Videogiochi > The Arcana. A Mystic Romance
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Autore: LuLuXion    26/03/2020    1 recensioni
Hanan è una giovane maga senza memoria, che negli ultimi 3 anni ha vissuto una vita tranquilla, protetta dal suo maestro Asra. Le cose però cambiano, quando si ritrova a prendere parte ad una curiosa indagine: dovrà scovare il dottor Devorak, accusato dell'assassinio del conte Lucio, per conto della contessa Nadia. E così Hanan si ritrova a scoprire segreti ben più intricati di quanto si aspettasse, tanto da arrivare a far luce sul suo passato perduto. Il tutto condito dalla giusta dose di magia!
[NOTE: ho ripercorso la route di Asra, con qualche piccola aggiunta da parte mia! Avviso quindi che ci saranno SPOILER per chi non ha completato ancora il gioco!
DISCLAIMER: tutti i personaggi e le ambientazioni appartengono alla Nix Hydra. Questa fanfiction è stata realizzata senza alcuno scopo di lucro.]
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Asra è fermo sulla porta, con la legna in spalla ed alterna lo sguardo da Muriel, a Faust, alla lupa, per poi tornare su Muriel. Io sono ancora totalmente impietrita e lo osservo con adorazione, per essere arrivato al momento giusto, come sempre. Lui mi guarda per un secondo e poi sorride al nostro ospite poco propenso ad accogliermi in casa sua.
“Muriel, Inanna, vi trovo bene… Ha cacciato qualcosa?”
Chiede, entrando indisturbato ed indicando il muso della lupa imbrattato di sangue. Muriel non sembra reagire male alla presenza di Asra come alla mia, infatti si calma un po’. Io, nel dubbio, rimango zitta ed immobile.
“No.”
Risponde semplicemente il ragazzo possente ad Asra, ed intanto si toglie il cappuccio, scoprendo un viso martoriato da cicatrici come il resto del corpo ed una zazzera di capelli neri di media lunghezza, scompigliati e tagliati grossolanamente. La lupa intanto si avvicina ad Asra con tranquillità, abituata alla sua presenza evidentemente. Con la zampa picchietta sul suo stivale come a volerlo richiamare e lui, senza farla attendere oltre, le gratta il capo dietro le orecchie. Muriel osserva la scena con un’espressione impassibile, ma quantomeno non arcigna come l’aveva rivolta a me. Mi da le spalle e sembra che io non faccia più parte della scena per lui, al momento. Rimango ad osservare e non mi azzardo a parlare perché mi ha messo davvero paura poco fa.
“È andato via. Sembri esausto.”
Parla con voce greve e roca, ma pare tranquillo fintanto che si rivolge ad Asra.
“Lo sono. Hanan e io siamo appena arrivati da Nopal. La creatura del deserto ci ha dato un passaggio.”
Spiega lui per entrambi, costretto a sollevare il capo per poter guardare l’altro negli occhi. Sia io che Asra siamo piuttosto minuti, in confronto a Muriel sembriamo due bambinetti.
Asra si avvicina alla lupa e pare farsi pensieroso. Io mi stringo un po’ più nella pelliccia e mi copro meglio, intanto, e Faust mi si attorciglia attorno alle spalle. Giurerei che stia cercando di tenere ferma la coperta ed evitare che scenda. Sto ancora qui con le spalle al muro ed osservo.
“Inanna, che cosa hai morso?”
Domanda Asra all’animale carezzandola sul capo. Lei ricambia il suo sguardo con intensità. Sembra una bestia piuttosto intelligente e sensibile, quasi fosse una persona e non un animale selvatico. La trovo davvero incantevole. Decido di staccarmi dal muro e muovo un passo, ma giusto uno, verso Asra. In quel momento Muriel riprende a parlare ed io mi blocco di nuovo. Sta diventando un po’ snervante stare qui come una statuetta, totalmente ignorata.
“Non l’ho visto. È corso via… Ma lei ha detto che faceva schifo.”
Ha detto? Quindi la lupa non è un animale da compagnia, ma il famiglio di Muriel? La osservo, soffia dalle narici come a voler confermare le parole del suo padrone, poi si volta verso di me e mi immobilizzo. Lei si muove, svelta e furtiva come se stesse di nuovo a caccia. Mi annusa per un momento, poi si sposta verso la pila di pellicce nell’angolo più buio della casa. In quel preciso istante Faust si attorciglia di più attorno a me, poi vedendo Inanna allontanarsi verso le coperte, sembra sollevata e ne approfitta per scivolare dalle mie spalle e raggiungere Asra. Almeno lei.
