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Autore: Noeru    23/03/2020    1 recensioni
Un Nerd
Un Tamarro
Un Fattone
Un viaggio esteriore, interiore e soprattutto memorabile
Genere: Avventura, Comico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Ivan, Max, Max (Team Magma), N, Nuovo personaggio
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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"Così dovrete partire per un lungo viaggio verso Alola in macchina per non essere scoperti" Gemma ricapitolò quanto le avevano raccontato Max ed Ivan dopo aver fatto leggere anche a lei le lettere di Giovanni: "Non siete emozionati? Se ripenso a quando eravamo andati a Galar per quel festival musicale...Avevamo attraversato 4 regioni in due giorni di guida ininterrotta...Non ricordi, caro?"
"Eccome!" Sospirò Fiorenzo, nostalgico: "Poi una settimana in tenda sotto la pioggia, ma vogliamo parlare di ciò che girava? C'erano certi funghi che gli allenatori li assumevano a lamelle e facevano di quelle cose tipo trasformare le cabine WC in piscine d'acqua piovana e gare di velocità scivolando sul fango coi sacchi a pelo!"
"E c'era quell'individuo talmente in botta che credeva di essere un Salamence e si era arrampicato in cima al palco principale e se non lo avessero fermato si sarebbe schiantato al suolo...Uno svarione..."
Max rabbrividì al pensiero di trovarsi in un posto del genere; le dita gli scattarono nervose attorno alla tazza di infuso ai frutti rossi che stringeva tra le mani e per poco non macchiò i vestiti prestatigli da Herb.
La sera, dopo la cena intorno al fuoco, era andato a farsi una doccia mentre Herb personalmente si era occupato di fargli il bucato con la divisa del Team Magma e gli aveva dato il permesso di attingere dal suo guardaroba per non stare ad aprire la valigia.
Max si era soffermato a lungo su quali abiti scegliere; non voleva sembrare un fricchettone come i membri del Team Erba, ma nemmeno uno che si era vestito con le luci spente.
Aveva optato infine per una camicia sesamo piuttosto larga, che gli scendeva fin sotto all'inguine e dei pantaloni larghi, ma dritti verde scurissimo.
Soffrendo il freddo aveva completato il tutto con un maglione di canapa filata dello stesso colore del sotto.
"Ahahah! Puzzi come un Wooloo di Alola!" Lo aveva canzonato Ivan pur di non ammettere che lo aveva osservato attentamente per tutto il tempo in cui era nudo sotto al getto d'acqua calda e nel mentre stava davanti all'armadio, cercando di imprimersi nella testa ogni sporgenza ossea, cicatrice, dettaglio di quel corpo gracile.
Era poi andato di soppiatto dove gli abiti rossoneri erano stesi e aveva tenuto a lungo in mano il dolcevita bordeaux quasi asciutto, portandoselo sulla guancia irsuta e annusandolo nella speranza vi fosse ancora traccia del profumo speziato del suo portatore.
A scoprirlo, Max avrebbe probabilmente bruciato quel capo d'abbigliamento e ne avrebbe pescato uno identico dai suoi cassetti.
Doveva ancora ringraziare Herb, che aveva anche ceduto loro il materasso dentro al pulmino e se n'era andato a dormire su un'amaca nelle vicinanze.
La notte era andata abbastanza tranquillamente e la colazione era sempre stata vegana.
"Un'ultima raccomandazione..." Fiorenzo prese da parte i tre: "Ricordatevi che ogni viaggio è soprattutto interiore"
Ivan non colse il significato di quelle ultime parole, preso dal caricare il minivan con l'erba da fumare che avrebbe celato con facilità il tesoro che dovevano trasportare.
Avrebbe dovuto farlo Max, data l'allergia alle piante del pirata, ma la forza fisica era sempre stata una croce del capo magma, che in compenso si era offerto di guidare.
"Allora ci rivedremo tra...Dieci giorni...Peccato solo che mi perderò la festa del solstizio" Herb sorrise con una nota di tristezza: "è la celebrazione più importante dell'anno per noi: viene gente da tutta Hoenn e non solo per canti, balli e spettacoli, ma anche perché gira un sacco di roba buona..."
