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Autore: Vittoria94    22/03/2020    0 recensioni
Questa storia è ambientata nella Londra vittoriana di fine Ottocento. Essa narra le avventure della famiglia Crafthole tra intrighi, misteri, amori e amicizie. Tutto condito da un pizzico di ironia.
Genere: Drammatico, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Età vittoriana/Inghilterra, Il Novecento
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                                                                                                             CAPITOLO III 
                                                                                                                 "Bugie"
Emily arrivò a casa di Austin in tutta fretta, bussò al portone e le aprì Joanna, la cameriera dei Berry.
-Salve, signora Joanna.- disse la ragazza sorridendo.
-Salve, signorina Crafthole.- le rispose sorridendo, la cameriera.
-Dovrei vedere il signorino Berry.-
-Sì, signorina. E' di sopra. Sapete che si é ammalato?- chiese Joanna.
-Oh, sì. L'ho saputo poco fa.- rispose Emily sorridendo.
-Come poco fa?-
-Sì, perchè la mia cameriera si é dimenticata di consegnarmi la lettera che mi aveva scritto Austin.-
-Capisco.- disse la cameriera, accompagnandola di sopra. Joanna bussò alla porta della camera di Austin.
-Sì? Chi é?- chiese il ragazzo, con voce roca.
-Buongiorno, signorino Berry. C'é una visita per voi.-
-Per me? E chi può essere?-
-Ciao, Austin...-
-Emily! Come mai non hai risposto alla mia lettera?-
Emily diventò rossa dalla vergogna e disse:-Sai, Flora, la mia cameriera, si è dimenticata di consegnarmela e di conseguenza non ho potuto risponderti. Perdonami.-
-Devo crederci?- disse il ragazzo ridendo.
-Certo! Secondo te, m'inventerei una bugia?- disse la ragazza sorridendo.
-Va bene, amore mio. Ti credo.- disse Austin dolcemente.
-Mi sei mancato tantissimo. Come ti senti?- disse Emily, abbracciandolo.
-Anche tu, mi sei mancata. Comunque mi sento molto meglio.- rispose Austin, abbracciandola più forte.
-Menomale. Ascolta...volevo scusarmi per il comportamento che ho avuto con Louise, al ballo dell'altra sera. Purtroppo quella ragazza fa uscire il mio lato peggiore.-
Austin la guardó per poi dirle:-Non preoccuparti. Ho conosciuto Louise prima di te: so com'è fatta.-
-Già la conoscevi?- chiese Emily, allibita.
-Sì. Era una delle ragazze che avrei dovuto sposare. Ma avevo capito che non era la ragazza giusta per me.- e si avvicinò alla ragazza, ficendo:Tu sei quella giusta per me.-
-Ma allora perché al ritorno dal ballo non mi hai rivolto la parola?-
-Per due motivi: il primo è che, dopo avervi visto litigare, ho pensato che Louise non fosse cambiata per niente. Ed il secondo motivo riguarda il fatto che, vederti reagire così, mi ha fatto capire che mio padre e tuo nonno, non si sono sbagliato nel farci conoscere.-e sorrise
-Allora non ce l'hai con me?-
-Assolutamente no.-
-Oh, Austin!- esclamò Emily, abbracciandolo ed aggiunse:- Se vuoi, ora che sono qui, possiamo parlare o magari leggere un bel libro.-
-D’accordo, Allora vai in biblioteca e prendi il libro che ti piace di più. Voglio che me lo legga tu con la tua bellissima voce.- disse Austin.
Emily non esitò un attimo e si fiondò verso la biblioteca dei Berry: era un’enorme stanza, tappezzata di scaffali, stracolma di libri antichi, saggi, poesie e tutto ciò che si poteva immaginare.
La ragazza entrò, prese un libro che le piaceva molto, tornò in camera del ragazzo e lo lesse finchè quest’ultimo si addormentò. Emily posò il libro sul tavolo e mandò diede un bacio sulla fronte ad Austin, per poi tornare a casa.
Nel frattempo John era a casa a leggere, nello studio di Horace. Sentì il rumore di una carrozza e, incuriosito, si affacciò per vedere chi fosse: era Louise. Ma cosa ci faceva lì? Il ragazzo, allora, scese le scale e aprì il portone d'ingresso: si trovò davanti la sua fidanzata, infuriata.