Sale fino ad attorcigliarsi sul suo braccio e sibila vicino al suo orecchio. Sembra quasi gli stia sussurrando qualcosa. Asra in quel momento mi guarda e sorride, facendomi cenno di avvicinarmi. Io mi sento un po’ come un cerbiatto in una radura, timorosa di fare qualsiasi passo per non essere attaccata dalle belve feroci. Ma la sua mano tesa e il suo sorriso sono così invitanti in questo momento, oltre al fatto che non ne posso più di starmene con le spalle al muro a far finta di non esistere per non dispiacere quella montagna di muscoli. Raggiungo Asra con uno scatto da gazzella, la cerbiatta torna nel suo nascondiglio. Tra le braccia di Asra, va meglio. Sento lo sguardo di Muriel addosso ma non riesco a decifrarlo, per ora.
“Beh, forse è ora che vi presenti come si deve… Hanan, questo è Muriel. Muriel, lei è Hanan.”
Asra sorride ad entrambi e mi fa un cenno verso il suo amico, incoraggiante. Io lo guardo ed accenno un sorriso, sperando che il risentimento che ho percepito prima da lui sia svanito. Sembra più calmo ora, Muriel, anche se non ricambia il sorriso e si limita a sospirare. Io rimango qualche secondo ad osservare la sua figura, perché ora che posso osservarla in maniera più lucida mi rendo conto di averlo già visto da qualche parte. Così come il nome mi riecheggiava nella mente senza però trovare un vero appiglio, così fa il suo aspetto. So di averlo già visto, ma è quasi come il ricordo di un sogno. Sfuggevole e per nulla nitido.
“Io… io ti conosco.”
Accenno, con lo sguardo che si assottiglia e il capo che si piega da un lato. Muriel sembra sorpreso, anche se cogliere quella sfumatura nella sua espressione è cosa ardua. Mi rivolge solo una specie di sbuffo per poi guardare Asra con aria interrogativa.
“…Non funziona su di lei?”
Chiede, e ricordo ciò che Asra mi aveva detto prima riguardo l’incanto che fa sì che Muriel venga dimenticato. Asra mi passa il braccio intorno alle spalle e mi porta più vicina a sé. Muriel mi adocchia di nuovo per un attimo. Io lo sbircio di rimando e più lo osservo, più mi convinco che l’ho già incontrato. Non una, ma molte volte… Possibile che io lo abbia anche sognato, di recente? Mi viene così facile immaginare la sua figura in città, davanti al negozio, come se in effetti lo avessi incontrato lì più volte. Anche io comunque guardo Asra in maniera interrogativa, attendendo una sua risposta. Lui fa spallucce verso Muriel, con una smorfia perplessa che silenziosamente dice ‘non lo so’. Poi guarda me.
“Essere dimenticato, come ti dicevo, è la sua maledizione…”
Ma l’altro lo corregge subito, distogliendo lo sguardo e puntandolo distrattamente verso la lupa.
“…Il mio dono. Mi permette di starmene da solo, dimenticato da tutti. Esattamente quello che voglio.”
Asra sospira e guarda il suo amico con aria apprensiva, come se quella detta da lui non sia poi tutta la verità. Che si voglia autoconvincere di stare bene da solo? Perché questo desiderio di isolarsi? Non oso chiedere, comunque, ma Asra deve aver capito parte del mio dubbio dal mio sguardo perplesso. Scuote appena il capo, prima di continuare a spiegarmi come funziona l’incanto.
“La gente può vederlo e parlare con lui normalmente, ma non appena lui se ne va, si dimenticano totalmente di lui.”
Questo incantesimo sembra strano. Ne conosco di simili, ma non durano certo per un tempo indefinito, anzi… Essere dimenticato ogni volta è davvero possibile? Che tipo di magia è? Continuo a chiedermi cosa lo porti a desiderare tutto questo.
Vedo Muriel guardarmi e poi distogliere lo sguardo infastidito. Credo di essermi messa a fissarlo senza accorgermene e non ha apprezzato. Asra lo osserva, tranquillo, poi guarda la lupa che se ne sta accucciata nell’angolo ancora imbrattata di sangue. Una smorfia si dipinge sulle labbra del mago.
