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Autore: Mark_Criss    28/03/2020    2 recensioni
Draco è stanco di vivere la sua vita basandosi solo e soltanto sulle scelte sbagliate di suo padre. Gli viene data una possibilità per ricominciare, anche se questa sua decisione avrà un caro prezzo. Draco non sarà più Draco.
La sua storia ricomincia dal sesto anno, nei panni di un nuovo studente di Hogwarts, che si troverà a fronteggiare situazioni che non aveva previsto, amori che non aveva tenuto in conto e nuove ed inaspettate amicizie.
La scelta di non essere più Draco cambierà drasticamente gli eventi, rendendolo partecipe di una grande avventura che lo metterà nella condizione di dover scegliere fra se stesso e le persone che ha imparato ad amare.
Nulla sarà come prima.
Riuscirà a mantenere il suo segreto fino alla fine?
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Coppie: Draco/Harry
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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La mattina passò in fretta e  Draco ebbe appena il tempo di capire che non avrebbe avuto i comfort di casa sua così, si arrese all’idea che il ruscello vicino al suo accampamento sarebbe stato un ottimo modo per lavarsi la faccia.
Si sforzò per tutto il tempo di non guardarsi nel riflesso, quello che vedeva non era più lui; aveva perso il nome, l’immagine e sperava, con tutto se stesso, di non perdere la retta via per amor di madre.
Raccolse le sue cose in fretta, eliminò le barriere protettive che aveva creato e si incamminò verso la città, che di giorno faceva tutto un altro effetto.
La madre aveva ragione, ad interporsi tra la collina e Londra, c’era un piccolo villaggio, che da quanto sapeva, per via dei libri sui babbani che la madre l’aveva costretto a leggere per tutta l’estate, veniva comunemente chiamato “quartiere”.
Le strade erano poco popolate, doveva essere sicuramente domenica, la domenica prima della partenza per Hogwarts.
Aveva poco tempo, doveva mettere in atto la seconda fase del piano, quella che gli piaceva di meno e che lo tormentava da quando ne avevano parlato per la prima volta al Manor.
 
-Draco non puoi fare altrimenti- disse Narcissa cercando di non far notare il tremolio nella voce.
-Mamma sai meglio di me quanta volontà ci voglia per fare una cosa del genere.- Draco era sul punto di piangere, non era mai stato così arrabbiato.
Il silenzio distruggeva più di mille bombe, ma non c’era altro da aggiungere.
 
Si fermò davanti ad un bar, aveva bisogno di mangiare qualcosa, la sera prima aveva fatto scorta di cibo, ma il nervosismo lo stava portando a divorarsi le mani.
Si sedette al bancone del bar e chiese al cameriere di preparare una colazione tipica, spacciandosi così per un turista.
Non fece in tempo a guardare la bontà che gli si era presentata davanti, che era già finita tutta nel suo stomaco.
-Prego, fanno sedici sterline.- disse il cameriere sorridente.
La faccia di Draco sembrò quella di uno al quale è appena stato piantato un coltello nell’addome.
-Come dice, scusi?- disse cercando di schiarirsi la voce.
-Il conto, quello che ha preso, costa sedici sterline- asserì il ragazzo mostrando un finto sorriso.
Aveva totalmente dimenticato che i soldi nel mondo babbano erano diversi da quelli nel mondo magico.
Era nel panico, non sapeva come uscire da quella situazione, senza dover ricorrere alla magia.
Il primo istinto fu quello di mettere una mano nella tasca e stringere la bacchetta, ma si era ripromesso di non far del male a nessun babbano, lui non era come suo padre.
-Ascolta, io in realtà..- essere così umile non si addiceva alla personalità che il rampollo aveva sviluppato in sedici anni.
-Ho capito.- disse il ragazzo mantenendo un certo sorriso, che però si era fatto più dolce.
-Questa la offre la casa-.
Draco era sconcertato da così tanta umanità, non aveva avuto nemmeno bisogno di mentire, i babbani non erano come gli erano sempre stati descritti:
esseri capaci di fare amicizia con un mago solo per sfruttare tutta la sua magia.
Per tutta la vita si era lasciato convincere dalla favoletta del sangue e della stirpe, senza mai rendersi conto di quanto fosse corrotto e sbagliato il suo mondo.
Il padre era esempio lampante di ipocrisia. Aveva servito il signore oscuro, era scappato e si era nascosto sotto la maledizione imperius per giustificare tutto quello che aveva fatto durante quegli anni ed infine, sempre per codardia, era tornato a servire il Lord come un cane al quale è stato rilanciato l’osso.
Non poteva nascondere lo stupore, misto alla vergogna che provava per il pasto che gli era stato offerto dal babbano.
Lo guardò dritto negli occhi, consapevole che quella luce era reale, quella bontà d’animo non nascondeva doppi fini, non avrebbe chiesto un favore in cambio.
Catturò quella brillantezza, la fece sua, come la più grande lezione che la vita potesse impartirgli: il sangue, la razza, un cognome, non caratterizzano un individuo. L’aveva capito troppo tardi.
-Grazie.- fu tutto quello che seppe dire, trattenendo un profondo nodo alla gola.
Andò via, lasciandosi alle spalle un’esperienza che non avrebbe dimenticato.
 
