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Autore: EleAB98    29/03/2020    3 recensioni
(SERIE 1*) Hollywood U è una delle università più prestigiose della California.
Jane McMiller, ragazza ambiziosa dotata di grande talento, ha un sogno: diventare un'affermata regista. C'è solamente un ostacolo che s’interpone tra lei e il suo sogno. Thomas Hunt, infatti, il professore più in gamba dell'università, non le darà certo vita facile.
E come se non bastasse, la giovane ragazza si ritroverà, ancora una volta, a scegliere tra l'amore e la carriera.
Due mondi apparentemente inconciliabili, uniti da un filo sottile. Due mondi destinati a scontrarsi con la forza più misteriosa e allo stesso tempo più potente. La forza dell'amore.
Di un amore proibito che li sconvolgerà totalmente...
NOTA: Sono presenti delle citazioni tratte dal romanzo Orgoglio e Pregiudizio di Jane Austen.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime, Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'Alunna e Il Professore'
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Tornata nel suo dormitorio, pareva proprio che Jane avesse davvero molto su cui meditare. Addison aveva pienamente ragione: seguire Hunt per scoprire chissà quale segreto si sarebbe rivelata una scelta rischiosa ma, soprattutto, terribilmente sbagliata. Un’idea a dir poco folle che avrebbe messo senza dubbio a repentaglio la sua permanenza alla Hollywood U. Sulla prima, Jane non aveva affatto pensato alle inevitabili conseguenze che sarebbero potute scaturire dalla sua impulsività, a causa della quale avrebbe potuto garantirsi un’immediata espulsione.

Inoltre, non avrebbe mai potuto perdonarsi se avesse messo nei guai anche i suoi carissimi amici. Ripensando nuovamente alla conversazione tra Hunt e Wilson, però, la ragazza non poteva non essere meravigliata riguardo al fatto che il suo insegnante l’avesse in qualche modo difesa dalle grinfie di quel soggetto, nel momento in cui quest’ultimo aveva cercato di ricavare da lui delle informazioni sul suo conto. I suoi sospetti, comunque, si erano rivelati più che fondati: tra lui e il signor Wilson vi era molto di più che delle semplici divergenze caratteriali o di pensiero. Tra i due era accaduto qualcosa di losco in passato, un qualcosa di cui Hunt non voleva assolutamente parlare.

Ancora una volta, Jane ebbe serie difficoltà nel comprendere il comportamento del suo professore. La sua ambiguità si riversava nelle sue azioni e nel suo modo di relazionarsi con Wilson, ma non solo. In effetti, come diamine era riuscito a mantenere il contegno e ad agire in maniera così professionale con quel tale, che per giunta gli aveva pesantemente lanciato quelle forti intimidazioni?

Al suo posto, Jane non avrebbe retto il confronto. La sua inesperienza l’avrebbe sicuramente portata a commettere degli errori di cui forse si sarebbe pentita per il resto della vita. In effetti, lei avrebbe visto se stessa rispondere a Wilson in un modo del tutto inappropriato, contrariamente a Thomas, sempre nel pieno possesso delle sue facoltà mentali. In ogni caso, non era affar suo. Doveva mettersi il cuore in pace e togliersi quel pensiero dalla testa, fingendo di non aver ascoltato nulla di quella conversazione.

Già, come se fosse facile.

Ciò che la sua mente le diceva, anzi urlava, non corrispondeva affatto all’intimo pensiero del suo cuore, che aveva inutilmente tentato di tradurre quelle parole in sentimenti di indifferenza e distacco. In quegli strani sentimenti che lei riusciva solo in  parte a spiegare. Sembrava si trovasse di fronte a un enigma, un mistero apparentemente irrisolvibile.

E poi c’era Addison. Sicuramente, anche lei le stava nascondendo qualcosa. Lo aveva visto dal suo sguardo sfuggente come non mai, nonché dalle sue elusive parole. Per quale assurdo motivo non si era confidata con lei? Non erano forse migliori amiche?

Al diavolo! Esclamò all’improvviso Jane, stanca di dover sempre giustificare i comportamenti altrui cercando di interpretarli, perlomeno alla sua maniera.
Avrebbe scoperto tutto a tempo debito. Se lei avesse voluto parlarle, glielo avrebbe certamente fatto sapere.

Esausta da quei continui interrogativi, la ragazza si sedette sulla scrivania: era giunto il momento di rimboccarsi le maniche facendo un qualcosa di produttivo.

