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Autore: Vittoria94    22/03/2020    0 recensioni
Questa storia è ambientata nella Londra vittoriana di fine Ottocento. Essa narra le avventure della famiglia Crafthole tra intrighi, misteri, amori e amicizie. Tutto condito da un pizzico di ironia.
Genere: Drammatico, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Età vittoriana/Inghilterra, Il Novecento
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                                                                                                                             CAPITOLO II
                                                                                                                          "Litigio al ballo"
Nel giro di poche settimane Emily ed Austin, sotto rigide e severe regole imposte da Horace ed Abraham, s’incontrarono quasi tutti i giorni per passare del tempo insieme: la ragazza scoprì con piacere che quel ragazzo, che la sera in cui si videro la prima volta non disse una parola, non era uno snob montato, vanitoso ed egocentrico: al contrario era una brava e dolce persona. Inoltre i due ragazzi scoprirono di avere molte cose in comune.                                                                                            
                                                                                                                                                                                                                           Londra, 20 marzo 1897
"Caro diario,
ieri sono uscita di nuovo con Austin: questa volta mi ha portata al parco. Ci siamo divertiti tanto. Stasera ci sarà il ballo e dovremo andarci insieme: mi presenterà a tutti i nobili di Londra. Spero che vada tutto bene. Ora vado a pranzare. Presto ti racconterò com'è andata."
-Penso che il signor Berry accetterà.- disse Horace a Margaret - Non può rifiutare.-
-Non è vero. Potrebbe non accettare per il semplice fatto che non siamo dei nobili aristocratici, come loro. Siamo una famiglia di borghesi, che hanno fatto fortuna con il carbone: non s'imparenteranno mai con noi.- disse Margaret.
-No, no, no. Deve accettare. Altrimenti Emily potrebbe rimanere...- si fermò e guardò la moglie, che gli rispose preoccupata -Oh, cielo! Non lo dire caro, te ne prego.-
-Beh, questo succederà se non si sposerà subito!- disse Horace e aggiunse:- E noi non dobbiamo farlo accadere. Non di nuovo. E questo sia per lei sia per il buon nome della nostra famiglia. Guarda che fine ha fatto nostra figlia Florence: si è rinchiusa in un convento di clausura!-
-Sì, ricordo benissimo...- rispose Margaret con le lacrime agli occhi -...povera figlia mia...mi manca ogni giorno di più...- e scoppiò in lacrime.
Intanto John era sulla carrozza e stavo andando a prendere Louise, per uscirci. Durante il viaggio, vide una bottega lungo la strada con un cartellone gigantesco che diceva "Il futuro é già qui: la prima automobile é arrivata!".
Incuriosito, fece fermare la carrozza, scese, fece cenno al cocchiere di tornare a casa ed entrò. Uscì poco dopo dal retro con un'auto verde e si avviò verso casa di Louise. L’auto non era veloce, e qualche ora più tardi arrivò a casa della fidanzata, suonò il clacson e vide la ragazza affacciarsi alla porta.
Incuriosita da quel nuovo veicolo, andò verso John e disse:-Hai comprato una di quelle automobili di cui si parla tanto?-
-La prima, per l’esattezza.-
-Ah, sì? E quanto è costata?-
-Abbastanza da potermela permettere.- le rispose John con un sorrisino stampato in faccia.
-Allora non mi porta a fare un giro, signor Crafthole?- disse Louise, sorridendo e scherzando.
-Certo, signorina Beaumont. Prego, da questa parte.- e le indicò, sorridendo, la portiera dell'auto. I due giovani si recarono in uno dei posti più in voga di Londra, frequentato da nobili, aristocratici, borghesi e da alcuni membri della famiglia reale.
Intanto Emily si stava preparando per il ballo, aiutata da Flora e Wilhelmina.
-Attenta al nastro, Flora!- disse Wilhelmina, ma non fece in tempo ad avvertirla che Flora inciampò e cadde.
-Come stai? Tutto bene? Ti sei fatta male?- chiese preoccupata Emily, mentre l'aiutava a rialzarsi.
-Sì, sì…tutto bene, grazie.- disse la prima.
-Menomale. Allora rimettiamoci all’opera!- disse Wilhelmina, prendendo il metro da sarta.
Poco dopo la ragazza era pronta e le due cameriere la riempirono di complimenti.
-Che bell'abito. E' stu-pen-do! Ti sta proprio bene, Emily.-
-Già. Hai proprio ragione, Wilhelmina. E' meraviglioso!- aggiunse Flora.
-Però non sembri molto contenta. E’ successo qualcosa, per caso?- chiesero le due cameriere, vedendo la ragazza un po' triste.
-No, ma...- tirò un sospiro e disse:-...sto pensando a stasera. Dovrò rispondere a tutte le domande che i nobili faranno, a proposito di me ed Austin. Non sono pronta.-
-Oh, suvvia Emily! Non prenderla in questo modo. Pensa, piuttosto, che sarà un'occasione per conoscere le persone più ricche ed influenti d'Inghilterra. E poi ti farai una bella posizione, frequentando quel tipo di gente. Dammi retta: non te ne pentirai.- disse Wilhelmina sorridendo e guardandola.
