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Autore: la luna nera    20/03/2020    3 recensioni
La Duke of Kent Music Academy è una delle più prestigiose scuole di musica dell'intero Regno Unito. Per Charlotte e Sophie, selezionate per un semestre di studi, è un'occasione unica e partono assieme all'insegnante per questa avventura. Ma l'Accademia non è solo musica e melodia, è anche un luogo in cui esistono storie inghiottite dallo scorrere del tempo.
Genere: Mistero, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’esecuzione di Bohemian Rapsody da parte dell’intera orchestra riuscì ad emozionare gran parte degli insegnanti nonostante fossero sempre a contatto con la musica. Era evidente l’affiatamento nato fra gran parte dei componenti, i quali a loro volta mostravano soddisfazione per la riuscita del brano che, con grande probabilità, avrebbe aperto il grande concerto di fine semestre.
“Eccellente davvero, bravi ragazzi. Devo ammettere che, dopo un mese, il livello qualitativo è altissimo. I miei complimenti.” Il direttore Cowen prese la parola congratulandosi con gli studenti. “Permettetemi ora di presentarvi un nuovo elemento del nostro corpo insegnati, la professoressa Sandra Stanford. E’ esperta di musiche antiche ed ha già collaborato con noi in passato con ottimi risultati per gli studenti.”
La Stanford salutò cordialmente i ragazzi, sorridendo li passò tutti in rassegna senza aggiungere nulla.
Oliver, seduto accanto a Charlotte, fissava la nuova insegnante. ”Mhm, ho l’impressione di averla già vista da qualche parte.”
“Ah sì?” Rispose l’amica.
“Il problema è che non ricordo dove e in che occasione, però non ha l’aspetto di una esperta di musica. Ha come un’aura particolare che…. Boh, non te lo so spiegare.”
“Io invece devo spiegarvi qualcosa.” Si intromise Emily. “Oggi pomeriggio ci vediamo in caffetteria.”
“C’è qualche novità?”
“Forse.”
“Signori, un attimo di attenzione, prego!” Il direttore d’orchestra richiamò tutti quanti. “Andiamo avanti con le prove, adesso abbiamo Nothing else matter, siete pronti?” Attese un istante, poi diede il cenno d’inizio e l’aria si riempì delle note del celeberrimo brano dei Metallica.



 


“Io sono sicuro al cento per cento di aver già visto da qualche altra parte la nuova prof.” Oliver non aveva dubbi ed era in fervente attesa delle ragazze al tavolino della caffetteria assieme a Gary ed Ethan. “Ma non ricordo dove, accidenti!”
“Qualche lezione privata? Qualche breve seminario?” Propose Gary
L’altro scosse la testa. “No, ho sempre studiato musica alla scuola che frequento qui a Southampton assieme alla mia ragazza, per cui lo escludo.”
“Aspetta un attimo.” Esordì Ethan. “Tu hai la ragazza e non dici niente?”
“Perché dovrei?” Si stupì l’altro.
“Perché sì, amico mio. Chi è? Come si chiama? La conosco?”
“Si chiama Brenda e dubito che tu la conosca. Soddisfatto?”
“Mhm, in parte.”
“Ehi maschioni, eccoci.” Charlotte salutò gli amici avvicinandosi con Sophie ed Emily, prendendo posto attorno al tavolino.
“Siete in ritardo.” Controbatté Ethan.
“E tu sei antipatico.” Lei gli rispose a tono.
“Allora tesoro, che ci devi dire?” Lui andò subito al sodo con una mezza sviolinata indirizzata alla ragazza dalla lunga treccia.
“Beh, come sapete io e Sophie siamo andate a dare un’occhiata nella biblioteca delle monache del convento poi dell’accademia che invece era delle monache e….”
“Aspetta un attimo, non ho capito… Monache? Convento?” Da farfallone con un tocco di cattiveria, Ethan iniziò a mettere in imbarazzo Emily che, rossa in viso, balbettava cose senza senso.
“Siamo state nella biblioteca situata vicino ai dormitori.” Sophie si intromise capendo la situazione. “Ed abbiamo controllato nei registri parrocchiali conservati fra gli scaffali.” Abbassò la voce. “In quello dei funerali celebrati nel 1898 abbiamo trovato un nome femminile molto particolare: non c’era il cognome, nessuna data e nessuna notizia circa la morte di questa persona come per gli altri defunti.”
“E allora?” Ethan non capiva.
“Guarda.” Gli mostrò la foto scattata
“Mathilde.” Rifletté un istante. “Inizia per M, ottimo. Potremmo essere sulla strada giusta.”
“Se non sbaglio, da quel che avete detto, su quel monumento c’è pure una A.” Chiese Gary. “Hai trovato qualcosa?”
“Io no, Emily forse sì.” Rispose Sophie. Tutti gli occhi furono puntati sulla ragazza.
Lei cercò la foto che intendeva mostrare agli altri. “Purtroppo non è troppo nitida, l’ho scattata in fretta e furia perché qualcuno stava entrando in biblioteca e non volevamo farci scoprire.” Spiegò lei con un filo di voce. “A differenza dell’altro nome ricordo di aver letto qualcosa sulla morte di questo giovane: si trovava qui per lavoro e sono quasi sicura che il suo nome iniziava per A. Ho letto di fretta ed ho scattato questa foto ma poi ho visto che non è uscita bene.”
“Dovremmo tornare a verificare il nome di questo tipo.” Ethan sentiva di essere molto vicino alla possibile individuazione dei due nomi. “Andiamo?” Si rivolse ad Emily.
“Adesso?”
“Certo. Andiamo io e te. Tu sai dove si trova quel libro, giusto?”
“Lo sa anche Sophie.”
“No, non posso, ho una breve lezione con O’Connor, deve spiegarmi alcuni passaggi che non mi sono chiari.” La ragazza si alzò dopo aver controllato l’orologio. “Fatemi sapere se ci sono novità.”
“Bene, voi restate a far da palo, io ed Emily andiamo a caccia di fantasmi.”
Lei rabbrividì e si lasciò trascinare per mano dal ragazzo che la stava letteralmente mandando in confusione.
 