Ottavio lo guardò perplesso, cercando di capire se si riferisse al cibo o agli stupefacenti a cui il Team Erba non era estraneo.
Max salutò lui e Rossella con un robotico cenno del capo mentre Ivan salutava Ada a parole, ma si scambiava un complicato saluto di mano con Alan.
Herb abbracciò entrambi i suoi tenenti e salutò Rossella con un sorriso; la sera prima si era approcciato a lei desideroso di saperne di più sulla sua conoscenza di piante e bacche, come l'aveva acquisita e cosa aveva preparato e lei gli aveva raccontato dei suoi studi erboristici, ma
senza dire nulla sulla situazione del suo leader.
Del resto per la persona che amava lei avrebbe tenuto i segreti più reconditi ben custoditi e Herb si era accorto che ogni volta veniva il nome del suo leader, lei non riusciva a spiccicarlo a dispetto della brevità di esso.
Max aveva tenuto d'occhio a distanza il loro primo incontro, forse per assicurarsi lui non le propinasse cose strane, ma in verità controllava qualsiasi essere umano di sesso maschile avvicinasse la sua tenente ed era arrivato a radiare dal team alcune reclute maschili che avevano
allungato troppo gli occhi su di lei.
D'altronde le voleva lo stesso bene di un padre, che se fosse ancora vivo non avrebbe permesso al primo sconosciuto di entrare in confidenza con sua figlia, ferirla e spezzarle il cuore.
Quando la macchina fu caricata di tutto punto, l'insolito terzetto finalmente partì: Max al volante, Ivan di fianco e Herb stravaccato sui sedili dietro, un joint in bocca e i piedi a prendere aria appoggiati al finestrino abbassato.
Giovanni avrebbe potuto benissimo mettere il suo jet privato a loro disposizione oppure avrebbero potuto usare un sottomarino, avendone ben due, ma Max si era rifiutato, memore di quanto aveva vomitato dopo esserci salito una volta sola.
Il bosco rapidamente scomparve dietro alla vettura e la guida si preannunciò spedita anche grazie alla funzione GPS del Pokenav.
Ivan decise di rilassarsi anche lui, reclinando il sedile e poggiando i piedi sul cruscotto.
Dallo specchietto pendeva un pacchianissimo amuleto ricoperto di brillanti e la figurina sbiadita di un Celebi che avrebbe dovuto profumare gli interni, ma non contrastava minimamente la puzza di muffa dei sedili grigi sui quali diverse persone prima dei tre avevano sudato e probabilmente sfogato anche impulsi poco casti.
Max aveva appoggiato sul suo sedile un telo anti-germi che era solito a portarsi dietro; già solo a vedere il mezzo gli si erano insinuati i pensieri più negativi su quello che lo stava aspettando: trascorrere ore ed ore in un luogo stretto e sudicio a meno di un metro di distanza dal suo
peggior nemico, i cui piedoni puzzolenti di alghe marce stendevano le dita corte e tozze.
"Ma dove credi di stare?! In un centro benessere?!" Max lo osservò accigliato e distratto da quello spettacolo che reputava osceno e gli impediva di tenere gli occhi sulla strada.
"Prendo un Margarita e l'antipasto di pesce, grazie" Sorrise, beffardo portandosi le braccia dietro la nuca, ma tornò serio: "Davvero, non ti capisco! Dici a me di abbassare le gambe e guarda quello come sta disteso!"
"Sono i tuoi piedi a darmi fastidio!" Precisò il leader del team magma.
"E dei tuoi vogliamo parlarne?!" Quella mattina la foresta si era risvegliata con l'urlo selvaggio di Ivan, entrato in rotta di collisione coi gelidi piedi del rivale.
Erano talmente impegnati nel loro diverbio da non accorgersi dello zigzagare del veicolo lungo la linea di mezzeria attirando diversi colpi di clacson nonostante la strada non fosse trafficata come nei giorni di vacanza.
"Che succede?" Herb parve risvegliarsi dal trip mentre scansavano un veicolo proveniente da dietro.
