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Autore: Dan13la1995    22/03/2020    1 recensioni
Liam torna nella sua città natale dopo anni, quando sua madre decide di risposarsi. Il suo più grande shock è scoprire che il figlio del suo nuovo patrigno è lo stesso ragazzo che all'epoca della scuola elementare era solito bullizzarlo, rendendo la sua vita letteralmente un inferno...
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"Qualcuno potrebbe dire che non dovrebbe voler amare la persona che lo ha distrutto. Però lui vuole amare la persona che lo ha rimesso insieme. Lo vuole, davvero, ma non può."
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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28. Il mio primo e ultimo


Liam si sbattè la porta alle spalle, e semplicemente partì, a passo spedito lungo la strada, senza esattamente sapere dove stava andando. Aveva solo bisogno che le voci nella sua testa si zittissero, che l'ossigeno tornasse di corsa al cervello, perché in quel momento riusciva solo a sentire tutto ovattato, il mondo esterno solo un mero sfondo sfocato. Tenne un passo deciso, solo camminando, finchè il cuore non minacciò di uscirgli dal petto, finchè non ebbe più aria da respirare. Allora dovette fermarsi, e man mano che la velocità dei suoi passi diminuiva, così anche la sua mente si schiariva. La rabbia, la delusione sfumarono ogni volta  che deglutiva quell'acido groppo alla gola, ogni volta un poco di più. E mentre riprendeva il respiro, un'altra sensazione si fece strada in lui. Un vero e proprio senso di malessere, di nausea, lì aggrappato alla bocca dello stomaco, al solo pensiero che.. che…
Gabe. Gabe. Theo e Gabe. Gabe e Theo. Gabe. Lo stesso Gabe che lo aveva preso a botte la sera di Capodanno. Lo stesso Gabe che ancora tormentava Hayden… lo stesso Gabe con cui Theo a detta di tutti era in perenne guerra dalle medie, lo stesso che gli aveva rifilato una coltellata durante una rissa, lo stesso Gabe che seppure per poco… era stato fratellastro di Theo. Fratellastro… Un fratellastro che Theo non sopportava… merda, tutto quello era così tremendamente familiare… che  Liam si sentiva sul punto di vomitare.
Il suo telefono squillò nella sua tasca e Liam lo estrasse solo per vedere il nome di Theo. Lo fissò, ancora e ancora, mordendosi il labbro con un'espressione tormentata sul viso… tormentata, ferita, confusa, delusa… era sicuro che era tutto tremendamente chiaro sul suo viso. Non era ancora pronto a sentire le scuse di Theo, le sue spiegazioni, non era pronto nemmeno a sentire le sua voce. Perché non avrebbe fatto altro che rafforzare quell'immagine nella sua testa, ancora e ancora…
Theo e Gabe.
 
*
 
Theo fissò la porta sbattere alle spalle di Liam senza osare dire nulla. Il sangue che era divenuto gelido nelle sue vene nel momento in cui aveva visto quella dannata lista tra le mani di Liam ricominciò a ribollire e ribollire.
Fanculo tutto.

Serrò la mascella, facendo in mille pezzi quel maledetto foglio, e lasciandone cadere i pezzi in terra, dando le spalle alla porta, per poi voltarsi ancora, fare un passo e tornare indietro di nuovo. Si portò la mano destra ai capelli, afferrandoli forte e mordendosi le labbra. Che doveva fare ora? Sapeva che sarebbe finita male, perché quando mai qualcosa filava liscia per loro? Era una cazzo di costante a quanto pare.
Si sedette di peso sul divano, sospirando e prendendosi la testa tra le mani, cercando di calmarsi.
Ok, Liam sarebbe tornato. Doveva tornare, ovviamente. E allora gli avrebbe spiegato. Gli avrebbe detto che era solo… tutto quello era solo… Cazzo.
Che gli avrebbe detto? Questo era il motivo per cui non aveva voluto che Liam trovasse mai la lista, il motivo per cui non aveva nemmeno risposto con sincerità a quella domanda che Liam gli aveva fatto settimane prima.
Non aveva una risposta, o almeno non una risposta che avrebbe fatto sì che Liam lo continuasse a guardare allo stesso modo in cui faceva ora. Theo era un casino, lo era sempre stato. E non voleva che Liam vedesse quella parte di lui, quella che aveva cercato di seppellire, quella che nel momento in cui aveva rincontrato Liam aveva sperato di poter dimenticare.
Afferrò d'impulso il cellulare, e compose il numero di Liam. Ascoltò col cuore a mille gli squilli, che si protrassero a lungo finchè la linea venne interrotta. Sospirò, afflosciandosi contro lo schienale del divano.
Be' forse poteva concedergli un po' di tempo da solo…
 
*
 
Quando Mason aprì la porta, fu per ritrovarsi un Liam con la faccia più nera di un cielo in tempesta. Lo guardò sbalordito mentre lo superava senza dire una parola, marciando direttamente verso la camera di Mason. Incrociò nel corridoio la signor Hewitt che gli sorrise allegramente
"Buon giorno, Liam!"
"Non lo è, signora Hewitt" mugugnò depresso prima di fiondarsi nella stanza di Mason, ed erano le prime parole che diceva da quando era uscito da casa. Si spaventò quasi da quanto la sua voce suonò rotta.
Mason e sua madre si scambiarono un'occhiata preoccupata. Poi Mason le fece un cenno e mormorò un deciso "Ci penso io"
Mason entrò in camera chiudendosi con cura la porta alle spalle e voltandosi poi verso Liam, sdraiato sul suo letto con un cuscino stretto al petto.
"Liam, che è successo?" Mason chiese preoccupato
"Niente" mugugnò Liam,  suonando per niente convincente, con la voce tremante e gli occhi lucidi di lacrime non versate, mentre si stringeva di più al cuscino. Mason lo guardò. Non aveva bisogno di poteri sovrannaturali per sapere che Liam mentiva, né per sapere che probabilmente aveva a che fare con Theo.
Si sedette vicino alle sua gambe e lo guardò dolcemente "Liam, sei il mio migliore amico, ti conosco come le mie tasche, ed eri un pessimo bugiardo da bambino, e ora sei persino peggiorato." Colpì dolcemente una delle sue ginocchia, spingendo Liam a guardarlo. "Sei arrivato qui come una furia… e sai che sei sempre il benvenuto ovviamente, ma se sei venuto qui è perché avevi bisogno di me, e io ci sono, ci sono sempre per te, lo sai? Quindi… parla con me"
Liam lo guardò, alcune lacrime che sfuggirono finalmente alla sua presa serrata, e tirò su col naso. Mason decise che avrebbe ignorato che quello era il suo cuscino e non un fazzoletto per il bene del suo migliore amico.
"Io… uh.." Liam mugugnò, soffocando tra le parole. Gli faceva venire la nausea soltanto dirlo. Inspirò ed espirò. "Ho scoperto che… Theo e Josh tenevano…" Fece una smorfia, scuotendo impercettibilmente la testa, "…una specie di lista delle persone con cui hanno fatto sesso… per gioco.." Guardò Mason assumere un'espressione allibita, poi aggiunse sempre più amareggiato "…o per una sfida, o per scommessa… non lo so" Si tirò su a sedere contro la testiera portandosi però il cuscino con sé. Sospirò tirando indietro la testa "Non sono rimasto troppo a lungo per farmelo spiegare"
Mason rimase in silenzio per un secondo "Wow, questo è perfino più in basso di quanto pensavo fossero mai caduti quei due" La sua faccia poi mutò in un'espressione scioccata mentre si sporgeva in avanti. "Aspetta, non dirmi che Theo ha osato mettere il tuo nome su quella lista-"
"No, a quanto pare era un 'gioco che facevano da ragazzini'." citò sarcasticamente. Poi abbassò lo sguardo sulle sue braccia strette al cuscino "oppure non valgo abbastanza punti da finire sulla loro stupida lista di trofei"
"Liam, non dire sciocchezze. Forse era solo questo, una cosa stupida del passato, Theo non è più quella persona, e per quel che valga, non lo è più nemmeno Josh. Lo so che fa schifo, ma… insomma…" scrollò le spalle debolmente "non puoi essere arrabbiato per qualcosa che Theo ha fatto prima di frequentarti, non credi?"
"Lo so,  Mase, ma ho passato l'ultimo mese a preoccuparmi di essere paragonato agli altri, e stavo riuscendo finalmente a superarlo… questo non è sicuramente d'aiuto… e…-" Liam si fermò guardando Mason "-non è nemmeno la cosa peggiore."
Mason sbuffò una risata incerta "Cosa può esserci di peggio?"
La faccia di Liam si contorse in un'espressione addolorata. La sua voce tremò di nuovo mentre ricominciava a parlare. "Ricordi che ti ho detto che avevo chiesto a Theo chi era stata la sua prima volta?"
"Sì, e ricordo di averti detto che era stata una domanda stupida" osservò con un piccolo sorriso
"Probabilmente lo era" Liam fece una smorfia amara. "Mase… ha dormito con Gabe"
L'amico di mise un po' a ricevere il messaggio. L'espressione di Mason a quel punto passò da tranquilla a sorpresa a scioccata nel giro di pochi secondi "COSA?!" urlò.
Liam non disse niente. Mason si spostò sul posto, agitando le mani "Liam, sei sicuro..? Voglio dire… Gabe?! Lo stesso Gabe con cui Theo non può fare a meno di attaccarsi non appena entrano nello stesso campo visivo? Lo stesso Gabe che gli ha rifilato una coltellata? Lo stesso Gabe…" Mason si zittì, probabilmente capendo dove stavano correndo i pensieri di Liam
"Okay, ho capito perché sei così sconvolto" commentò, la voce piatta
"C'era la data su quella cazzo di lista, Mase, era poco prima che Paul e mia madre si rivedessero, vuol dire che Paul e la madre di Gabe stavano insieme"
"Liam…" Mason scosse la testa, una smorfia incredula sul viso "Quello che pensi non è possibile…"
"Come fai a sapere cosa penso?"