-Mamma, non lo farò.-
-Draco, non hai alternativa, sempre che tu non voglia unirti a loro…e a quel punto dovrai farlo comunque.- disse Narcissa a denti stretti.
-C’è sempre un’alternativa…- sospirò tra se e se il ragazzo.
 
Arrivare a Londra fu più difficile del previsto; quelle che i babbani chiamavano “macchine”, erano troppo veloci e pericolose, senza contare che non gli era chiaro il meccanismo secondo il quale si attraversasse la strada basandosi su uno strano sistema di luci rossi e verdi.
Non poteva immaginare quanto sarebbe stato difficile ambientarsi in un posto del genere.
Si fermò in un parco che sembrava essere popolato da famiglie e ragazzi intenti a fare esercizio fisico; la domenica dei babbani era davvero molto più movimentata di quella dei maghi.
Iniziò a guardarsi intorno, aveva solo ventiquattro ore per riuscire ad attuare la seconda parte del piano e più tempo passava in un luogo pubblico, più alte sarebbero state le probabilità che qualcuno del suo mondo si accorgesse della sua presenza.
Notò un giovane, vestito con un pantaloncino aderente e una maglietta nera, con qualcosa nelle orecchie che avevano l’aria di essere tappi.
Si alzò di scatto e si mise a seguirlo.
Il ragazzo non aveva solo un bel corpo, ma aveva anche l’aspetto perfetto: biondo, occhi azzurri, un sorriso smagliante.
Era il ragazzo nordico perfetto, proprio quello che gli serviva.
Sentì l’adrenalina salire, doveva trovare il momento perfetto e soprattutto un posto dove nessuno l’avrebbe visto.
Si nascose dietro un massiccio tronco, aspettando solo che il ragazzo svoltasse l’angolo.
Aveva stretta in pugno la sua bacchetta, come se fosse l’unico gancio in mezzo ad un baratro nero.
Il ragazzo svoltò l’angolo e in un istante, con la velocità di un leopardo, Draco sussurrò:
-Imperio-.
Una nuvola di fumo giallo pervase le narici del giovane, che sembrò essere disorientato.
-Bene, ora seguimi in quel vicolo.- disse Draco al ragazzo, che con occhi vuoti e vitrei lo assecondò.
Arrivarono nel vicolo e avvertì una forte morsa allo stomaco, come un pugno; sapeva quello che sarebbe successo.
 
-Per una pozione polisucco che basti a coprirti per tutto l’anno ad Hogwarts avrai bisogno di un quantitativo di capelli esorbitante, non potrai accontentarti di qualche ciocca. -
-Lo so mamma, lo so. -
- Ho spedito la lettera a silente a nome di “Eleonora Platz”, nonché madre di “Marck Platz”, gli ho spiegato che hai studiato a casa, assistito da tuo padre, ex Auror russo, morto di recente in una missione. -
Draco era sbalordito dalla fantasia della madre.
-E se facessero dei controlli? - chiese sospettoso.
-Facessero pure, è una persona realmente esistita e tutta la sua famiglia è morta di recente…solo che di loro non sa niente nessuno…- il tono era profondamente cupo, ma Draco decise di non farci caso.
-Quindi sarò Marck Platz…- non era convinto nemmeno un po’.
 
Chiese al ragazzo di togliersi i vestiti, che scambiò prontamente con i suoi e si sforzò di non guardare il corpo del suo obiettivo.
Scambiati i vestiti cercò di mantenere la concentrazione, teneva lo sguardo fisso in quegli occhi vitrei.
-Ti prego, scusami- disse non riuscendo a trattenere le lacrime.
 
-Quando arriverà il momento, dovrai pensare che quello davanti a te è la persona che più odi al mondo, quella che ti sta rovinando la vita. -  disse Narcissa.
Lui non era come buona parte della sua famiglia, non era capace di fare certe cose con così tanta disinvoltura.
-Hai un mese per interrogarti su chi è il soggetto che ti provoca i peggiori sentimenti al mondo.-
-Non credo ci voglia troppo per arrivarci, sai a chi dare la colpa di tutto questo...- si fermò per guardare fuori dalla finestra. -Colui che non deve essere nominato.- concluse Sissy.
-Certo madre…Colui che non deve essere nominato.-
 
Chiuse gli occhi, si concentrò con tutte le sue forza, focalizzò l’immagine, i momenti, il dolore;
quando si sentì carico abbastanza tese il braccio, mantenendo gli occhi chiusi e dal profondo del cuore gridò;
-TI ODIO PADRE, MI HAI ROVINATO LA VITA!- si fermò per un istante.
-AVADA KEDAVRA.- .

  
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