Prese il libro di “Cinematografia e Arti Visive” per le mani e lo sfogliò per qualche minuto. In qualche modo, doveva calmare la sua crisi di nervi, altrimenti avrebbe senz’altro dimenticato i suoi reali doveri di studentessa.

Pagina 35, paragrafo 3, sezione 5.

Aveva finalmente trovato ciò che cercava.

A ogni singola rilettura di quel meraviglioso paragrafo, sembrava che la giovane fosse in grado di cogliere, nel discorso centrale dello stesso, un significato diverso.
Un significato che racchiudeva la sua passione per le inquadrature, per le loro modalità di utilizzo e poi… per quella bellissima videocamera che custodiva gelosamente nel suo cassetto.

Colta da un impeto di profonda nostalgia, lo aprì: la lucentezza dello strumento si rivelò essere estremamente perfetta e il suo aspetto estetico era esattamente lo stesso di quando suo padre gliel'aveva regalata, il giorno del suo diciottesimo compleanno. Sembrava assurdo, ma Jane non aveva ancora provato a utilizzare quel marchingegno: aspettava il momento giusto per farlo.

Ma quale sarebbe stato, il momento giusto?
Esisteva davvero un periodo propizio per fare qualcosa? Oppure bisognava approfittare di qualsiasi attimo come se fosse l’ultimo?
 

 
***

 
Quella sera, Priya si trovava ancora in ufficio, totalmente immersa nella lettura di alcune riviste di moda. Amava ritagliarsi del tempo per se stessa, di tanto in tanto.
E amava spesso perdersi nell'osservare alcune sue creazioni pubblicate in quei fascicoli di alta moda che trattavano delle nuovissime tendenze. D'altro canto, negli ultimi tempi la donna aveva recuperato un minimo di serenità e ciò lo doveva senz'altro a una persona che lei giudicava molto speciale: Jack Wilson.

Quell’uomo riusciva a sorprenderla a ogni singolo appuntamento. Non ne avevano avuti molti, in realtà, ma ogni singola volta che si incontravano, sembrava che le aspettative della donna venissero brillantemente superate.
Vi era soltanto una cosa che, però, non riusciva tuttora a spiegarsi: come mai Wilson non le aveva ancora dato un bacio? In fondo, i due mostravano una sintonia a dir poco perfetta e, dunque, suggellarla con un gesto simile significava entrare nel vivo di quella nuova frequentazione.

Magari era troppo presto, o magari vi era qualcosa di Wilson che ancora non conosceva. Sicuramente, da parte di entrambi vi era un certo grado di attrazione, cosa peraltro comprovata attraverso quel caldo abbraccio che Wilson aveva riservato a Priya nel momento in cui lei gli aveva parlato della sua precedente relazione con Thomas.

Ma vi era forse qualcos’altro con cui avrebbe dovuto fare i conti? L’insegnante non avrebbe certo voluto ritrovarsi di fronte a un “dejà-vu” e tornare a fidarsi di un uomo tutt’altro che sicuro dei propri propositi sentimentali. Insomma, questa volta la donna sperava che Wilson riuscisse a farla ricredere, infondendole di nuovo la speranza di conoscere l’amore vero, quello forte e deciso.
Quell’amore che, con suo grande dispiacere, non aveva ancora veramente vissuto.

“Sempre immersa nei tuoi pensieri, eh Priya? Stai pensando ancora a lui, non è vero?”

La donna alzò lo sguardo, ridestandosi da quello stato ipnotico.

“Come dici, Thomas? Oh sì... Si nota così tanto?”
“Diciamo che ti conosco abbastanza bene per poter asserire una cosa del genere. Comunque sono passato qui per ritirare dei vecchi archivi che dovrò consegnare al preside Cook domani mattina.”
“Prego, fai pure.”

Priya scrutò a fondo il professore: sembrava assente, anzi, stranamente silenzioso e distante. Non era affatto normale… Con lei aveva sempre qualcosa di cui parlare.

“Tutto bene, Thomas? Ti vedo strano.”

L’uomo le sorrise.

“È tutto a posto Priya. Sono solo un po’ stanco. Oggi, come tu ben sai, è venuto il signor Wilson per la sua ispezione.”
“Cavolo, me ne ero proprio dimenticata! Come è andata?”
“Tutto bene. A quanto pare, la mia classe non andrà incontro a nessun cambiamento. O almeno così sembra.”
“Ma è fantastico!”

Alla non risposta di Hunt, l’entusiasmo di Priya si spense e, in un attimo, cercò di comprendere cosa gli frullasse per la testa.