"Perché te l'ho detto, ti conosco! Liam, tu pensi che Theo sia innamorato di Gabe..?!" Mason non poté evitare di ridere all'assurdità di quell'ipotesi. "Theo odia Gabe, l'ha sempre odiato"
"E lo stesso valeva per me! Theo mi odiava, al punto da rendermi la vita impossibile… o te lo sei dimenticato?! E lui stesso ha ammesso con me che lo faceva solo per nascondersi il fatto che gli piacevo…"
"Questo non-" sbuffò, per poi guardarlo incuriosito "Davvero l'ha ammesso?"
"Mase, ti prego!"
"Ok ascoltami, non è la stessa cosa, per quanto Theo sia stato pessimo con te, non ti ha mai ferito, e non ti ha mai attaccato… E poi eravate bambini, ma tra Theo e Gabe c'è stata sempre e solo una guerra continua… Fidati, quello che pensi è assurdo, quei due si odiavano allora e si odiano tutt'ora"
"Come fai a esserne sicuro? Non lo conoscevi così bene! Che ne sai cosa stava provando veramente?" sbottò scontroso.
"E tu lo conoscevi? No! Ma se io non avevo alcun diritto di fargli delle domande allora, tu invece ne hai ora"
Liam si afflosciò di nuovo, scivolando con lo schiena fino a toccare il materasso. "Non sono ancora pronto a parlargli" Guardò Mason supplichevole. "Posso restare un altro po'?"
Mason gli diede una pacca affettuosa sulla gamba "Certo, lo sai, puoi restare quanto vuoi, puoi anche fermarti a dormire qui per oggi, se vuoi…"
"Okay.." Liam gli rivolse un'occhiata grata. E Mason gli sorrise. "Grazie Mase.." Fu distratto poi dallo squillo del suo cellulare. Liam lo tirò fuori dalla tasca. "E' lui?"

"Sì" Liam sospirò, chiudendo la chiamata.
"Sicuro di voler rispondere?"
"Davvero, non so che dirgli" Liam mise il silenzioso, e diede il telefono a Mason. "Tienilo lontano da me"
Mason sospirò, prendendo il telefono e alzandosi per posarlo sulla sua scrivania.
Poi si voltò verso Liam "Che ne dici se proviamo a distrarti un po'? Ti va una partita a COD?"
"Non lo so Mase…" mormorò Liam incerto.
Mason gli sorrise dandogli una spintarella alle gambe. "Dai, chiamerò il mio personaggio Gabe e ti permetterò di spararmi" disse allegramente
Liam lo guardò, lasciandosi andare finalmente a una risata, scuotendo poi la testa affettuosamente "Be' suona decisamente invitante"
"Non dire mai che non ho mai fatto niente per te"
 
*
Alla decima chiamata senza risposta Theo cominciava a innervosirsi.
Alla ventesima ignorò l'imbarazzo e decise di chiamare Mason, aspettandosi comunque un buco nell'acqua. Rimase sorpreso però quando invece il ragazzo rispose. "Theo, che succede?" chiese Mason, perfettamente tranquillo e suonando un po' sorpreso.
Theo rimase un attimo spiazzato, prima di decidersi a parlare "Hey.. sì, scusa.. io…" sospirò "Liam è con te?"
"Liam? No… non l'ho sentito oggi ancora, perché?"
Theo si morse le labbra. Dove diavolo era quell'idiota allora?
"Niente, scusa il disturbo… se lo senti, digli di chiamarmi…" Poi ci ripensò, sospirando "Anzi, non dirgli niente"
"Okay…?"
"Ciao Mase" E attaccò seccato.
Riprovò di nuovo, invano. Ora cominciava a preoccuparsi. Guardò fuori dalla finestra, mentre il sole cominciava a tramontare, chiedendosi che fare.
 
Alla trentunesima chiamata senza risposta Theo non fu fiero di come perse il controllo. Un attimo prima era seduto sul divano, il piede che batteva ripetutamente sul pavimento, guardando lo schermo col nome e la foto di Liam, e un attimo dopo - quando la chiamata venne rifiutata per l'ennesima volta - stava scagliando il telefono contro la parete con rabbia. Realizzò cosa aveva fatto solo quando vide il telefono in mille pezzi sul pavimento.
"Merda" mugugnò a denti stretti. Sospirò con rabbia. Perché Liam non voleva lasciarlo spiegare? Perché doveva sempre correre via?! Si alzò di scatto, e marciò verso l'ingresso, recuperando le chiavi dell'auto mentre passava e sbattendosi la porta alle spalle.
 
Dietro di lui, il telefono di casa suonò un paio di volte, riecheggiando tetramente nella casa deserta fino a fermarsi.
 
