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Autore: Misaki Starlyght    27/03/2020    1 recensioni
|| M e r t h u r || M o d e r n - F a n t a s y A U || W o l f U n i v e r s ||
Restiamo ancora in tema lupi (ho una fissa per questo meraviglioso animale🐺)
Ideata insieme a Merlin_Colin_Emrys
Merlin è un orfano, cresciuto tra famiglie adottive e orfanotrofi. Non sa nulla della sua famiglia e delle sue origini, e l'unica costante nella sua vita è un vivido sogno che lo tormenta ogni notte. Stesso posto. Stesso ragazzo. Stesse parole: "Io ti troverò!" Non sa nulla di lui, finché una notte il misterioso ragazzo compare a casa sua. Il loro incontro scatenerà qualcosa che Merlin mai avrebbe creduto possibile, scoprendo verità sul suo passato e su sé stesso.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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Davanti a me non c'è più il lupo albino, bensì...LUI! Il ragazzo dei miei sogni. In carne ed ossa, ad un palmo da me. Potrei benissimo allungare di poco la mano per toccare il suo petto nudo. 

Perché è sempre nudo?

-Ma che bravo. Era così difficile?- Mi dice con la sua voce calda e profonda, distraendomi dai miei pensieri e l'unica cosa che riesco a fare è far cadere per terra le cose che ho in mano. Per fortuna produssero solo un rumore morbido e ovattato nel toccare il pavimento freddo. -Impossibile! T...tu sei un sogno.- Mi lascio sfuggire a voce troppo alta, e subito mi tappo la bocca sperando che i due di sopra stiano ancora dormendo.

Lui si muove per toccarmi, e io mi scosto impaurito -Stai lontano!- gli intimo sperando che mi ascolti, anche se dubito mi sia uscito in modo convincente dalla bocca. Poi, con la coda dell'occhio vedo i coltelli da cucina, a pochi centimetri da me. Fulmineo ne prendo uno augurandomi sia quello giusto e glielo punto contro, cercando di avere l'aria più minacciosa e meno disperata possibile. -Stai tranquillo, non hai nulla da temere.- mi dice sempre con fare tranquillo alzando di poco entrambe le braccia. Deduco che il mio tentativo di intimidirlo almeno un poco sia finito dritto nel cesso. -Sei al sicuro con me.- -Con te? Ma se ne anche ti conosco!- gli faccio notare nervoso. -Così menti a te stesso, e lo sai.- -Non ti ho mai visto in tutta la mia vita.- -Ne sei certo? E dei sogni che mi dici?- Risponde mentre un leggero sorriso increspa le sue labbra. -Li mi hai visto...- Il rispiro mi si ferma in gola a quelle parole. -Come fai....- -...Proprio come io ho visto te.-

Tenta un nuovo passo verso di me e io arretro nuovamente sventolando il coltello. -Resta, dove sei.- Sono confuso e nel più totale smarrimento. -So quanto tutto questo possa sembrarti assurdo, ma devi fidarti di me.- -Come?!- quasi gli urlo in faccia. Mi manca il fiato e mi sento completamente spossato, come se gli ultimi minuti mi avessero prosciugato ogni briciolo di energia che avevo in corpo.

Distolgo lo sguardo da lui e abbasso di poco la lama che ho in mano. Ho l'impressione che stia diventando sempre più pesante con il passare dei minuti. -Sto ancora dormendo...- mi dico più rivolto a me stesso che a lui. Avevo bisogno di convincermi che lo fosse o sarei impazzito. -...tu sei un sogno.- -Se lo sono, allora non hai nulla di cui preoccuparti. Nulla è reale. Metti via quel coltello.- Eppure non lo faccio, e lo stringo più forte. -No, non finché non te ne vai.- -Di cosa hai paura?- -Non lo so.- -Di che cosa hai paura, Merlin?- Sobbalzo per un secondo al sentire pronunciare il mio nome dalle sue labbra, per la prima volta. Una parte di me si chiede come faccia a conoscerlo. -Io...- La sua domanda scuote delle corde dentro di me, non so dire se lo abbia fatto volutamente.

Paura...Io...non ho paura...Perché?

