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Autore: Adele Emmeti    24/03/2020    3 recensioni
La Fuga non è un rimedio, ma un tentativo di allontanarsi dalla fonte primaria del proprio dolore.
E Mizu lo sa bene, perché lei sta fuggendo da un torto assoluto, da un male gratuito e ingiustificato, da un'ingiustizia silenziosa ma lacerante. Lifeline è il racconto del suo lento percorso di rinascita, della sua sofferta risalita, dell'insieme di amore e gentilezza che nuovi e vecchi amici sono in grado di fornire.
Perché tutti, prima o poi, hanno bisogno di un'ancora di salvezza.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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  Il mattino seguente, mi alzo di buon umore, faccio la mia solita colazione ed esco in anticipo. Voglio godermi la discesa dalla collinetta, percorrere la scalinata in pietra con calma e osservare il mare in lontananza, mentre riflette i raggi chiari e nitidi del sole.
  Arrivo davanti la scuola ed entro nell'aula di letteratura ancora deserta. Man mano che tutti i miei compagni mi raggiungono, mi accorgo, per la prima volta, che il banco in fondo a destra è vuoto. Anzi, che lo è sempre stato. Sì, perché nell'ultima fila ci siamo sempre e soltanto io, Greta e Fely. Le ragazze arrivano poco prima del professore, mi salutano con un grande sorriso e si siedono alla svelta.
  Dopo le prime due ore, ci spostiamo nell'aula di storia.
  «Sei poi andata al Bonnie, ieri?» Mi chiede Greta con lo sguardo timido.
 «Sì... » le rispondo. Le sue strane reazioni ai miei incontri con Andy mi mettono ormai in difficoltà, poiché non so bene cosa dirle. Non capisco se la irritano o entusiasmano.
  «Quindi verrai a sentire le prove oggi?» Interviene Fely, infilandosi tra di noi.
  «Certo! Dimmi solo dove abiti e vi raggiungerò!»
  «Ma no... puoi venire con noi subito dopo le lezioni! Mangiamo qualcosa al volo e poi iniziamo.»
  «Fely... magari Mizu ha da fare... » la riprende Greta.
  «No, affatto. Per me va benissimo! Allora verrò con voi.»

  Nell'entrare in aula, troviamo il professor Clark seduto alla cattedra, che divide dei fogli in gruppi.
  Lo salutiamo e ci mettiamo al nostro posto. Anche durante la lezione di storia, l'ultimo banco in fondo a destra è vuoto.
  «Buongiorno ragazzi... allora, oggi ho un bel progettino da proporvi.» Esordisce mettendosi in piedi. Ieri al Bonnie mi ha davvero colpita; i professori del mio liceo privato erano piuttosto rigidi e scostanti, nessuno di loro si sarebbe mai seduto al tavolo con degli studenti, a condividere una tazza di caffè.
  «Come ben sapete, durante l'ultimo anno di scuola superiore è molto importante accumulare punti per accrescere il vostro curriculum e fare punteggio. Ogni progetto, iniziativa o corso che le vostre piccole menti in fermento riescano a reggere, può davvero aiutarvi a fare la differenza. Dunque, ho pensato di avviare un fantastico programma di riscoperta dei personaggi più illustri della contea, dal reduce di guerra, allo scienziato, dal politico che ha assistito alla nascita della Costituzione al viaggiatore che è arrivato in Cina ed è tornato più ricco di prima. Il vostro compito sarà quello di rintracciare quante più fonti relative al personaggio che vi assegnerò e di ricostruire la sua vita nei minimi dettagli, attraverso testimonianze, interviste, documenti e racconti.»
  Fely sbuffa e si solleva la cerniera della felpa fin sotto il naso, per poi mettersi a braccia conserte. Immagino che detesti queste iniziative. Mi sorge persino il dubbio che non voglia frequentare alcuna università; non mi sembra il tipo.
  «Vi dividerò in coppie. Ogni coppia riceverà il fascicolo con una scheda relativa al personaggio da approfondire, e tutti i canali percorribili per rintracciare il maggior numero di notizie su di lui. Avete un mese per completare il tutto. Alla fine del mese dovrete consegnarmi un video, nel quale esponete la vostra ricerca e mostrate le eventuali interviste o studi fatti, e che vedremo tutti insieme qui, in aula. Poi riceverete un voto. Più la ricerca è dettagliata ed esaustiva, più alto sarà il voto. Avete qualche domanda?»
  Fely alza subito la mano: «potrei stare con Sullivan? Abbiamo già lavorato in coppia e ci siamo trovate molto bene.»
  «Tranquilla Milton, ti ho già accoppiata con lei. Non voglio assegnarti come penalità a nessuno... »
  Fely fa un respiro di sollievo. Il professore prende il suo registro e inizia a elencare le coppie. Procede in modo piuttosto spedito. Alcuni miei compagni esultano, altri alzano gli occhi al cielo. Inizia a salirmi una certa trepidazione. Non ho socializzato con nessun altro al di fuori delle ragazze, per cui sarà imbarazzante a prescindere. Spero soltanto che sia un soggetto semplice e tranquillo, tipo il secchione con gli occhiali spessi e i capelli arruffati al primo banco, o la ragazza con le trecce e l'apparecchio ai denti seduta in seconda fila.