“Muriel, scusaci se ti siamo piombati così in casa… Ma già che siamo qui, ti do una mano a ripulire Inanna, va bene? Scaldo un po’ d’acqua.”
 
E detto ciò, Asra lascia il mio fianco, donandomi una carezza rassicurante, e va a posizionare la legna all’interno del camino. Muriel annuisce senza dire nulla e si mette a frugare al di sotto di un mobile grezzo, tirando fuori un pentolone sferico così pesante da grattare le pietre mentre viene tirato fuori. Io decido di rendermi utile come posso e raggiungo Asra al focolare. Dopotutto ora è chiaro che sono brava col fuoco, no? Quindi quanto meno, lo accendo. Inspiro e con un leggero movimento delle mie mani, le fiamme iniziano ad avvolgere i ceppi e la stanza è di nuovo inondata da luce e calore. Mi volto e faccio per scansarmi, per lasciare spazio a Muriel e fargli mettere la pentola nel focolare. In quel momento i nostri sguardi si incrociano e un’ombra scura e rabbiosa si impossessa di nuovo del suo viso, facendomi rabbrividire. Quell’aura cupa mi agita e sento le spalle irrigidite dalla tensione. Che accidenti avrò mai fatto a questo ragazzo, per farmi odiare così? Mi sto scervellando per capirlo, ma l’unico punto in comune tra me e lui… è Asra. Che mi odi così tanto perché pensa che non gli permetterò più di vedere Asra? Lungi da me fare una cosa del genere! Anche se non mi azzardo a parlarne ora.
Muriel distoglie di nuovo lo sguardo e mi sorpassa, mettendo il calderone sul fuoco e ritirandosi poco dopo, in silenzio, nell’angolino dove Inanna se ne sta accucciata.
Asra mi sbircia. Il disagio sul mio viso è OVVIO in questo momento e io gli rivolgo un’occhiata poco convinta. Lui mi sorride, rassicurante e mi affianca davanti al calderone. Io tengo alto il fuoco, lui riempie la pentola d’acqua. Approfitto di quel momento in cui Muriel sta concentrato sulla sua lupa, per sussurrare ad Asra.
“Mi dici dov’è che l’ho già visto?”
Asra sorride, mi risponde a bassa voce ma non tanto da non essere udibile anche da Muriel, la cosa non sembra preoccuparlo comunque. Parla guardando verso il fuoco.
“Siamo amici da una vita. Tu probabilmente non puoi ricordarlo, non bene almeno, ma…”
Ora si volta e mi guarda, arrossendo un po’. La cosa mi incuriosisce e non dico nulla, attendo che sia lui a spiegare.
“… Beh, ecco, potrei avergli chiesto di tenerti d’occhio mentre ero via. Più volte. Diverse volte…”
Inarco un sopracciglio e lì per lì rimango perplessa. So che Asra è apprensivo, ma a volte mi sorprende che vette possa raggiungere!
“Diverse volte significa…?”
Si fa ancora più rosso ed io sono costretta a mordermi le labbra per mantenere un’apparenza severa e non ridere divertita dalla sua espressione. Ma prima ancora che lui possa rispondere, Muriel si infila nella conversazione con un tono talmente seccato e freddo da farmi saltare sul posto.
“Significa troppe.”
Sul viso di Asra si dipinge un’espressione totalmente mortificata che mi stringe il cuore. Alterno lo sguardo tra lui e Muriel che ora non è più così impassibile. Sembra quasi… ferito. Offeso.
“So che detesti stare in città. Io…”
Sospira, guardando verso il fuoco.
“Scusami…”
Vedere le emozioni farsi largo in maniera così forte sul volto di Asra, mi fa capire quanto sia forte il legame tra loro. Si conoscono sicuramente da prima del mio più lontano ricordo. Mi domando quali avventure abbiano mai vissuto insieme… Asra è giovane, e Muriel nonostante la sua stazza non sembra essere più vecchio di lui. Il loro legame così profondo deve essere nato durante la loro infanzia… Mi piacerebbe poter essere parte di questa amicizia, che al momento mi fa sentire quasi un peso. Mi sento di troppo in questa stanza e Muriel non sta facendo nulla per nasconderlo. Io sono l’ostacolo che gli toglierà il suo unico amico. Ecco come mi vede. Ecco perché mi odia… Ma vorrei in qualche modo fargli capire che non è così. Io non gli toglierò Asra. Non potrei mai… Ma non ho intenzione di perderlo nemmeno io. Osservo Muriel, nell’angolo accanto al suo lupo, che ora sta accarezzando con una cura ed una delicatezza che poco si sposano col suo aspetto rozzo e possente. Mi volto verso Asra, che sembra riprendersi un po’ dall’amarezza che lo aveva colto un momento prima. Mi sorride, poi guarda verso il suo amico. Si scambiano un’occhiata e ricomincia a parlare, raccontandomi almeno parte di quella storia che ora mi incuriosisce terribilmente.