“Thomas, c’è forse qualcos’altro che ti preoccupa? Se è così, dovresti parlarmene.”

L’uomo sospirò.

“Sarò sincero con te. In verità, c’è qualcosa che mi turba. Sei tu, Priya... Sono preoccupato per te.”
“Non ce n'è motivo, Thomas. Adesso sono serena. Oppure c’è qualcosa che dovrei sapere?”

Il professore ci rifletté un attimo. Se avesse obbedito all’impulso, le avrebbe senz’altro raccontato ciò che era successo con il signor Wilson. Dopo un attimo di titubanza, però, decise di non farlo. Priya doveva comprendere che razza di uomo fosse senza il suo intervento. Hunt non amava infatti immischiarsi nelle questioni sentimentali. Poteva godere soltanto del diritto di esprimere la propria opinione al riguardo, ma non interferirne.

“Affatto, niente di importante è che... Ti vedo molto presa da quel tipo. Stai attenta, lo dico per il tuo bene.”

Priya si mostrò alquanto infastidita dalla sua affermazione, sebbene nel profondo pensasse che Hunt potesse avere ragione.

“Thomas, ti prego, non ricominciare con questo discorso... Ne abbiamo già discusso. So che con lui non hai avuto dei buoni rapporti in passato, ma non per questo devi screditarlo ai miei occhi.”
“Non lo sto facendo, infatti. Promettimi solo che terrai questi tuoi stessi occhi ben aperti.”
“Sta' tranquillo, te lo prometto... di nuovo.”
“Bene. Ci vediamo domani.”

Uscito dall’ufficio, l’uomo si convinse di aver fatto la cosa giusta. Insomma, era da tempo che non vedeva la sua ex fidanzata così serena: non poteva rovinarle di nuovo la sua felicità. Non ne aveva il diritto.
Chissà, magari era vero: forse Wilson poteva amarla come lui non aveva mai fatto.

Ma un uomo del genere poteva davvero provare dei sentimenti?

No, Thomas non era affatto convinto che quel tale potesse amare qualcuno senza ferirlo. Un brutto giorno, Priya avrebbe sofferto di nuovo. Sì, lui lo sapeva. Sapeva, oltre ogni ragionevole dubbio e con estrema certezza, che ciò sarebbe accaduto. E in quell'occasione, lui sarebbe stato ancora lì, pronto a supportarla, ad ascoltarla come non aveva mai fatto durante il periodo della loro relazione.
Glielo doveva, per il folle amore che lei aveva provato per nei suoi confronti.
Ma lo doveva anche a se stesso, per la profonda fedeltà che riservava a quei principi che avevano sempre contraddistinto la sua personalità riservata ma allo stesso tempo ferma e decisa nei suoi propositi.
                        
 
***

 
Nella sua stanza, Ethan non poté fare a meno di ripensare al pomeriggio trascorso con Addison. Era stato emozionante recarsi in quel bellissimo luogo con qualcuno, per la prima volta in vita sua. Viveva ormai da molto tempo a Hollywood e non era molto avvezzo alla compagnia. Pur essendo un tipo molto solare, infatti, apprezzava la solitudine e quegli spunti di riflessione che, di tanto in tanto, essa stessa gli proponeva.

Il silenzio rappresentava per lui un qualcosa di etereo, di inafferrabile, eppure, nel contempo, concretamente palpabile. E proprio in quel perfetto scenario intriso del silenzio di quel pomeriggio, egli aveva visto scorgere in Addison una personalità del tutto differente da quella che lei aveva palesemente mostrato nei suoi confronti il primo giorno in cui si erano conosciuti, o meglio, scontrati.

Ed eccolo di nuovo lì, nel suo dormitorio, intento a meditare sulla sua prossima mossa: avrebbe dovuto esporsi di nuovo per far comprendere alla ragazza le sue reali intenzioni? Insomma, Ethan non aveva molti amici, per cui il solo pensiero di poter approfondire la conoscenza con Addison e dunque instaurare con lei una sincera e profonda amicizia - o magari un altro tipo di rapporto -, gli riempiva il cuore di gioia.

Ma se per lei fosse stato solo un episodio?
Se la ragazza non avesse mai voluto considerarlo una persona di fiducia ma solamente un semplice conoscente?
Ammetteva a se stesso che ne sarebbe rimasto senz’altro molto dispiaciuto. I due avevano condiviso un bellissimo momento, in quel bosco.

Avrebbero mai potuto viverlo di nuovo?
   
 
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