Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: ineedofthem    29/03/2020    4 recensioni
Anita, un metro e sessanta di dolcezza e allegria, è una specializzanda in pediatria. Adora il suo lavoro, sa che è quello che deve fare perché ci crede da sempre e, spinta dalla passione per questo lavoro, comincia a passare le sue giornate in ospedale.
Qui conosce Lucia: una bambina rimasta orfana, con una grave disfunzione cardiaca, ricoverata nel reparto di pediatria.
Anita sente di provare per lei un affetto profondo e il loro diventa un rapporto viscerale.
Tutto procede bene, finché non arriva lui: Luca Franzese, il nuovo cardiochirurgo dell'ospedale, e Anita capisce che la sua vita non sarà più la stessa. Riconoscerebbe quella zazzera di capelli castani e quei lucenti occhi verdi tra mille. Sa che il ritorno in città del ragazzo porterà solo guai per lei. Il rapporto con Lucia li accomuna entrambi e la piccola sembra l'unica in grado di sciogliere il suo sguardo da duro e quel carattere burbero che lui si porta dietro.
Anita crede di averci messo una parola fine su quel capitolo, ci ha avuto a che fare in passato e non intende ripetere lo stesso errore. Ma se Lucia ci mettesse il suo zampino, cosa potrebbe succedere?
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<  
- Questa storia fa parte della serie 'Ricominciare'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Epilogo
RICOMINCIAMO DA QUI

Epilogo

PIANGOOO!😭 CI RISENTIAMO NELL'ANGOLO AUTRICE PER TUTTI I RINGRAZIAMENTI MA ADESSO LA PAROLA A...

4 anni dopo...

Se un giorno, molto lontano, mi avessero detto che avrei trovato una famiglia, che mi sarei sentita amata così, in un modo così appagante e totalizzante, non ci avrei creduto.
Non avrei mai pensato di tornare a essere felice, non dopo quello che è successo alla mia mamma e il mio papà. Mi capita, ancora, di pensar loro, sarebbe impossibile il contrario, e sono sicura che non smetterò mai di farlo. I miei genitori vivono dentro di me, e sarà così per sempre, ma Luca e Anita mi hanno restituito la voglia di vivere, mi hanno donato la felicità, quella che pensavo fosse andata via per sempre, insieme a loro, nel giorno dell'incidente. 
Mamma Anita e papà Luca, come è bello poterli chiamare finalmente così! E quanto ho dovuto attendere per farlo. Sono diventata Lucia Franzese a tutti gli effetti solo uno anno fa, dopo 3 anni di affidamento, eppure io mi sono sentita loro figlia da subito. 
Una vaga somiglianza con papà, con i nostri occhi verde/azzurro ad accomunarci, hanno fatto in modo che chi non sapesse, non potesse mai immaginare io fossi stata adottata. 
Non potete capire quanto io abbia riso, presentatasi l'occasione, davanti alle loro facce esterrefatte.
Ma, diciamoci la verità, a me non è mai importato di cosa pensassero gli altri, che mi additassero per quella senza genitori o che mi facessero notare non fosse stata mamma Anita a partorirmi. Io ero felice della mia posizione. Da prima che ciò fosse ufficializzato, io li avevo già scelti come la mia famiglia, quindi non avevo niente di cui vergognarmi o di cui essere spaventata.

Abbiamo avviato le pratiche di adozione subito dopo il matrimonio. Anita e Luca si sono sposati due anni fa ed è stato davvero un giorno meraviglioso. La mamma era bellissima stretta nel suo lungo vestito bianco; assomigliava tanto a una principessa, con gli occhi che brillavano e il suo viso raggiante. E papà, il suo principe, era lì all'altare ad aspettarla, e nonostante fosse chiaro stesse trattenendo l'emozione, non mi sono sfuggite le sue lacrime di gioia quando l'ha vista arrivare di fianco a sé. Quella giornata, in cui mi è stato affidato il ruolo di portare le loro fedi, lo ricorderò per sempre come il più grande coronamento del loro amore. Quello stesso amore che io stessa ho visto nascere, crescere e consolidarsi. E adesso più che mai, posso dire che la mia mamma e il mio papà si amano ogni giorno più che mai e io non smetterò di guardarli con gli stessi occhi innamorati, sognando di poter provare lo stesso quando sarò più grande.

***

Oggi è un giorno speciale:il giorno del mio 13°compleanno! Caspita, il tempo passa così veloce, talmente tanto da sentirmi già grande ma mai abbastanza per farmi coccolare dai miei genitori.
Il giorno del mio compleanno è sacro, da quando prima dell'affidamento, l'abbiamo festeggiato per l'ultima volta in casa famiglia, mamma e papà non hanno mai smesso di organizzare tutto nei minimi dettagli affinché questa giornata fosse perfetta. Mamma, poi, a cui piace tenere tutto sotto controllo, ama curare i più piccoli particolari e sono curiosa di vedere cosa abbia pensato per me, questa volta.

Mi alzo, sgambettando e mi avvicino al grande specchio a muro infisso di fronte al mio letto. Adoro la mia camera perché sembra rispecchiare me stessa nelle sue più piccole sfumature. Prima di tutto, è sulle tonalità del rosa e così grande da riuscire a contenere tutto quello che ho sempre avuto in mente per me: una mini biblioteca capiente capace di accogliere i romanzi che mi piace leggere. Rosa e d'amore, per l'appunto! Eh sì, sono una romanticona come la mia mamma!
La mia scrivania a forma di L, accanto a essa, con il pc e quello che mi è necessario per dedicarmi allo studio. Il letto a una piazza e mezzo collaudato per saltarci su e comodissimo per dormire, le mensole sopra di esso con i peluche e i souvenir che mi piace collezionare. E poi la portafinestra che dà sulla città. Nonostante viviamo in pieno centro, adoro poter godere della vista di questo scorcio: il brulicare di automobili e persone, i tramonti che mi piacciono tanto. Sebbene esso abbia anche i suoi lati negativi: traffico e clacson fino a tardi sera, è come se io abbia l'opportunità di sentirmi partecipe di tutta la vitalità che essa trasmette. Posso muovermi e raggiungere i posti che frequento con facilità senza dover per forza richiedere l'aiuto di mamma e papà, e sentirmi autonoma. Forse sarà perché ho vissuto per tanto tempo rinchiusa tra casa famiglia e ospedale, ma assaporare finalmente questo senso di libertà mi piace tantissimo.
Certo, i miei genitori non sono esenti da ansie e preoccupazione. Papà, soprattutto, è un gran gelosone, storce il naso quando io e la mamma parliamo di amore e ragazzi, e non si risparmia di farmi notare con una faccia di finto burbero che quel vestito che indosso non gli piaccia. Eppure, basta un mio sorriso per farlo sciogliere e accogliermi nelle sue braccia che mi fanno sentire tanto sicura e protetta.

Mi sento così fortunata e orgogliosa a far parte della loro famiglia perché loro due non si risparmiano un giorno di dimostrarmi quanto mi vogliano bene e si sentano fortunati ad avermi con loro.

