossita. «Poi tuo padre voleva portarmi a fare colazione, gli ho detto di no, che ero ancora fidanzata – nonostante la situazione – che sarei dovuta tornare a casa, e che magari ci saremmo visti un'altra volta. A quel punto mi ha guardato serio e mi ha detto: "Siamo qui adesso e tu non sei più fidanzata. Ti offro la colazione e se penserai che non ne valgo la pena ti riaccompagno a casa"». Ripete le parole di mio padre come se le ricordasse a memoria, mettendomi una gran curiosità.

«E tu che hai fatto?»

«Ho trascorso l'intero weekend dentro al suo letto e il resto della mia vita al suo fianco. Se è quello giusto lo sai, e sono sicura che tu sappia che Harry è quello giusto per te... l'hai sempre saputo. Da quando Dylan se n'è andato non hai sorriso con nessun altro, se non con Harry... Vorrà pur dire qualcosa, no?»

Lo so e ha ragione, è solo che questa notizia ha rimesso in discussione ogni certezza. Si tratta di un figlio, non di un giocattolo, non posso sottovalutare alcun aspetto, soprattutto per quanto riguarda me stessa. Ho superato da poco un periodo molto difficile, non c'è più alcun margine di errore, soprattutto ora, e Harry è diventato il centro del mio mondo, mentre adesso sta per cambiare di nuovo tutto.

«E secondo te, io sono quella giusta per Harry?»

«Harry sa ogni cosa di te e, nonostante questo è ancora qui... ti ha chiesto di sposarlo, che altro ti serve per convincerti che ti ama?»

«Se gli succedesse qualcosa?» alla fine confesso la mia reale paura. «Se dovesse squillare il telefono in piena notte? Che cosa dovrei fare?» Mi manca l'aria a quel pensiero, pensiero che mi ha sfiorato più di una volta, le volte in cui Harry è uscito in moto. Ho sempre cercato di tenere a bada la paura, ma ora è tornata.

Mia madre mi sorride, poi allunga una mano verso il mio viso, accarezzandomi dolcemente. «Benvenuta nel mondo dei grandi, tesoro».

«Mamma...»

«Chloe, so bene di cosa stai parlando, l'ho vissuto anch'io. Tutto quello che posso dirti è di accantonare la paura, perché smetteresti di vivere, e tu lo sai. Harry è stato meraviglioso in questo e non smetterò mai di ringraziarlo, per avermi restituito mia figlia».

Lo dice con un affetto infinito, che percepisco così intensamente da spingermi ad alzarmi e raggiungerla, per poterla abbracciare stretta. Quanto l'ho fatta soffrire? Quanto dolore ho dato ai miei genitori? E quanto mi amano? Anche io sono capace di amare in questo modo?

«Grazie, mamma» le dico infine, senza lasciarla andare.

Mi rendo conto solo ora che tutta l'ansia, tutta l'agitazione, e tutto il nervosismo che hanno caratterizzato mia madre nell'ultimo periodo, erano causate dal mio comportamento, dalle mie azioni sconsiderate.

Da me.

Più il tempo passa, più io sto meglio, e più lei è tranquilla, serena. 

«Andrà tutto bene, tesoro, e tu sarai una mamma meravigliosa». Sospiro in silenzio, nel sentire le stesse identiche parole che mi ha rivolto Harry poco fa.

Non so se sarò davvero meravigliosa, ma so che voglio soltanto lui al mio fianco.

*****

Harry 

Non vuole festeggiare.

L'armadio mi sta attirando in una trappola e io ci sto cadendo dentro con tutte le scarpe.

Se avesse voluto festeggiare saremmo rimasti con Chloe e sua madre, magari con un bicchiere di vino. Invece mi sta portando nel suo studio, dove ha chiuso la porta alle mie spalle, per poi superarmi lentamente e sistemarsi dietro la scrivania scura, dove prende posto lentamente, alzando lo sguardo su di me, che sono rimasto in piedi, poco oltre l'ingresso.