"E se facciamo un incidente muore solo il conducenteee..." Cantò a squarcagola Ivan dopo una frenata brusca, davanti al lungo traforo che conduceva a Kanto.
"Dai, cantiamo qualcosa che includa tutti!" Propose Herb: "Ce ne andiamo, ce ne andiamo, ce ne andiamo ad Alola...Alolaaa, Alolaaaa..."
"Vediamo se la radio prende..." Mormorò Ivan, armeggiando un'autoradio decisamente superata dalle moderne tecnologie, che permettevano di collegare il pokenav a sofisticati impianti stereo ed essere certi di non passare inascoltati.
"...Benvenuti su RadioArceus..." Gracchiò una voce spezzata dalla bassa frequenza nel tunnel: "...Pregate con noi affinché..."
"Cambia, ti prego! Questi sono degli ipocriti. Dicono di volere il bene di tutti gli umani e i pokemon, ma adattano questo concetto alle loro dottrine e chiunque abbia qualcosa in contrario è bollato loro nemico!" Spiegò Herb; Gemma era stata a fare volontariato in una comunità per ragazze madri gestita dagli stessi che cantavano insopportabili canzoncine e aveva riportato della loro corruzione, soffermandosi sulla pressione che mettevano alle gestanti anche se lo stato interessante derivava da una violenza sessuale.
"E poi hanno un giro di denaro sporco impressionante, forse addirittura più del Team Rocket, ma sono bravi a nasconderlo dietro divise bianche e il continuo appellarsi ad Arceus..."

 
"Ti ringrazio, O Arceus, non ho più paura perchééé...Cammino tra i pokemon della mia regione...Camminerò, camminerò...Nella tua luce, Arceus! AR-CE-US!
Quale gioia mi dissero! Andremo alla casa di Arceus!
Offri la vita tua al nostro protettoreeee...oooo finiraaaai...Nell'inferno di Giratinaaaa...
Benedetto colui che viene, nel nome di Arceus!"


Quest'ultimo verso strappò un sorrisetto furbo ad Ivan mentre Max diventava rosso come un peperone.
Il pirata cercò di cambiare stazione, ma l'unica a prendere in quel tunnel era la maledettissima Radio Arceus e c'era solo un mangia-cassette per ascoltare musica propria.
Fortunatamente c'erano almeno una cassetta che fu cacciata in fretta e furia nella fessura rettangolare dando il via ad un canto natalizio decisamente fuori luogo, considerato il tempo soleggiato.
"E dovreste vedere cos'altro c'è qui dietro!" Nell'ordine Herb tirò fuori una cartina sbiadita di Kanto pasticciata da elenchi di nomi sotto ogni città, una vecchia guida turistica impolverata avente le pagine incollate ed un romanzo rosa sulla cui copertina vi erano
un uomo e una donna di bellezza irreale che si fissavano esageratamente drammatici e una compilation di successi estivi
"è bellissimo cercare tesori nelle auto usate! Pensate che nel furgoncino dove dormo avevo trovato..." Herb si accese a raccontare una delle sue passioni.
"Qualsiasi cosa sia non arriverà mai a questo livello!" Ivan sventolò un tanga da donna in pizzo rosso acceso: "è un peccato non poter vedere cos'era successo..." ridacchiò sventolando quel tesoro davanti all'imbarazzo di Max.
"Che c'è? Non ne hai mai vista una? Proprio mai?"
"NON DISTRAETEMI MENTRE STO GUIDANDO!" Sbottò irato il più anziano dei tre.
Non appena uscirono dal traforo si fermarono in una stazione di servizio quando arrivò la chiamata di Giovanni: "Allora, come sta il trio delle meraviglie?"
Max aveva già pronto l'elenco di ciò che non andava nel mezzo di trasporto e sulla costrizione a sopportare i continui scherzi del suo vicino, il quale rispose per tutti e tre: "Bella lì! Ce la stiamo spassando un casino, siamo carichi come non mai e non vediamo l'ora di raggiungere Alola!"
"Herb, tu non hai toccato l'erba adibita a proteggere il mio piacco, eh? Vero?"