Porto lo sguardo allo specchio che mi restituisce l'immagine di me stessa e lascio che i miei occhi si posino sulla cicatrice al centro del petto. La carezzo con le dita, lambendo il cordone di pelle sotto di essa. Nonostante sia sbiadita e poco visibile, i primi tempi me ne vergognavo. Avevo paura di mostrarla e sentirmi giudicata, come se essere stata operata al cuore fosse qualcosa da celare. Adesso, se è possibile, la mostro con fierezza, perché cavolo sì, io sono viva e quell'operazione mi ha restituito una nuova opportunità. Certo, questo ha comportato non poche complicazioni, qualche iniziale limitazione, il dover prendere medicinali per sempre, ma ogni volta che lo sento battere così forte, il mio cuore, proprio come adesso, io mi sento bene.
Avere un papà che per di più è il tuo medico curante non sempre è d'aiuto, perché nonostante io sia in salute ottima, lui si preoccupa per me in modo quasi morboso e assillante, ma se riesco a vivere una vita normale è soprattutto grazie a lui che non ha smesso di sperare e combattere per me.

Faccio tornare lo sguardo sul mio viso che adesso presenta dei tratti sicuramente più maturi. Mamma dice che sto sbocciando come la più bella delle rose, pura e delicata, e le sue parole mi fanno sempre sorridere perché io ci avverto tantissimo amore. Eppure ha ragione, non si sbaglia, fisicamente sono cambiata, mi sono alzata di alcuni centimetri, mi è pure cresciuto il seno, grazie mille pubertà! Però non ho mai smesso di essere la Lucia bambina, quella che tutti voi avete conosciuto e amato.
Tiro un respiro profondo, sorridendo allo specchio, senza più l'impedimento dell'apparecchio ortodontico che ho portato per due anni e mi sento felice, dannatamente felice.
Così esco dalla stanza, muovendomi a piccoli passi, piano, verso camera di mamma e papà. Voglio dargli il buongiorno a modo mio, come sempre, cogliendoli di sorpresa.
Mi avvicino silenziosa, accostandomi alla porta lasciata socchiusa. Mi rendo conto ben presto che siano già svegli e li scruto con la coda dell'occhio.
Mamma si deve essere svegliata da poco perché ha ancora il segno del cuscino in faccia, eppure è bellissima come sempre, con i suoi lunghi capelli castani e il sorriso dolce. È seduta al centro del letto con un broncio dubbioso stampato in volto e papà è al suo fianco con quell'espressione da un uomo super innamorato che le accarezza la pancia con fare protettivo.

Eh sì, sorpresa! Non ve lo avevo detto, ma la mamma e il papà aspettano un bambino! Capite? Diventerò sorella maggiore! Ancora stento a crederci, ma è meraviglioso.

È quello che anche loro hanno sempre desiderato e sebbene non me lo abbiano mai fatto pesare, perché mamma e papà hanno sempre fatto credere non fosse il momento giusto, so che abbiano voluto aspettare per dedicarsi totalmente a me, come se poi io potessi sentirmi messa sa parte con un figlio che fosse tutto loro. Sciocchezza più assurda non può esistere.

I primi tempi la loro vita è cambiata radicalmente, hanno dovuto rimodularla secondo le mie esigenze, cambiando turni e alternandosi per potermi dedicare le giuste attenzioni. Ma nonostante le frequenti visite degli assistenti sociali, a volte anche piuttosto assillanti, non li ho mai, e dico mai, visti pentiti della propria scelta.

Poi, nove mesi fa la mamma è rimasta incinta. Ricordo ancora il giorno in cui me lo hanno confessato. La mia mammina era così impacciata, papà stringeva le sue mani tra le sue, entrambi inconsapevoli mi stessero per fare il regalo più bello. Si sono rivolti uno sguardo di incoraggiamento, prendendo un respiro profondo prima di confessarmi tutto. Sono scoppiata a piangere dalla gioia e in seguito loro con me. È stato bellissimo.
Ho voluto che il sesso dello scricciolo fosse una sorpresa e loro mi hanno assecondato nella mia richiesta. Per mamma, all'inizio, è stato un po' difficile arredare camera e comprare vestitini di colori neutri, ma alla fine si è convinta fosse più bello così. Ho e abbiamo vissuto questo momento di attesa tutto in concezione del piccolino o della piccolina che arriverà. Ogni sera sogno come possa essere stringerlo a me, raccontargli le favole della buonanotte, come sia condividere le mie cose con qualcun altro. Ho già detto alla mamma che l'aiuterò in tutto e per tutto, cambierò anche i pannolini se è necessario e lei, scrutandomi con un profondo affetto, mi ha accarezzato il capo. Se fosse un sì o no non l'ho mica capito ma credo fosse contenta.
Adesso che manca poco sarebbe davvero fantastico se la mia sorpresa di oggi fosse la sua nascita.

***

Mamma fa incrociare le sue dita con quelle di papà sulla sua panciona e incontra ben presto il suo sguardo. Babbo si abbassa su di lei, accogliendo le sue labbra in un bacio dolcissimo e io mi incanto a guardarli da quanto sono belli.
Tutte le volte che mi soffermo a osservarli, mi immagino un amore come il loro, un uomo che mi ami e si prenda cura di me come papà fa con la mamma. E non vi ho svelato un piccolo segreto. Ma anche io mi sono presa una cotta, una di quelle colossali, che potrebbe davvero fare invidia a quella di mamma da ragazzina innamorata di papà.

Rido al solo pensiero.

Ebbene sì, io, la piccola e tenera Lucia, mi sono presa una cotta per, indovinate chi? Francesco! Il mio amichetto dell'ospedale. Ma non è fantastico? 
Nonostante quando lui è andato via e io sono tornata in casa famiglia ci siamo persi di vista, la vita ha fatto in modo che ci incontrassimo ancora. Il destino delle volte sa essere incredibile. La mia parte più romantica mi ha portato a sognare con la mente, immaginando che io e Franci siamo stati legati per tutto questo tempo da un filo rosso, che nel frattempo si è contorto e aggrovigliato, ma mai spezzato.
Devo sinceramente dire grazie a qualcuno in cielo che mi sta dando tutto questo! Credo che ci sia lo zampino dei miei genitori scomparsi che mi proteggono da lassù...

Mamma mi ha raccontato di come lui un giorno sia venuto in ospedale per avere mie notizie. Fortuna ha voluto che io, all'epoca fossi già a casa da loro e da lì i nostri rapporti si sono riallacciati. Le nostre mamme hanno fatto modo che ci incontrassimo e rivederlo è stato come tornare indietro nel tempo. Un tempo che lui ha reso bello, anche se eravamo in ospedale. Abbiamo scoperto che non avevamo mai smesso di volerci bene e di essere fedeli compagni di giochi. Crescendo, però, mi sono resa conto che quell'affetto che provavo per lui fosse di più. Sento le farfalle nello stomaco, mi tremano le gambe quando lo vedo e mi è vicino, mi agito al solo pensiero di incontrarlo, e ogni volta che mi è accanto, mi considero la persona più felice del mondo. Francesco, poi, che è un anno più grande di me e frequenta già il liceo, con i suoi capelli biondo scuro e gli occhi verdi, è diventato il ragazzo più bello che abbia mai conosciuto e nonostante abbia tante ragazze che gli girano attorno, io spero sempre che gli piaccia anche io come lui piace a me. Insomma, non so se questo si possa considerare amore o infatuazione, ma è una delle sensazioni più belle del mondo e non la cambierei con niente. O forse sì, la nascita di scricciolo.

