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Autore: Altair13Sirio    28/03/2020    2 recensioni
Non è mai stato facile vivere la vita dell'eroe per Robin, così come per Cyborg, Stella, Corvina e BB. Nonostante tutto, i Teen Titans sono riusciti a superare quel senso di "strano" che li circondava ovunque andassero e hanno deciso di andare avanti; sono diventati una famiglia, le loro amicizie e i loro amori si sono intrecciati e dopo tanto tempo finalmente i cinque eroi hanno capito cosa dovevano fare.
Tutto questo può sembrare normale agli occhi di un adulto, capace di comprendere quali siano i doveri di un supereroe e le difficoltà che porta questo tipo di vita, ma agli occhi di una bambina? Una piccola bambina eccentrica e piena di vitalità, incapace di vedere il male nella gente, come può vivere una situazione simile e in che modo potrà mai crescere se non riesce a distinguere il bene dal male?
Luna è una bambina cresciuta sotto una campana di vetro e che è sempre stata a contatto con questo mondo, vivendolo in prima persona; il suo amore per la sua famiglia è eguagliato solo dal suo desiderio di vivere la vita liberamente, incontrando tante persone e amici nuovi. Ma sarà difficile attuare questo sogno, essendo lei la figlia di un supereroe.
Genere: Azione, Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Sorpresa, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Titans Legacy'
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Alla fine Stella Nera non tornò mai più sulla Terra. I Titans non la videro più, e questo fu visto come un bene da tutti loro; anche Stella Rubia fu sollevata da questo, che decise di non trascinarsi più dietro il dolore che la sorella le aveva causato negli anni. Furono tutti felici di poter vivere senza il timore di essere attaccati da una incombente minaccia dallo spazio, e con loro anche le altre persone ripresero in mano le proprie vite.
A partire dai cittadini di Jump City, che avevano visto la loro città distrutta da una forza misteriosa senza che potessero fare niente. Non tutti capirono cosa successe; alcuni attribuirono la colpa a quelli che erano stati i difensori della città, altri pensarono a degli attacchi terroristici, ma tutti si rimboccarono le maniche per rimettersi in piedi. Molti eroi diedero il proprio contributo per la ricostruzione della città, a cominciare dagli stessi Titans: Corvina mise i suoi poteri a disposizione del pubblico per ricostruire interi edifici e liberare le strade più dissestate nel minor tempo possibile. Anche Cyborg e BB si occuparono di assistere le autorità nella ricostruzione di interi quartieri, non riuscendo a starsene con le mani in mano, sapendo di poter contare su una grande forza.
Stella Rubia e Bumblebee fornirono energia alla città in sostituzione alla centrale, che durante la crisi aveva raggiunto un sovraccarico lasciando l'intera città al buio, fino a che non furono ultimati i lavori della costruzione del nuovo impianto. Il signor Nilson prese la direzione della nuova centrale, assicurando un ritorno a pieno regime dei lavori nel minor tempo possibile.
Jella rimase a Jump City ancora per un po' per aiutare nella ricostruzione della città e nell'accoglienza di chi aveva perso la casa per via della battaglia; di giorno era un'eroina che si occupava dei deboli, di notte accudiva Kid Flash durante il suo periodo di convalescenza. Fu in questo momento che decise di cambiare vita completamente: Jump City era stata la sua casa per tanto tempo, ma lì era rimasto il ricordo della parte peggiore della sua vita, e aveva bisogno di cambiare aria; a lavori ultimati partì con il suo ragazzo alla ricerca di un nuovo posto da chiamare casa, promettendo comunque di passare a salutare di tanto in tanto.
Anche Terra lavorò nelle associazioni di assistenza e volontariato dopo la battaglia, e vi rimase per molto più tempo di Jella; anche dopo che l'emergenza fu passata, la ragazza non volle abbandonare quel lavoro in cui aveva trovato sé stessa. Far sorridere la gente la rendeva felice, per questo continuò a fare volontariato e cominciò a studiare per formarsi nella professione di assistente sociale e poter aiutare ancora più persone. Fu così che fece pace con il passato e disse finalmente addio al nome con cui l'avevano conosciuta i Titans, tornando ad essere Tara Markov, una normale ragazza a cui piaceva fare del bene.
