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Autore: EleAB98    30/03/2020    5 recensioni
(SERIE 1*) Hollywood U è una delle università più prestigiose della California.
Jane McMiller, ragazza ambiziosa dotata di grande talento, ha un sogno: diventare un'affermata regista. C'è solamente un ostacolo che s’interpone tra lei e il suo sogno. Thomas Hunt, infatti, il professore più in gamba dell'università, non le darà certo vita facile.
E come se non bastasse, la giovane ragazza si ritroverà, ancora una volta, a scegliere tra l'amore e la carriera.
Due mondi apparentemente inconciliabili, uniti da un filo sottile. Due mondi destinati a scontrarsi con la forza più misteriosa e allo stesso tempo più potente. La forza dell'amore.
Di un amore proibito che li sconvolgerà totalmente...
NOTA: Sono presenti delle citazioni tratte dal romanzo Orgoglio e Pregiudizio di Jane Austen.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime, Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'Alunna e Il Professore'
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Quel gelido mattino di novembre, Thomas aveva appena terminato di sistemare i consueti appunti che di lì a poco avrebbe utilizzato per la sua prossima lezione, quando qualcuno bussò alla porta, interrompendo quel senso di imperturbabile quiete che poco prima avvolgeva il suo ufficio.

Un uomo sulla quarantina varcò la soglia. Incredibilmente, il professore non rimase affatto sorpreso da quell’improvviso 'ricevimento'. In fondo, c’era da aspettarsi che, un bel giorno, anche quell’uomo bizzarro gli sarebbe comparso nuovamente davanti.

“Disturbo, professor Hunt?”
“Affatto Malcom, entri pure.”
“La ringrazio.” rispose lui, mostrandogli un sorriso di circostanza.

“Dunque, signor Stone... A cosa devo questa sua visita?” domandò il regista, alquanto desideroso di andare dritto al punto dato che la presenza di quell’uomo non gli era affatto gradita.

Dal canto suo, Malcom ignorò la domanda, cercando di apparire il più accondiscendente possibile.

“Beh, a quanto pare ci è riuscito.”
“Mi scusi Stone, ma non credo di capire... A cosa si sta riferendo esattamente?”
“A nulla di particolare. Intendevo soltanto congratularmi con lei per l'ottimo lavoro svolto. Il signor Wilson non è certo un tipo che si accontenta facilmente.”

Thomas sorrise, lasciando trasparire un certo sarcasmo dal suo tono di voce.

“Questo lo so benissimo, non c'è alcun bisogno che lei me lo ricordi. In realtà, qualcosa mi dice che la sua non sia solamente una visita di cortesia. Mi sbaglio?”

Malcom cercò di mantenere intatte le apparenze, sebbene fosse stato smascherato ancor prima che potesse arrivare all’effettivo oggetto di discussione da lui programmato sin dall’inizio. Sapeva, comunque, che Hunt avrebbe senz’altro intuito le reali motivazioni che lo avevano spinto a presentarsi nel suo ufficio.

“Posso sedermi un momento?”
“Prego.”
“Effettivamente,” proseguì Stone “sono venuto qui anche per un'altra ragione. Prima, però, mi sento in dovere di rinnovarle ancora una volta i miei complimenti: le assicuro che sono sinceri. Ho sempre ammirato il suo modo di gestire con garbo e maestria determinate situazioni.”

“Beh, caro Malcom, anch’io non le nascondo che, nonostante non fossi inizialmente convinto delle sue capacità, sono stato costretto a ricredermi. Ma la prego, veniamo al dunque... come ben sa, ho davvero un sacco di lavoro da sbrigare.” gli ripeté Hunt, senza scomporsi.
“Certamente. Ecco, lei saprà meglio di me che verso la fine del mese di Marzo si terrà a Los Angeles il tanto agognato Festival di Cinematografia.”
“E allora?”
“Beh, come diretto supervisore di questa manifestazione, ci terrei davvero molto alla sua partecipazione.”

