Anime & Manga > Demon Slayer/Kimetsu no Yaiba
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Autore: Dollhades    24/03/2020    2 recensioni
[Rengoku x Mitsuri] [356 parole]
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«Sono qui» le sussurrò ad un orecchio, gli occhi di granato si chiusero mentre la punta del naso del ragazzo gentile sfiorò una guancia di porcellana, scoccando un leggero bacio dove pochi istanti prima le lacrime correvano, facendole colorare di un gentile rossore le gote e affiorare un piccolo sorriso divertito, rilassato. Lei inclinò la testa all’indietro, sobbalzando ad un tuono particolarmente vicino, incontrando le mani del ragazzo che, in un gesto d’istintiva protezione, la cinsero, avvicinandola ancora di più a sé.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kyoujurou Rengoku, Mitsuri Kanroji
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Orage
 

Imperversava il temporale, pioggia pesante tamburellava contro il tetto delle piccole stanze, fulmini d’un’abbagliante splendore danzavano nel velo di tenebre, rincorrendosi, sparendo, urlando; Mitsuri lo sentiva: il vento ululava come un lupo, in una notte stagione di caccia. Gli occhi grandi, verdi come giovani foglie, si strinsero all’ennesimo tuono –rumore così forte, violento, aveva un retrogusto di guerra, sofferenza e lacrime che copiose scendevano e bagnavano aride terre, facendo crescerne fiori.
Prese coraggio, la ragazza, uscendo velocemente dalla porta di riso e correndo lungo l’umido corridoio di legno d’acero bussando, con una mano stretta al cuore, alla porta del più grande e lasciandosi ricadere contro il suo petto non appena il fusuma1 lo permise.

Rengoku sospirò accarezzandole i lunghi capelli liberati dalle trecce e lasciandola entrare: il petto le sussultava per i singhiozzi, cristalline lacrime le serpeggiavano lungo le guance di porcellana, convergendo al mento, solleticandolo appena prima che, con un fazzoletto di stoffa e un sorriso in grado di sciogliere la neve, il biondo le asciugò. La fece sedere sul futon, andando ad accendere la piccola stufetta che troneggiava in un angolo della stanza, inginocchiandosi alle spalle di lei per pettinare con dita rovinate dalle cicatrici i ciuffi ribelli, scoprendole il collo e il volto.

«Sono qui» le sussurrò ad un orecchio, gli occhi di granato si chiusero mentre la punta del naso del ragazzo gentile sfiorò una guancia di porcellana, scoccando un leggero bacio dove pochi istanti prima le lacrime correvano, facendole colorare di un gentile rossore le gote e affiorare un piccolo sorriso divertito, rilassato. Lei inclinò la testa all’indietro, sobbalzando ad un tuono particolarmente vicino, incontrando le mani del ragazzo che, in un gesto d’istintiva protezione, la cinsero, avvicinandola ancora di più a sé.

Non fu quella la prima volta in cui le loro labbra si cercarono, ma una delle altre mille a venire; accompagnati dal rumore della pioggia si stringevano, silenti, mentre le dita si intrecciavano e lui adornava il collo di lei di una piccola collana di baci e parole.
Mentre fuori, nel buio della notte, imperversava il temporale.
 

 
1Fusuma: classica porta giapponese, usata per separare le stanze interne
  
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