Rosso-X sparì dopo lo scontro con Stella Nera, invece. Le ferite riportate lo tennero lontano dalle strade per un bel po', e anche se nessuno ne ebbe conferma sembra che riuscì a tornare nel pieno delle forze. Negli anni a seguire, aumentarono le voci su un uomo mascherato con un mantello strappato e un braccio solo che si aggirava di notte per difendere i più deboli dagli abusi, ma nessuno riuscì mai ad accertarsi della sua identità; solo Tara, che si diceva avesse avuto una storia con Rosso-X dopo la battaglia, poteva sapere qualcosa, ma non disse mai nulla. Sembra però che, dopo la crisi, certe notti si incontrasse in gran segreto con qualcuno, e che questa sua abitudine sia continuata anche dopo che tutto fu tornato alla normalità…
I Titans Est non tornarono a Steel City finché le cose non si furono sistemate un poco in città; nello scontro con Stella Nera il loro mezzo era stato danneggiato, e dovettero anche attendere che venisse riparato. Aqualad si offrì di aiutare a ripristinare i collegamenti della condotta idrica della città; Màs e Menos furono molto bravi a trattare con i civili spaventati e a fornire assistenza nei momenti di crisi, mentre Saetta, assieme ad Ala della Notte, si occupò di tenere in ordine le strade in quel momento così delicato in cui la criminalità rischiava di scoppiare. Ma l'intervento che fece più scalpore fu quello dei criminali che avevano avuto un ruolo in quella storia: i fratelli Korolev aiutarono la gente senza più nascondersi dietro a una maschera, ma dopo un po' di tempo svanirono nel nulla. La "maestra Laurel" lasciò un ultimo messaggio ai suoi alunni della scuola elementare, che furono devastati dal sapere che non l'avrebbero più vista a lezione. Ivan Korolev divenne un fantasma al penitenziario cittadino, come se non fosse mai esistito; dopo la sua scomparsa, Will Tippin finalmente ricevette la considerazione che voleva.
Johnny il Rancido mise a frutto le sue conoscenze nella meccanica per aiutare a rimettere in sesto i mezzi pubblici e privati che erano stati danneggiati nella battaglia e si occupò anche di rottamare quelli irrecuperabili. Rifletté a lungo se mettersi in proprio a lavorare onestamente in un'officina o ritirarsi grazie ai soldi che ricevette da Sladow per il suo lavoro, ma alla fine decise di andarsene da Jump City; l'ultima foto di lui la ricevette Coso, mentre lo ritraeva su una spiaggia caraibica a fare la vita del nababbo.
Mikron O'Jeneus si scrollò finalmente di dosso quel soprannome che i suoi compagni dell'H.I.V.E. gli avevano affibbiato e decise di smettere con il crimine: mise le sue conoscenze informatiche a disposizione di molti laboratori di ricerca e qualche volta gli capitò anche di collaborare con la giustizia. William "Billy" Strayer lo seguì dovunque andò, con la scusa di dovergli fare da guardia del corpo, ma Coso disse più volte che questi fosse troppo stupido per sopravvivere senza di lui; in realtà, però, sembrava che Mikron avesse un interesse a studiare le capacità di clonazione di Billy.
Mumbo il Magnifico abbandonò il crimine e si dedicò interamente alla sua magia: organizzò spettacoli in ogni parte del mondo e divenne una celebrità adorata da tutti. Fu lui a dirigere lo spettacolo organizzato alla fine dei lavori per simboleggiare la rinascita della città.
Chat Noir, appese coda e orecchie al chiodo, tornò ad essere una mamma a tempo pieno e lasciò le battaglie a chi vi era più portato. Riuscì a comprare una casa a Parigi, proprio davanti alla Torre Eiffel, e per anni cercò di invitare Stella e la sua famiglia a passare una vacanza in quel luogo incantevole. Dopo tante resistenze, alla fine i Titans cedettero agli inviti di Kitty e si divertirono molto nel loro soggiorno a Parigi.