*


Liam guardò Mason colpito "Hai mai pensato di fare l'attore?" Mason sbuffò, mentre lanciava il suo cellulare sul letto dietro di sé. "Ma non dovevi mentire per me, potevi semplicemente non rispondere"
"Se non avessi risposto, avrebbe fatto due più due e in due minuti ce lo saremmo ritrovato sotto casa" commentò Mason. "Di certo non si può dire che non sia un tipo tenace…" fece un cenno alla scrivania dove il telefono di Liam era rimasto intoccato e aveva vibrato quasi incessantemente per tutto il pomeriggio. "Ti avrà chiamato almeno cinquanta volte!"
Liam rimase in silenzio continuando a pigiare i tasti del suo joystick. Mason fece scontrare le loro spalle "Quando pensi di rispondergli e andare a parlargli?"
"Io.. Non lo so…"
"Liam..-"
"Ho paura" lo interruppe lui mestamente, fisso sullo schermo. "Ho paura di sentire la sua risposta"
 
*

Theo parcheggiò il pick-up fuori dal parco giochi in cui andavano sempre da bambini. Era praticamente vuoto a quell'ora della sera, a parte qualche gruppetto di ragazzini che sedevano in disparte. I suoi occhi caddero subito sullo scivolo dove anche parecchi mesi prima aveva trovato Liam dopo la loro prima vera lite. E che ora era vuoto. Theo sospirò. Aveva girato per praticamente tutta Beacon Hills, ed era praticamente sicuro che lo avrebbe trovato lì. Forse mentre lui lo cercava ovunque, Liam era già tornato a casa? Theo deglutì, facendo marcia indietro e uscendo di nuovo dal parco, cercando di capire cosa fare ora. Cominciava ad arrabbiarsi a sua volta. Non era mai stato un esempio virtuoso di relazione sana, ma anche lui riusciva a capire che  i problemi andrebbero affrontati, e non ignorati. Forse tutto questo casino era colpa sua, ma Liam non stava facendo niente per sistemarlo. Era esasperante. Era fastidioso. Era…
Theo si bloccò con la mano sulla chiave quando qualcuno a bordo di una moto gli suonò, prima di fermarsi poco più avanti. Il ragazzo si tolse il casco e Theo riconobbe Aiden.
"Hey, Raeken" lo salutò con un ghigno e un cenno della mano, ammiccando poi al parco gioco dietro di lui. "E' così che passi l'estate?"
Theo roteò gli occhi però si avvicinò a lui. "E tu? Oggi non hai qualcuno da pomiciarti sul divano di un altro?" 
Aiden rise "Be' dipende da come va la serata" Fece una pausa "Sto andando alla serata al Sinema, magari trovo qualcuno, chi può saperlo… tu non vieni?"
"Io..? Nah.. stasera credo passerò…"
"Ma dai, a me sembri uno che avrebbe bisogno di una bella sbronza, sai…"

Theo non disse niente, si guardò intorno per un attimo incerto, poi incrociò lo sguardo invitante e allegro di Aiden. Be' forse poteva svagarsi un po'… meglio di stare a crogiolarsi nella auto-commiserazione in una casa vuota in attesa di Liam. Forse per una volta poteva essere lui a preoccuparsi, e ad aspettarlo, chiedendo quando sarebbe tornato…
"Sai che ti dico? Andiamo!"
*
Erano quasi mezzanotte e Mason e Liam se ne stavano sdraiati in silenzio sul letto uno affianco all'altro.
"Sei sicuro che posso restare qui a dormire?" chiese Liam rompendo il silenzio.
"Sì certo" rispose Mason tranquillamente. Poi lo guardò. "Sei sicuro di voler restare qui?" gli chiese poi a sua volta, alzando un sopracciglio.
Liam sospirò.
Poi il telefono di Liam, rimasto silenzioso nelle ultime due ore, riprese a vibrare. Mason roteò gli occhi quando smise.
"Forse dovrei tornare a casa…" disse Liam debolmente. L'idea che Theo lo stesse ancora aspettando a casa, preoccupato, senza sapere dove fosse, lo faceva sentire tremendamente in colpa.
"Sì…"
Il telefono vibrò ancora. "Merda…!" Mason esclamò alzandosi e puntando alla scrivania. "Ora rispondo e gliene dico-" Mason si bloccò quando ebbe preso il telefono in mano.
Liam lo guardò sorpreso. "Che c'è?"
"Uhm… non è Theo…"
Liam alzò un sopracciglio. "Be'? Chi è?"
Mason si voltò mostrandogli il telefono, sconcertato. "Perché Brett Talbot ti sta chiamando?"
 
*
 
Theo aveva praticamente perso di vista Aiden non appena avevano messo piede nel locale affollato, non che gli interessava molto. Probabilmente aveva già rimorchiato qualcuno e se l'era portato a casa.
Così si era conquistato il suo posto al bar, da dove non si era mosso dall'ultima ora. Il bicchiere di gin tonic che teneva in mano andò presto a fare compagnia agli altri due che si era scolato poco prima. "Hey barista, un altro" chiamò, alzando una mano per attirare la sua attenzione, la voce un po' fuori tono. Di solito quello era il segnale da cui capiva che doveva smettere di bere, a meno che non volesse ubriacarsi da far schifo. Mentre afferrava il suo quarto bicchiere, pensò che di solito reggeva meglio l'alcool. Probabilmente dipendeva dal fatto che non mangiava nulla da colazione, e sicuramente il suo cattivo umore iniziale non era d'aiuto.
Si portò il bicchiere alle labbra, bevendolo in due grossi sorsi, e poi sbattendo il bicchiere sul bancone con forza. Che cazzo stava facendo? Forse doveva solo-
"Hey bellezza"
Theo non degnò nemmeno di uno sguardo il tizio che gli era apparso accanto, un braccio casualmente appoggiato sul bancone, mentre lo guardava con un'espressione ammiccante. Che cazzo voleva questo ora?
"Mi sembri un po' giù di tono, vuoi un po' di compagnia?"
Theo gli rivolse una mezza occhiata "Se anche la volessi, non sarebbe certo la tua" rispose acido, tornando a guardare avanti. L'altro ridacchiò. Che cazzo c'era di così divertente?
"Bene, fai il difficile. Mi piacciono le sfide"
Theo buttò giù con un colpo i bicchieri di plastica ammucchiati accanto a lui, prima di alzarsi. Non appena fu in piedi, la stanza girò vorticosamente ma ciò non gli impedì di fronteggiare il tizio.
"Cosa c'è? Oltre ad essere frocio, sei anche stupido?" lo provocò. Il sorrisetto sparì dalla faccia del ragazzo, che Theo si rese conto ora era essere molto più grosso di lui.
"Che hai detto, stronzo?" ringhiò quello.
"Oh quindi sei anche sordo…" continuò Theo, un ghigno sghembo sul viso.
Colpiscimi, colpiscimi, colpiscimi. Vide la mascella del tizio contrarsi e un attimo dopo un pugno ben piazzato lo fece rovinare a terra, capovolgendo un paio di sgabelli nel mentre. Theo ridacchiò da terra, portandosi una mano al labbro spaccato. "E' il massimo che sai fare?"
Il tizio si fiondò su di lui, abbassandosi per afferrargli il davanti della maglia, e Theo chiuse gli occhi aspettando il colpo. Che non arrivò.


Quando il ragazzo mollò la presa sulla sua maglia, ricadde all'indietro di colpo. E mezzo stordito, notò a malapena qualcuno trattenere l'altro e spingerlo indietro.
"Amico, lascia perdere, è ubriaco non vedi?" sentì una voce maschile e vagamente familiare cercare di rabbonire il tizio. Non udì poi più niente, se non un mormorato e seccato "Questo stronzo…" del ragazzo mentre se ne andava, sbattendo sulla spalla del suo provvidenziale ma indesiderato salvatore.
 
Theo respirò, seccato di non aver ottenuto la battaglia che stava cercando e si  tirò a sedere, portandosi di nuovo la mano al labbro sanguinante.
 