Il cielo era grigio e soffiava un vento che non prometteva nulla di buono. Le cime degli alberi ondeggiavano senza sosta e qualche foglia non riusciva a resistere al suo impeto, staccandosi dal ramo e perdendosi nella campagna circostante.
Ethan ed Emily erano davanti alla grande porta di accesso alla biblioteca, lui eccitato e determinato ad entrare e sbirciare fra le pagine del registro, lei timorosa e titubante per il semplice fatto di trovarsi lì con lui.
“Bene, dolcezza.” Attese che la porta si chiudesse alle loro spalle. “Dove si trova il registro incriminato?”
“Lassù.” Emily indicò il corridoio superiore. “Sullo scaffale che fa angolo con quella colonna.”
“Perfetto, andiamo.” Prese per mano la ragazza e salirono assieme le scale.
Fuori intanto il vento non aveva smesso un istante di soffiare e aveva iniziato a scendere una scrosciante pioggia accompagnata da lampi e tuoni. Dalle finestre entrava una luce tutt’altro che rassicurante intervallata dalle ombre degli alberi sbatacchiati e l’eco di tutti quei rumori risuonava ovunque in quel locale ampio e pregno di misteri.
“Ecco, si trova qui…. Ci sono tutti i registri a partire dal 1548, quelli del XIX secolo sono su questa mensola.”
“Sei sicura?”
“Certo.”
“L’ultimo è datato 1800 spaccato. Non ne vedo altri.”
“E’ impossibile, quando sono venuta con Sophie c’erano tutti, l’ultimo era quello del 1950. Andavano di cinquant’anni in cinquant’anni, me lo ricordo benissimo.”
“Qualcuno li ha fatti sparire.” Sentenziò Ethan. “Qualcuno che non gradisce le nostre ricerche.”
Emily scese mestamente le scale, si mise seduta ad uno dei tavoli della biblioteca ed estrasse il telefono, visualizzando quella foto sfuocata che stava bloccando le loro ricerche. Era molto dispiaciuta di ciò.
“Se mi giri questa foto su Whatsapp posso provare a mettere qualche filtro e vedere se riesco a renderla più nitida.”  Ethan si sedette accanto a lei tentando di tirarle su il morale. Ma proprio in quel momento un fulmine si abbatté poco lontano e fece saltare la corrente elettrica. I due piombarono nell’oscurità quasi totale poiché la sera era già calata. “Porca puttana, che botto!”
Percepirono entrambi una corrente di aria gelida, rabbrividirono perché non ne capivano la provenienza. “Qui c’è qualcuno.” Sussurrò il ragazzo. Prese il cellulare e selezionò la videocamera, le sue mani erano gelate ed il respiro quasi impercettibile, tuttavia si sforzò di mantenere i nervi saldi per incoraggiare una Emily al limite dell’infarto e tentare di filmare qualcosa. Sì, perché era certo di aver percepito una presenza vicino agli scaffali in fondo all’ambiente. Ed in effetti, puntando il cellulare in tale direzione, sullo schermo apparve qualcosa per una frazione di secondo.