-Forse hai ragione, Wilhelmina.- disse Emily.
Nel frattempo arrivò la carrozza dei Berry a prenderla, per scortarla al ballo.
-Flora! Stanno suonando! Flora? Aah...non si trova mai quella ragazza.- disse Margaret, mentre si guardava intorno per vedere se la cameriera fosse da quelle parti.
-Oh, signorino Berry! Prego, accomodatevi. Emily sarà subito da voi.-
-Certo, signora. La aspetterò qui.- disse Austin.
-Ma cosa dite? Venite in salotto. Non vorrete aspettarla davvero qui, sul portico?.-
-Effettivamente non è una buona idea. Allora vi ringrazio, signora.- disse il ragazzo sorridendo ed entrando.
-Un attimo che chiamo la cameriera, così vi faccio servire qualcosa da bere.-
-Oh, sì certo. Grazie molte.- rispose Austin.
Intanto Flora, che stava scendendo le scale, incontrò Margaret che la guardava in modo strano.
-Dov'eri finita? Ti stavo cercando. Il signorino Berry é arrivato!- disse Margaret innervosita.
-M-mi scusi signora, ma c'è stato un problema con i bottoni dell'abito della signorina Emily. Co-così mi sono dovuta trattenere di sopra ad aiutarla.- rispose Flora con la voce tremante, intimorita dallo sguardo della padrona.
-Va bene, ora vai in salotto e offri qualcosa al nostro ospite. Su, avanti! Vai!- disse Margaret mentre saliva le scale per andare in camera della nipote.
-Chi é?- chiese Emily, sentendo bussare alla porta della sua stanza.
-Sei pronta, mia cara?- chiese dolcemente Margaret, affacciandosi.
-Sì, quasi.-
-Bene. Austin é di sotto e ti sta aspettando.-
-Ah...digli che sto arrivando.- disse Emily, mentre si stava finendo di sistemare i capelli e indicava la porta a Wilhelmina.
-Certo, signorina.- rispose la cameriera e andò di sotto.
-Sei bellissima. Assomigli molto a tua madre.- disse Margaret sorridendo.
-Grazie, nonna. Sai, mamma e papà mi mancano sempre di più...- disse Emily.
-Lo so, mia cara...mancano tanto anche a me. Ma non preoccuparti. Sono sicura che, in questo momento, ti stanno guardando e proteggendo.-
-Lo spero. Sai nonna, sono molto preoccupata per stasera. E se sbagliassi qualcosa? Ho paura.-
-Tesoro mio, capisco la tua paura. Ma vedrai che andrà tutto bene.- la rincuoró Margaret.
Detto ciò, Emily si alzò ed uscì dalla stanza, seguita dalla nonna.
Horace, intanto, era sceso in salotto e si stava intrattenendo con Austin, parlando di affari.
-Condivido a pieno la vostra idea signor Crafthole, ma penso che...- il giovane vedendo Emily in abito da sera, ammutolì, ma riprese poco dopo dicendo:-Emily! Siete davvero molto bella.-
-Grazie molte, Austin. Siete molto gentile e anche molto elegante.- rispose Emily arrossendo.
-Grazie. Venite.- disse Austin, porgendole il braccio per accompagnarla alla carrozza.
Horace rimase un po' confuso e Margaret, notando ciò, gli chiese:- Caro, tutto bene?-
-Eh? Oh, sì cara. Solo che non sono abituato a vedere Emily con un ragazzo.-
-Già, neanch'io.- ed entrambi sollevarono le spalle, sospirando e sperando che sarebbe andato tutto bene.
Al ballo c'era molta gente: la créme de la créme di tutta l'Inghilterra. Emily si sentiva osservata. Molto osservata. Tutti si chiedevano chi fosse e da dove venisse. Al suo fianco c'era Austin, ad accompagnarla sotto braccio.
-Ehi, Louise! Guarda! C'é mio cugino Austin. Ed è con Emily.- disse Molly.
-Dove?- chiese Louise cercando di vedere la coppia -Che cosa? Ma allora l’incontro è andato bene! Questo vuol dire che…- e si fermò per poi ricominciare:-No, non ci voglio credere! Non deve succedere! Non devono sposarsi!- e si alzò nervosamente dalla sedia.
-Eccoli. Stanno venendo verso di noi.- le sussurrò Molly, coprendosi il viso con il ventaglio per non farsi vedere.
-Buonasera cugino. Bella serata, non é forse vero?-
-Buonasera cugina. Buonasera signorina Beaumont.- disse il ragazzo, rivolgendosi alle due ragazze e continuò:-Sì, abbastanza. Ma siamo appena arrivati e non ho ancora visto chi c'é. Ad ogni modo, lei è Emily Crafthole.- disse Austin.
-Oh! Quindi tu sei la famosa Emily?- disse Molly.
-Sono io, signorina Wellington.- rispose Emily sorridendo.
-Anche tu qui, cara?- chiese Louise con finto tono di sorpresa e alzando il sopracciglio, rivolgendosi ad Emily.