"Mammina, papino, buongiorno!" lascio che la porta si spalanchi, portando tutta la loro attenzione su di me.
Entrambi sobbalzano per la sorpresa, facendomi sogghignare colma di soddisfazione.

Sono proprio una birbante!

"Tesoro mio" mamma mi accoglie con un sorriso, sporgendo le sue braccia verso di me e io non mi tiro indietro, sgambettando verso di lei.
Mi stringe a sé, avvicinandomi al suo petto, mentre papà mi lascia un bacio tra i capelli. Non sono più una bambina, è vero, ma non rifiuterei mai le attenzioni dei miei genitori.
Poi dedicando un sorriso a entrambi, mi abbasso ad accarezzare la pancia di mamma, scrutandola con un fare incantato.
"Ciao, scricciolo. Non vedo l'ora di conoscerti, sai? La tua sorellona ti sta aspettando!" faccio sfregare il mio naso contro il tessuto del pigiama di mamma, inspirando il suo profumo che non da quando ne ho ricordo non ha mai smesso di essere inebriante e dolce.
Scricciolo risponde con un calcetto che ci fa ridere di cuore: credo abbia imparato a riconoscere la mia voce, perché replica così ogni volta che gli parlo. Lo facciamo spesso, in realtà, io , la mamma e il papà e lui partecipa a ogni momento della nostra giornata con le sue capriole e i suoi calcetti. Questa cosa mi fa sentire importante, come se il nostro legame fosse già esistente anche ora che è nella pancia.
Quando rialzo lo sguardo per incrociare quello della mia mamma mi rendo conto che alcune lacrime le bagnino il volto.
"Mamma..."pronuncio, a bassa voce.
Lei si premura di nasconderle subito, cancellandole con le dita e mi dedica un'espressione intenerita.
"Scusa, tesoro, è solo che sono molto felice" ammette, poggiando le sue mani sulle mie spalle, accarezzandomi con premura. "E voglio che tu sappia che quando scricciolo sarà nato, non cambierà nulla tra di noi, faremo spazio nel nostro cuore per qualcun altro e il nostro amore per voi, se è possibile, si moltiplicherà. Tu, però, sei e sarai sempre la bambina che ci ha fatto innamorare e che non esiteremo ad accogliere in questa casa, con noi, un'altra volta, non dimenticarlo mai".
Mi nascondo tra le loro braccia, non riuscendo a trovare altro modo per manifestare loro quanto io sia entusiasta delle loro parole. Sono proprio fortunata, ho i genitori migliori del mondo!

Eppure, adesso che ci penso, non mi è sfuggito che non abbiano ancora fatto riferimento al mio compleanno.
"Ma sapete che giorno è oggi?" chiedo, ricercando i loro occhi con un fare incuriosito.
Mamma e papà si scambiano uno sguardo confuso, alzando le spalle.
"Un altro giorno speciale, come tutti gli altri da quando sei con noi?" mi riferisce papà in un sorriso, arruffandomi i capelli.
Sbuffo, fingendomi infastidita dal suo gesto, poi roteo gli occhi ma senza nascondere il mio divertimento davanti alle sue parole.
"Anche, ma non è solo questo..."gli replico, assottigliando gli occhi con un fare indagatore.
Mi porto, allora, un dito alle labbra, pensierosa.
"Non vi dice proprio niente che oggi sia il 12 Aprile?"
Papà scuote il capo, accarezzandomi la testa con un fare accondiscendente. "Sì, tesoro" proferisce, facendomi voltare verso di lui con un velo di speranza a insinuarsi in me.
"Mi dice che mi tocca prepararmi e andare a lavoro".
Arriccio le labbra in un broncio, perdendo ogni briciolo di aspettativa.
Possibile che mi stiano prendendo in giro? Non l'hanno mai, e dico mai, dimenticato. Deve essere per forza così.
"Va bene!" ribatto, puntando i piedi a terra. "Se avete perso la memoria, me ne vado. Ho lezione a scuola di musica stamattina e devo prepararmi". Decido di fare un po' la sostenuta per scrutare una loro reazione.
"Sì, tesoro. Hai ragione" concede con me la mamma in un sorriso. "Vado a prepararti la colazione".
Così, quando mi decido a lasciare la stanza, vedendoli sorridermi come se niente fosse, non posso fare a meno di andarmene con un'espressione di puro sconcerto. 
Quando mi volto, ancora sulla soglia, loro sono lì a farmi ciao ciao con la mano, con ancora quei sorrisi talmente larghi da sembrare finti e io scuoto il capo, abbandonando la stanza.
Mi stanno prendendo in giro, sicuro.

Non faccio che pensarci nel momento in cui mi preparo. Lo sbigottimento lascia spazio presto, però, all'eccitazione. Presto vedrò Franci: viene a prendermi lui per andare a scuola di musica. I nostri istituti sono chiusi per le vacanze di Pasqua, così possiamo concederci una lezione al mattino, liberi dagli impegni scolastici. La musica, se è possibile, ci ha uniti ancora di più. Francesco suona la chitarra, mentre io suono il pianoforte e spesso ci divertiamo a fare duetti insieme. Adoro il modo in chi le sue dita strimpellano lo strumento perché mi sembra ogni volta che diventi tutt'uno con la sua chitarra. Franci mette passione in qualsiasi fa e questo me lo fa piacere ancora di più.

Io ho scoperto l'amore per i tasti e la musica qualche anno fa, quando a casa dei miei nonni materni, la nonna mi ha mostrato il vecchio pianoforte appartenuto alla mamma che ha preso qualche lezione in passato. Nonna  da allora, ha deciso di sistemarlo nel salotto di casa, così che io possa suonare per loro ogni volta che sono lì. La prima volta in cui io e mamma l'abbiamo fatto insieme, muovendo in sincrono le nostre mani sui tasti del piano, con i nostri sguardi che si cercavano complici, è stata così bella ed emozionante che tutti, alla fine, ci hanno applaudito e da quel momento è diventata una tradizione, quando ci riuniamo.
Mi viene da pensare che sia bello io abbia in comune una passione con lei. Ma non è l'unico tratto a unirci, mi piace anche tanto ballare e nonostante non sia una ballerina come lo è stata la mamma da bambina, adoriamo scatenarci a ritmo di musica nel salotto di casa. Papà non può fare a meno di ridere a crepapelle guardandoci, nega quando gli chiediamo di unirsi a noi, ma non può fare a meno di arrendersi quando lo attiriamo nei nostri momenti folli e spensierati.
La mia vita, d'altronde, con Anita e Luca, è stata bellissima dal primo momento e io voglio così bene loro proprio perché mi hanno permesso di sentirmi sempre libera e allegra. Non c'è stato più nessuno spazio per dolore e tristezza e hanno fatto in modo che riconquistassi tutto quello che mi era stato tolto.
Ma non è finita qui: la passione per la matematica e i numeri, invece, l'ho presa da entrambi, così per non offendere nessuno. Non è un caso che questo mi porti a essere precisa e meticolosa. Sono una perfettina che ci posso fare!
E udite, udite, papà è stato molto contento di scoprire che avessimo entrambi un talento innato per il disegno. È lui che mi ha insegnato a impugnare una matita per la prima volta e a delineare i tratti di un volto, quello di mamma. Perché se c'è qualcuno che probabilmente l'ama più di lui sono io stessa. Provo per Anita una devozione e un'orgoglio tale da ritrovarmi a guardarla incantata ogni volta. La mia mamma è forte, generosa, dolce e tanto sensibile e quando mi rendo conto di assomigliarle, mi sento così fiera. Quando papi si è reso conto cosa le mie dita avessero realizzato, mi ha rivolto un'occhiata carica di emozione.