 

 


“Sophie, tu non crederai mai alla bastardata che… Soph, dove sei?”  Charlotte era rientrata nella sua camera credendo di trovarvi già l’amica, ma questa non c’era. “Sei in bagno?” Chiuse la porta del bagno dopo aver verificato che non ci fosse, non capiva il motivo del suo ritardo, visto che Sophie era sempre puntuale e precisa in tutto. “Ha pure dimenticato il cellulare qui.” Notò l’apparecchio sul comodino. “Mah, avrà ritardato in sala prove.” Restò in silenzio per qualche secondo, poi iniziò a prepararsi per andare a cena con gli altri studenti.
La porta si aprì dopo alcuni minuti e Sophie entrò con aria sognante.
“Ehi, bentornata!” Charlotte salutò l’amica.
“Ciao.”  Sorrise all’amica. “Scusa, ho fatto un po’ più tardi del dovuto. Novità?”
“Oh sì, una novità incredibile: non suono più con Gary.” Era visibilmente su di giri.
“Cosa?! E perché?! Cos’hai combinato questa volta?”
“Ma niente, accidenti! Era tutto troppo bello per essere vero, probabilmente qualcuno, anzi, qualcuna ci ha messo lo zampino ed ha ottenuto ciò che voleva.”
“Non dirmi che ti hanno rimpiazzata con Iris?!”
“Sei perspicace, amica mia. Io sono stata spedita a duettare con Elise, quella svampitella che suona l’arpa! Come si fa a suonare Back in black con l’arpa?!”
“Assurdo!” Era rimasta sorpresa. “Gary che dice?”
“Non lo so, non l’ho sentito.” Sbuffò visibilmente scocciata. “Eppure tutti gli insegnanti si sono mostrati entusiasti dei nostri risultati e non riesco a capire perché mi hanno fatto questo.”
In quel momento il cellulare di Sophie segnalò un messaggio in arrivo. “E’ di Ethan.” Lesse il mittente ed il contenuto. “Che cosa?! Ma stanno impazzendo tutti qui?!” Mostrò l’apparecchio all’amica.” Anche io e lui non suoniamo più insieme, lo hanno messo con Liam e Jessica, i violoncellisti innamorati!”
Si guardarono in faccia incredule.
“Vuoi vedere che dividono pure Emily ed Oliver?” Charlotte iniziava a temere che lo stessero facendo di proposito.
In quel momento entrambi i cellulari delle ragazze notificarono l’arrivo di un messaggio nel  gruppo Whatsapp da loro creato per restare sempre in contatto. Lessero contemporaneamente e si guardarono in faccia senza dire una sola parola.



 

 