Sladow svanì senza lasciare tracce subito dopo la sconfitta di Stella Nera e si portò dietro il suo fedele Megablock. I Titans lo cercarono invano, ma alla fine si convinsero che non fosse più una minaccia per la città; il suo comportamento nella battaglia finale era una prova più che concreta di questo suo cambiamento. Ciò a cui aveva sempre mirato lui era costruire un mondo perfetto, dove bene e male si bilanciavano senza sporcarsi, ma doveva aver capito che non potesse esistere una società in bianco e nero, e la comparsa di Stella Nera lo aveva aiutato a comprendere quanto fosse folle voler piegare tutti quanti a seguire un'unica visione del mondo.
I criminali che avevano aiutato Stella Nera nel suo folle piano furono arrestati, anche se non tutti ebbero lo stesso destino: Cheshire fu l'unica a sfuggire alle mani della giustizia e fece perdere subito le sue tracce. Molto probabilmente tornò in oriente, a fare cosa nessuno poté appurarlo.
Soldato Hive, distrutto dal trattamento riservatogli da Stella Nera, cercò di lasciarsi alle spalle il crimine e quando uscì di prigione si arruolò nell'esercito: lì le sue capacità gli furono di grande aiuto e riuscì a scalare la gerarchia in breve tempo fino al grado di Maggiore, dove poté sentirsi realmente a capo di gente che lo rispettava e lo prendeva come esempio.
Mammut ottenne la libertà vigilata per buona condotta e in un primo momento trovò la pace nei lavori socialmente utili che dovette svolgere nel suo ultimo periodo di pena. Poi, non essendo abbastanza intelligente per studiare e cercarsi un lavoro normale, fu assunto per lavorare alla sicurezza di numerosi locali; inizialmente si trattò solo di ingaggi a ore come buttafuori per i locali notturni, poi passò alla sicurezza di negozi e supermercati, e infine visto l'animo mite e il completo pentimento dimostrato gli fu data la possibilità di entrare nella sicurezza di una prestigiosa banca, dove dimostrò veramente di essere cambiato.
See-More e Kyd Wykkyd abbandonarono il crimine e rimasero insieme; sembra che fu See-More a proporre di cambiare vita, ma Kyd Wykkyd ne fu entusiasta. Nessuno sa cosa fece Kyd-Wykkyd, ma See-More aprì uno studio di oculistica e diventò il rinomato dottor Seymour. Continuarono a vivere insieme, lontani dai guai, e dopo alcuni anni Kyd Wykkyd trovò il coraggio di rivelare i propri sentimenti al suo vecchio amico; nessuno sa cosa rispose See-More, ma i due continuarono a vivere assieme per molto tempo.
Tante persone comuni, che erano state colpite dalla furia di Stella Nera e che avevano visto capovolgere le proprie vite in un istante, riuscirono con determinazione e pazienza ad andare avanti. Chi aveva perso la casa fu ospitato nei rifugi per senzatetto dove anche i Titans diedero il loro contributo, e chi invece era stato ferito dovette aspettare di riprendersi prima di poter tornare alla quotidianità anche dopo che la città si fu ripresa. Queste ultime persone ricevettero la solidarietà di tutti i Titans e furono organizzate visite negli ospedali per intrattenere i pazienti più giovani, che poterono incontrare i loro eroi.
Tante persone come Patricia West, che si erano ritrovate a patire per qualcosa che non le riguardava, poterono tornare a casa e riprendere le loro vite ricordando quei momenti di orrore con sollievo, sapendo che tutto fosse passato. Chi, invece, era stato più fortunato e non aveva incontrato la furia di Stella Nera, tornò alla propria vita molto più in fretta; è il caso del signor Grayson, che nonostante fosse stato addirittura minacciato da Robin, continuò a provare una profonda stima per lui e gli altri Titans.
Ma soprattutto, le vite di quelli che erano stati colpiti in prima persona dall'arrivo di Stella Nera tornarono ad essere normali, anzi più che normali; i Titans cambiarono sin dal primo momento, abbattendo i muri che li dividevano dalla gente comune, smettendo di girare per la città sempre in costume, e chiamandosi solo per nome. Quello che gli era sempre sfuggito era il fatto di non poter nascondere ciò che erano: le loro vite sarebbero sembrate inverosimili a chiunque, isolati da tutto il mondo nella loro torre, costretti a vivere come eroi anche quando volevano solamente essere una famiglia o prendersi un giorno di pausa. Non lasciarono il loro "lavoro", erano troppo importanti per tutti perché decidessero di sparire completamente, ma diventarono più umani, e francamente a nessuno sembrò dispiacere questo cambiamento.