Non so ancora, invece, cosa voglio fare da grande. Non sono sicura sarò un medico, anche se sono molto orgogliosa dei miei genitori entrambi dottori. Mamma, nel frattempo, è riuscita a conseguire la sua specializzazione ed è diventata una pediatra davvero in gamba, sono molto orgogliosa di lei. Papà, invece, ha conquistato la carica di primario di cardiochirurgia e, nonostante questo l'abbia riempito di una mole di lavoro non indifferente, sono contenta di notare che per lui non sia un problema, anzi, quando svolge la sua professione gli brillano ancora gli occhi come se fosse sempre la prima volta.
Io, al momento, vorrei essere tutto e niente, ogni giorno con un'aspirazione e un sogno diverso. Sarà perché sono ancora giovane.
Mamma dice che non c'è fretta, è ancora presto per decidere e che devo scegliere liberamente cosa voglio fare, senza farmi condizionare dagli altri o dalla loro professione, e io penso sia bene così. Forse domani potrei decidere di essere una pediatra o un cardiochirurgo, ma chissà, lo scopriremo solo vivendo.

***

Ben presto sono pronta. Ho scelto con cura cosa indossare, mettendo uno dei miei vestitini a fiori, quelli che mi piacciono tanto, un po' perché è il mio compleanno e un po' perché non voglio sfigurare agli occhi di Francesco.
Ouch, mi tremano le mani e le gambe per l'emozione!
A passo spedito mi avvio verso la cucina, canticchiando le note della canzone che sto provando per il saggio di musica, simulando di suonare i tasti del piano.
Avverto i miei genitori parlottare tra di loro e mi viene da pensare a cosa si stiano dicendo, così quando entro e si accorgono di me, la mamma mi viene incontro, spalancando le braccia.
"Buon compleanno, tesoro mio!"
Mi porto una mano alle labbra a contenere un sorriso colmo di meraviglia.
"Ma allora non ve lo siete dimenticati!" ammetto, sorpresa.
Papà si affianca alla mamma, scuotendo il capo con divertimento. "Scherzetto! Potevamo mai?"
Entrambi mi abbracciano a sé, riempiendomi di attenzioni e io mi rassereno tra le loro braccia, tirando un sospiro di sollievo. Avevo ragione nel pensare mi stessero ingannando, ma non avevo dubbi su questo.
"Siete stati proprio cattivi a farmi credere il contrario" protesto scherzosamente, colpendo papà con un buffetto sul petto. Tutti e due ridono continuando a stringermi a loro.
Poi babbo si abbassa su di me. "Ho fatto anche le crêpes" mi rivela in un occhiolino complice.
E io lo guardo come se avessi appena avuto un'apparizione. Ma si sa, papà è un'istituzione in questo e io alle sue crêpes non so davvero dire di no.
"Grazie, grazie, grazie!"saltello, esibendomi in un gridolino di gioia, correndo poi subito a prendere posto per gustare la mia colazione. Mamma e papà si siedono al mio fianco, accarezzandomi il capo, e insieme ci prepariamo a vivere questo momento sacro per noi al mattino, prima che babbo vada a lavoro.
Parliamo di tutto, facciamo programmi, ci scambiamo idee e opinioni, e forse non saremmo la famiglia perfetta, ma chi lo è? Eppure, dalla nostra parte abbiamo un amore così grande da riuscire a far passare tutto in secondo piano.

È il trillo del citofono a riportarci alla realtà, così mi alzo velocemente dal mio posto, non dopo aver leccato perfino il piatto.
Vorrei fosse sempre il giorno del mio compleanno!
"È arrivato Franci!"annuncio con la fretta e l'eccitazione a divorarmi lo stomaco.
Ecco che babbo scatta in modalità papino apprensivo.
"Francesco? Quel damerino che se ne va in giro a far conquiste con la sua Vespa?" Domanda, confuso.
Mamma gli dà uno scappellotto dietro la nuca, divertita. "Come se tu non facessi lo stesso, tesoro mio, alla sua età" lo reguardisce bonariamente.
Lui sogghigna, rubandole un bacio sul naso.
Sbuffo, roteando gli occhi. "Sì, papà, andiamo insieme a scuola di musica. È venuto a prendermi con la sua Vespa" gli spiego brevemente, aprendomi in una linguaccia.
Papà assottiglia lo sguardo, sbuffando parole confuse.
"Come mai non ne sapevo niente? Speravo di accompagnarti io. È il tuo compleanno!" mi rivela, poi, in un broncio che mi fa sciogliere in un sorriso.
Mi affretto ad andare subito a tempestargli la faccia di bacini che lo addolciscono all'istante. Con lui basta così poco per farlo capitolare.
"Ti voglio bene, papino"gli mormoro dolcemente.
Saluto anche la mamma con un abbraccio e do un ultimo bacio a scricciolo.
"Scappo!"proferisco, correndo verso il corridoio, avvertendo la voce di mamma e papà che mi ricordano che stasera festeggeremo insieme come abbiamo sempre fatto, poi mi chiudo la porta alle spalle.

Che la mia giornata abbia inizio.

***

È stata una giornata meravigliosa e produttiva. A lezione è andato tutto bene, e la maestra e i miei compagni mi hanno accolto con auguri e abbracci. Mi sono sentita al centro dell'attenzione. Sebbene io ami stare dietro alle quinte, un po' di eccentricità non fa male a nessuno.
Ho chiesto il permesso ai miei di trattenermi per il pranzo con tutti loro per festeggiare il mio compleanno e stranamente hanno acconsentito presto, ma raccomandandosi di avvisare quando stavo per rientrare.
Così, quando Franci mi riaccompagna a casa è ormai pomeriggio inoltrato. Eppure, nonostante sono tante le ore che abbiamo passato insieme, sento che non è mai abbastanza e gli chiedo di salire da me, con la scusa di fare merenda e magari suonare anche un po'. 
Francesco annuisce come se non aspettasse altro e mentre corriamo su per le scale, vivaci e spensierati come solo due adolescenti sanno essere, mi viene da pensare che questa giornata non potesse evolversi in maniera migliore.