Solo in quel momento mi rendo conto di non avere un briciolo di paura in corpo. Sono perfettamente conscio del fatto che dovrei averla, eppure non c'è. Sono sconvolto sì dalla situazione surreale ma, nulla di più. Credevo di averla ma, capisco che fino a quel momento avevo reagito di testa. Preso dall'agitazione del momento, avevo confuso le due emozioni, spesso divise da un filo sottilissimo. Reagendo come avrebbe fatto chiunque altro nella mia situazione, avevo ignorato il mio istinto più profondo. Finendo per cascare, come un coniglio, nella trappola dell'errore. Faccio un respiro profondo e abbasso definitivamente il coltello. -...di nulla.- Le sue labbra si increspano in un nuovo sorriso -Ma che bravo. Impari in fretta.-

Come fai a saperlo?

Ora che do ascolto al mio istinto, lo sento, nella carne. La mia pelle pizzica a questa verità e più gli do credito, più la sensazione si fa potente.

Sei reale, e non mi farai del male.

-Ti sembro ancora un sogno?- Mi chiede con voce calma, allungandomi nuovamente il braccio sano. Sono quasi tentato di toccarlo ma resisto. L'ultimo sogno è ancora vivido nella mia mente, insieme al tocco caldo della sua mano.

Chissà se è così anche nella realtà?

-No.- rispondo mentre poso il coltello sul tavolo e raccolgo le garze da terra. -Capisco la tua diffidenza. Ma ti prego di ascoltarmi.- È incredibile l'intensità con il quale mi guarda. Da quando è arrivato non mi ha tolto gli occhi di dosso per un solo secondo. Inoltre, non riesco a capire tutta questa sua ostinazione nel volermi toccare. Ho addirittura la sensazione che ci rimanga male perché non lo assecondo. Mi sento a disagio. Per anni sono stato abituato ad essere ignorato. Un numero insignificante fra tanti altri orfani che andava incasellato alla belle e meglio nel sistema, il prima possibile. Cosa mai avremmo potuto pretendere più di questo, noi, che eravamo gli scarti, i non voluti della società. Mentre ora sembro essere finito nel mirino di questo strano ragazzo.

-La fai facile tu. So che non mi farai del male. Non so il perché, ma è così. Resta il fatto che sei un perfetto estraneo per me.- -Non dimenticare i sogni.- Mi sottolinea lui una seconda volta. -Certo, come se fosse una cosa normale.- ribatto io seccato. Spero non lo ridica una terza, è troppo inquietante. -Dalle mie parti lo è.- -Dalle tue parti? In che cavolo di posto vivi?-

Questo tizio è strano.

Nello stesso identico posto da cui provieni anche tu.- -Tu sei tutto matto.- rispondo senza pensarci due volte, scuotendo la testa, sottolineando un ''NO'' grosso quanto una casa. Questa conversazione sta prendendo una piega che non mi piace.

Ok, sempre più strano.

-Disse il ragazzo che sognava gente sconosciuta.- -Non è divertente!- -No, non lo è...- ribatte lui con tono mesto. Un velo di tristezza solca il suo viso per pochi secondi ma subito lo caccia via. -...ma...non è questo il momento per parlarne. La cosa importante ora è che tu venga con me, saprai il resto a tempo debito. Te lo prometto.-

Troppo, troppo strano!

-Cosa?? Venire con te? Non esiste! Piombi in casa mia, mi racconti storie assurde affermando di conoscermi e pretendi pure che io ti segua?! No, no e NO! Toglietelo dalla testa.- -Beh...tecnicamente mi hai fatto entrare tu.- -"Tecnicamente" io, ho fatto entrare un lupo ferito non un estraneo alto, muscoloso, completamente nudo e sporco di fango.- -Opinabile.- Risponde lui ancora una volta, con quella dannata tranquillità che ormai non fa altro che innervosirmi. Apro la bocca per ribattere ma, ormai non so più cosa rispondere; qualunque cosa io dica ha sempre la battuta pronta per demolire le mie difese. -E poi questa non è casa tua.- continua lui imperterrito.

Non sei ancora soddisfatto?

-Sì che lo è. Ci abito qui.- gli faccio notare seccato, sperando di zittirlo. -Ci abiti è vero ma, non è Casa tua. È di...come si chiamano? Sheryl e... Carl?- -Charles.- -Appunto.- -Sei inquietante, oltre che essere davvero irritante, lo sai?- -Sono certo che conoscendomi meglio cambieresti idea.- mi risponde lanciandomi un altro sorrisetto sghembo -Io non voglio conoscerti.- -Cambierai idea.- questa sua ostinata presunzione è davvero irritante! Così tanto che mi sta salendo la voglia di tiragli un pugno.