-Louise! Cosa ci fai qui?-
-Sono venuta per parlare con te di quello che é successo con tua sorella al ballo.- rispose.
-Ah! D’accordo.-
Louise pensò che questa sarebbe stata l'occasione buona per mettere John contro la povera Emily. Allora cominciò a raccontare la sua versione dei fatti.
-Io ero seduta tranquillamente a parlare con Molly. Ad un certo punto é arrivata Emily, mi ha preso con forza per un braccio, mi ha trascinata dove nessuno avrebbe potuto vederci e mi ha minacciata, dicendo che se non ti avessi lasciato, me ne avrebbe fatto pentire amaramente.- disse la ragazza, singhiozzando e piangendo.
-Cosa? Emily? E' impossibile! Non é proprio da lei.- disse incredulo il ragazzo.
-Te lo giuro, caro! Devi credermi! Tua sorella si comporta così solo quando tu non ci sei, perché vede che io sono indifesa da sola. Ho paura di lei, John.- disse appoggiandosi al fidanzato.
-Se davvero é come dici, stasera le parlerò e chiarirò la situazione.-
-Lo faresti per me?- disse Louise mentre lo guardava speranzosa.
-Ma certo, cara. Sei la mia fidanzata.- rispose sorridendo il ragazzo.
-Oh, grazie caro! Menomale che ci sei tu qui con me! Ti amo tanto.-
-Anch'io ti amo.-
Il caso volle che Flora stesse spazzando il corridoio e si fermò a sentire la conversazione tra i due: restò allibita. Andò da Wilhelmina e le raccontò tutto.
-Ma sei sicura di aver sentito bene?- chiese incuriosita Wilhelmina.
-Certo, che ho sentito bene! Benissimo!-
-E' impossibile! No, non voglio crederci.- disse Wilhelmina agitandosi e camminando su e giù per la cucina.
-Dobbiamo indagare e capirci qualcosa.- disse Flora con tono deciso.
-No! Meglio non intrometterci, Flora. Anche se...- Wilhelmina si fermò per poi ricominciare, dicendo:- Dobbiamo parlare con Emily.-
-Sì, assolutamente. Appena rientrerà le parleremo.- disse Flora.
Nel frattempo Emily era tornata a casa ed era molto felice. Salì in camera sua e iniziò a scrivere sul suo diario.
                                                       
 
                                                                                                                                                                                                                     Londra, 23 marzo 1897
"Caro diario,
oggi ho scoperto che Austin mi aveva scritto una lettera il giorno dopo il ballo, ma Flora si era dimenticata di consegnarmela. Comunque sono andata da lui: ha l'influenza, ma ora sta meglio. Sai, la nonna aveva ragione: conoscendolo meglio, mi sta piacendo sempre più. È davvero un bravo ragazzo."
La ragazza sentì bussare, chiuse il diario e aprì la porta: erano le cameriere che la stavano cercando.
-Flora. Wilhelmina. Entrate pure.-
-Scusa se ti disturbiamo, ma volevamo parlarti di una cosa strana che è successa oggi pomeriggio.-
-Ah, sì? E cosa?-
-Ecco…Louise è venuta qui per parlare con John di una certa discussione che è avvenuta al ballo.- disse Flora.
-E ha detto che l’hai presa con forza e che l’hai minacciata. E’ vero?- chiese Wilhelmina.
-Cosa? Assolutamente no!- rispose Emily.
-Menomale. Ero sicura che non potevi aver fatto una cosa del genere. Non è proprio da te.-
-Quella ragazza è davvero perfida e malvagia! Come si è permessa di inventarsi una cosa del genere su di me? E’ tutta una bugia. Un’enorme bugia!-
-Louise è proprio una vipera!- disse Flora, sbuffando.
-Già. Un momento! E voi come fate a saperlo?- disse Emily, sorridendo.
-Ehm…perché Flora ha origliato. Ma a fin di bene. Aveva sentito il tuo nome e si è preoccupata.- disse Wilhelmina, cercando di giustificare il comportamento dell’altra cameriera.
-Ah, Flora. L’abitudine di origliare non te la leverà mai nessuno, vero?- disse la ragazza, sorridendo e aggiunse. -Comunque non preoccupatevi. Vedrete che risolverò questa situazione.-
-Va bene. Ora andiamo di sotto a preparare la cena. Se hai bisogno di qualcosa, chiamaci.- disse Flora, uscendo dalla stanza insieme a Wilhelmina.