«Siediti» mi dice con tono tranquillo, ma non ci casco: vuole solo che mi avvicini per cogliermi di sorpresa. «Avanti, Harry, non ti mangio mica» continua, mantenendo quell'espressione tranquilla. «Mi sembrava che andassimo d'accordo...» insiste.

«Sono le stesse cose che dice mio padre prima di darmi una batosta» confesso serio, ma lui scoppia a ridere.

«Okay, hai ragione, non siamo qui per festeggiare» rivela, smettendo di ridere, ma non di sorridere.

«L'avevo capito, ma se si tratta di farmi la ramanzina, credo sia un po' tardi...»

«Siamo qui perché voglio ringraziarti» dice all'improvviso, interrompendomi e spiazzandomi.

«Ringraziarmi?» domando confuso.

«Avrei già dovuto farlo molto tempo fa, invece l'ho sempre dato per scontato, ma devo riconoscerti gran parte del merito».

«Quale merito?» chiedo, senza riuscire a capire dove voglia andare a parare.

«È grazie a te se abbiamo qualcosa da festeggiare, se ho di nuovo la mia famiglia. E volevo tenermi questo discorso per matrimonio, ma non riesco più e tenerlo per me».

«Io non...» riesco solo a blaterare un paio di parole, mentre sento i muscoli delle spalle che si rilassano.

«Ci hai restituito nostra figlia. Nessuno c'era riuscito. Restituendoci nostra figlia, anche Abigail è tornata a vivere. Ha smesso di assumere ansiolitici, sorride, ed è sempre di buonumore, perché ha smesso di preoccuparsi per Chloe, che adesso è di nuovo felice... con te... e vederla di nuovo felice ha ridato a tutti nuova vita... quindi, lasciatelo dire senza protestare...».

Resto senza parole: di solito non sono io a fare la parte del buono e non sono abituato a essere ringraziato in questo modo. Devo ammettere – almeno con me stesso – che le parole del padre di Chloe mi hanno messo in imbarazzo. Non mi sento così importante come lui mi ha descritto. Non voglio contraddirlo, ma non voglio e non posso prendermi tutti i meriti.

«Non ho fatto tutto da solo. Chloe ha lottato tanto ed è stata lei a tenere insieme me. Siamo l'uno il sostengo dell'altra e la notizia di questa gravidanza mi ha spiazzato parecchio, ma non c'è niente al mondo che vorrei di più che passare il resto della mia vita con lei».

«Proprio non sei capace di accettare un ringraziamento, eh? Non importa» dice, alzandosi dalla sua sedia girevole, per dirigersi verso la vetrina alla sua destra, dentro la quale vedo diverse bottiglie. «Adesso ho voglia di festeggiare e dato che Chloe non potrà più bere alcolici per un bel pezzo, direi che possiamo approfittare di questo momento».

Afferra quella che mi sembra una bottiglia di whiskey, due bicchieri, poi fa il giro della scrivania, avvicinandosi a me. Mi porge un bicchiere, nel quale ha versato un po' di liquore.

«Volevo anche chiederti una cosa» dice, prima di permettermi di bere. «Non è che ti taglieresti di nuovo i capelli?»

Sorrido divertito alla sua richiesta: li sto lasciando crescere, nonostante le proteste di mio padre. A me piacciono, a Chloe anche. Li avevo tagliati per piacere all'armadio. Adesso sto imparando a piacere a me stesso.

«Non nell'immediato futuro, ma chissà: ho imparato a non precludermi niente, ma adesso devo prima abituarmi all'idea di diventare padre. Vedremo».

Sembra accontentarsi della mia risposta, poi solleva il suo bicchiere verso di me, sorridendo. «Benvenuto in famiglia, Harry».

Avvicino il mio bicchiere al suo, brindo con lui, ripensando alle parole che ho appena pronunciato: diventerò padre.... 

Merda!