Un fruscio e sentì il guastafeste avvicinarsi a lui, e un attimo dopo, inginocchiandosi, il ragazzo entrò finalmente nel suo campo visivo. Gli occhi di Theo si sbarrarono quando incontrarono quelli color ghiaccio, accompagnati dal suo caratteristico ghigno di merda, nientepopodimeno di Brett Talbot.
 
Dio, ma questo è un incubo.
 
"Grandioso" mugugnò tra i denti "La serata va di bene in meglio"
 
Il sorriso di Brett si allargò ancora di più mentre lo guardava accovacciato accanto a lui. "Allora, adesso me la merito una buona parola col tuo fratellino?"
 
*
 
 
Theo avrebbe preferito essere ancora ubriaco, così avrebbe avuto almeno una speranza di dimenticare quella giornata l'indomani. Invece no, probabilmente avrebbe ricordato benissimo che era stato prima preso a pugni, solo per essere salvato da Brett Talbot, e per giunta poi, accudito da Brett Talbot. Theo si chiedeva come la sua vita potesse aver preso quella piega in un solo giorno.
 
Il ragazzo in questione si avvicinò a Theo, seduto sul marciapiedi con la testa fra le ginocchia "Tieni, mettiti questo sulla faccia." gli lanciò un pacco di ghiaccio secco, prima di incrociare le braccia e rivolgergli un sorrisetto "Sarà pure una faccia da stronzo, ma è fin troppo bella per fartela rovinare così"
Theo sbuffò, roteando gli occhi, ma ubbidì, premendo l'impacco sullo zigomo e rabbrividendo alla sensazione di gelo che gli penetrò fin nelle ossa.
 
Per un momento non volò una mosca, c'era solo il rumore delle auto che passavano, voci e musica provenienti dall'interno della discoteca che arrivavano fin lì solo come ovattati sussurri.
 
"Comunque ti è andata bene, quel tipo era il doppio di te, amico, ti avrebbe fatto il culo se non fossi arrivato io"
"Potevo cavarmela da solo" mugugnò Theo
"Sì ho visto" commentò l'altro sarcastico.
Theo piegò di nuovo la testa sulle sue ginocchia, cercando di trovare un filo logico a tutto quello.
 
"Perché mi stai aiutando?" chiese poi all'improvviso
"Hey, io sono un vero buon samaritano, perché altro altrimenti?"
Theo sbuffò. "Si come no"
"Ho incassato un tuo pugno una volta, e penso di aver salvato più quel tipo che te, direi che stavi cercando una rissa e l'avevi trovata" Lo sentì muoversi, aprire la portiera della sua auto parcheggiata lì davanti e poi richiuderla "Alza la testa ora..?" fece poi.
Theo era troppo intontito per chiedersi il perché e ubbidì. Preferì non averlo fatto quando gli arrivò un getto d'acqua addosso.
Theo sobbalzò scuotendosi i capelli bagnati dal viso "Cazzo, sei fuori?!" sbottò guardando Brett ridacchiare, una bottiglietta d'acqua semi vuota in mano
"Sto solo cercando di aiutarti, amico"
"Non sono così ubriaco. E tu ti stai divertendo, non è vero?"
"Hey voglio solo renderti presentabile prima che arrivi Liam" fece Brett alzando le mani con fare di resa.
Theo impallidì. "Cosa? Liam? Liam sta venendo qui? Perché?"
Brett ghignò "Perché l'ho chiamato io ovviamente" fece suadente.
 
Quindi il piccolo stronzo rispondeva a Brett e non a lui, bene.
 
Theo ringhiò cercando di alzarsi, molto a rallentatore. Ma Brett lo spinse di nuovo seduto   con un roteare d'occhi e premendo sulla cima della sua testa "Sta buono, non voglio doverti raccogliere di nuovo da terra, sei più pesante di quel che sembri" si lamentò.
"E' quello che succede quando hai sia muscoli che cervello" mugugnò Theo ricadendo indietro
Brett ammiccò "Bella risposta, me la annoterò per il futuro"
"Perché, non hai nessuno dei due"
"A quanto pare però abbiamo lo stesso gusto in fatto di ragazzi" lo stuzzicò lui
Theo fece per rialzarsi, minaccioso. Un altro getto d'acqua sul viso lo fece ricadere all'indietro con un grugnito infastidito ma sconfitto. "Ti odio" mugugnò.

Brett rise chiudendo la bottiglia e lanciandola da una parte "Sai.. Sento che questo è l'inizio di una grande amicizia"
"Vaffanculo"
 
*

Quando Mason gli aveva detto che era Brett che lo stava chiamando, Liam era rimasto di sasso. Non avrebbe voluto rispondere, però, come Mason saggiamente gli aveva fatto notare, se una persona che non ha alcun motivo per chiamarti, lo fa, probabilmente c'è un motivo serio dietro. E non aveva avuto torto.
 
Non riusciva quasi a credere alle sue orecchie, mentre Brett gli riferiva di come Theo era ubriaco e aveva quasi scatenato una rissa per nulla, dicendogli poi che era meglio se lo veniva a recuperare altrimenti non sarebbe arrivato a casa tutto in un pezzo. Così Liam aveva solo mormorato "arrivo" prima di attaccare.
 
A quel punto Liam si era fatto guidare da Mason fino al locale notturno.
"Sicuro di non volere un passaggio?"
"Nah torneremo con l'auto di Theo, non possiamo lasciarla qui fino a domani, con la nostra fortuna ce la porterebbero via e ci serve domenica per andare all'aeroporto" spiegò Liam, non riuscendo ad evitare di suonare seccato per tutta quella situazione. "Mi spiace averti fatto uscire di casa a quest'ora, Mase."
"Non preoccuparti, Li… a che servono gli amici senno?" Mason gli sorrise "Fammi sapere quando arrivate a casa, ok?"
"Sì, certo, grazie Mase" Liam rispose, accettando il pugno dell'amico e scendendo dall'auto.
Brett gli aveva appena scritto che erano nel parcheggio vicino alla sua auto, ma non fece in tempo a rispondergli che il telefono lampeggiò con l'avviso di batteria scarica, segnalando che gli restavano trenta secondi. Imprecò e lo rimise in tasca, incamminandosi poi per il parcheggio. Fortunatamente la decappottabile di Brett era impossibile da mancare.
 
Vide prima il ragazzo alto, in piedi, e poi i suoi occhi caddero finalmente su Theo, accovacciato in terra, col viso nascosto. Brett lo notò e si voltò verso di lui, un sorriso sul viso. "Bene, bene, lupus in fabula!"
Liam roteò gli occhi avvicinandosi. "Non è il momento Brett"
"Siete tutti di buon umore oggi, vedo" commentò il biondo, mentre gli occhi di Liam si fissavano su Theo, che non aveva ancora alzato la testa. Notò poi come i suoi capelli e la parte superiore della maglia grondavano d'acqua.
"Allora… vuoi restare lì o ce ne torniamo a casa?" gli fece, seccato, incrociando le braccia. Si era sentito in colpa al pensiero che Theo fosse solo a casa, preoccupato per lui ad aspettarlo, mentre invece era in una discoteca ad ubriacarsi e fare casini.
 
Theo alzò la testa, ma non lo guardò, fissando intensamente la bottiglia semi vuota d'acqua buttata poco più a sinistra da lui. "Potevo benissimo tornarci da solo, non dovevi venire fin qui" rispose con lo stesso tono. "Potevi anche restartene dov'eri"
 
Liam serrò le labbra, trattenendosi dal commentare e limitandosi a guardarlo male. Aveva anche il coraggio di mettere il muso con lui dopotutto?
 