Luna Bianca visse quel periodo non senza difficoltà: la parte più difficile non fu l'incontro con Stella Nera o la battaglia a cui prese parte, ma ciò che venne dopo. Dopo aver scoperto i suoi poteri. Dopo aver sconfitto sua zia. Dopo che la città si fu rimessa in moto.
Dopo tutte queste cose bisognava tornare alla vita di tutti i giorni, e Luna non era sicura di essere pronta a farlo, con tutto quello che era successo e tutti i cambiamenti che aveva vissuto, dopo aver vissuto l'anormalità come l'avevano vissuta i suoi genitori da bambini. Ma quando tornò a scuola e rivide Jamie e i suoi amici, tutti i dubbi sparirono in un momento; aveva capito che non doveva piacere a tutti – e non ci sarebbe comunque riuscita anche provandoci – ma che poteva dare il massimo per provare a quei pochi che le avevano voluto dare fiducia che non fosse malriposta. In questo modo avrebbe dimostrato che non era lei a sbagliare.
La sua amicizia con Emily non si risanò mai. Le due bambine presero strade diverse rimanendo fisicamente a qualche banco di distanza per molti anni. E a Luna andava bene così; non c'era bisogno di chiarire nulla, sia lei che Emily avevano sbagliato e a volte ciò che è rotto non si può più aggiustare. Ma Luna Bianca preferì lasciare l'odio e qualsiasi emozione negativa da parte, sapendo che non fosse necessario averne per essere felice.
E la vita tornò ad essere quella di sempre per la famiglia. I Titans non sembrarono accorgersi quasi per niente del cambiamento che li aveva attraversati, ma una cosa Luna la notò subito: adesso i suoi genitori la rendevano sempre più partecipe nelle loro avventure, le raccontavano le loro vecchie storie e le lasciavano assistere ai loro scontri con i criminali – sempre che non fossero troppo pericolosi – e, dopo che la situazione a Jump City si fu tranquillizzata, decisero di partire alla volta dello spazio per far conoscere alla bambina Tamaran, il luogo d'origine di sua madre.
Quando vi arrivarono, scoprirono che il pianeta era stato per anni sotto il giogo di Stella Nera, che sembrava essere riuscita a formare un impero interstellare con innumerevoli popoli sotto di sé. Una volta persa la gemma di Charta, però, Stella Nera era tornata al suo regno ma aveva visto tutto quello che aveva creato sgretolarsi, incapace di tenerlo più unito con la sola forza. Prima che le rivolte potessero inghiottirla, l'imperatrice era fuggita e nessuno aveva più saputo nulla di lei; così, anche Tamaran, abbandonata a sé stessa e impossibilitata ad avere alcun contatto con i mondi esterni, era tornata libera.
Luna fu felicissima di conoscere il popolo di sua madre – il suo popolo, per un certo verso – ma continuò sempre a vedere la Terra come casa sua. Dopo il loro primo viaggio a Tamaran, comunque, ce ne furono molti altri perché Stella non voleva più restare lontana dalla sua gente che già una volta era stata messa sotto scacco da sua sorella, ma non si trattò mai di visite forzate o pesanti per Luna e la sua famiglia.
E così, anche se in modo diverso, la vita andò avanti… Fino a che non cambiò di nuovo.
Garfield quella notte non era alla torre; era il suo turno di ronda, e solitamente non sarebbe rientrato prima delle cinque di mattina, ma quella era un'emergenza: fu Victor a contattarlo, dicendogli di rientrare il più presto possibile.
L'intera torre era al buio, come c'era da aspettarsi a quell'ora, e nei corridoi non echeggiava nessun suono. Mentre correva con il cuore in gola alla ricerca dei suoi amici, Garfield sperava di non aver fatto troppo tardi.