  «Infine Mizu Allen va con... beh, magari ne parliamo a fine lezione, ok? Bene, ora iniziamo!»
  Resto di sasso.
  Che significa? Che salto il progetto? Proprio io che ho un bisogno disperato di punti? Non può farlo...
  Le ragazze mi guardano e fanno spallucce. Nemmeno loro hanno ben capito cosa il professore abbia in mente per me.
  Al suono della campanella, tutti escono baldanzosi per andare a mensa.
  «Ti aspettiamo al solito tavolo.» Bisbiglia Fely passandomi accanto.
  Io attendo che siano tutti usciti e mi avvicino al professore.
  «Ah Mizu... perdonami se ti ho lasciata in sospeso... è che volevo parlarti in privato.»
  «Va bene, nessun problema. Vuole farmi saltare il progetto?»
  «No, assolutamente. Anzi... in realtà sei stata proprio l'imprevisto che aspettavo per farlo partire al meglio.»
  «Imprevisto?» Gli chiedo sorpresa.
  «Esatto. Sai, se non ti avessi conosciuta meglio ieri, al Bonnie, non sarei mai giunto a questa conclusione. Invece abbiamo parlato e ho realizzato subito quanto tu sia intelligente e perspicace. Hai una preparazione al di sopra della nostra media, lo sai? Ho spulciato nel tuo curriculum e mi hai meravigliato. Cercavo proprio una persona come te.»
  «Come me? Per cosa?»
  «Ecco ti spiego... tu sei qui da pochissimo tempo, per cui non sarai ancora riuscita a incontrarlo... ma devi sapere alla Crown abbiamo uno studente particolare. È molto dotato, ha il QI tra i cinque più alti dello Stato ed è stato ammesso in tutte le più prestigiose università d'America. In realtà, è stato gentilmente invitato ad iscriversi... da Yale ad Harvard, dalla Brown a Princeton... sono tutti in attesa di una sua risposta. Entro dicembre comunicherà la sua scelta.»
  Tutto molto interessante, ma non riesco ancora a capire dove voglia arrivare.
  «E se da un lato rappresenta per noi un enorme motivo di vanto, dall'altro... sai... è sempre stato un soggetto difficile da gestire. Dopo aver frequentato le classi nei primi anni, ha deciso di darsi a un isolamento volontario. Abbiamo cercato in tutti i modi di farlo tornare in aula, con gli altri studenti, ma si è sempre fortemente rifiutato. Per noi è davvero difficile minacciarlo... lui si presenta puntuale a tutti i test e ai compiti in classe, li termina in pochi minuti e ha sempre dei voti altissimi. Spesso è complicato persino per noi professori stargli dietro... lui studia per conto suo, con delle tecniche sconosciute. Non c'è nulla nella sua condotta o nei suoi risultati che possa giustificare una sua espulsione, né vorremmo mai perderlo, per alcuna ragione. Quando uscirà da una di quelle università prestigiose e diventerà un professionista affermato, vogliamo poter godere del suo prestigio e vantarci di averlo avuto tra i nostri banchi. Capisci?»
  «Sì... » affermo con aria di circostanza.
  «Ora ti starai chiedendo: cosa c'entro io, in tutta questa storia?» Mi sorride.
  «Tu sei la prima persona che mi abbia colpito al punto da poter pensare che... forse potresti avvicinarti al nostro studente prodigio e tentare di riavvicinarlo a noi.»
  Devo aver strabuzzato eccessivamente i miei occhi sottili, perché il professore passa subito ai ripari.
  «Non che tu debba iniziare a perseguitarlo e minacciarlo di tornare in aula! Vorrei soltanto che provassi a... »
  «A... ?»
  «A spiegargli che vi ho messi in coppia per il progetto di storia. E che se si tira indietro, io... gli darò un giudizio negativo... così negativo da intaccare il suo curriculum impeccabile. Tu sei la persona giusta per farlo.»
  «Io?»
  «Sì... tu. Immagina che prestigio potrebbe darti l'aver fatto un progetto con lui. Sei l'unica alla sua altezza, l'unica con cui potrebbe accettare di collaborare e a cui darebbe ascolto. Con gli altri studenti non parla da quasi tre anni. Viene a scuola solo perché costretto; dipendesse da lui... starebbe già in isolamento totale, sulla cima della montagna più alta del mondo.»
  Sono confusa e spiazzata. Questa piega ha oscurato la mia giornata insolitamente allegra e soleggiata.
  «Non so... cosa dire. Insomma... io sono nuova, non conosco nessuno e... non ho mai visto questa persona. Non credo di riuscire ad avvicinarmi a lui con così tanta facilità. Non sono nemmeno così brava a socializzare.»