“Entrambi vivevamo accanto ai moli, per lo più. C’erano tanti orfani in quella zona, in quel periodo…”
Cerca la mia mano, intanto che racconta. Muriel ci guarda, guarda le mani e guarda me, ma stavolta sembra lasciar correre. Ascolta semplicemente il racconto di Asra come faccio io. Evidentemente questo lo tranquillizza sulla solidità del loro legame…
“Non era così male, però… Non eravamo mai davvero soli e se ci pensi, dormire sulla spiaggia è divertente quando sei un bambino…”
Muriel si aggiunge con un brontolio che ricorda molto il verso di un orso.
“Sì che era male. I bambini sono capaci di cose crudeli.”
Asra soffia una risatina che nasconde più dolore di quanto sembra. Stringo la sua mano e lui ricambia il gesto.
“Non lo nego, soprattutto quando hanno fame. E a proposito di fame… Sbaglio o sei a corto di cibo?”
Asra guarda Muriel preoccupato, e questo annuisce mentre la sua espressione monotona assume una sfumatura mortificata. O almeno, questo mi pare di cogliere, ma non mi sbilancio troppo.
“Non ho cibo al momento.”
Asra si passa una mano sul viso e si fa apprensivo. Io mi ritrovo a sbirciare quell’espressione che gli ho visto fare tante volte, con me o con Faust… Vederla anche verso Muriel mi scalda il cuore. Asra è davvero, davvero prezioso e chiunque dica il contrario, non ha capito proprio nulla di lui.
“Ok, bene… cioè, no, non va bene, ma andiamo per gradi. Hai mangiato qualcosa oggi?”
Muriel fa solo un gesto con le spalle, chiaramente un ‘no’ alla domanda di Asra. Lui gli fa cenno di avvicinarsi e lo vedo mettersi a frugare nella propria borsa in cerca di cibo. Muriel al momento ci sovrasta in tutta la sua altezza che, a vederla da seduti, è ancor più vertiginosa.
Mentre sono impegnata a guardare Muriel, con la coda dell’occhio mi accorgo di Inanna. La lupa si sta muovendo verso di me. Il passo trotterellante e l’espressione tranquilla e curiosa. Si lecca il muso e i suoi occhi mi fissano insistentemente. Mi irrigidisco un po’ all’inizio, perché non capisco se stia cercando di dirmi di andarmene. Non riesco a decifrare il suo sguardo, se è semplice curiosità o se mi vuole intimidire. Nel caso sia la seconda opzione, le sta riuscendo piuttosto bene. Esattamente come Muriel, la sua aura è cupa e sembra essere costantemente in guardia. Eppure, man mano che ci osserviamo, riesco a percepire da lei più curiosità che astio. Mi sta studiando, perché dopotutto sono un’intrusa nel suo territorio e posso capirla per questo. Si avvicina di un altro passo e sporge un po’ il muso verso di me, annusa l’aria. Io mi concedo un profondo respiro e mi mordo le labbra. Prendo coraggio e con cautela allungo la mano verso di lei. La trovo tanto inquietante quanto bella e vorrei davvero avere la sua fiducia, in questo momento. I miei gesti sono lenti e misurati, mi muovo verso il suo capo. Lei dapprima abbassa le orecchie e si tira indietro. Io mi fermo e rimango in attesa. Non voglio fare mosse avventate perché, accidenti, è pur sempre una lupa.
Dopo un momento, la vedo allungarsi e raggiungere la mia mano. La annusa un po’ e poi finalmente si fa accarezzare. Lei stessa guida la mia mano, spostandola col muso fino a poggiarsela sulla fronte. La mia carezza è dapprima un tocco leggero, poi mi azzardo a spingermi oltre ed imito il grattino dietro l’orecchio che le ha riservato Asra prima. Sembra gradire. Socchiude gli occhi e asseconda il mio movimento. Si sporge anche per leccarmi all’altezza dei polsi, mentre le dono quella coccola. Mi strappa un sorriso, sono davvero felice di essere riuscita ad avvicinarla.