Alla fine lì trovò dove aveva pensato che fossero: la sala parto. Rachel era sdraiata su quello stesso lettino su cui si era ritrovata Stella otto anni prima e stringeva i denti con fatica mentre la sua migliore amica e Dick le tenevano le mani e la tranquillizzavano; Victor era quello che doveva occuparsi di far nascere il loro bambino, e questa volta aveva promesso di non svenire. Attorno al gruppo dei Titans, Luna Bianca svolazzava con aria confusa, schizzando a prendere qualunque cosa servisse agli adulti nello stesso momento in cui questi glielo chiedevano. Quando si accorsero di lui sulla porta, sembrarono tutti più sollevati.
<< Finalmente sei qui! >> Commentò Victor voltandosi un istante, prima di tornare a concentrarsi sulla paziente.
<< Rachel continuava a dire di volerti qui per il parto. >> Lo informò Dick.
Bé, gli sembrava ovvio. Un padre dovrebbe assistere alla nascita di suo figlio.
Il leader dei Titans lasciò andare la mano della sua amica e andò da Garfield; lui lo guardò con aria imbambolata. Era confuso, come se ancora non credesse che quello stava veramente accadendo. Gli girò attorno e lo spinse con decisione, facendolo destare da quella trance.
<< Un momento, non posso restare a guardare da qui? Lo sai che mi fa impressione il… >>
In un attimo la stanza si illuminò di una luce rossa mentre sul volto di sua moglie si aprivano quattro occhi demoniaci e la sua voce distorta strillava:<< GARFIELD SE NON VIENI SUBITO QUI QUESTO BAMBINO OGGI NON NASCE! >>
In un attimo l'omino verde si ritrovò accanto alla moglie per stringerle la mano, incapace di ribattere a quella sua sfuriata. Pensava di essersi preparato a dovere in quei nove mesi di gravidanza, in cui la pancia di Rachel era cresciuta fino a limitarle i movimenti e a costringerla a stare lontana dalle battaglie per diverso tempo; adesso si sentiva totalmente impotente di fronte a quella situazione che non sapeva come affrontare, e il peggio era che forse neanche sua moglie sapeva cosa fare…
<< D'accordo, Rachel: adesso ho bisogno che ti concentri bene e mi ascolti! >> Disse Victor alzandosi la mascherina sul viso e gesticolando di fronte alla sua amica. << Niente magie, niente saette, e per l'amor del cielo niente attacchi di panico! >>
<< Sbrigati a tirarlo fuori e basta, Vic! >> Gridò lei in preda alle contrazioni, mentre Stella Rubia accanto a lei si chiedeva se anni prima lei avesse avuto quello stesso aspetto, seduta sul lettino prima di partorire.
Victor confabulò qualcosa di incomprensibile e si abbassò a guardare in mezzo alle gambe di Rachel, coperte fino ai fianchi da un panno bianco. << Va bene… Comincia a spingere! >> Esclamò mettendosi in posizione, come se si stesse preparando a ricevere una pallonata.
Anche se imbarazzata a vedere davanti a sé il suo vecchio amico cyborg che metteva le mani in zone private del suo corpo, Rachel sapeva che fosse il più indicato a svolgere quell'operazione e per questo non protestò. La stanza si riempì dei lamenti della maga e presto l'intera torre fu scossa dalle sue grida, assieme alla voce di Victor che continuava a incitarla a spingere.
Luna vide il comportamento di ogni membro della sua famiglia in quella situazione delicata e capì quanto bene si volessero: sua madre non aveva mollato la mano della sua migliore amica per un istante da quando erano cominciate le contrazioni dimostrando come, anche se non potesse aiutare direttamente, le sarebbe rimasta sempre accanto; Dick continuava a preoccuparsi che fosse tutto in ordine e che Victor avesse tutto il necessario a disposizione, e quest'ultimo che si era improvvisato dottore dopo aver studiato a lungo la materia era visibilmente teso di fronte alla paura di commettere un errore. Ma più di tutti, spiccava lo sguardo di Garfield, che tenendo stretta la mano della moglie continuava ad osservare con attenzione ogni mossa del suo amico, come se si stesse preparando a intervenire al minimo segnale di pericolo.