-Certo.-
Emily non fece in tempo a chiudere la porta che arrivò John, dicendole con tono severo:-Devo parlarti di una cosa.-
-Immagino già di cosa tu voglia parlarmi. C’entra la tua fidanzata, vero?
-Proprio così. Seguimi.-
Entrarono nello studio di Horace e John si sedette sulla poltrona del nonno e invitò la sorella, a sedersi di fronte a lui.
-Ho saputo quello che hai detto a Louise durante il ballo e non sono affatto contento.-
Emily lo guardò e disse:-Mi ha provocata, John.-
-Provocata? Louise mi ha detto che l’hai presa con forza e l’hai minacciata, dicendole che se non mi avrebbe lasciato gliel’avresti fatta pagare. Come hai potuto? Sai benissimo cosa provo per lei.-
-Che cosa? Io non mai detto una cosa del genere! Mi conosci e sai come sono fatta!-
-Appunto! Proprio perché ti conosco, vorrei sapere perché ti sei comportata in quel modo.-
-Ma io non le ho detto questo!- e si fermò un attimo a riflettere, per poi riprendere dicendo:-Aspetta un minuto: ho capito tutto. Lei ti vuole mettere contro di me e farmi passare per una bugiarda! John, davvero le credi?-
-Certo! E’ la mia ragazza e mi fido di lei. Non mi mentirebbe mai.-
-Ma io sono tua sorella! Questo per te non conta niente?- disse Emily guardando il fratello negli occhi. John non rispose. La ragazza, allora, uscì dallo studio sbattendo la porta e scese le scale. Si mise il cappello ed il mantello, prese il calesse e si diresse verso casa di Louise. John, intanto, vide che la sorella si stava allontanando in direzione della casa della sua fidanzata e la seguì.
Emily arrivò a casa di Louise, bussò alla porta con vigoria e le venne aperto dalla governante che le chiese -Desidera, signorina?- guardandola con volto severo.
-Sono Emily Crafthole! Devo parlare con la signorina Beaumont, immediatamente!-
-La signorina Beaumont é impegnata in questo momento e non può ricerverla. Se vuole, può dire a me ed io riferirò.- disse la governante guardandola dalla testa ai piedi.
-No! Devo parlare con lei! Subito! Quindi me la chiami, per piacere!- disse Emily furente.
-Mi dispiace, ma le ho già detto che...- ma ad Emily non importò nulla di quello che le stava dicendo la governante, ed entrò ugualmente, spingendola dietro la porta. Salì in fretta le scale e arrivò in camera di Louise, che si stava pettinando, e le disse:-Perché t’inventi cose che non sono successe e divulghi le tue false chiacchiere dappertutto? Non mi sopporti? D’accordo! Ma non metterci in mezzo la mia famiglia!-
Louise la guardò senza dire nulla. Ma sentì John che stava salendo le scale e le venne in mente un piano malvagio per incastrare la povera ragazza: ruppe un vaso che aveva sulla specchiera ed iniziò ad urlare e piangere. Emily la guardava e non sapeva cosa fare e le disse:-Tu sei pazza.-
All'improvviso, nella stanza, entrò John e disse:-Emily! Che cosa stai facendo?-
-Mi ha urlato contro senza motivo! Amore mio, salvami da lei. Guarda, mi ha anche lanciato un prezioso vaso di famiglia. Era un ricordo di mia nonna.- disse Louise singhiozzando e abbracciando impaurita John.
-Emily, ma non ti vergogni nemmeno un po' di come ti stai comportando?- disse John con tono severo. La ragazza cercò di rispondere, ma il fratello la interruppe dicendole:-Adesso basta! Tu vieni a casa con me! Immediatamente!-
Louise guardò Emily scendere le scale e sedersi sul calesse, mentre lei si stava facendo consolare dal suo fidanzato.
-Tutto bene?- chiese John a Louise.
-Sì, più o meno...- rispose quest'ultima.
-Bene, allora io vado e cerco di chiarire con mia sorella.-
Louise però, prima di lasciarlo andare, lo fermò dicendogli -Sai caro, Emily si sta comportando molto male con me in questo ultimo periodo. Secondo me sta impazzendo. Ho paura.-
-E' vero si sta comportando in modo strano ultimamente, però non penso che stia impazzendo. Forse é solo sotto pressione per il fidanzamento con Austin.- e detto ciò, la baciò e se ne andò.
