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Autore: Koa__    27/03/2020    4 recensioni
Questa che vi propongo sarà una raccolta di brevi storie incentrate su sei coppie diverse, la propria NOTP, l’OTP, una coppia Crack-Paring, una coppia Slash/FemSlash, una coppia Canon e infine una coppia Het.
Storia partecipante alla “Challenge delle sei coppie” indetta da GiuniaPalma/LadyPalma sul Forum di Efp.
1.Coppia NOTP: Sherlock/Molly “Balla sulla tua tomba, Molly Hooper”
2.Coppia HET: James Moriarty/Irene Adler "Pour l'Amour"
3.Coppia SLASH/FEMSLASH: Sherlock Holmes/Victor Trevor "Canto d'Autunno"
4.Coppia CANON: Mr Holmes/Mrs Holmes "Il libraio di Edgware Road"
5.Coppia OTP: John Watson/Sherlock Holmes "Una lunga storia d'amore"
6.Coppia CRACK: Mycroft Holmes/James Moriarty "L'arte metafisica del ragno"
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Quasi tutti
Note: AU, Lemon, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Coppia CRACK: Mycroft Holmes/James Moriarty
Ambientazione: Durante la seconda stagione
Genere: Introspettivo, Sentimentale 
 
 
 
 
 
 
 
 
L’arte metafisica
del ragno



 
 
 
 
 
 
Dipinge, il ragno. E con abile metodo tesse una tela di fili sottili, mossi dal vento e umidi di rugiada, baciati dal sole tiepido di primavera. Come un pittore metafisico che con pennelli e tempera s’appresta a tingere una tela bianca, il ragno colora un futuro dai tratti incomprensibili. Sfugge all’opera del fato, del reale, della coscienza morale. Nulla c’entra con l’etica. Lui, al pari d’un contemporaneo De Chirico muta le linee dello spazio e quella della logica, cambia le persone, le travolge, le distrugge. James Moriarty, è questo il nome del ragno di cui hai pericolosamente incrociato la strada. Tu, sciocco, a preoccuparti per Sherlock e per il suo dottore quando il più esposto alla furia del veleno eri tu. Lui, il ragno, ha preteso l’ogni cosa. Parlare con tua sorella, giocare con tuo fratello e ora divertirsi anche con te. Ma se per i tuoi fratelli ha riservato un destino che poco ha a che vedere col groviglio d’anima e carne che sei diventato, a te ha preservato un qualcosa di ben peggiore. Ne sei diventato il tragico amante e ora tu, patetico sciocco, lo osservi dormire, in questo primo mattino di marzo con lo sguardo stranito con cui si guarda un pittore metafisico dipingere la propria opera.
 
 
«Les yeux étaient deux trous, et du ventre effondré
Les intestins pesants lui coulaient sur les cuisses
Et ses bourreaux, gorgés de hideuses délices,
L’avaient à coups de bec absolument châtré.»*

 
 
Non sapresti dire per quale motivo tu ti sia messo a declamare Baudelaire, l’alba non è adatta a questo genere di poesie. Les Fleurs Du Mal, oltretutto, è il libro preferito dei tuoi genitori e sebbene tu non ne conosca la ragione, in passato l’hai associato a ben altro che a James Moriarty o al risveglio dopo una notte con lui. Eppure ce l’hai lì sulle labbra che preme per uscire e quindi lo reciti come se fosse una preghiera cantata a una Madonna. E con quella pronuncia perfetta dipingi i contorni di te stesso, tracciando linee storte come un maldestro artista di strada. Viaggio a Citera, una delle più macabre composizioni, la declami sottovoce dopo una notte di sesso furioso, consumata dentro a una stanza d’albergo. Neppure ti preoccupi se lui sia sveglio o meno, il vostro rapporto non è fatto di sottigliezze né di delicate attenzioni.

 
Scopare con lui ti piace e questa verità, sebbene tragica, soddisfa quel lato di te che di tanto in tanto apprezza anche la compagnia maschile. Non lo ami, ma ne sei irrimediabilmente attratto. La tua fiamma, tu piccola falena tentata. James è un uomo affascinante, oltre che bello, cedere alle sue provocazioni è stato più facile che respirare. La vostra relazione è iniziata a un certo momento durante il caso di Irene Adler. Lui ha chiesto, tu hai dato. Gli hai offerto tutto ciò che desiderava, compresi quei pezzi di te stesso che ancora adesso gli dai in pasto come carne a belve feroci. Dentro di te non fai che ripeterti che tutto questo in futuro ti servirà per distruggerlo e per aiutare Sherlock nella propria impresa, ma a quello preferisci non pensare. Quando siete a letto, soli, lui non è un ragno metafisico e tu dimentichi d’essere il governo britannico. Non è alla sua morte ciò su cui stai meditando né sulla sua sconfitta, almeno non sino a quando il sole s’alza e tu non ti cali nuovamente nei panni di Mycroft Holmes. Ora, però, il giorno ancora non è sorto e in quest’alba tiepida rimugini sull’essere in cui ti stai trasformando. Ci sono momenti in cui ti senti come quell’impiccato di cui cantava Baudelaire, le cui interiora vengono divorate dai corvi e bramate delle bestie. Tu gli somigli. Sei altrettanto marcescente, altrettanto evirato. Sei il pasto nudo per il personalissimo mostro che anche ora, al tuo fianco, è acquattato e pronto a sbranarti. Lui che incessante tesse fila sottili, sciocco, già t’ha intrappolato.


