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Autore: myyouthisyourss    20/03/2020    0 recensioni
Hermione e Draco.
Grifondoro e Serpeverde.
Due anime diverse, due occhi diversi.
Dal testo:
"Noi eravamo così: ci odiavamo, e nel profondo ci volevamo. Avevamo sempre giocato con sguardi, con parole, ma non ci eravamo mai sfiorati, e in quell'esatto momento, quando si trovò a pochissimi centimetri da me, capii che ormai era arrivata la battuta d'arresto. "
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Com'eravamo finiti a volerci così tanto, non lo sapevamo neanche noi. 

A volte dobbiamo semplicemente lasciarci trasportare dal fato anche se questo è crudele, gioca brutti scherzi e fa succedere le cose più impossibili.

Quando misi piede ad Hogwarts, ricordo che Draco fu uno dei primi studenti che notai. Mi colpì subito per le sue qualità manipolatrici, per la sua astuzia ma soprattutto per la sua indifferenza nei confronti degli altri. Pensavo sempre che se fossi stata come lui, in molte situazioni avrei sofferto di meno. Lo invidiavo da morire, e quando trovavo i miei compagni di gruppo a parlare male di lui tacevo, non dicevo una parola. Essere una grifondoro e non parlare male di un serpeverde, e in particolare di un Malfoy, è una cosa che accade davvero con bassa frequenza da quando Hogwarts esiste. 

Col tempo, però, iniziai ad odiare Malfoy con tutta me stessa. Invidiavo la sua indifferenza e cattiveria, ma quando usò le sue armi più potenti contro di me per la prima volta, arrivai alla conclusione che fosse davvero un essere spregevole. 

Ricordo ancora la prima volta che mi trattò come fossi niente, la ricordo benissimo, perché fu proprio quel giorno che per la prima volta parlai male di lui. 

Era un periodo di noia per Malfoy, ormai non sapeva più a chi dar il tormento, aveva sfruttato tutti fino all'esasperazione, mancavo solo io e col tempo sarei diventata il suo bersaglio preferito. Quella volta, uscendo dall'aula notai che era appoggiato alla porta, stava aspettando qualcuno, e non capii che quel qualcuno ero io. 

Appena provai ad uscire dall'aula mi bloccò con un braccio intralciandomi il passaggio. 

 

"Puoi passarmi i tuoi appunti?"

 

Non credevo che ce l'avesse proprio con me, non ci eravamo mai rivolti la parola eppure lui stava chiedendo proprio a me una mano con lo studio. Ero quasi incredula, Malfoy non era uno che chiedeva aiuto a nessuno, figuriamoci ad una grifondoro come me.

Ha solo voglia di scherzare, pensai.

 

"Cosa?". 

 

La mia risposta fu istintiva, da bambina che non si aspettava quella domanda e soprattutto da quella persona.

 

"Non ci senti stupida mezzosangue? Ti ho chiesto gli appunti." 

 

Alla sua richiesta il suo gruppetto di amici iniziò a ridacchiare e lui si voltò per fargli l'occhiolino come segno d'esortazione, come se stesse facendo qualcosa di memorabile. 

Non lo conoscevo bene, sapevo solo che era uno stronzo, ma non volevo essere il suo ennesimo giochetto, il suo svago e il suo modo per passare il tempo. Non so bene da dove mi uscì il coraggio, ma la mia riposta fu efficace per quel momento. 

 

"O ti levi davanti e mi fai passare o ti faccio mangiare la polvere. Se vuoi appunti la prossima volta cerca di stare più attento in classe".

 

Si spostò con una faccia sorpresa e mi lasciò passare.

Tenevo stretti i miei libri al petto mentre avanzavo fingendomi sicura di me con la paura che mi avrebbe fatto qualche strano incantesimo o mi avrebbe offesa come solo lui sapeva fare, ma non disse nulla, probabilmente era rimasto spiazzato. Mentre avanzavo sentivo il suo sguardo addosso, continuava a guardarmi e a scuotere la testa, forse incredulo, forse offeso.

Lo stesso giorno, mentre i miei compagni parlavano di incantesimi, pozioni e lezioni dell'ultimo periodo, dal nulla esclamai

 "Lo odio, ma chi si crede di essere?"

 

"Ma di chi stai parlando Hermione?" mi chiese Harry.

 

"Di Malfoy, lo odio" 

 

"Tutti lo odiano, perché ci stai pensando così tanto?" rispose Ron intromettendosi.

 

"Già" mi limitai ad esclamare. La verità è che continuavo a domandarmi anche io del perché ne fossi rimasta così sorpresa. Era strano per me che una persona che mi aveva sempre considerata invisibile, tutto d'un tratto non solo mi rivolgeva la parola ma lo faceva anche con arroganza e prepotenza. 

 

All'epoca non sapevo che la storia sarebbe andata avanti per giorni, mesi, anni. All'inizio erano solo sgambetti, offese innocenti, ma crescendo diventò quasi un vero e proprio odio che io non riuscivo a giustificare. L'avevo provocato, l'avevo fatta grossa e per tutti gli anni a seguire andammo avanti così, tra provocazioni, tra botte e risposta, bacchettandoci. Ero l'unica che riusciva a tenergli testa, e lui non si arrendeva mai. 

Io, dal canto mio, riuscivo sempre a trovare una parola che lo facesse ammutolire o lo mettesse a tacere almeno per un'ora, ma poi la storia ricominciava.

Tutti mi dicevano di smetterla di rispondere alle sue provocazioni, che lui voleva proprio questo, ma io non riuscivo a smettere. Sentivo costantemente il bisogno di mettermi in competizione con lui, di farmi rispettare. Desideravo la sua più totale indifferenza, e invece era sempre li pronto ad attaccarmi, a dirmi qualcosa di cattivo. 

Solo una volta provai a fermarlo, a mettere pace tra noi. Lo aspettai alla fine di una partita di quidditch in cui aveva dato parecchio fastidio ad Harry solo per il gusto di provocarmi. L'avevo capito subito, si vedeva da come mi guardava. 

 

"Se per provare a ferire me devi far male ai miei amici mi sembra che la stupida mezzosangue non sia io tra me e te"

 

Lo guardai sicura mentre giocavo con la bacchetta e mi imposi di sorridere come se non m'importasse nulla.

Lui era un po' sudato e stava per rientrare da quella faticosa partita. 

 

"Come prego?"

 

"Senti Malfoy, smettiamola, basta" 

presi una pausa, giusto il tempo di guardarlo negli occhi, poi continuai. 

 

"Facciamo come se non ci conoscessimo, tu ignori me e io ignoro te. Alla pari. Per tutti questi anni mi hai sempre rinfacciato il fatto che io sia una mezzosangue a differenza di molti di voi. Bene, dimostrami la tua nobiltà e la tua superiorità, ignorami. Fa come se non esistessi. Sii nobile d'animo"

 

Mi guardò intensamente, era serio. Aveva gli occhi stanchi, si vedeva. Per un momento pensai che me l'avrebbe data vinta, che avrebbe accettato. Dopo tanti anni passati a darmi il tormento, almeno ora che eravamo grandi e vaccinati, avrebbe accettato il compromesso.

Ma non fu così, si aggiustò il colletto della divisa, mi guardò divertito, sorrise ed entrò nello spogliatoio per cambiarsi.

   
 
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