Ricerco le chiavi all'interno della borsa e quando mi volto verso il mio amico, lo scopro a muoversi un po' agitato sul posto.
"Franci, va tutto bene?" gli domando, preoccupata che qualcosa non vada.
Lui sobbalza lievemente ma, io che lo conosco bene, me ne accorgo, e si limita a sorridermi, grattandosi la nuca come se fosse in imbarazzo.
"Certo!" ammette, poi, con un po' troppa foga e mi invita ad aprire il portoncino.
Io alzo le spalle, e faccio girare le chiavi nella toppa. Così, quando avverto la serratura scattare e aprirsi, mi stupisco di trovare le luci tutte spente.
Mi volto verso Francesco e lo trovo già dietro di me a esortarmi a entrare, con le sue mani che puntellano dietro la mia schiena.
"Mamma, papà!" li richiamo dubbiosa, stupendomi per la loro assenza. Gli ho mandato un messaggio prima di rientrare e mi hanno riferito di aspettarmi a casa. Stasera ceneremo tutti e tre insieme e io non vedo l'ora di godermi tutta la serata con loro.
Ma mai mi aspetto che, muovendomi per cercare l'interruttore della luce, quando essa arrivi a spezzare l'oscurità del buio, la mia famiglia e i miei amici siano tutti qui ad accogliermi con un fragoroso: "SORPRESA!"

Mi porto le mani a coprirmi il viso, a nascondere tutta l' emozione da cui sento pervadermi. Avverto i miei occhi riempirsi di lacrime di gioia e sussulto lievemente quando mi rendo conto che Franci abbia poggiato le sue mani sulle mie spalle in segno di vicinanza. Mi volto a guardarlo e adesso leggo nei suoi occhi tutte le risposte a quei gesti a cui non avevo saputo dare spiegazione. I messaggi fugaci mandati durante la giornata che adesso so essere indirizzati alla mia famiglia, la sua agitazione prima sul pianerottolo, tutto quello che mi ha saputo tenere nascosto. Silenziosamente lo ringrazio, ma adesso la mia attenzione è tutta per la mia bellissima e grande famiglia.
Le prime persone a rientrare nel mio campo visivo sono i miei genitori, stretti l'uno accanto all'altro, sorridenti e con gli stessi occhi simili ai miei, pieni di lacrime.
Tendono presto le loro braccia verso di me e io non mi tiro indietro di fronte alla loro richiesta. Mi rifugio nel loro abbraccio che sa di tante cose, sa di casa, amore, di un odore dolce e inebriante che mi fa sentire da sempre al sicuro.
Non passa molto prima che tutti si uniscano a noi e io mi ritrovi circondata e stretta da tutte queste persone che nel corso degli anni ho imparato ad amare e voler bene.

Mi sembra di ritornare indietro nel tempo, alla prima volta che ho messo piede in questa casa, come figlia affidataria di Luca e Anita. Da allora sono passati quattro anni e qualche mese,ma l'emozione è sempre la stessa, forse anche maggiore perché un tempo questa famiglia al di fuori di loro due mi era completamente sconosciuta. Adesso che li guardo, uno ad uno, lasciando andare le mie lacrime, con mamma e papà che mi stringono a sé, le mie nonnine adorate che si insinuano tra di loro per strapazzarmi di coccole e baci, mi sento tanto fortunata.
Sono di nuovo, ancora una volta, tutti qui per me, e io mi rendo conto che nessuno di loro da quando sono arrivata si sia mai tirato indietro nel farmi sapere quanto fossero entusiasti di avermi nelle loro vita.

Mi hanno accolto zia Sabrina e zio Marco che mi trattano come se fossi un po' figlia anche loro, con lo zio che stravede per me e mi vizia e con la zia che è stata la prima sostenitrice di questa adozione. Lo ha fatto mia cugina Agnese, che è adesso è una piccola e pestifera quattroenne, che fisicamente assomiglia al papà ma caratterialmente è sempre più uguale a sua madre, accogliendomi come se fossi sua sorella maggiore e a cui mi diverto spesso a fare da babysitter, quando i suoi genitori hanno bisogno di riscoprirsi ancora marito e moglie.
Lo hanno fatto i miei nonni, con le nonne che hanno preparato per me bambole e corredini, nonostante fossi una bimba un po' cresciuta, viziandomi con le loro attenzioni e difendendomi, se se ne fosse presentata l'occasione, dalle paternali di mamma e papà.
Lo ha fatto il mio zio adorato Riccardo, che non si è mai tirato indietro nel coinvolgermi nei suoi siparietti divertenti, mettendo da parte lo scherzo e offrendomi la sua spalla quando ne ho avuto bisogno.
Lo hanno fatto zia Eleonora, e Sofia, che con le sue dieci candeline spente tanto piccolina inizia a non essere più. Quando la trovo tra gli altri, a scrutarmi con un gran sorriso, non posso fare a meno di ricambiarla. Perché lei è stata la prima bambina con cui abbia iniziato a relazionarmi e, sebbene fosse un po' piccola per capire, mi ha offerto la sua mano e coinvolto nei suoi giochi. Il nostro rapporto negli anni si è consolidato e non è un caso che adesso siamo legatissime. Sofi rivede in me un punto di riferimento e io mi sento sobbarcata di un compito importante, di essere un buono esempio per lei.
Lo hanno fatto zia Lottie, zia Cris e zia Giulia, con i loro compagni zio Fede, zio Edo e zio Emiliano, che hanno accettato la notizia con un clamore che non è da tutti. 

E sapete, sono cambiate un po' di cose da quando li avete lasciati.
Alla fine, zia Giulia e zio Emiliano si sono sposati. Mamma è stata la sua testimone e io la loro damigella e dopo pochi anni dal loro matrimonio, hanno avuto una bambina, Ginevra, che adesso ha due anni e che li ha resi pazzi d'amore.
Anche zia Cris e zio Edo hanno avuto una bambina, Emma, che ha compiuto da poco 3 anni e mezzo. Emma è bellissima con i capelli biondo scuro che ha preso dal papà e i tratti scuri della mamma e presto diventerà una sorella maggiore. La zia Cris, infatti, aspetta un altro bambino, un maschietto.
Zia Lottie e zio Fede di sposarsi non ci pensano neanche un po'. La parola matrimonio fa rabbrividire ancora zio Federico che ci scherza spesso su, ma la zia sogna l'abito bianco, quindi prima o poi gli tocca. Anche se io penso loro due si amino un sacco lo stesso, senza nessun contratto a vincolarli. 
La zia ha partorito da poco due teneri e bellissimi gemellini: Davide e Valentina. Davide è la fotocopia del papà, con due occhi verdi che ti incantano, ma Valentina, con i tratti scuri, è uguale alla mamma.

Io sono la più grande, e nonostante questo non giochi sempre a mio favore, perché ricopro un ruolo di grande responsabilità, ha anche i suoi lati positivi: avere tanti piccoli cuginetti da coccolare e spupazzare.

E la volete sapere la novità?
Ebbene, perfino zia Vanessa ha ritrovato la felicità. 4 anni fa, un poco dopo il mio arrivo qui, è nato il piccolo Giuseppe, un biondino tutto pepe per cui la zia stravede. Ma ha ritrovato anche l'amore. E, udite, udite, il suo amore ha un nome e si chiama Nicola! Lo zio Nic, ci credete? Non so come sia successo, ma a volte il destino ha in mente per noi qualcosa che nemmeno immaginiamo. All'inizio la mia mamma era un po' scettica riguardo a questa situazione- lo erano tutti in realtà-, non riteneva lo zio potesse gestire la condizione della zia Vanessa, ma abbiamo dovuto tutti arrenderci davanti all'evidenza che si siano trovati entrambi e che si amino tantissimo. E lui non ha solo imparato ad amare zia Vane, ma ha accettato il piccolo Gius come se fosse figlio suo. E il piccolino che suo papà non l'ha mai conosciuto, ha rivisto in lui la figura paterna. Dovete vedere come era felice zio Nic quando si è sentito chiamare papà per la prima volta.