Proprio quando pensavo che fosse soddisfatta, la vedo gettarsi letteralmente a terra accanto a me. Mi guarda ed io ricambio lo sguardo, sorpresa. Si aspetta che io faccia qualcosa, lo so, ma non ho ben capito cosa voglia da me. Solleva una zampa e sembra quasi mi stia chiamando, una specie di incoraggiamento…?
Allungo di nuovo una mano ed inizio a farle i grattini sul dorso, poi sui fianchi. Lei sembra gradire e la cosa mi diverte. Mi inginocchio accanto ad Inanna che nel frattempo si è rotolata sul dorso, totalmente alla mercé delle mie coccole e mentre io l’accarezzo, lei si stiracchia vistosamente. Sono così presa da quel gioco che ho iniziato a ridere divertita senza quasi accorgermene e la voce di Asra alle mie spalle mi richiama alla realtà.
“Guarda un po’ chi è diventata amichevole all’improvviso!”
“Amichevole?”
La voce di Muriel sembra vagamente perplessa. Mi sta fissando, carico di apprensione e sull’attenti, adocchiando le mie mani sul pelo di Inanna. Decido di rivolgergli finalmente un sorriso, sincero stavolta, per rassicurarlo del fatto che non ho intenzione di nuocere alla sua lupa.
“È bellissima.”
Gli dico, ma lui ricambia solo con un’altra occhiata furente che mi gela il sangue e, sinceramente, mi fa rimanere male.
“E morde.”
Sentenzia, quasi si stesse augurando che accada. Inanna stessa è rimasta perplessa dallo sguardo rabbioso del suo padrone, me ne rendo conto dal mugolio curioso che gli ha rivolto e dal fatto che ha ritratto la testa come se avesse visto qualcosa di pericoloso.
Mi mordo le labbra e guardo verso il basso. Tutto quell’odio rivolto verso di me mi sta schiacciando e davvero non lo capisco. Mi mette a disagio e mi viene da piangere. Le mie mani lasciano la pelliccia della lupa che uggiola appena, per l’interruzione di quelle coccole.
Percepisco Asra accanto a me, un momento dopo. La sua vicinanza mi scalda il cuore e sento gli occhi farsi lucidi. Piego il capo talmente tanto verso il basso da venire celata dai miei stessi capelli, perché non voglio farmi vedere così spaventata e colpita dalla rabbia di qualcuno che, in fondo, non conosco. Ma è qualcuno che è importante per Asra…
“Vero, morde, ma le piacciono anche le coccole!”
Lo sento parlare, con la sua voce chiara e leggera in netto contrasto con quella di Muriel. Mi fa stare un po’ meglio. E sembra avere effetto anche sull’altro mago.
“Questo perché tu la vizi.”
Sollevo lo sguardo verso Asra che sta rivolgendo all’amico il suo solito sorriso volpino. Mi passo le mani sul viso e mi stropiccio un po’ gli occhi per riprendermi, ricacciando le lacrime.
“Ah, io la vizio, eh? E chi è invece che le lascia praticamente tutto il letto, dicendo di stare più comodo sul pavimento?”
Potrei giurare che Muriel sia arrossito, forse in imbarazzo per quel commento. E forse i miei occhi mi hanno ingannata ma ha sorriso, per un momento tanto breve da farmi dubitare di averlo visto davvero.
“Solo perché il pavimento le fa male alle giunture.”
Inanna intanto torna seduta, ma non sembra sazia di coccole e di nuovo col muso cerca la mia mano. Il suo petto si solleva e sbuffa dalle narici, mentre torno a farle qualche grattino nella zona del collo. Il suo pelo è così morbido e folto, è davvero un piacere da accarezzare. Le occhiate di Muriel mi portano a fermarmi di nuovo, ma è Inanna stessa a volere quelle attenzioni e quindi decido di ascoltare lei e non il suo padrone. Ancora una volta mi lecca i polsi e si spaparanza davanti a me ed io torno a sorridere, donandole tutte le coccole che vuole.
Sento Muriel sospirare, rassegnato. Prende un panno e lo bagna nell’acqua ormai calda. Si avvicina a me e mi getta un’ultima occhiata, stavolta meno dura, quindi si china a pulire il muso della lupa intanto che io la accarezzo. Lo osservo per un momento, poi mi volto verso Asra che sta fissando il fuoco. Sembra pensieroso…
“Tutto bene?”