"Bene, immagino che questo  non sia il momento per proporvi una cosa a tre.." Theo e Liam gemettero contemporaneamente, mentre Liam spingeva il ragazzo su una spalla. "Brett..!"
"Okay me ne vado" sorrise lui, camminando all'indietro "Chiamatemi se cambiate idea, e… divertitevi"
 
 
Scuotendo la testa, esasperato, Liam guardò Brett salire in auto e partire a grande velocità, e quando anche l'ultimo stridere delle ruote fu svanito cadde di nuovo il silenzio. Liam guardò Theo, che stava di nuovo testardamente evitando il suo sguardo, e un'espressione esausta e afflitta prese il sopravvento.
"Dai. Andiamo a casa" sospirò poi. "Riesci ad alzarti?"
"Sì che ci riesco!" sbottò Theo, facendo leva sulle mani e alzandosi, seppur con fatica.
"Grande, ora dammi le chiavi dell'auto" ordinò Liam allungando la mano. Finalmente Theo lo guardò, e per un attimo tornò alla sua solita e familiare espressione sarcastica. "Come scusa?"
"Ho detto: dammi le chiavi." ripetè Liam lentamente "Non ho intenzione di morire stanotte, o vuoi forse che il mio fantasma torni a perseguitarti? Perché so che lo farei"
Theo fece un verso di scherno "Posso guidare. Non sono più ubriaco. A quanto pare un'ora con Brett Talbot è il rimedio a qualsiasi sbronza."
"Preferisco non rischiare"
"Liam-"
Liam gli rivolse uno sguardo di fuoco "Theo. Dammi-le-chiavi" ordinò, la voce carica di una furia silenziosa, la mano ancora tesa. E dio, se Theo non lo avrebbe preso e baciato lì sul posto. Un Liam arrabbiato era decisamente eccitante. Però no, aveva ancora un po' di dignità. Sospirò irritato, mettendo le mani in tasca ed estraendo le chiavi, per poi posarle sul palmo di Liam. "Se mi ammacchi l'auto, sarà il mio di fantasma che tornerà a perseguitarti"
"Non è di questo che dovresti preoccuparti ora. Sali"
 
*
 
Il silenzio in auto era opprimente, teso ed imbarazzante. Theo non aveva mai visto Liam così. Non sembrava arrabbiato, però c'era qualcosa di… vibrante che sembrava premere proprio sotto la superficie come in attesa di uscire, in attesa di esplodere. Sì, Liam sembrava irrequieto, se avesse proprio dovuto trovare una parola per definirlo. In compenso, più i minuti passavano, più il silenzio si prolungava, più era Theo a sentirsi arrabbiato. Arrabbiato con se stesso, arrabbiato con Liam, arrabbiato per tutta questa fottuta situazione. Per tutti questi sentimenti repressi, per tutte queste bugie, per tutte le volte che continuavano ad ignorare i loro problemi, come se non li riguardassero. Esattamente come era stato all'inizio, tutto quello che avevano nascosto, ignorato, dissimulato. E Theo doveva ammetterlo, si era sempre ritenuto bravo a far finta di niente, ma Liam sembrava in grado di battere persino lui.
Una volta nel vialetto, Liam scese senza dire una parola ed entro in casa. Theo lo seguì lentamente. Liam posò la chiave sul mobile all'ingresso e poi marciò nel salone accendendo la luce. I suoi occhi caddero immediatamente sui pezzi di carta sparpagliati in terra, e poi sui pezzi… del telefono di Theo?

Si voltò verso Theo in piedi sulla soglia, allibito. "Quindi è così che funziona con te? Ti arrabbi perché non ti rispondo al telefono e lo spacchi contro un muro? Ti arrabbi perché non torno e te ne vai a cercare qualcuno a cui spaccare la faccia in una discoteca?" Sbuffò. "Davvero maturo, Theo"


Theo serrò le labbra, prima di fare un passo avanti e puntargli il dito contro il petto. "Non venire da me a dirmi quanto non sono maturo, Liam, sei l'ultimo che può dirmi una cosa del genere" sbottò arrabbiato.
Liam fece un verso strozzato "Che vorrebbe dire?"
"Voglio dire che continui a evitare i problemi, continui a scappare quando ti conviene, invece di star qui a sentire anche le mie ragioni. Scopri una parte della storia, e tiri già le somme senza nemmeno starmi ad ascoltare!" gridò Theo, la rabbia che gli appannava la mente, e la voce che tremava. "Sparisci per ore, lasciandomi qui a chiedermi che cazzo dovrei fare, e ora hai anche il coraggio di farmi la predica su quando io non sia maturo!"
"Oh be' scusa se non avevo esattamente voglia di starti a sentire dopo aver scoperto che tenevi una lista di scopate trofei per vincere una gara col tuo amico, o che mi avevi spudoratamente mentito in faccia quando te l'ho chiesto! Scusa se quando ho scoperto che ti sei scopato il tuo dannato fratellastro-nemico-mortale-Gabe, non ti ho guardato tranquillamente dicendoti 'va bene, Theo, parliamone davanti a una tazza di the'!" ribattè Liam a tono, concludendo spingendo Theo e il suo dannato dito via
"Avresti potuto urlarmi contro, e prendermi a pugni, qualunque cosa… ma non scappare per l'ennesima volta!"
"Ero arrabbiato, Theo! Ed ero sconvolto! Volevo solo starmene da solo un attimo e riflettere, e mentre io tornavo a casa per chiarire, tu ti stavi sballando a una festa!" La sua voce tremò e si spezzò, mentre gli occhi si facevano lucidi, una prima lacrima di frustrazione che gli scivolava lungo la guancia
Theo fece una risata amara "E allora perché sei venuto da me?!" sbottò, allargando le braccia "Perché sei venuto da me se sei così arrabbiato?!"

"Perché essere arrabbiato non vuol dire che mi piaccia vederti stare male, o vederti nei guai…!" A quel punto stava praticamente piangendo "Essere arrabbiato non vuol dire che io non sia comunque irremediabilmente e stupidamente innamorato di te, razza di stronzo!"
"Be' magari non dovresti! Se sono una tale delusione, dovresti solo smetterla di essere innamorato di me!" gridò Theo coprendo la sua voce.
Liam sbuffò incredulo urlando con rabbia "Come se fosse possibile!"
Poi entrambi caddero in silenzio, con gli occhi sbarrati, ansimando e respirando pesantemente, riprendendo fiato, e guardandosi intensamente per un lungo interminabile istante.
Poi un attimo dopo Theo si lanciò in avanti, prendendo il viso di Liam tra le mani e facendo scontrare le loro labbra. Al diavolo la dignità.
Non era solo un bacio. Era come se stessero cercando di avvicinarsi e respingersi via nel medesimo istante. Era come se si stessero baciando e stessero lottando insieme. Theo spinse Liam contro il muro, divorandolo, toccandolo, trattenendolo come se ne dipendesse la sua vita. E Liam… non ci stava capendo più nulla, ma c'era un fuoco, era come se qualcosa che aveva trattenuto tutto il giorno stesse finalmente esplodendo.
Le mani di Theo scivolarono in basso, sul fondoschiena e poi sulle cosce sollevandolo e inchiodandolo al muro, mentre continuava a baciarlo affamato, guidando le sue gambe attorno alla sua vita. "Nnh.." Liam mugugnò tirando indietro la testa contro la parete mentre la bocca di Theo scivolava sul suo collo "Theo… non dovremmo…" cercò di protestare, ma non suonò per niente convincente mentre sospirava di piacere, avvinghiato a Theo, la bocca premuta contro lo zigomo livido di Theo. "Sei ubriaco…"
"Non lo sono" mugugnò Theo, ansimando e rotolando i fianchi contro quelli di Liam.
Il respiro di Liam si inceppò "Io… sono ancora… arrabbiato" protestò ancora lui debolmente
"Bene. Il sesso arrabbiato è terapeutico" mormorò Theo per tutta risposta catturando di nuovo le sue labbra, e sistemando la presa su di lui, per prenderlo in braccio e guidarlo verso il divano.
Liam spostò le mani sui lati del suo viso, guardandolo intensamente "Dici un sacco di stronzate." sussurrò, gli occhi scuri carichi di lussuria prima di baciarlo affamato.
Si lasciarono cadere in un mucchio contorto sul divano, senza osare togliersi le mani di dosso.
"Domani parleremo però" mugugnò Liam tra i baci
"Si… domani.." gli fece eco Theo
Fu diverso da ogni altra volta che aveva dormito insieme, non fu dolce, ma non fu nemmeno brutale. Liam non sapeva dire se era perché erano arrabbiati, o se forse in realtà, erano solo spaventati, spaventati da quella pesante e opprimente distanza che avevano messo tra loro in una sola giornata. Era come se stessero facendo di tutto per ricoprirla, per cancellarla, come a voler marchiare il territorio, possedersi fin nella più piccola molecola del loro corpo. Era come se i loro corpi fossero uno, muovendosi insieme, respirando insieme.
Fu… eccitante, e Liam sapeva che era fottuto, perché non si era mai sentito più innamorato di quanto si sentiva in questo momento.
 