Ma lì non c'era nessun pericolo. Luna lo sapeva e sapeva anche che era normale essere così tesi in una situazione come quella; tuttavia era convinta che non sarebbe potuto andare niente storto, visto che la sua famiglia era così unita e ognuno dava la forza all'altro per affrontare le difficoltà. E poi aveva una strana sensazione al riguardo, come se sapesse già cosa sarebbe successo in quella stanza…
Le grida di Rachel graffiavano fin dentro alle orecchie e quel suo stato anomalo le faceva perdere il controllo dei suoi poteri: i Titans avevano già sperimentato una parte di quella condizione durante la sua gravidanza, che la maga aveva dovuto imparare a controllare ancora meglio per non rischiare di fare del male a sé, ai suoi amici o al bambino. Adesso però era troppo tesa per poter controllare alcunché; le luci continuavano a sfarfallare come se ci fosse qualche interferenza ultraterrena e i macchinari nella stanza stavano dando i numeri; prima fra tutte fu la macchina per le ecografie – che Victor era riuscito a riparare dopo tanto tempo – che scoppiò in uno sbuffo di fumo, facendo schizzare i propri componenti per tutta la stanza. Luna si alzò in volo per intercettarli, prima che potessero colpire qualcuno dei presenti o complicare ancora di più l'operazione, e riuscì soprattutto a evitare che suo zio Vic fosse colpito.
<< Ancora uno sforzo! >> Esclamò l'omone con toni incoraggianti. Ma mentre lui dava messaggi positivi alla partoriente, questa strillava:<< Voglio l'epidurale! >>
Non ci fu bisogno dell'epidurale. Victor fu perfetto per tutta la durata del parto e Rachel, nonostante le urla, si comportò benissimo. Luna era ancora sospesa per aria a chiedersi dove fosse andato a finire Silkie, spaventato dalle urla della sua K'Norfka, quando sentì uno strillo acuto provenire dal lettino. Voltandosi, vide Victor che tirava fuori da sotto il lenzuolo un bimbo piccolissimo, tutto bagnato, che si dimenava e piangeva come per annunciare a tutto il mondo il suo arrivo.
Rachel quasi svenne quando sentì il dolore svanire e Garfield dovette reggerle la testa per evitare che si facesse male. Il dottore andò a lavare il neonato e poco dopo lo riportò ai genitori avvolto in un fagotto bianco.
<< Ecco la tua mamma e il tuo papà! >> Mormorò eccitato porgendolo ai due neo genitori, che lo presero con delicatezza come se avessero paura di fargli del male. Entrambi avevano a malapena le forze per reggerlo in braccio, visto come quella situazione li aveva completamente svuotati di ogni energia.
<< E' veramente qui, Garfield… >> Mormorò lei stringendolo con delicatezza, guardandolo amorevolmente mentre poggiava la testa sul suo seno e cominciava a tranquillizzarsi. Il bambino pigolò e si mosse come se stesse cercando di stiracchiarsi.
<< E'… Vero? >> Chiese l'omino verde. << E' proprio nostro figlio? >>
Il neonato era molto più piccolo di quanto si sarebbe aspettata Luna, e anche molto meno rumoroso; nonostante i primi strilli di vita, infatti, sembrava essersi messo subito a dormire, riscaldato dall'abbraccio materno. La sua pelle aveva il colore della cenere e i suoi occhi erano di un blu notte molto scuro; sembrava aver preso molto dalla madre, ma i tratti di Garfield si vedevano nel suo nasino schiacciato e nelle orecchie leggermente a punta. Ma ad attirare l'attenzione di tutti fu un piccolo corno che gli spuntava timidamente dal lato destro della fronte – i Titans erano incerti se fosse dovuto al DNA modificato del padre o alle origini demoniache della madre.
Luna tornò a terra ed esitò a muoversi mentre gli adulti si scioglievano in esclamazioni intenerite di fronte a quel piccolo miracolo della vita. Fu Dick ad accorgersi della bambina che sembrava voler avanzare, ma si stava trattenendo dal farlo e le fece segno di andare avanti.