*****

Chloe

Mi appoggio con entrambe le mani al bordo del lavandino e mi osservo allo specchio con attenzione, nella vana ricerca della determinazione che avevo conquistato fino a poco tempo fa, ma che sembra essere sparita il giorno in cui ho fatto il test di gravidanza.

Mi sono portata dentro per giorni un segreto che ha rischiato di creare dei problemi tra me e Harry, e ora, dopo la cena che abbiamo trascorso insieme ad alcuni parenti, durante la quale abbiamo dato l'annuncio del matrimonio, sto per affrontare il vero punto della situazione: i pensieri di Harry riguardo la novità.

Mamma è felice, come del resto lo è anche papà, ma Harry? Mi ha detto di aver accettato l'idea, ma è stato preso alla sprovvista. Se dovesse ripensarci? Se dovesse avere dei dubbi? E se fosse troppo arrabbiato con me?

«Chloe!?» Sento la sua voce, poco dopo aver sentito bussare alla porta.

«Arrivo» rispondo, mettendo a posto l'asciugamano, per poi aprire e lasciarlo entrare.

Mamma ha insistito che restassimo a casa loro, ma io e Harry abbiamo preferito dormire in albergo: dormire in camera mia era fuori discussione e stare nella camera degli ospiti non sarebbe stato tanto diverso. Ci sono troppi ricordi in quella casa e volevo che Harry si sentisse libero, che non si sentisse oppresso dal ricordo di chi è stato lì prima di lui.

«Va tutto bene?» mi chiede, portando entrambe le mani sul mio viso.

«Certo» rispondo, avvicinandomi a lui per stringerlo a me. «Siamo sopravvissuti ai parenti» continuo ovvia, tentando un sorriso, ma resta serio. «Ne vuoi parlare?» Non c'è bisogno che specifichi l'argomento, sono certa che lui sappia.

«Sapere che non ti sei fidata abbastanza di me mi ha fatto male, Chloe, ma ho apprezzato che tu l'abbia detto a me per primo. Il pensiero di diventare padre mi terrorizza, ma so che non sarò da solo, però...» Trattengo il fiato, allo stesso modo di come lui trattiene le parole. So che meriterei la sua ira, eppure il pensiero che lui smetta di parlarmi mi fa andare nel panico.

«Però?»

«Chloe, non si tratta più di me o di te, o della nostra relazione, o almeno non è più solo questo, quello ci tiene insieme. Non possiamo più permetterci certe leggerezze, perché non sarò una brutta copia di mio padre. Quindi, non tenermi nascosto più niente, Chloe. Abbiamo già superato quella fase». Resto a guardarlo incantata.

È diventato un uomo in ogni senso. È cresciuto, è maturato, ha raggiunto grandi traguardi in campo lavorativo, ed è stato un ottimo compagno. Adesso tocca a me dimostrargli quanto sono migliorata e che posso essere alla sua altezza.

«Hai ragione, mi dispiace. Non ho giustificazioni e ti prometto che non succederà più. E non è vero che non ho avuto fiducia in te: è in me che non ho fiducia. Ho avuto dei genitori straordinari, ai quali ho dato enormi preoccupazioni, e non so se sono in grado di essere come loro. Avrei dovuto comunque parlarne con te, lo so».

Mi osserva in silenzio. Sento le sue mani scivolare lentamente dal mio viso fino alla mia nuca, poi mi attira a sé, posando con delicatezza le sue labbra sulle mie, in un bacio lento, intimo e profondo. Un bacio che sento arrivarmi lentamente fino all'anima. Un bacio che riesce a farmi sentire di appartenere completamente l'uno all'altra. Un bacio lunghissimo che mi ha riportato nel nostro mondo, quello in cui siamo solo Harry e Chloe, un mondo solo nostro, un mondo che mi rendo conto mi sia mancato davvero troppo.

Mi ritrovo schiacciata contro la parete accanto al lavandino, mentre le sue mani scendono lentamente, posandosi sui miei fianchi. Le mie dita sono già tra i suoi capelli, che adesso sono decisamente più lunghi, e intanto non smette di baciarmi in un modo talmente dolce da farmi innamorare di lui un'altra volta.