-Buonasera Louise.- disse educatamente la ragazza.
-Vado a prendere qualcosa da bere, cara. Aspettami qui e intrattieniti un po' con loro.- disse Austin, allontanandosi verso il buffet.
Louise prese in disparte Emily per parlarle, lasciando Molly da sola.
-Spero che tu non stia pensando di far parte della classe nobiliare ed aristocratica di Londra, come noi altre.- disse Louise con tono minaccioso. Emily non rimase stupita da quello che le disse la ragazza: la conosceva molto bene e sapeva com’era fatta.
-Beh, suppongo che tu non voglia rispondermi. Ma come ben sai "Chi tace, acconsente", mia cara.- disse ridacchiando.
-Smettila Louise.- disse Emily.
-Oh avanti! Lo so che vuoi sposare Austin solo perché è un nobile e tu solo una borghesuccia da strapazzo!-
-Cosa?-
-Non fare la finta tonta con me, carina.-
Dopo un po’ Emily, stufa, sbottò dicendo:-Tu sei quella che non deve farne parte, perché il tuo titolo è decaduto con la morte di tuo padre e non possiedi più nulla da tempo. E ti fai pagare per intrattenere gli uomini!-
-Che cosa? Come ti permetti di dire queste cose? Bugiarda!- disse l’altra, furente.
-Meretrice!-
Non appena sentì quella parola, urla e grida non si fecero attendere. Ad un certo punto, Louise andò verso la povera ragazza per picchiarla ma, fortunatamente, Molly e John intervennero e la fermarono. Gli altri invitati si girarono per vedere cosa stesse succedendo in quell'angolo della sala. Austin arrivò correndo, seguito da alcune guardie. 
-Ma cosa sta succedendo qui? Fermatevi subito!- gridò John.
-Lasciami John! Mi ha provocata!- gridava Louise, mentre il fidanzato cercava di trattenerla.
-Sei tu che da quando sono arrivata, fai delle battute e delle allusioni su di me, su Austin e sulla mia posizione sociale!- ribattè Emily.
-Ora basta!- disse John e aggiunse:-Emily, tu torna subito alla villa! E tu, Louise, vieni con me! Ti accompagno a casa.-
In quel momento Emily sarebbe voluta sprofondare per la vergogna e per la figuraccia che aveva fatto ma, soprattutto, che aveva fatto fare ad Austin. I ragazzi vennero fatti mandare a casa, come aveva detto John.
Durante il viaggio di ritorno, Austin non guardò in faccia Emily neanche per un secondo e la ragazza fece lo stesso. Arrivata alla villa, ella corse piangendo in camera sua e si buttò sul letto, addormentandosi poco dopo.
                                                                                                               
                                                                                                                                                                                                                     Londra, 23 marzo 1897
"Caro diario,
sono giorni che non vedo Austin. Dalla sera del ballo non mi é venuto più a trovare, né mi ha scritto una lettera. Forse la brutta figura che gli ho fatto fare, gli avrà fatto capire di lasciar perdere il fidanzamento. Se ciò accadesse, la mia famiglia non mi rivolgerebbe più la parola e dovrei andarmene da qui, per la vergogna. O, peggio, potrei fare la stessa fine di mia zia Florence.
Spero che tutto si sistemi al più presto. Ti racconterò, non appena ci saranno novità."
Emily uscì dalla stanza e scese di sotto dove c'erano Horace, Margaret ed il signor Berry, accompagnato dal suo notaio personale.
-Ma cosa succede qui?- chiese Emily incuriosita.
-Stanno organizzando la tua festa di fidanzamento con Austin. Non é eccitante?- le disse Flora, passandole accanto con il carrello del thé.  
-Cosa? Una festa di fidanzamento? Ma se Austin non mi é più venuto a trovare dalla sera del ballo.- disse la ragazza, con un'espressione sbigottita in faccia.
-Non ti é venuto a trovare, perché ha preso un brutto raffreddore e si é ammalato.- disse la cameriera.
-Poteva scrivermi una lettera dove diceva che si era ammalato.-
-A proposito questa è per te.- disse Flora tirando fuori una lettera dalla tasca del suo grembiule.
-Flora! Ma questa lettera è di Austin! Ed è aperta!- disse Emily, guardandola.
-Ops! Ecco dov'era finita! Te l’avrei dovuta consegnare subito, ma con tutto quello che ho da fare qui in casa, l'ho dimenticato. Mi dispiace, Emily.- disse Flora abbassando la testa.
 La ragazza si mise a braccia conserte, la guardò sorridendo e le chiese:-E come mai è aperta? -
-Ehm…- la guardó Flora, sorridendo stupidamente. Emily scoppió a ridere: non riusciva ad arrabbiarsi con l'amica, perché le voleva molto bene.
-Va bene, Flora. Ti perdono. D'altra parte chi mi aiuterebbe a superare tutti i momenti brutti della mia vita?- disse Emily sorridendole e aggiunse:-Ora, però, devo andare a trovare subito Austin.- e, detto ciò, si mise il cappello, il mantello e si fece accompagnare alla magione dei Berry.
   
 
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