Non mancano all'appello il mio simpatico zio Alessio, il migliore amico di papà, che è davvero un burlone e che dopo tutti questi anni non ha ancora messo la testa a posto. Ma che ci volete fare? Lui adora la sua posizione di single.
E poi la zia Arianna, il burbero non tanto più burbero primario Visconti, e la zia Mary che mi salutano con la mano.
Non posso fare a meno di considerare che la zia Ari sia la più esuberante del trio, ma lei è fatta così. È spensierata e gioiosa e nemmeno la sua delusione d'amore è riuscita a scalfire il suo carattere. Ebbene, con il suo fidanzato Leonardo non è andata a finire tanto bene, dopo qualche anno si sono lasciati, ma la zia ha ripreso la sua vita in mano e si è fatta forza. Nella sua quotidianità non c'è nessun nuovo amore ma io credo proprio che le piaccia Alessio. Chissà che non riesca a far capitolare lo zio Ale, ahahah!

E, ultime, ma non per questo meno importanti, le mie migliori amiche. Miriam, Chiara e Giorgia. Io le adoro! Sono le mie compagne di scuola e insieme formiamo un quartetto di esuberanti casiniste, in senso buono, ovvio. La mamma dice che quando ci guarda, rivede in noi il rapporto che lei ha con le sue amiche. E io penso che sia davvero bello se la nostra amicizia si prolungasse per anni anni come è stato per lei e le zie. Con Miri, Chia e Gio ci siamo conosciute quando ho iniziato a frequentare le elementari e mi sono state accanto quando gli altri mi allontanavano, trattandomi con sufficienza. Da allora il nostro rapporto non si è mai interrotto, così abbiamo scelto di frequentare le medie insieme e nonostante ognuna abbia scelto un indirizzo di superiore diverso sono sicura che questo non ci separerà, tutt'altro.

Scivolo dalle braccia dei miei genitori che comprendono abbia bisogno di andare da loro e le raggiungo, lasciandomi stringere dalle mie bestfriends, mentre saltelliamo sul posto senza riuscire a  trattenere degli strillii di gioia.
Mi reputo davvero tanto fortunata che ognuna di queste persone faccia parte della mia vita perché essa senza tutti di loro non sarebbe la stessa.

Quando poco dopo, si dà il via alle danze e qualcuno mette su della musica coinvolgente, mi lascio trasportare muovendomi sulle note di una canzone allegra e mixata.

È il migliore compleanno che abbia mai trascorso.

Francesco si unisce ben presto a noi, imitando delle movenze femminili che ci fanno sbellicare dalle risate.

Quando, poco dopo, mi ritrovo tra le sue braccia, al pensiero della vicinanza con lui il mio cuore comincia a battere fortissimo.
Incontro i suoi occhi che mi fissano dall'alto della sua posizione e poi, ancora frastornata dalle sue mani che mi tengono per i fianchi, abbasso lo sguardo alle sue labbra incurvate in un sorriso tutto per me.
Sto.per.sentirmi.male.
Ascolto le risatine delle mie amiche che conoscono la verità e comprendono il mio turbamento interiore, ma adesso ho bisogno di ignorarle, per rendermi conto soltanto di una cosa: se mi avvicinassi di poco, potrei addirittura baciarlo.
Intanto il cuore nel petto continua a muoversi furioso e mi sembra che sia l'unico suono per me udibile, perché tutto il resto è ovattato.
Poi Franci si abbassa su di me, facendomi domandare riguardo alle sue attenzioni e il suo respiro si infrange contro la mia guancia.
"Andiamo fuori, voglio mostrarti una cosa" mi sussurra, porgendomi poi la sua mano.
Io annuisco, senza riuscire a dire una parola.
Poi, mentre lui mi esorta a uscire per spostarci in un luogo più isolato, incrocio lo sguardo delle ragazze poco più in là che mi invitano a seguirlo, dedicandomi dei gesti di incoraggiamento.
Tiro un sospiro di sollievo e mi lascio trasportare dal mio migliore amico.
Ci spostiamo in balcone e mi appoggio alla balaustra, osservando la città che scorre sotto di noi. Stasera il cielo è limpidissimo, mi sembra che le stelle brillino più del solito.
"Sei taciturna, va tutto bene?". La voce del mio amico mi sorprende alle spalle.
Si è accorto del mio mutismo, se solo sapesse che dipende dalla sua vicinanza. Così mi volto e gli sorrido, a stemperare la mia tensione.
Lui ricambia in un sorriso bellissimo e si avvicina, sistemandosi al mio fianco, con le nostre spalle che si sfiorano.
Mi volto verso di lui, trovando il suo volto a poca distanza dal mio. Vorrei poter portare una mia mano sul suo viso e accarezzarlo ma reprimo il mio gesto.
Eppure, mi rendo conto che sia proprio Franci a compiere un primo passo verso di me, lasciando che le sue dita lambiscano la mia guancia, muovendosi in modo carezzevole sulla mia pelle, senza mai perdere il contatto visivo con i miei occhi.
Mi viene da pensare che sia la prima volta che ci comportiamo così, in un silenzioso gioco di gesti e sguardi e mi piace tantissimo.
"Stasera sei proprio bellissima" mormora, dandomi poi un pizzicotto che mi fa aprire in un verso di lamento.
Lo spintono leggermente dedicandogli una risata leggera.
"Perché mi hai chiesto di uscire fuori?" indago, assottigliando lo sguardo.
Francesco si dondola sul posto, inforcando le mani nelle tasche dei jeans.
"Voglio darti il mio regalo" mi rivela in un'alzata di spalle.
Incontra ben presto la mia curiosità.
"Cos'è? Cos'è?" lo sprono a continuare, portandomi davanti a lui e battendo le mani, come se fossi ancora una bambina. Ma in verità io non ho mai smesso di esserlo.
Lui scuote la testa divertito, e allora mi mostra dalla tasca una scatolina argento.
Mi mordo le labbra trattenendo un gridolino di stupore ed eccitazione. 
Non appena la apre, mostrandomene il contenuto: una metà di cuore, mi rifugio nelle sue braccia, dimostrandogli la mia gioia davanti al suo gesto.
Lui ricambia, stringendomi a sé.
"È bellissima..." mormoro contro la sua spalla, inspirando il suo profumo.
Franci posa le mie mani sulle sue palle, facendo scintillare il suo polso davanti al mio viso, lì dove ciondola l'altra metà di cuore. Poi sfiorandomi il collo con le dita, mi aiuta a indossarla.
"Così che tu non possa mai dimenticare che tu sei la mia metà" mi confessa, abbassando lo sguardo un po' in imbarazzo.
Spalanco le labbra davanti a quella che sembra una dichiarazione a tutti gli effetti.
Il cuore se è possibile adesso batte ancora di più e non riesco proprio a fermarlo.
"Franci..."
"Tu mi piaci, Lucia. Mi piaci probabilmente da quando eravamo all'ospedale ed eravamo ancora troppo piccoli per dimostrarcelo. Ma mi piaci, è così, non posso farne a meno. Ho trovato il coraggio di dirtelo solo adesso, e per tutto questo tempo che ti sono stata accanto, in silenzio, ho sempre sperato che per te potesse essere lo stesso" mi confida, stringendo le mie mani tra le sue.
Mi porto una mano al cuore, stupita dalla sua confessione, con il respiro che mi si mozza in gola per l'emozione.
"Franci..."mormoro,non riuscendo a trovare parole giuste.
Lui mi scruta con preoccupazione, sporgendosi verso di me. "Cosa c'è, Luci? Qualcosa non va? Non ti senti bene?"
Gli sorrido. "No, è solo il mio cuore che..."
Francesco sbarra gli occhi con terrore, lambendo il mio viso tra le sue mani.
"Il tuo cuore non va bene? Chiamo subito tuo padre!"
Gli accarezzo una mano, sulla mia guancia, commuovendomi per la sua premura.
"Il mio cuore batte così forte perché" porto le sue dita a posarsi sul mio petto, a mostrargli cosa si stia scatenando dentro di me e lui sorride sentendolo battere. "Perché anche per me è lo stesso. Anche io provo lo stesso per te, Franci, e io davvero aspettavo tanto che tu me lo dicessi..."
Lui non mi lascia finire che mi abbraccia, stringendomi a sé talmente forte che mi è quasi difficile respirare ma non posso fare a meno di ridere spensierata e leggera e lui si unisce presto a me.
Poi appoggia le sue mani sulle mie spalle, e quando il mio sguardo incrocia di nuovo il suo, mi rendo conto che il sorriso dolce che mi riservi sia il più bello che abbia mia visto.
Avverto le farfalle muoversi nel mio stomaco, e quando mi rendo conto che stia avvicinando il suo viso al mio, il respiro mi si mozza in gola.
Sta per succedere davvero? Sto per dare seriamente il mio primo bacio?
Oh.Mio.Dio.