Quando fu abbastanza vicina, Rachel si sporse in avanti e le mostrò il bambino. << Guarda Luna: questo è il tuo cuginetto, Aamon. >>
La ragazzina guardò con occhi abbagliati quel piccolo viso assopito e per un attimo pensò che non potesse essere vero; aveva osservato attentamente la gravidanza della sua K'Norfka in quei mesi, misurando ogni volta quanto crescesse la sua pancia e contando i giorni mancanti al parto. Adesso che aveva di fronte il frutto di quella lunga attesa e le veniva mostrato come "suo cugino", provava un misto di emozioni difficile da spiegare, in parte orgoglio, commozione, ma anche paura e insicurezza.
<< Vuoi tenerlo in braccio? >> Chiese a un tratto Rachel, sorprendendola con quella offerta così inaspettata. Luna dimenticò tutto quello a cui stava pensando, quello che aveva sognato fino a quel momento e rivolse alla donna uno sguardo imbambolato.
<< Cosa? Posso? >> Balbettò tirando indietro le mani, pensando che non fosse opportuno.
<< Va tutto bene. >> Rispose quella con un sorriso rassicurante, e si sporse un po' di più per consegnarle il bambino. << Chiudi i gomiti, così… E portagli la mano sotto la testa per reggerlo… >>
Senza nemmeno che se ne accorgesse, Luna Bianca si ritrovò con il piccolo Aamon tra le braccia e per un momento non seppe cosa fare; i suoi muscoli si irrigidirono e non ebbe il coraggio di guardare in basso, per paura di perdere l'equilibrio e di far cadere il bambino. Dopo tanto tempo, si ritrovò a provare ancora una volta paura: paura di non essere all'altezza di qualunque cosa la aspettasse, paura di non riuscire a volere bene a quel fagotto che teneva tra le braccia, paura che la vita che lo aspettava non fosse come sperassero tutti, che le difficoltà e i nemici che avrebbe incontrato sarebbero stati troppo grandi da superare… Poi fu attirata da un piccolo gemito che emise Aamon sbadigliando e lo vide bene: bastò un piccolo sorriso del bimbo per farle completamente perdere la testa per lui.
In un attimo, dopo aver incrociato il suo sguardo giocondo, Luna fu investita da una serie di immagini che le annebbiarono la mente per qualche secondo; lì vide sé stessa e il piccolo Aamon che giocavano assieme, lo vide protagonista di meravigliosi momenti in compagnia dei propri genitori, ma anche in situazioni difficili e quasi disperate. Lo vide volare, sollevato dai poteri della madre con cui giocava, e lo vide piangere, turbato dai dubbi e sconfitto nell'animo. Ma sopra a tutto quello, Luna Bianca vide il suo sorriso imperterrito, la sua invincibile speranza che avrebbe in parte ereditato da lei, e la vita felice che avrebbe trascorso.
Luna non era sicura di cosa avesse visto, ma preferì non dire niente a nessuno di quello. Quando tornò a vedere davanti a sé, Aamon la stava ancora fissando con i suoi grandi occhi blu con aria perplessa.
Era come diceva la maestra Laurel: non esisteva una creazione che fosse brutta o bella. Così come una persona non poteva piacere a tutti, il suo nuovo cuginetto non sarebbe piaciuto a tutte le persone che avrebbe incontrato; il suo aspetto avrebbe potuto spaventare qualcuno, avrebbe reso la gente cauta o curiosa in sua presenza, oppure sarebbe stato il suo carattere a fare quel lavoro. Ma se le persone avrebbero avuto il coraggio di guardare oltre quel colorito pallido, ignorare il corno che gli spuntava dalla fronte e mettere da parte il suo "status", avrebbero scoperto una persona meravigliosa che non avrebbero voluto perdere mai più. Lo sapeva perché era quello che aveva provato lei nel momento che lo aveva preso in braccio, e perché era proprio come era successo a lei, che in quegli anni aveva fatto tanti amici pur attraversando tante difficoltà.
E se non fosse riuscito a superare quelle difficoltà? Se non fosse stato abbastanza forte da sconfiggere i suoi "cattivi"? Bé, allora lei gli sarebbe stata accanto. Insieme avrebbero superato ogni ostacolo. In fondo a che gli serviva una sorellona forte e premurosa come lei?
<< Benvenuto, cuginetto Manny! >> Esclamò commuovendosi un poco, e a quel suo saluto vide il viso di Aamon formare un grande sorriso in risposta.
   
 
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