*
 
Quasi due ore e tre orgasmi dopo, giacevano entrambi sul divano, completamente nudi, le gambe avvinghiate, e Liam che riposava contro il suo petto, gli occhi chiusi.
Theo respirava ancora pesantemente, mentre pian piano riusciva di nuovo a pensare lucidamente, senza la foschia dell'alcool, della lussuria e soprattutto della rabbia ad appannargli la mente. Inclinò la testa per guardare il viso di Liam, il suo respiro caldo che gli accarezzava la pelle. Gli scansò una ciocca di capelli dal viso e sospirò. "Mi dispiace" sussurrò piano, i nasi che praticamente si toccavano.
"Considerato il tuo sproloquio di prima" parlò Liam a bassa voce, senza nemmeno aprire gli occhi "Scusarti con una persona mentre dorme non mi sembra il massimo" Li aprì lentamente, un piccolo sorriso sul suo viso.
Theo rise piano "Sapevo che eri sveglio"
"Ah davvero?" lo prese in giro Liam, con un'espressione per niente convinta
"Sì" sussurrò Theo accarezzandogli i capelli. "Lo capisco ormai se dormi dal modo in cui il tuo petto si abbassa e si alza quando respiri, o dalla tua espressione pacifica… dal modo in cui ti tremano le palpebre, da come mi avvolgi la gambe attorno alla vita… e sì, anche dal fatto che russi.."
Liam sbuffò, sollevando la testa solo per colpirlo delicatamente sulla spalla, prima di tornare a sdraiarsi su di lui. "E quindi…? Per cosa ti stavi scusando?"
"Per tutto" rispose Theo semplicemente, disegnando motivi astratti con le dita sulla pelle calda della sua schiena "Mi dispiace per la stupida lista. Per non averti detto tutto subito, per essermi ubriaco e essermela presa con te, e per il sesso." Lo guardò poi ammiccando "Anche se quello non è stato affatto male, sai…" Liam arrossì, voltando la testa e gemendo contro il suo collo. Theo rise affettuoso. "Ma soprattutto…" ritornò serio, attirando l'espressione arrossita di Liam "Mi dispiace che tu debba amare proprio uno come me"
"Theo-" Liam fece per protestare
"No ascoltami, ti prego." supplicò Theo debolmente. Liam si zittì. "Quella lista.. non significa più niente. Josh la teneva con se per abitudine, e io l'ho strappata dalle sua mani quando mi ha suggerito di aggiungere il tuo nome. Io non avrei mai messo il tuo nome su una stupida lista di scopate che non hanno significato niente per me"
"Theo… io non sono arrabbiato per la lista. Voglio dire, forse lo sono stato… per il tempo che mi ci è voluto per uscire da qui e arrivare a casa di Mason… " sospirò Liam. "Perché mi hai mentito? Se è vero come mi hai detto quella sera che non ha significato niente, perché  non mi hai semplicemente detto che era stato Gabe la tua prima volta?"
"Perché volevo evitare proprio questo. Non volevo deluderti, facendoti sapere che la mia prima voltaè stata con un ragazzo che odio, con lo stesso che ha fatto così tanto male a te, a mio padre, a Hayden… sapevo che ti avrei deluso, e volevo- non lo so, era nel passato e non pensavo fosse così importante da menzionarlo. Li, io non sono fiero della persona che ero quando ho iniziato quella stupida lista. E non sono fiero della persona che ha dormito con Gabe."
Liam deglutì. "Che vuoi dire?"

Theo fece una piccola risata amara. "So che avrai pensato. Che io provassi qualcosa per Gabe? E non te ne ho parlato per questo?" Theo scosse la testa "Non è così. Non lo è ora, e non provavo niente per lui nemmeno in passato. E' stata solo… una cosa di cui non vado fiero" ripetè ancora, mordendosi le labbra. "Io ero un egoista, e un ipocrita. Odiavo mia madre ma sopratutto odiavo me stesso perché nonostante volessi avercela con lei, non sopportavo che qualcuno provasse a prendere il suo posto. E odiavo mio padre perché stava provando a farlo. All'inizio della loro relazione, io e Gabe non ci odiavamo, ma non eravamo nemmeno amici. Poi a Natale abbiamo fatto una festa qui in casa visto che mio padre non c'era, era la prima volta che bevevamo sul serio, eravamo ubriachi, eravamo ragazzini stupidi, abbiamo visto due tizi dell'ultimo anno che scopavano nel bagno, e abbiamo pensato che sarebbe stato divertente provare. Dopo quella volta è successo ancora, e più succedeva più mi rendevo conto che Gabe provava qualcosa per me, e che io avevo finalmente l'arma perfetta per manipolarlo, credo… per rovinare tutto." Theo sospirò. "Ricordi quando tanti mesi fa io ti ho baciato e tu mi hai accusato di star rovinando tutto? Ecco, probabilmente è quello che cercavo di fare allora, con Gabe, volevo mandare a puttane le cose. E ci sono riuscito. La famosa rissa è degenerata per ciò che Gabe disse di mia madre, ma è iniziata perché io dissi a Gabe che non mi importava niente di lui, e che l'avevo solo usato. E la cosa davvero orribile è che non me ne pento ancora, l'unica cosa di cui mi dispiace è aver fatto soffrire mio padre. Per questo, quando cominciai a provare qualcosa per te, decisi che non sarei stato egoista anche stavolta." Theo si lasciò andare ad una risata amara, voltandosi finalmente a guardare Liam. Avevano entrambi gli occhi lucidi. "Ma a quanto pare non ho fatto un buon lavoro eh?"
Theo asciugò le lacrime sul viso di Liam, "Ho sempre pensato che le persone che entravano nella mia vita avrebbero comunque finito per lasciarmi, così ho trovato un modo per impedirlo. E l'unico era farmi odiare per primo, così nessuno mi avrebbe voluto. Quella lista è la prova dell'impegno che ci ho messo per far sì che fosse così. Non avevo il coraggio di prendermela con me stesso per ciò che ero, così lasciavo che fossero gli altri a fare il lavoro per me. Però se con Gabe, e con chiunque altro, sono stato egoista per odio, con te lo sono stato solo per amore. Potresti anche essere l'ultimo sulla lista delle persone con cui ho dormito, ma sei sicuramente il primo e l'unico sulla lista delle persone che ho amato- che amo- davvero, Liam. Se non te l'ho detto, era perché non volevo che vedessi come sono, non volevo che fossi deluso, che mi odiassi. Sei l'unico che non potrei sopportare che mi odiasse. Ma so che non sono abbastanza per te, io non ti merito"
 
Theo abbassò lo sguardo, aspettando il verdetto, aspettando qualcosa.