Non faccio in tempo a ribattere che la luce sulle scale si accese. – Oh, no. Nasconditi.- gli dico, ma lui era già sparito non so dove. E una parte di me sperò definitivamente. In tutta fretta, rimetto a posto il coltello da cucina. Raccolgo le garze sporche di sangue e la cassetta del primo soccorso e le nascondo dentro uno dei cassetti della cucina. -Merlin, che ci fai in piedi a quest'ora? È notte fonda.- mi chide Sheryl sbucando dalle scale, in pigiama, strofinandosi gli occhi dal sonno. Il cuore mi batte forte nel petto per l'agitazione, ma cerco di sembrare il più normale possibile. -Avevo sete e sono sceso a prendere un bicchiere d'acqua.- le dico aprendo lo sportello del frigorifero e prendendo la bottiglia dell'acqua. -Ho capito.- mi risponde sbadigliando. -Che strano, ero convinta di aver sentito delle voci.- -Davvero? Forse venivano da fuori e ti sei sbagliata.- mento, sperando che mi creda.

Si guardò in giro, come a constatare che non ci fosse nessuno in casa. Era abituata ad avere orfani e scappati di casa che entravano e uscivano da casa sua. Non ero il primo ragazzo che ospitava e non sarei stato l'ultimo. Sapeva bene che era tipico per quelli come noi, far entrare in casa altri ragazzi come noi bisognosi di aiuto, ma che non volevano il sostegno del governo. Anche se io non le avevo mai dato questi problemi. Ero uno piuttosto solitario. -Sì, forse hai ragione. Tu stai bene?- mi chiese, sicuramente riferendosi ai miei sogni. -Si, tutto a posto. Avevo solo sete.- -Va bene. Beh...io vado a letto. Buona notte Merlin.- -Buona notte Sheryl.-

Ritornata di sopra e spento la luce tiro un sospiro di sollievo. -C'è mancato davvero poco.- mi dice il ragazzo biondo, spuntando da non so dove e il mio cuore perde un battito per lo spavento. -Credevo te ne fossi andato...- sto quasi per chiamarlo per nome, e mi rendo conto che non ho idea di quale sia. -Arthur. Arthur Pendragon.- Mi risponde lui, rispondendo alla mia muta domanda, come se mi leggesse nel pensiero. -Arthur.- ripeto io a bassa voce. -Non potevo andarmene. Non abbiamo ancora concluso la nostra chiaccherata.- - Cosa vuoi che ti dica?- gli rispondo esasperato. -Accetta di venire con me. Andiamo, sono la prima persona che afferma di conoscere la verità su di te e sul tuo passato. Non dirmi che non sei curioso di saperne almeno un pochino, perché non ci credo.- -Sono curioso! È solo che...è...strano. Non ti ho mai visto, eppure e da tutta una vita che ti sogno. E dopo 17 anni sbuchi alla mia porta in piena notte, sapendo cose che solo io so. Tutto questo è assurdo!- -Imparerai presto che al mondo ci sono cose più strane e pericolose che l'uomo stesso ignora. Le cose non sono sempre come sembrano.- - Gia...ho notato.- rispondo sfinito, sedendomi sul pavimento freddo della cucina. -Ascolta...ho bisogno di pensarci. Ok?- Mi guarda di nuovo, pensieroso. Probabilmente non era la risposta che desiderava ricevere. -Ok.- -Grazie. Puoi stare qui sta notte...se vuoi. Puoi dormire nella cantina. È un po' umida ma almeno non dovrai dormire fuori.- -Mi piace dormire fuori.- -Oh...giusto...perché sei...- -Un lupo.- -Un lupo. Certo...è logico.- -Ma la cantina andrà bene, grazie.- -Ok...hem...finisco di medicarti il braccio e poi ti accompagno giù, va bene?- -Perfetto.-

Finisco di medicargli la ferita e lo accompagno in cantina. Prendo delle vecchie coperte impolverate e le stendo per terra per fargli un giaciglio. -Ok...hem...- -Ci vediamo domani mattina.- -Certo, a domani. Allora...buona notte.- -Buona notte.- gli rispondo e esco dalla stanza chiudendo la porta dietro me. Tiro un sospiro liberatorio.

Che diavolo sto facendo?

Ritorno in cucina e sistemo le cose che ho lasciato in giro, per poi andare a letto. Non ho la minima idea di come affrontare quello che succederà domani o cosa rispondere. Ma sono talmente stanco che crollo subito nel letto.

Ci penserò domani...

Per la prima volta nessun sogno disturbò il mio sonno.

  
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