«Mickey» cantilena James con voce acuta e giocosa. «Il tuo è per caso un invito a essere squartato? O evirato magari? Perché conosco giochetti che potrebbero scuoiarti e trasformarti in un frustino da sadomaso, ma di tagliarti le palle non mi va, non ancora almeno. Sai, per quanto sia un’espressione triviale, devo ammettere che amo prenderlo nel culo dal governo ed evirandoti verrei a meno del mio giocattolo sessuale preferito.» Alla sua provocazione non rispondi, non lo fai mai in effetti. James si diverte con te come farebbe un bambino con un trenino nuovo, in questo non è dissimile da Sherlock le cui sfuriate in genere le sedi a dovere con poche e studiate frasi impostate. Con Moriarty però preferisci il silenzio. Anche se per un istante o due mediti sulle sue parole e sul tuo apatico stato d’animo. Il tuo era un invito a esser divorato? O l’accesso alle tue interiora gliel’hai dato il giorno in cui l’hai trascinato dentro al tuo letto? È questo ciò che desideri, Mycroft? Vuoi punirti per la tua segreta passione? O in un futuro complimentarti con te stesso per la forza di volontà che hai dimostrato nell’intrecciare una relazione sessuale col peggior nemico di tuo fratello, restando vivo? Certo ci sarebbe da chiederselo, se rimarrai vivo oppure se diventerai come una distorta figura di un quadro surrealista, ma per intanto una risposta preferisci non dartela.


«Dalla sofferenza nasce la bellezza» ** sussurri, accarezzandogli appena il viso con la punta del pollice in una frase enigmatica che James stenta a capire. Un istante e le sue espressioni mutano in confusione e poi irritazione. Lui odia non afferrare i concetti. Lo fa sentire inferiore e quando James Moriarty si sente inferiore può arrivare a fare cose indicibili, l’omicidio è una di esse. Il suo passato d’altronde ne è la dimostrazione. Spesso è capitato che s’innervosisse a causa della tua intelligenza. In quest’alba, come sempre, ti ritrovi a mediare. Perché che si tratti di Sherlock Holmes o di James Moriarty poca differenza fa, due facce di una stessa medaglia hanno reazioni non troppo dissimili. Altrettanto distruttive.
«Sono criptico questa mattina, chiedo perdono» mormori con aria contrita, sfiorando con le labbra il suo volto imbronciato. Un modo come un altro di sedare il suo cattivo umore e che pare riuscire in qualcosa di concreto. Funziona sempre assumersi le proprie colpe con gente come James Moriarty, mette a tacere l’orgoglio ferito e lo convince che non è lui ad aver commesso un errore, ma tu. Un gioco di manipolazione, da Eurus hai imparato qualcosa.


«La tua bellezza mi disturba, James» gli spieghi, senza smettere d’accarezzarlo con la punta del pollice, che sfiora appena il suo zigomo. Già gli sei sopra. «La tua sfacciata, dominante passività mi sconvolge. Venire a letto con te è una piacevole tortura e non parlo delle tue forti tendenze sadiche, ma del fatto che è sbagliato. Perché dovrei stare dalla parte di mio fratello e invece vado a letto col nemico. Eppure annego, e annego, e annego... Tu mi spingi la testa sotto l’acqua e godi così tanto nel farlo che la tua eccitazione nutre me di un sentimento distorto. Quando tutto questo sarà finito, perché finirà, apprezzerò la mia libertà tanto quanto soffrirò per la tua mancanza. Sono patetico ai tuoi occhi e stupidamente godo anche di questo.»
«Mh, quindi non vuoi essere squartato, Mickey?» mormora, indossando un broncio fanciullesco, intanto che si lascia schiacciare contro al materasso. Si fa zittire e rivoltare, premere la faccia contro al cuscino e poi fottere. Il tempo di pensare è finito, quello di parlare non lo è mai stato. Non tra voi. Ora vuoi solo scopartelo e perderti nell’illusione che ti sei costruito. Annegare in quell’incertezza che alimenti, la stessa che tenta di convincerti che tutto questo servirà a qualcosa. Un giorno o l’altro sarà così, già lo hai previsto. E il tuo futuro, di metafisico, non ha un bel niente.
 
 
 


 
Fine
 
 
 
 
 
 
*“Gli occhi due buchi, e dal ventre sfondato i grevi intestini colavano lungo le cosce; quei carnefici, satolli di orribili delizie l’avevano, a colpi di becco, castrato completamente.” Poesia Un viaggio a Citera contenuta nella raccolta Fiori del Male. Traduzione a cura dell’edizione Garzanti, aprile 1975.
**La sofferenza nasce dalla bellezza è il significato del titolo de Le Fleurs du Mal.


In arte, la metafisica inizia a svilupparsi in Europa a partire dagli anni ‘10 con pittori come De Chirico, Carrà, Morandi per poi trovare ampio spazio durante la prima guerra mondiale. Allego un articolo che ho trovato e che spiega le cose molto meglio di quanto non potrei fare io. Articolo di approfondimento.
 
Note: Mi scuso per i numerosi appunti, ma erano doverosi. Ci sarebbero altre cose che vorrei dire, ma preferisco evitare, vorrei capire se passano certi concetti o citazioni oppure no. Ad ogni modo, scrivere questa storia è stato molto più facile del previsto. Anche se non ha ingranato subito, perché all’inizio avevo in mente la Mycroft/Mrs Hudson, ma non ce l’ho fatta nemmeno a pensarla.
Siamo giunti alla fine di questa raccolta, ringrazio tutti coloro che hanno lasciato una recensione e a chi ha letto. Ho diversi progetti in mente per questa sezione, almeno un paio di storie vedranno la luce (una è certa, forse, l’altra spero che vada in porto perché è un progetto stupendo e non vedo l’ora di realizzarlo).
Koa
   
 
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