«Spero davvero di essere una buona madre» mormoro sulle sue labbra, quando si ferma a guardarmi.

«Lo sarai» afferma convinto, con un meraviglioso sorriso che mette in mostra solo la fossetta sinistra. «Lo saremo insieme» continua, facendo sorridere anche me. «Ma devo avvisarti di una cosa».

«Cosa?»

«Sarà una femmina...»

«Una femmina?» gli domando interrompendolo.

«Già... non chiedermi come lo so, ma lo so, quindi, sarò in minoranza» sussurra a una distanza ridicola dalle mie labbra, mentre le sue mani superano la sottile barriera della maglietta del pigiama. «Ed è per questo che mi permetterai di scegliere il suo nome» dichiara in tono furbo, posando entrambe le mani alla base della mia schiena.

«Il suo nome?» chiedo abbassando la voce, perché questo contatto con lui è ciò di cui avevo bisogno.

«Lasciami decidere almeno quello, perché non avrò più voce in capitolo». Mi bacia ancora, lo fa ripetutamente, con lentezza, come se stesse tornando a riavvicinarsi con cautela, e lo amo di più per questo, perché sa sempre come prendermi.

«Sai che non è vero» tento di parlare, quando scende a baciarmi il collo, tenendomi inchiodata al muro.

«E tu sai che ho ragione, ma non m'importa». Le sue labbra scivolano lentamente, le sue dita continuano a percorrere il mio corpo, che si accende in fretta.

«Davvero credi che sia una femmina?»

«Io lo so» conferma, tornando a guardarmi negli occhi, mentre le sue dita stringono con più forza la mia pelle. «E ti giuro che non vorrei fosse così, ma lo sento».

Gli sorrido, tornando ad accarezzargli il viso. «Sei ancora arrabbiato?»

«Non lo so, devo ancora decidere» afferma divertito, ma poi si spinge contro di me, permettendomi di sentire quanto non sia arrabbiato.

«Io dico di no» ribatto con un sorriso, che scompare subito, quando torna a baciarmi, per poi guardarmi con una tale intensità da togliermi il fiato.

«Lo stiamo facendo davvero? Stiamo diventando grandi?» mi chiede serio.

«Già... dimmi solo che è realmente quello che vuoi, che non sarà un disastro».

«Io e te siamo un disastro, lo siamo da sempre: tu che scappi, io che ti rincorro, le nostre paranoie, i nostri casini, ma ti amo, ti amo con ogni parte di me» mormora a bassa voce, mentre sento la sua mano sinistra scorrere lenta verso il mio ventre, dove si ferma. «E questo non sarà di certo un disastro».

Azzero la mente, quando torna a baciarmi, dapprima di nuovo con dolcezza, ma il suo corpo pretende molto di più, come anche il mio, che si spinge in avanti, alla ricerca di maggior contatto, facendogli perdere ben presto il controllo.

Sta reclamando ciò che gli ho fatto mancare nell'ultimo periodo e non ho intenzione di negargli nulla, perché mi è mancato più dell'aria.

Harry ha ragione: siamo un disastro, ma ciò che abbiamo creato insieme non lo sarà di certo, perché è ciò che di più bello potessimo creare. 

Harry e Chloe

Harry e Chloe

°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*

SPAZIO ME

Buonsalve belle persone!

Harry e Chloe sono tornati!

Stanno cercando di realizzare la notizia appena ricevuta e poco alla volta stanno accettando la novità: diventeranno genitori, creando una nuova famiglia. Entrambi hanno le loro paure, i loro dubbi, ma sappiamo bene che, quando sono insieme, possono superare qualsiasi difficoltà.

Vi comunico anche che non manca molto al termine di questa storia, ma ci sono ancora diverse cose di cui parlare, perciò spero di riuscire ad aggiornare presto.

Eeeee niente, grazie sempre per essere qui. Ci leggiamo al prossimo aggiornamento, intanto buona lettura 😍

 

   
 
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