Il ragazzo dai capelli castani salutò rapidamente lo schermino, trattenendo il fiato con gli occhi rossi. Dopodiché lasciò uscire una fumata biancastra e densa: "Siamo a Kanto e c'è nebbia!"
"Già...Così tanta nebbia che non ci vedo..." Max gli corse in supporto; in fondo era in debito con Herb e il compagno di viaggio aveva preso solo pochi grammi che non avrebbero fatto la differenza nel carico.
Ivan tossì rumorosamente: "E fa freddo!"
"Va bene va bene! Ricordate che se volete fermarvi a dormire conosco un posto..." Giovanni non manifestò il minimo sospetto di fronte alle loro bugie.
"No, facciamo da soli! Non disturbarti così!" Tagliò corto Max; sicuramente il Capo Rocket intendeva la base segreta situata nel seminterrato del casinò ad Azzurropoli.
In quel posto aveva incontrato per la prima volta Ivan, che era una semplice recluta , mentre lui si occupava delle strategie pur sottostando agli strateghi più alti nella gerarchia.
Si erano parlati sporadicamente, inconsapevoli si sarebbero scontrati nel futuro prossimo e soprattutto che il loro ex capo li avrebbe richiamati in quello prossimo ancora.
"Va benissimo!" Giovanni chiuse la chiamata: "Ho fatto proprio bene ad affidarmi a voi tre! So che non mi deluderete al contrario di quelli che mando in giro! Loro a momenti manco sanno allacciarsi le scarpe!"
I tre scelsero un motel nei pressi di Plumbeopoli, cittadina abbastanza tranquilla dove non avrebbero destato alcun sospetto.
La stanza che venne assegnata loro era arredata da un tavolo, due letti di medie dimensioni e un armadio in cui riposero il carico volendo star certi non lo trovassero nel minivan.
Il giorno dopo all'alba si sarebbero rimessi in viaggio per Johto.
Come vi entrò, Max passò un dito sul tavolo, ritrovandoselo impolverato di grigio ed esaminò i letti, notando con grande disappunto macchie gialle di sudore: "Io su quello non ci dormo!"
In risposta Ivan ci si tuffò sopra: "Ma vuoi smetterla di essere così rigido?! Nemmeno un giorno e fai già la carogna! Prima in auto non mi lasci stendere i piedi, ora qui ti lamenti per la pulizia! Poi ti chiedi perché tutti vogliono entrare nel Team Idro..."
"Preferisco avere gente seria in squadra piuttosto che morti di sesso!"
"Io ho dormito in posti più scomodi..." mormorò Herb, lasciandosi andare sull'altro materasso con uno strano vaso verde che ribollente e fumante più del Monte Camino durante il risveglio di Groudon.
L'odore del fumo bianco ed impalpabile coprì la puzza di chiuso aleggiante nelle quattro pareti.
"Ok! Allora io sto qui!" Dichiarò Ivan, l'indice puntato al soffitto: "Non voglio odorare di fattanza!" Lanciò la sfida a Max, rimanendoci un po' di sasso non appena il rosso si stese di fianco a Herb; entrambi erano piuttosto magri, Max addirittura emaciato, ed insieme non occupavano che
una scarsa metà del letto.
"Buonanotte, Gentaglia!" Non era tardissimo allo spegnersi delle luci ed il primo a cedere al sonno fu Herb, complice l'aver appena fumato.
Max al contrario rimase a rigirarsi nel letto fin dopo la mezzanotte cercando una fonte di calore.
Il suo vicino non collaborava affatto, dormendo della grossa e solleticandolo involontariamente coi lunghi e ispidi dreads dentro ai quali certamente nascondeva altra erba.
Quando finalmente riuscì a chiudere gli occhi, neanche due ore e si sentì un peso assurdo addosso: "Ma che...Giratina?!" Erano solo in tre in quella stanza ed il tanfo di alghe era inconfondibile.
Con un'agile mossa, Max si invertì di posto con Herb e cercò di non cadere dal letto, che avrebbe ceduto se una quarta persona si fosse aggiunta.
   
 
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