  «Beh... nemmeno lui! È per questo che siete compatibili.»
  «Ma... come fanno due persone introverse a venirsi incontro? Io non sono sociale e carismatica... non sono una trascinatrice. Finiremmo per scambiarci degli insulti e odiarci prima ancora di conoscerci.»
  «No Mizu... non dire così. Lui è molto astuto. Gli basterà parlarti poche volte, ascoltare qualcuna delle tue riflessioni e arriverebbe da solo a capire che sei diversa dagli altri. Prova a fargli qualche battuta sul libro di cui parlavamo ieri, ricordi? Quello dell'uomo che muore e si reincarna decine di volte. Lui adora quel libro. Prova a esporgli la tua interpretazione... vedrai che si aprirà molto nei tuoi confronti.»
  Tutto questo discorso e questo enorme sforzo richiesto, mi appaiono ancora incredibilmente oscuri. Ho già provato a cambiare qualcuno, in passato. Ho già provato a recuperare l'irrecuperabile, a dare una mano a chi mi sembrava fortemente a disagio con gli altri. E non è andata bene.
  Li conosco i tipi così, gli asociali con forti problemi di autostima. E non ho bisogno di salvarne altri.
  «Mi spiace ma... non credo di potercela fare. Non me la sento. Potrei partecipare da sola. Non mi serve un compagno.»
  «È esattamente quello che mi ha risposto lui... quando gli ho parlato del progetto.»
  Continuo a negare con la testa. A cosa può portarmi un sacrificio del genere? E poi? Non conosco né lui né il professore. Perché dovrei prendermi questa rogna?
  «Mizu... ascoltami bene: il voto e il giudizio che guadagneresti da questa avventura, potrebbero farti davvero molto comodo. Credimi.»
  I suoi occhi neri, pieni di speranza, mi incollano al banco sul quale mi sono appoggiata.
  «Fidati di me... lo so che ci conosciamo poco, ma ti assicuro che non ho doppi fini, né cattive intenzioni. Voglio coltivare al meglio le menti più pregiate, perché credo nel potenziale della vostra generazione. Io sono un insegnante e il mio scopo è quello di tirar fuori il meglio da voi. Sono sicuro che da te e Samuel, potrebbe venir fuori qualcosa di eccezionale.»
  Non so davvero cosa fare.
  «Dagli una possibilità! Incontralo... parlagli e vedi cosa succede. Se proprio non va... pazienza. Continuerò a essere sempre una spalla e un supporto per te e per lui, indistintamente.»
  Quando esco dall'aula, una forma di rabbia, mista a incredulità, mi risale dalle ginocchia. Non posso credere di avergli detto di sì. Di aver accettato la sua proposta, e avergli promesso che domani raggiungerò il fantomatico genio, nel suo covo sotterraneo, per tentare un avvicinamento fallimentare in partenza.
  Raggiungo le ragazze in mensa e racconto loro tutto l'accaduto.
  «Cosa? Non ci posso credere!» Urla Fely sputacchiando il suo riso alla cantonese.
  «Quell'individuo è pazzo! È un arrogante, sociopatico, cocciuto come un mulo!»
  «Ma se il primo anno ti piaceva... » Afferma Greta.
  «A me? Piaceva? Ma cosa hai bevuto? Sì... l'ho trovato affascinante le prime settimane, aveva quel non so ché di misterioso e oscuro... poi però siamo quasi arrivati alle mani due o tre volte... e la passione è diventata odio.»
  Abbandono la forchetta sul tavolo e mi fascio la testa con le mani.
  «Ma perché a me? É soltanto il mio terzo giorno di scuola»
  «Stai tranquilla Mizu... Samuel è meno male di quello che dicono. È soltanto un po' particolare, ma è un ragazzo per bene, non ha mai fatto del male a nessuno. Vuole soltanto starsene per conto suo, in silenzio, con i suoi studi, nel suo mondo. Chissà che non abbia vissuto qualche trauma o situazione sgradevole in passato.» Greta mi appoggia la mano sul braccio e mi rassicura molto.
  «Domani verremo in biblioteca con te. Resteremo fuori ad aspettarti, così saprai che per qualsiasi cosa... noi siamo pronte a intervenire.» Continua Fely.
  «Intervenire? Perché? Cosa potrebbe farmi?»
  «Nulla! Smettila di spaventarla! Sei una stupida... »
  «Stupida lo sarai tu.» Fely tira un chicco di riso a Greta.
  «Oggi passeremo il pomeriggio insieme e ti dimenticherai di questa storia. Domani si vedrà! Ora muoviamoci o faremo tardi alla lezione di chimica!»
  Le ragazze prendono i vassoi e li portano ai carrelli. Io resto a fissare la mia Cesar salad e mi chiedo cosa mi spinga, delle volte, ad andare contro me stessa.
  Forse sarà il mio tacito autolesionismo.

   
 
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