Gli domando ed anche Muriel si volta a guardarlo con la mia stessa curiosità negli occhi.
“Mmm… Pensavo, la cosa che Inanna ha morso… Se fosse Lucio? Se ora la sua forma sia talmente corporea da poter essere morsa”
Un brivido mi percorre la schiena. Muriel accanto a me si fa teso ed anche la lupa si solleva, sull’attenti. Lo sguardo di Asra parla chiaro. Se è davvero così, non è una cosa buona.
“Prima della nostra partenza era poco più che un’ombra evanescente. Muriel, hai controllato le protezioni qui intorno?”
“Sì, è quel che stavo facendo. Ho percepito qualcosa di negativo nella foresta.”
E proprio su quelle parole, mi rivolge un’occhiata sospetta. Io lo ricambio, perplessa. Ci manca solo che sia io la presenza non voluta in tutta la foresta e non Lucio. Asra si fa preoccupato.
“Sicuro di averli controllati proprio tutti?”
“Sì.”
“Anche quello in cima all’albero?”
Muriel si blocca un momento, come se avesse realizzato solo ora.
“…No.”
Asra sorride e mi affianca. Io mi alzo, afferrando la mano che mi sta tendendo per aiutarmi.
“Non c’è problema, ci pensiamo noi! Hanan...”
Asra mi indica con un cenno i miei vestiti a terra e solo allora realizzo. È vero. Io sono ancora avvolta da pellicce e sciarpe. Non potrei essere più rossa ed in imbarazzo di così.
Muriel discosta lo sguardo e rispecchia il mio stesso imbarazzo. Asra invece sorride, divertito e mi porta accanto al letto, essendo quella la zona più scura della stanza al momento. Mi porge i miei vestiti ed io cerco di sbrigarmi ad indossarli di nuovo, facendo di tutto per coprirmi con la pelliccia nel mentre. Che Asra mi osservi nel frattempo non mi preoccupa, tengo gli occhi puntati su Muriel intanto che sto nascosta dietro al suo grosso letto. Fortunatamente, mi copre a sufficienza e lui non si muove da quella posizione. Torno presentabile e mi premuro anche di ripiegare la sua pelliccia, posandola sul letto da dove l’avevamo presa. Tossicchio e mi mordo le labbra, ancora un po’ in imbarazzo.
“S-scusate…”
Accenno soltanto, ricevendo un sorriso da Asra ed un mormorio seccato da Muriel.
“Se ti sei scaldata a sufficienza, andiamo noi a controllare la protezione sull’albero.”
Ed intanto che parla, Asra mi posa le mani sul viso, salendo con una sulla mia fronte a controllare la temperatura. Quei suoi gesti premurosi mi calmano e mi fanno battere forte il cuore. Muriel non ci guarda in quel momento, osserva il fuoco e ci dice con tono secco.
“Spegnetelo prima di andare, fa troppo caldo.”
E detto questo se ne va all’esterno prima di noi a fare non so cosa, stando ben attento a passare esattamente tra me ed Asra così da costringerci a dividerci. Io trattengo il respiro e chiudo gli occhi, non nascondendo di essere irritata da quel gesto. Asra pure, scioglie il contatto con la mia pelle controvoglia, ma sorride, rassegnato. Sono quasi tentata da lasciargli il fuoco acceso, davvero. Ma Asra mi fa cenno verso il camino ed io, con uno schiocco di dita che cerco di rendere il più sonoro possibile, smorzo le fiamme.
 
Seguiamo quindi il ragazzone muscoloso fuori dalla sua capanna. L’aria è ancora umida ma la tempesta si è placata, lasciando soltanto una pioggerella sottile. Inspiro l’odore fresco della foresta bagnata. Quando il tempo è così, soltanto poca luce riesce a penetrare le fronde degli alberi e questi sembrano quasi delle isole in un mare di nebbia. Ci prepariamo a seguire la nostra poco amichevole guida, fino alla protezione di cui parlavano.
Muriel cammina a due passi da noi, controlla diverse protezioni lungo quel sentiero nascosto e arzigogolato che stiamo percorrendo. Asra, ad ogni fermata, si mette a raccogliere pigramente cose da terra. Ingredienti, per lo più, e cibo probabilmente per Muriel: erbe, bacche, funghi, verdure selvatiche…
“Hai fatto questo percorso e non hai raccolto nulla? Perché? … Guarda, ci sono anche questi funghi qui che ti piacciono tanto…”
Asra è incredibilmente apprensivo tanto da sembrare una mamma che rimprovera il proprio figlio. Ogni sua sfumatura mi scalda il petto e mi fa rendere conto di quanto lui sia un dono per tutti noi. Muriel gli risponde senza voltarsi, in un modo che, almeno un minimo, mi intenerisce perché dimostra quanto anche lui tenga a quell’amicizia preziosa.