Liam si alzò puntellandosi su un gomito mettendosi seduto."Hey… Theo guardami" lo supplicò. Theo non si mosse, finchè non fu Liam a prendergli il viso tra le mani, costringendolo a voltarsi. "Guardami" Fecero finalmente contatto visivo. Liam non stava più piangendo, anzi c'era qualcosa di risoluto e solido nella sua espressione. Theo deglutì. Si sentiva come se potesse annegare in quelle pozze azzurre, "Non osare mai più che non sei abbastanza. Non dire mai più che non vai bene così, non dire che non meriti tutto questo perché tu sei perfetto, Theo, e ti meriti tutto il meglio che puoi avere! E non osare mai più a chiedere scusa per ciò che sei, per le cose che ti spaventano o che ti hanno fatto stare male. A me vai bene così come sei, io amo ogni parte di te, anche quella stupida, quella immatura, quella che ha commesso e commetterà errori, perché sono quelli che ti hanno reso la persona che sei ora. E non sei più lo stesso di allora. E mi dispiace non averlo capito, mi dispiace se a volte ho considerato la nostra relazione in base alle tue precedenti. Non mi importa più se non sono stato il tuo primo, ora voglio solo essere il tuo ultimo… se mi vorrai"

Theo si sistemò seduto, la schiena contro il bracciolo del divano "Liam-"


Liam gli afferrò le mani, tenendole strette, con fare confortante "Perché nemmeno io sono perfetto. E  a volte, mi chiedo come ho potuto essere così fortunato da meritarmi qualcuno come te, come fra tutte le persone che potresti avere, tu abbia scelto proprio uno stupido e un codardo come me. Ma forse è solo ora che ci lasciamo il passato alle spalle, non credi? Perché è quello che è. Passato. Importa, non va dimenticato, non va cancellato. Perché ti ha portato qui, ci ha portato qui. Ma non deve più essere qualcosa che ci trattiene. Deve insegnarci e spingerci ad andare avanti, ad essere migliori… giusto?"
 
Theo deglutì. Liam posò la fronte contro quella di Theo, tenendolo in posizione con una mano dietro la nuca, e Theo annuì impercettibilmente, gli occhi chiusi, respirando a fatica.
"Ti amo, Theo. Qualunque cosa accada, lo farò sempre"
Theo aprì gli occhi. "Anch'io, ti amavo già anche quando facevo di tutto per odiarti, ti amo ora, e ti amerò sempre, Li"
Liam gli rivolse un sorriso acquosa, lasciandosi trascinare sul grembo di Theo e avvolgendosi in un abbraccio mozzafiato. Seppellì il viso nella spalla di Theo e sentì Theo inspirare tremante tra i suoi capelli. Entrambi non si erano mai sentiti tanto nudi,tanto esposti come in quel momento, non spogliati dei loro vestiti, ma nudi del muro che avevano provato a costruire tanto duramente. E per la prima volta niente di tutto ciò li spaventava.

Erano insieme, ed erano - l'uno per l'altro - tutto ciò che potevano volere, desiderare, tutto ciò di cui avevano bisogno.
Si baciarono, e fu come se fosse la prima volta, fu come sentirsi finalmente integri, completi. Fu come tornare a casa dopo un lungo viaggio. Come il primo respiro appena essere venuti al mondo.
 
Aveva il sapore dell'amore. Aveva il sapore del destino. Se anche esiste una cosa del genere.
 
"Li…" Theo sussurrò, ancora stretti, i nasi, le labbra che si sfioravano, ognuno che annegava negli occhi dell'altro. "Ti voglio"
Liam fece una risata debole ma affettuosa "Non so se riuscirò a reggere per un altro giro ma…"
"No, stavolta… voglio te, in me"
Le parole di Theo ci misero un po' ad affondare "..Co-cosa?" sussurrò Liam. "Vuoi che io-?" balbettò preso alla sprovvista
Theo rise alla sua espressione. "Solo se vuoi anche tu"
"Dio, me lo chiedi anche? Ma io- io- non so-"
"Be'," Theo tirò indietro i capelli di Liam, sorridendo "Questo fa due di noi, visto che è… la prima volta anche per me" ammise, arrossendo debolmente.
Liam allargò gli occhi "Non hai mai-"
"Mai" ripetè. Poi sorrise. "Mai nessuno è stato degno di avere questo" scherzò, facendo ridere e scuotere la testa a Liam. Poi il ragazzo si lanciò in avanti catturando le sue labbra, e facendoli ricadere indietro. Liam sentiva il cuore che batteva come impazzito nel suo petto mentre lasciava le mani vagare dappertutto.
"Che.. che devo fare?" chiese agitato, puntellandosi sui palmi per guardare Theo.
"Dovresti essere esperto ormai, sai…" lo prese in giro Theo.
"Sono nervoso, non voglio rovinare la tua prima volta"
"Tecnicamente non è la mia prima volta…"
"Sai che intendo…" Liam lo supplicò
"Rilassati, e fai quello che ti senti… ricordi cosa mi dicesti tu? La mia prima volta è già speciale, se è con te"
Liam sorrise catturando di nuovo le labbra di Theo e sistemandosi meglio tra le sue gambe.  Per quanto potesse sentirsi nervoso, non poteva non mettersi nei panni di Theo, che per la prima volta aveva deciso di aprirsi, esporsi in un modo così vulnerabile; Theo stava letteralmente dando se stesso a Liam, non solo lo stava facendo col suo corpo, ma lo aveva fatto poco prima con la sua anima. Fin dall'inizio gli aveva mostrato lati di sé che nessun'altro aveva mai visto, gli aveva raccontato cose che nessun altro sapeva, cose che forse nemmeno Theo era riuscito fino a quel momento ad ammettere a se stesso, si era reso vulnerabile, aveva pensato che Liam valesse la pena. E al di sopra dell'eccitazione, al di sopra del nervosismo, al di sopra della paura, ora quello che sentiva era il fremito della pura felicità, al solo pensiero che fosse per lui, che fosse l'unico, che Theo  pensasse fosse lui quello giusto per sé.
 
Liam sapeva che non avrebbe mai dimenticato per tutta la vita il modo in cui si sentì quando affondò finalmente nell'altro ragazzo, il modo in cui Theo si aggrappava a lui come se ne valesse la sua vita, il modo in cui la sua voce chiamava il suo nome, la sua espressione beata, il modo in cui lo baciava, il modo in cui i loro respiri si mescolavano, il calore della sua pelle contro la sua, il modo in cui supplicava chiedendo di più, sempre di più, il modo in cui non potevano evitare di sussurrarsi 'ti amo', ad ogni ansimo, ogni respiro, contro le labbra, su ogni lembo di pelle, per essere sicuri di non dimenticarlo più.
 
Non lo avrebbero fatto.
 
*
 
 
Mentre le prime luci dell'alba cominciavano a far capolino dalla finestra, i due non osavano muoversi da dove erano ancora avvinghiati sul divano. La stanchezza cominciava a farsi sentire, rendendo i loro corpi molli e le palpebre pesanti.
 