Mi rendo conto presto però che le mie supposizioni si riveleranno vane nel momento in cui il suo naso sfiora il mio e Giorgia ci interrompe prima che lui possa solo pensare di fare combaciare le nostre labbra.
"Luci!" strepita con foga.
Io e Franci ci allontaniamo come se fossimo scottati, entrambi arrossendo davanti all'evidenza di essere stati colti in flagrante.
Così, quando mi volto verso la mia amica e mi rendo conto sia sulla soglia della portafinestra a fissarci con ansia, con il respiro affannoso, come se avesse corso, la invito a parlare con lo sguardo.
Lei deglutisce, riprendendo fiato, poi risponde.
"Tua madre, Luci, lei sta- sta per partorire"mi avverte.
Prima di riuscire a metabolizzare le sue parole, l'ho già scansata per tornare dentro.
Mi guardo intorno, muovendomi alla ricerca della mia mamma e quando rientro in salone la scorgo subito.
"Mamma!" la richiamo, allarmata e correndo verso la sua figura.
Lei si accorge presto di me e non appena mi volto mi accorgo che nonostante il dolore le deturpi il viso, mi stia sorridendo.
"Tesoro..."
Mamma si porta una mano alla pancia, sostenendola, ma quando abbasso lo sguardo mi accorgo che il suo vestito è bagnato. Deve aver rotto già le acque.
Papà si muove alla ricerca della sua borsa, affannato e agitato, come se fosse lui quello a dover partorire da un momento all'altro e attorno a lui si muovono le nonne, aiutandolo a gestire la situazione, perché lui preso dalla tensione per poco non si dimentica anche la testa.
Che tenero il mio papino.
"Mamma" ripeto, arrivandole di fianco e alzando una mano verso la sua pancia.
Lei mi accarezza una guancia, amorevole e lascia stringere la sua mano libera con la mia sul suo ventre. Mi rendo conto che la sua stretta sia forte e rassicurante.
"Va tutto bene, Luci. Tranquilla " mi conforta."Adesso papà mi porta in ospedale e presto potrai conoscere scricciolo. Ok?"
Le concedo un sorriso emozionato, annuendo e abbracciandola a me prima di lasciarla andare.
Lei si abbassa su di me per darmi un bacio tra i capelli e mi rendo conto che mentre intorno a noi si sia scatenato il panico, lei sembri la più serena di tutti.

Ma andrà tutto bene, mi dico. Scricciolo sta nascendo e io riceverò presto il mio miglior regalo di compleanno.

***

Sono arrivata in ospedale con zia Sabrina e zio Marco. I miei nonni sono già qui, insieme a tutti gli amici di mamma e papà. Quando li scorgo in sala d'attesa mi viene da pensare che siamo davvero tanti e siamo tutti qui per accogliere il piccolo di casa.
Francesco si è offerto di accompagnarmi e mi ha tenuto la mano per tutta la durata del viaggio. Sono proprio fortunata.
Quando raggiungiamo gli altri, stretti e accomunati da una trepidante attesa, il pianto di un bambino mi arriva inconfondibile, facendomi battere il cuore dall'emozione. Scricciolo è nato. Il mio scricciolo è venuto al mondo.

Mentre la mia famiglia si stringe colta dell'allegria e l'emozione io cerco Franci tra gli altri.

Lui deve interpretare il mio sguardo come un invito ad avvicinarsi ed è quello che fa, mentre io gli tendo le mie mani.
"Tanti auguri, sorellina maggiore" mi sussurra, a un passo dalle labbra.
Questa volta non voglio farmi scappare l'occasione di rubargli un bacio ed è quello che faccio, sporgendomi verso la sua bocca per posarci su la mia, in modo delicato. Socchiudo gli occhi, con il cuore in tumulto e mi rendo conto che anche Francesco faccia lo stesso. Mi alzo sulle punte per essergli più vicina, e boom, non pensavo avrei mai dato il mio primo bacio, oggi, in un ospedale, mentre di lì la mia mamma ha appena partorito, ma è la sensazione migliore che potessi provare. E se è questo il sapore dell' amore è il più dolce che abbia mai assaggiato.
Lui sorride sulle mie labbra, carezzandomi il viso.
"Devi andare" mi avverte, anche se mi accorgo non mi voglia lasciare sul serio.
Ma io penso sia giusto così, avremo modo di dedicarci tutto il tempo che vogliamo, ma adesso scricciolo ha la priorità.