“Non so cucinarli bene come fai tu.”
Asra, poco dopo, accelera il passo e mi si affianca, in modo da riuscire a sussurrarmi qualcosa con tono così basso da essere udibile soltanto da me.
“Uhm, io… non ti ho mai parlato di tutto questo, vero? Della mia infanzia e di lui…”
Cerca il mio sguardo ed io glielo concedo. Sono curiosa di sapere qualcosa in più su di lui. Soprattutto dopo essermi sentita così tanto esclusa pochi minuti fa. In questi giorni abbiamo rafforzato un legame già ben saldo, trasformandolo in qualcosa di più, senza che abbia perso la sua purezza. Non voglio mai più sentirmi tagliata fuori da nulla. Annuisco e lo lascio parlare. Lui deve aver percepito che mi sono indispettita. Non volevo farglielo notare, perché stiamo parlando del suo migliore amico, ma io non so nascondere nulla ad Asra. Mi stringe la mano e continua il suo racconto.
“Non è stato facile. Alcune notti non avevamo un posto sicuro dove dormire ed eravamo costretti a tenerci svegli… La capanna è stata una svolta, ha letteralmente cambiato il nostro mondo.”
Il suo tono di voce è basso, ma calmo e sognante. Guarda di fronte a sé e il suo sguardo sbircia fantasmi invisibili nella nebbia. Mi incanto a guardare quella sua espressione. Rivedo in essa il solito, criptico Asra, il mago affascinante che tutti in città ammirano ed in qualche modo temono. Lo stesso Asra che al di là di quello sguardo, sa essere capace di dimostrare amore, affetto e devozione verso ciò che considera più caro. Lo stesso Asra che ho visto nei suoi momenti più umani e che è totalmente nel mio cuore. Mi chiedo se quest’aura mistica ed infallibile l’abbia avuta fin da allora. Sorrido, nell’ascoltare quel suo ricordo, e sbircio verso Muriel. Nonostante la sua… gelosia direi, è importante per Asra e questo lo rende importante anche per me.
“Per fortuna potevate sostenervi a vicenda.”
Commento, sincera, ed Asra torna a cercare il mio sguardo. L’aria criptica si dissolve di nuovo a favore di un’occhiata più sincera e luminosa di cui faccio tesoro.
“Già… è stato un bene. Fossimo stati totalmente soli sarebbe stato molto peggio.”
Mi stringe di più la mano e si avvicina tanto da far sfiorare le nostre spalle. Il mio cuore accelera, di nuovo.
“Nessuno può vivere completamente da solo, Hanan. Tutti abbiamo bisogno di avere qualcuno accanto.”
Ed il mio cuore batte così forte da farmi temere che possa uscire fuori dal petto, nel momento in cui Asra intreccia le sue dita in modo più intimo e dolce, con le mie. Lui guarda verso il basso ora ed è totalmente arrossito. Mi ruba un sorriso ed i miei occhi si illuminano tanto sono felice di quel suo gesto. Stringo la presa, attirando la sua attenzione e facendogli alzare lo sguardo.
“Hanan… Non voglio che tu pensi che non ti abbia parlato del mio passato perché non volevo. È solo che, beh… il tuo ti è ancora celato e… Non volevo che ti sentissi sola.”
Deglutisco e penso che ormai il battito del mio cuore possano sentirlo fino a palazzo!
“Asra, io…”
“Fermi. Siamo arrivati.”
 
Muriel, che novità, ci interrompe. Ma stavolta per una giusta causa almeno e non per puro capriccio. Oh sì, perché nessuno mi toglierà mai l’idea che il passarci in mezzo sia stato un capriccio! Ma non ho intenzione di rovinare la gioia che ho appena provato con del risentimento inutile. Ho deciso di assecondare Muriel, per amore di Asra.
Siamo alla base di un albero antico ed imponente. Muriel si toglie il mantello e lo lascia ad Asra, poi inizia ad avvolgersi le mani con delle strisce di pelle grezza ed afferra saldamente il tronco, pronto a scalarlo.
