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Autore: mydaimonissnake    18/03/2020    1 recensioni
Izuku Midoriya nel ruolo di Belle in una rivisitazione del film disney la Bella e la Bestia.
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou, Ochako Uraraka, Shouto Todoroki, Tenya Iida
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2
 
 
Adesso Izuku era veramente angosciato. La sua povera mamma era imprigionata da ore e chissà come era spaventata! E se le avessero fatto del male? E chi era questo malvagio signore del castello? Come si permetteva di segregare persone innocenti a suo piacimento? In che modo avrebbe potuto liberare sua madre? Come trovarla?

-Ha ripreso a borbottare- fece notare il candelabro all’orologio.

-Midoriya, ora calmati! Ti porteremo noi da tua madre, ma dobbiamo fare piano, così il padrone non si sveglierà e voi potrete fuggire.-

Doveva di nuovo essersi perso nei suoi pensieri, ma le parole dell’orologio lo riportarono a concentrarsi sui due oggetti che gli stavano di fronte.

-Se siete disposti ad aiutarmi ve ne sarò immensamente grato, tu come ti chiami comunque? Anche tu eri un ragazzo una volta?-

-Sì lo ero, e scusa se non mi sono presentato subito, di solito non sono così maleducato, il mio nome è Iida Tenya, mi fa molto piacere conoscerti, nonostante la spiacevole situazione.-
Dopodiché l’orologio e il candelabro scesero dal tavolinetto e lo invitarono a seguirli.

-Se non dobbiamo fare rumore però, avrei bisogno di un po’ di luce o finirò per andare a sbattere in qualcosa. Tu che sei un candelabro Todoroki  non potresti accenderti?- Era forse una richiesta strana, ma Izuku pensò che fosse giustificato a farla, del resto se poteva parlare perché non avrebbe dovuto essere in grado di accendere le sue candele senza l’ausilio di una fiamma?

-Potrei- gli rispose quello con un tono infastidito, -ma mi rifiuto di farlo. Il perché non voglio, be’, potrei anche spiegartelo ma è una storia lunga, e adesso non è il momento di perdersi in chiacchiere.-
 

Si incamminarono quindi in completo silenzio, e dopo aver recuperato una torcia, Izuku continuò a seguire i due strani esseri per i meandri del castello. Inizialmente cercò di tenere a mente la strada fatta, ma il posto era pieno di corridoi che si intersecavano con altri, ovunque c’erano porte chiuse, tutte d’aspetto simili, che gli creavano confusione, e poi c’erano le scale. Ne salirono parecchie, da quelle enormi dell’ingresso, a quelle ripide e strette che finalmente lo portarono in cima alla torre dove sua madre era prigioniera.

C’erano diverse celle, ma a parte quella dove era rinchiusa la sua mamma, le altre erano vuote.

-Oh Izuku! Sei riuscito a trovarmi, ero così in pensiero per te! Mi dispiace di averti fatto preoccupare, ma è meglio che tu scappi via subito, se la bestia che abita questo castello ti vedrà , imprigionerà anche te, fuggi finché sei in tempo!-  gli disse lei, parlando in fretta e sottovoce. Era chiaramente terrorizzata all’idea che potesse capitare qualcosa anche a lui.

Izuku si prese un momento per osservarla, sembrava illesa, ma dai suoi occhi arrossati si capiva che aveva passato gran parte del tempo a piangere. Doveva tirarla fuori di lì ad ogni costo, e riportarla a casa.

-Tranquilla mamma, ora ti libero e ce ne torniamo a casa insieme.-  le disse per calmarla, poi rivolgendosi ai suoi accompagnatori chiese: -sapete dov’è la chiave per aprire questa cella?-

-La chiave ce l’ho io, ecco prendila pure, ma non dire al padrone che ti ho aiutato, perché lui mi aveva detto di fare la guardia alla signora per evitare che scappasse.- Così dicendo l’attaccapanni che era lì accanto si avvicinò a lui e gli porse la chiave.

-Grazie, ma sei sicuro di volerci aiutare? Non finirai comunque nei guai una volta che il tuo padrone scoprirà la nostra fuga?-

-Sì, ma mi dispiace troppo per tua mamma, è una così cara signora, non si merita di stare qui.-

Mentre liberava sua madre e l’abbracciava Izuku sentì l’orologio e il candelabro ringraziare Shoji per l’aiuto, e chiedergli di aspettare il più possibile prima di dare l’allarme sulla fuga in corso. L’attaccapanni li rassicurò che avrebbe aspettato fino alla mattina, così da poter giustificarsi dicendo di essersi addormentato.

 
Dopo aver salutato l’attaccapanni si incamminarono verso l’uscita, e se prima a Izuku era sembrato di metterci un’eternità ad arrivare, ora gli sembrava che stessero impiegando ancora più tempo.

Comunque una volta usciti sarebbero stati liberi. Certo non avrebbe mai saputo come mai gli abitanti di quel castello fossero diventati oggetti, non avrebbe mai conosciuto questo temibile padrone e forse di questo avrebbe dovuto essere felice. Di sicuro non avrebbe mai vissuto un’altra avventura come questa. Una volta tornato a casa la sua vita sarebbe ripresa come prima, un po’ noiosa ma senza pericoli. Era la cosa migliore, il giusto epilogo per lui e sua madre, dopo la giornata che avevano passato.

Allora perché la voce nella sua testa non riusciva ad accettarlo? Perché quella parte di lui che da sempre rifiutava di accontentarsi della monotonia della sua vita, continuava a tentarlo a rimanere, continuava a sussurrargli che c’era così tanto da scoprire lì, tanti personaggi interessanti da conoscere, tanti luoghi da esplorare, come poteva, proprio ora che finalmente gli era capitato qualcosa di avvincente, andarsene e voltare le spalle a tutto?

Continuando a camminare, Izuku si ripeteva che non doveva ascoltarla, doveva pensare a sua madre, e poi quel che gli era appena successo era già di per sé un’avventura, quindi il suo animo inquieto poteva accontentarsi e lasciarlo in pace.

E forse l’avrebbe fatto davvero, forse una volta tornato a casa sarebbe stato contento di aver agito saggiamente e non avrebbe avuto rimpianti, forse, se fossero riusciti a uscire dal castello.

Purtroppo per loro però, ad attenderli davanti il portone c’era una bestia enorme, che sorridendo in maniera cattiva chiese loro –state andando da qualche parte?-
  
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