“Suvvia ragazzi, non mi sembra la fine del mondo.” Iris era l’unica felice. “Che sono ‘ste facce da funerale?”
Nessuno rispondeva, non erano dell’umore adatto e la presenza della ragazza che si era soffermata assieme a loro dopo cena infastidiva tutti visibilmente, anche e soprattutto perché non potevano parlare delle indagini sui presunti fantasmi.
“Io credo sia una gran cosa, sai che pizza suonare sempre e solo con le stesse persone!” Sorrise soddisfatta. “E poi è da tempo che io e te non suoniamo più assieme, non sei contento Gary?”
Non ottenne risposta né da lui, né dagli altri perché oramai erano affiatati anche sotto il profilo degli studi e modificare le cose appariva controproducente e altamente irritante.
“A me dispiace non poter suonare più con Sophie.” Ethan ruppe il silenzio. “Eravamo affiatati io e te ed ora sarò costretto ad entrare in sintonia con i due pollasterlli innamorati…bleah, al solo pensiero la glicemia mi va alle stelle.”
“Eh, che ci vuoi fare? C’est la vie!” Rispose lei non troppo dispiaciuta.
“Se continuassimo a suonare per conto nostro? Che so, magari accompagnando il tutto con un caffè?”
“Caffè? Che intendi?”
“Ah, ma come sei ingenua, tesoro?” La sbeffeggiò Iris intromettendosi. “Ti sta invitando ad uscire, mi sembra lampante.”
“Oh no, no. Non se ne parla proprio. Io sto qui per studiare musica, non per altro.”
“Sophie è una seria e riflessiva, è inutile insistere con lei, non attacca.” Confermò Charlotte. “La conosco da sempre, fattene una ragione.”
“E allora accetto io l’invito.” Iris si propose immediatamente.
“Come? Io mica ti ho invitata.”
“Cambierai idea molto presto invece, in modo particolare quando ti renderai conto del mio talento e della mia bravura.”
“Sì, come no…” Sbuffò, con Iris presente non era il caso di parlare delle loro ricerche sui presunti eventi paranormali, tuttavia moriva dalla voglia di mostrare ad Oliver il breve filmato realizzato con il cellulare in biblioteca. Non sarebbe certo stata quell’oca a fermarli!
Si avvicinò alla finestra che dava sul parco retrostante l’edificio, era buio naturalmente, ma riusciva a scorgere le sagome degli alberi piuttosto bene grazie alla luce della Luna piena che vegliava dall’alto. Gli venne d’istinto di prendere il cellulare ed iniziò a filmare ciò che vedeva all’esterno, senza un motivo apparente ma solo per seguire una strana sensazione che gli suggeriva di farlo.
“Che fai Ethan, filmi le lucciole? Guarda che ora non è la stagione loro e di solito svolazzano nei campi di grano. Vedi forse del grano? Hai le allucinazioni?”
Fermò la registrazione e si voltò verso di lei. ”Sì, ho le traveggole, vedo i mostri e voglio filmarli.” Sorrise quasi sbeffeggiandola. “E siccome Oliver la pensa come me, gli mando questo e un altro filmato così se li guarda per benino e mi dice se gli piacciono o no.”
Oliver non se lo fece ripetere due volte, non appena ricevette il materiale si mise subito a visionare quei filmati: dall’espressione comparsa sul suo volto Ethan capì di aver catturato materiale interessante.
“Ehi bro, ottimo lavoro. Qui c’è roba, devo trastullarmici un po’ ma credo di poterti dare risposte molto promettenti.”
“Di che si tratta?” Iris non capiva e la cosa non le andava a genio. “Avanti ragazzi, non fate i misteriosi, a me potete dirlo.”
“Sai mantenere un segreto, tesoro?”
“Certo che sì.”
“Non dubitavo. Tuttavia non ho nessun segreto, quindi che cosa dovrei mai raccontarti, tesoro?" E se ne andò lasciandola a bocca aperta.
 

 


Era ora di rientrare nelle camere. Charlotte e Sophie indugiavano leggermente, contemplando la pace quasi surreale del parco illuminato dalla pallida luce della Luna piena.
“Che strano.” Sophie rabbrividì e si strinse fra le braccia.
“Cosa?”
“Ho freddo ed avverto una strana sensazione che non ti so spiegare.”
Charlotte non percepiva nulla, non capiva cosa potesse turbare l’amica, ma guardandosi attorno ebbe il sentore di aver già vissuto una situazione simile.” E’ tutto così strano, mi sembra che…..” Le parole si bloccarono all’istante: sulla sommità della torre dell’orologio distinse la figura biancastra che si lanciava nel vuoto scomparendo pochi istanti dopo. Esattamente come era accaduto la sera del loro arrivo all’accademia, in quell’uscita notturna nel corso della quale avevano incontrato Ethan e Gary.

E si ricordò che pure quella sera il cielo notturno era illuminato dalla Luna piena.







 

 

Heilà bella gente!
Siete tutti in casa, non è vero? Bravi, solo così potremo uscire presto da questa situazione surreale che stiamo attraversando. So che è dura, ma dobbiamo fare questo sforzo per proteggere noi e chi ci sta attorno, specialmente se si tratta di persone con qualche anno in più o con problemi di salute.
Scrivere questo capitolo ha richiesto molto più tempo del previsto, ma spero vi sia piaciuto e chiedo scusa per eventuali sviste o errori e per il layout, mi auguro di poterlo modificare prima possibile.
Qualcuno forse ha notato che i ragazzi stanno cercando qualcosa, un qualcosa che invece dovrebbe restare nascosto: il famoso registro dei funerali è scomparso dalla biblioteca ed è sempre lì che Ethan ed Emily vedono una figura evanescente per una frazione di secondo. E poi non vi sembrano strane le modifiche dei gruppi di studio?

 

Attendo con ansia i vostri commenti, senza dimenticare di dire GRAZIE a chi fin ora ha recensito.
A presto e mi raccomando, state in casa!
 

Un abbraccio
La Luna Nera

 



 
  
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