“Non guardare giù…”
Commenta Asra con la sua solita, dolcissima apprensione perenne e Muriel ricambia con un mormorio sommesso di cui non ho colto il senso. Ma sembrava un’affermazione, condita da una certa timidezza, perché è diventato rosso fino alla punta delle orecchie. Lo osserviamo entrambi, Asra con una certa tensione, mentre si arrampica sull’albero e più va su più io mi sento immensamente piccola nel notare quanto sia effettivamente ALTO quest’albero. Mi da le vertigini tanto che barcollo per un momento. Asra mi afferra dalle spalle e mi si piazza dietro di me, avvolgendo entrambi col mantello di Muriel per non rimanere di nuovo ad inzupparci fermi sotto la pioggia. Lui continua ad osservare il suo amico scalare l’albero e parla solo quando sembra certo che sia abbastanza in alto da non poterci sentire.
“In tutto ciò… io mi preoccupo ancora per lui.”
Per lui che al momento sta scalando un albero colossale con una facilità disarmante perfino per uno coi suoi muscoli. Mi fa sorridere la cosa, perché a vederli vicini sembra proprio Asra quello che ha bisogno di essere protetto… Ma le apparenze ingannano, no? Continuo ad ascoltare le sue parole senza commentare ma rivolgendogli solo un sorriso sincero. Mi piace quando mi parla, quando mi rende partecipe del suo mondo che per anni in parte mi ha nascosto.
“Non gli è mai piaciuto stare in mezzo alla gente nemmeno da bambini, ma non era odio quello che provava… fino all’arrivo di Lucio.”
La percepisco di nuovo, quella venatura d’astio nella voce di Asra che la rende ben più bassa di quanto non sia normalmente e che mi fa rabbrividire tanto quanto il nome di Lucio. Cosa c’entra ora il conte?
“Lucio?”
Gli chiedo, visibilmente perplessa, perché di certo non avrei mai pensato che perfino Muriel fosse coinvolto con quell’abominio, quando era in vita.
“Muriel è stato costretto a fare cose indicibili da lui… cose di cui non ero al corrente. Non me ne ha parlato, per proteggermi. Così come io non gli ho mai detto cosa facessi per il conte, per proteggerlo a sua volta.”
Più Asra mi parla di Lucio, più lo stesso odio che lui riversa in quell’uomo si impossessa del mio cuore. Quasi mi domando come una donna del livello di Nadia possa aver posato gli occhi su un essere così spregevole. Non ricordo nulla del periodo in cui Lucio era in vita né di cosa avvenne il giorno della sua morte… ma ormai mi sembra un’ingiustizia trattare Julian Devorak come un assassino e non come un salvatore!
Intanto che stiamo qui a parlare, la luce attorno a noi si fa più cupa. Le nuvole si caricano di nuovo, nere e minacciose e l’aria si fa di nuovo frizzantina e fredda. Sta per tornare la tempesta. Il vento soffia forte tra gli alberi e in lontananza si sentono rombi di tuoni, ma qualcos’altro attira la mia attenzione e quella di Asra. Un suono talmente flebile che a malapena siamo riusciti a notare ma che ha allarmato entrambi. Ci scambiamo un’occhiata preoccupata e ci voltiamo verso quel guaito sommesso che si confonde nel vento.
“Inanna?”
La lupa è dietro di noi, nascosta nell’ombra e sembra fissare un punto preciso della foresta. Tesa, spaventata, pronta a difendersi, il suo mugolio lascia ben presto spazio ad un ululato. Nello stesso momento un tuono rimbomba così forte da farmi gridare per lo spavento. Asra mi stringe a sé e sento Muriel discendere velocemente dall’albero ed atterrare con un tonfo. Cupo, irato ma non verso di me, verso qualcosa che aleggia nella foresta ed il cui solo pensiero mi fa tremare tanto da allarmare Asra.
“L’ho visto.”
Non capisco perché Lucio abbia tutta questa influenza negativa proprio su di me, ma ripensare alla sensazione agghiacciante che ho provato mi tormenta tanto da costringermi a coprirmi il viso e fare respiri profondi, per non piangere. Non voglio più sentire quella voce terribile nella mia mente. Il tocco di Asra mi acquieta un minimo. Sento le sue mani sui miei capelli e le sue labbra darmi un leggero bacio sul capo. Poi parla e da quella posizione sento le sue parole vibrare nel suo torace.
“Sei sicuro che fosse lui?”
“Sì. era lui.“
  
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