Mamma viene riportata presto in stanza e tutti convengono che debba essere io la prima a entrare.
Mi sento fremere dalla fibrillazione, mentre mi chiedo come stia, a chi assomigli, sperando che possa avere un tratto in comune con me. Adesso però tutti i miei sogni più reconditi, troveranno fondamenta e allora a passo esitante ma emozionato mi faccio spazio nella stanza.
Mamma e papà sono uno accanto all'altro, stretti in un abbraccio da cui trasuda tutto l'amore e l'istinto di protezione verso il piccolo tra le loro braccia.
La mia mamma ha lo sguardo stravolto e stanco con la fronte di imperlata di sudore eppure io la trovo ancora più bella del solito. Babbo è completamente assorto dal fagottino tra di loro.
Mia madre si accorge presto di me. Il suo sguardo mi incatena al suolo. "Luci, tesoro, vieni qui"pronuncia, a bassa voce, vedendomi sulla soglia della porta e io non me lo faccio ripetere due volte.
Scricciolo è una femminuccia ed è davvero bellissima con i suoi occhi grandi e i tratti scuri. Mi viene da pensare che sia uguale a mamma e io mi riscopro a essere subito innamorata di lei.
Non posso fare a meno di lasciarmi andare alle lacrime, ancora incredula e frastornata, mentre le accarezzo il viso, delineandone la forma del naso. Lei sporgendo le sue manine verso di me, mi sorride.
"È, è bellissima" mormoro, con la voce che fa fatica a uscire, ma non trovo altre parole per esprimere quanto io sia contenta.
Mamma e papà mi stringono a loro, facendomi sistemare tra il corpo di babbo e della piccola.
Poi mamma si abbassa su di lei, stringendosela al petto.
"Hai visto, Aurora? È arrivata la tua sorellona, Lucia".

Aurora, modulo il suo nome sulla punta della lingua e lo trovo assolutamente dolce. Aurora significa splendente, osservandola a fondo credo che la rappresenti proprio. Questa piccolina è arrivata a inondare la nostra famiglia, donandole la gioia dell'attesa ma anche l'emozione della nascita, e adesso che fa parte della nostra vita la renderà ancora più piena e luminosa.

"Sai, Auri" le sussurro, abbassandomi su di lei, e lasciando che stringa la sua mano con la mia, "sei il mio regalo più bello".

Mamma non trattiene la commozione e nemmeno papà può, ma non potrebbe essere altrimenti. Questo momento così sentito è unico e solo nostro, e non potremmo esserne più felici.

La nostra storia, per adesso, finisce qui, ma non è assolutamente un addio. E quando vi mancheremo e la nostra assenza sarà troppo pesante da sopportare, non dovrete far altro che pensarci e ritrovarci, lì, infondo al cuore, in un posto recondito di cui noi faremmo sempre parte.

ANGOLO AUTRICE:

Ma ciaooo! Come state? È da un po' che non ci sentiamo e non avrei mai pensato di scrivervi in un momento così difficile per la nostra bella Italia. La situazione che stiamo vivendo non è per niente facile, considerando anche che ci è sconosciuto sapere quando finirà, e così, per allietare la vostra quarantena, mi sono rimessa all'opera ed eccoci qui: questa volta metto davvero la parola fine, dopo 4 anni e mezzo alla mia storia. PIANGOOOO :(

In questi giorni, ritornare a scrivere mi ha aiutato a superare i momenti di sconforto e accettare con una consapevolezza diversa il momento del saluto. Ma d'altronde la scrittura può essere terapeutica.

Vi avevo detto che per l'epilogo stavo pensando a qualcosa di particolare, ma vi aspettavate mai che fosse Lucia, ormai più grande, a raccontarci il seguito della storia? Ebbene sì, è stato proprio così e credo che non potesse essere altrimenti. Sono passati gli anni e tante cose sono cambiate, ma l'amore che la lega ad Anita e Luca non è mai mutato, semmai si è raddoppiato. E adesso che con loro c'è anche la piccolina Aurora non farà altro che moltiplicarsi. È stato bello scrivere e immedesimarmi nel personaggio di Lucia, perché lei, dopo Anita, è il carattere di cui ho amato parlare di più in tutti questi anni. Ho voluto che la conosceste ancora più a fondo, più matura e consapevole, ma con i sogni e le aspirazioni di un'adolescente, con la sua cotta per Francesco che non è mai passata e si è alla fine concretizzata. 
E ho adorato descrivere della sua festa a sorpresa perché è stato come riprendere da dove li avevamo lasciati nell'ultimo capitolo.
Adesso, Luca, Anita, Lucia e Aurora sono insieme e non potrebbero essere più felici. Non hanno più niente da raccontarvi, per il momento, anche se non escludo potrei tornare a parlarne in un domani, ma chissà, intanto adesso sono pronti a salutarvi come lo sono anche io.
Ma come la stessa Lucia ha detto, quando vi mancheranno tanto, non dovrete fare alto che scorgerli infondo al vostro cuore, in un posto recondito che sarà sempre occupato da loro.
E io stessa, con le lacrime che non riesco a nascondere, farò lo stesso, eternamente legata a questi personaggi che mi hanno dato e  insegnato tanto e mi auguro sia lo stesso per voi.
Ma adesso, passiamo ai ringraziamenti, sperando di non dimenticare nulla e nessuno.
Grazie a chi ha letto questa storia, l'ha amata e seguita fino all'ultima parola. Grazie a chi si è perso per strada,  a chi ha lasciato perdere dopo poco, ai lettori silenziosi, e anche a chi mi ha criticata, perché mi ha insegnato a migliorarmi.
Grazie alle mie amate lettrici che custodisco infondo al mio cuore e che sono così tante da poterle citare, ma voi sapete benissimo a chi mi riferisco. Grazie per la pazienza nell'attendere gli aggiornamenti, per l'affetto e il vostro sentito sostegno. Vi voglio bene, girls, nessuna esclusa, il mio GRAZIE è tutto per voi.
Grazie alle persone che ho conosciuto grazie a questo sito e con cui è nata un'amicizia, Love00,  Cristina,  farfix e la luna nera che non si sono mai tirate nel porgermi il loro aiuto anche solo attraverso un messaggio o una parola.
Grazie a la luna nera, Emmastory e MusicHeart per essere arrivate fin qui ed essersi conquistate la carica di mie fedeli lettrici <3
Grazie ai miei personaggi, a tutti, nessuno escluso, quelli che ho amato e odiato, perché mi hanno migliorata e mi hanno dato la possibilità di rimettermi in gioco.
Grazie ai miei sostenitori vicini e lontani che mi hanno incoraggiato ad andare avanti.
Grazie a me stessa per la mia forza di volontà, e il coraggio di non essermi arresa davanti alle difficoltà, anche quando mi sembrava tutto così vano, raggiungendo il mio obiettivo: mettere la parola fine a questa storia di cui sono tanto orgogliosa.
Vorrei aggiungere tanto altro ancora, ma adesso le parole davvero mi mancano, ma sappiate che il mio GRAZIE è tutto per voi.

Se vi state chiedendo se ci sarà un dopo questa storia, la risposta è sì. Ho tante idee, da mettere a posto e insieme, così tante che mi toccherà dare ascolto a quella che più mi fa battere il cuore. E non escludo nemmeno uno spin-off in modo tale da non abbandonare completamente Anita&Co. Comunque, mi prenderò del tempo per revisionare la storia e smussare quegli angoli che hanno bisogno di essere rivisti per renderla al meglio e poterle dare un futuro, chissà, magari fuori da questa piattaforma e poi mi dedicherò a un nuovo progetto. Di sicuro non vi abbandonerò, tornerete presto a sentire parlare di me.
Ma intanto, permettetemi di dirvi ancora e per un'ultima volta GRAZIE.

Vi abbraccio forte, a risentirci in tempi migliori. Andrà tutto bene❤


  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: ineedofthem