 Tornati a casa Emily, John, Horace e Margaret si chiusero nello studio per chiarire questa situazione. Horace si sedette alla sua scrivania, Emily gli si sedette di fronte, John rimase in piedi vicino alla porta, mentre Margaret stava ordinando a Flora di portarle del thé. Horace guardò la nipote con uno sguardo molto serio, sorseggiando del brandy. Posò il bicchiere, si mise a braccia conserte e cominciò dicendo:-Non so perché ti stai comportando così. Sai, sono molto deluso: da te non me lo sarei mai aspettato.-
-Ma nonno, io...- Emily venne interrotta dal fratello, che disse:-Ha attaccato verbalmente Louise e le ha anche lanciato un prezioso vaso, che era un suo ricordo di famiglia.-
Horace e Margaret rimasero allibiti. Il primo disse con voce grossa:-Emily! Come hai potuto fare una cosa del genere? Sai, che potresti finire in prigione o al manicomio, per questo tuo gesto? Potrebbe denunciarti!- e sbattè i pugni sul tavolo.
-Ma non l’ho lanciato io! È stata lei a romperlo senza motivo ed ha cominciato ad urlare! Lei ce l’ha con me. Mi odia. Ma veramente, tutti voi, credete che io sia pazza? Pensavo che mi conosceste bene, ma evidentemente mi sbagliavo!- disse la ragazza ad alta voce.
Gli altri si guardarono in faccia senza dire niente, tranne Horace che disse:-Noi sappiamo come sei fatta, ecco perché ci preoccupiamo per il comportamento che stai avendo in quest’ultimo periodo.-
Nel frattempo Flora entrò con il thé e lo servì a tutti. Uscendo, però, non scese di sotto ma rimase ad origliare fuori dalla porta: ascoltò tutta la conversazione.
-Ad ogni modo...- ricominciò il nonno -...tu devi comportarti meglio e lasciar perdere questi battibecchi. Inoltre cerca di occuparti del tuo fidanzamento con Austin, chiaro? Ora puoi andare. Ah, un' altra cosa: voglio che inviti anche la signorina Beaumont alla festa per il tuo fidanzamento e niente "ma"!-
-Che cosa? Nonno, non voglio che ci sia anche lei!-
-Verrà perchè è la fidanzata di tuo fratello e perchè l'ho deciso io!-
-No!-
-Emily! Ora basta!- tuonò Horace e aggiunse:- Vai in camera tua. E domani ti recherai insieme a John a trovare Louise e a porgerle le tue scuse. E le porterai anche un regalo.-
La ragazza non replicò e, a testa bassa, se ne andò in camera sua. Si mise a letto e si addormentò tra le lacrime, pensando a quello che le stava, ingiustamente, succedendo.
Flora, vedendo uscire Horace, Margaret e John dallo studio, fece finta di niente e scese di sotto. Wilhelmina stava preparando dei dolci per la colazione del giorno dopo, quando si trovò davanti Flora tutta ansimante.
-Flora, che succede? Stai bene?- chiese l'altra, preoccupata.
-Se solo sapessi cos’ho appena sentito.-
-Cosa?- chiese la prima, incuriosita.
-Ho portato il thé ai padroni e, dopo essere uscita dallo studio, sono rimasta lì a sentire di cosa stavano parlando.-
-Ancora ad origliare?-chiese Wilhelmina, per poi aggiungere:-E allora? Di cosa stavano parlando?-
-Stavano parlando di nuovo di Emily e della fidanzata di John!-
-Louise?-
-Sì, lei! Quella ragazza proprio non la sopporto!- disse Flora.
-Flora, noi non dobbiamo sopportare i parenti, gli amici o i coniugi dei nostri padroni ma solo servire il thé e pulire la casa.-
-Lo so, però a me quella Louise non me la racconta giusta. Spero che questa situazione si risolva presto, soprattutto per la povera Emily.-
-Sì, lo spero anch'io...povera ragazza. Prima il fidanzamento forzato, poi la discussione al ballo e adesso questo.-
-Già…povera.- disse Flora.
-Beh, ora andiamo a letto che domani abbiamo molto da fare.- e detto ciò, se ne andarono a letto.
   
 
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