"Dobbiamo farci decisamente una doccia, siamo disgustosi" lo chiamò ad un certo punto Theo, tirando a malapena Liam fuori dal suo dolce torpore.
"Nonvoglio" mugugnò Liam, stringendosi al suo petto. Theo ridacchiò, Liam sembrava davvero un bambino a volte
"Andiamo, te ne pentirai più tardi"
"Mmmh" protestò Liam aprendo gli occhi e guardandolo col mento appoggiato sul suo petto. "Non scoperò con te nella doccia, sappilo… non riesco più a sentire il mio corpo" comunicò tranquillamente.
Theo rise di nuovo "Non era a quello che stavo pensando… forse"
Liam roteò gli occhi, non riuscendo a trattenere del tutto il sorriso. Ma senza fare cenno di volersi alzare
Theo gli accarezzò i capelli lentamente, guardando il soffitto. "Facciamo che.. chi arriva prima in bagno, farà lavaggio completo e massaggio all'altro-"
Theo non aveva ancora finito di parlare, che Liam era già corso via. Theo rimase per un attimo spiazzato "Razza di…-" prima di corrergli dietro
 
 
 
Alla fine la sfida venne dimenticata mentre si lavavano di dosso ogni residuo della notte precedente, massaggiandosi i capelli a vicenda, strofinandosi il corpo, e baciandosi, ancora e ancora, lasciando che l'acqua corresse loro addosso.  
 

"Allora, che ne dici di quel massaggio?" chiese Theo suggestivo, mentre tornavano in camera, passandosi un asciugamano tra i capelli. Liam si sedette sul bordo del letto, guardandolo impassibile. "Seriamente? Siamo appena usciti dalla doccia" Comunque non protestò quando Theo gli si sistemò in grembo, spingendolo con la schiena contro il materasso e spogliandolo con lentezza dell'asciugamano. "Sai… penso che tu abbia un serio problema di dipendenza" scherzò Liam, sistemandogli le mani dietro al collo.
"Sì, sono decisamente dipendente da te" rispose Theo, sfiorandogli il collo con la punta del naso e poi baciando la pelle ancora calda e profumata dalla doccia.
"Credevo avessi parlato di massaggio"
Theo si tirò su leggermente per guardarlo negli occhi, con un sorrisetto. "Sì, sai ne conosco uno molto efficace" Liam roteò gli occhi, ma tirò Theo contro di lui facendo di nuovo scontrare le loro labbra bruscamente.
 

Al piano di sotto il telefono di casa, l'unico praticamente ancora funzionante, squillò un paio di volte.

"Sta suonando il telefono" osservò Theo, non troppo interessato, tra un bacio e l'altro
"Sarà Mason… gli avevo promesso di scrivergli quando arrivavamo a casa, ma il mio cellulare è morto, e sai.. ieri sera sono stato troppo distratto da qualcuno per preoccuparmene"
"Ma.. Mason a quest'ora del mattino?"
"Vuoi seriamente scendere di sotto ora a rispondere al telefono?" gli chiese Liam, alzando un sopracciglio.
Theo lo guardò per un secondo "Non proprio" E si lanciò avanti catturando di nuovo le sue labbra con un sorriso…
 
 
 
 
La porta si aprì. Un tintinnio di chiavi contro il mobile.


 
"Non avrai bisogno di questo" mormorò Liam slacciando l'asciugamano legato alla vita di Theo senza smetterlo di baciarlo. "Dio, tu sarai la mia morte prima o poi" gemette poi.
Theo ridacchiò, tirandosi le gambe di Liam attorno alla vita e accarezzandogli dolcemente i fianchi. "Be' almeno morirò felice"
 
 
 
"Quando li vedo gliene dirò di tutti i colori. Il telefono di Theo è spento da ieri, Liam ha ignorato tutte le mie chiamate e non sono stati a casa tutto il giorno! Non ci credo che siamo dovuti tornare in taxy, e perché diavolo la luce è accesa qui?"
 
 
Liam con le mani ferme sulle spalle di Theo e la testa inclinata indietro, sentì Theo baciarlo scendendo lentamente lungo una linea dalla mascella al collo, al petto fino allo stomaco, solo per fermarsi, lanciargli un'occhiata divertita, e ripetere il percorso all'indietro, soffermandosi di nuovo sul collo. E rotolando poi i fianchi contro i suoi. Liam emise un verso a metà tra un gemito e un ringhio. Dannato stronzo
 
 
Paul camminò fino alla porta di Theo, soffermandosi sulla soglia quando si accorse che la stanza era vuota, il letto intatto. La sua espressione si contorse, mentre si girava solo per vedere Jenna marciare verso la stanza di Liam…
 
 
E poi fu come uno sparo nel buio. Un'esplosione che rompe il silenzio, che infrange la pace. Prima il rumore, poi l'eco, e solo dopo lo schianto. Così vicini nel tempo che sarebbe impossibile rendersene conto in tempo. Impossibile scappare, o mettersi al riparo.
Nello stesso modo la pace di quel momento e di quel posto si infranse. Prima venne la voce,
"Liam, spero che tu abbia una buona spiegazione per que-"

Il clangore della porta che si apriva, e poi… lo schianto.
Troppo vicini per poter fare qualunque cosa.

"Oh mio dio"
 
Theo e Liam, ancora avvinghiati in un bacio, sussultarono sul posto, saltando poi seduti, uno da una parte del letto e il secondo dall'altra, voltandosi verso la voce inaspettata e incrociando l'espressione sconvolta di Jenna in piedi sulla soglia, una mano sulla bocca, l'altra ancora sulla maniglia della porta.
"Mamma!" Liam boccheggiò. Era sicuro che loro due avessero la sua medesima espressione sconvolta, mentre si affrettavano facendo la prima cosa istintiva, cercare di nascondersi, in qualche modo di coprirsi. Del tutto inutile.

No no no questo non è possibile

"Che… diavolo..?" balbettò Jenna pallidissima
"Mamma… no-non è come sembra!" Liam cercò di dire, la voce che veniva fuori a fatica, il panico che si faceva strada nel suo corpo, facendo sentire paralizzato, mozzandogli il respiro.


"Che succede?" fece la voce di Paul prima di apparire preoccupato guardando prima Jenna e poi voltandosi per guardare nella stanza. Fu spaventosa la velocità in cui divenne improvvisamente bianco come un lenzuolo.
"Papà, possiamo… possiamo spiegare!" balbettò Theo, alzando una mano mentre l'altra si teneva in posizione l'asciugamano

No no no non è così che doveva andare
 
Paul non si mosse, bianco come un cencio, mentre l'espressione di Jenna si faceva furiosa. "Spiegare?! Che diavolo… vi è saltato in mente?!" Fece un passo avanti, l'espressione rigida, sembrava fuori di sé. "Mentre noi vi chiamavamo tutto il giorno senza avere risposta, facendoci impazzire all'idea che foste morti chissà dove, voi due-"

Un improvviso tonfo leggero e un ansimo la fecero zittire e voltare verso il punto in cui accanto a lei Paul era indietreggiato finendo contro lo stipite della porta, "Paul…" l'uomo si portò una mano al petto, boccheggiando, il viso improvvisamente pieno di panico.
"Papà…!" lo chiamò debolmente Theo

E poi all'improvviso, Paul cadde a terra, a metà tra le braccia di Jenna, che cercò di rallentarne la caduta "Oh mio dio, Paul!" gridò.

Liam saltò giù dal letto come un fulmine, inginocchiandosi accanto a lui, il cuore batteva impazzito, per un attimo non sapendo cosa fare delle sue mani, cosa fare di tutto "Paul, Paul…! Merda-" Si voltò verso Theo, completamente nel panico "Theo, chiama il 911!!" boccheggiò.

Ma Theo non si mosse, il viso scioccato, pallido, il corpo paralizzato, "Theo….!"
 
CONTINUA

   
 
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