Hunt si mostrò alquanto perplesso.

“Posso chiederle il motivo di questa sua offerta?”
“Senta professor Hunt, avrei urgente bisogno di persone qualificate e registi dall'alto calibro che possano far in modo che questo evento ottenga il successo sperato. Insomma, cerco delle persone che rappresentino e mostrino con orgoglio ed estrema competenza le loro abilità nel campo della cinematografia. In sostanza, ho un disperato bisogno di lei.”

Thomas scosse la testa, sempre più incredulo.

“Aspetti un momento, temo di non aver capito... Lei mi sta forse ingaggiando come uno dei possibili candidati al nuovo Festival? A quanto ricordo, non si tratta soltanto di una semplice manifestazione.”
“Diciamo che lo scopo primario del Festival riguarderebbe la promozione di quei giovani talenti che aspirano a diventare futuri registi. Quanto al concorso esclusivo rivolto ai professionisti del settore come lei, lo stesso si terrà invece a partire dal tardo pomeriggio. Al vincitore sarà concesso il merito di presenziare al prossimo congresso dedicato ai registi e agli sceneggiatori che si terrà a Vienna, ma non solo...”

Hunt annuì, visibilmente colpito dalla bizzarra proposta di Malcom.

“Mi permetta un'altra domanda, signor Stone.”
“Certamente.”
“A questo Festival parteciperà anche il signor Wilson?”

La risposta dell'uomo suonò incerta, ma Thomas non si lasciò ingannare dalle apparenze. In fondo, lo conosceva bene.

“Beh, credo di sì... Sempre che trovi l'ispirazione giusta per creare un buon film.”
“Pensa forse che io abbia un film già in cantiere?” ribatté il regista, sempre più sospettoso.
“Può essere. A quanto ne so, lei ha sempre avuto delle idee brillanti.”

“Beh, in questo caso mi dispiace deluderla, ma è da un po' di tempo che non mi frullano delle buone idee per la testa riguardo un nuovo film.” rispose Hunt, cercando di spegnere una volta per tutte le sue speranze.

“Oh, mi dispiace... Ammetto che contavo su di lei. Comunque, manca ancora molto al...”

Thomas lo interruppe ancora una volta. Quella situazione non gli piaceva per niente: doveva esserci sicuramente sotto qualcosa.

“Un buon film non si prepara in poco tempo, signor Malcom. Esso è frutto di studi continui che possono durare dei mesi o, addirittura, numerosi anni.”
“Questo lo so. Eppure, qualche anno fa, non mi sembra che lei ci abbia messo poi così tanto per creare un film diventato un successo mondiale.” Insisté Malcom, regalandogli una fredda occhiata.

“Questo è vero. Ma i tempi erano ben diversi.”
“Se lo dice lei... Comunque, ci pensi bene. Potrebbe essere la sua occasione per tornare alla ribalta.” concluse lui, uscendo finalmente dal suo ufficio.
 

 
***

 
“Addison, ti ho appena detto che sono tremendamente occupata! Mi dispiace non poter venire con te, davvero. Ma il professor Hunt ci ha caricato di compiti questa settimana.”
“Cavolo, mi dispiace. Ma cosa diavolo è successo al tuo professore? Questa mattina l'ho incrociato per puro caso e sembrava sconvolto.”

“A noi non ha dato questa impressione, in realtà. Ha tenuto la sua lezione normalmente e poi ci ha detto che dopo il rientro dalle vacanze avremmo dovuto prepararci in vista delle esercitazioni pratiche che si terranno nei sotterranei dell'università.”
“Aspetta un momento... Hai detto sotterranei? Lo sapevo!” esclamò Addison, decisamente entusiasta.
“Sapevi cosa?”

“Ricordi cosa ti avevo detto il primo giorno che siamo entrate in università?”
“Addi, arriva al punto per favore!” sbottò Jane con impazienza.
“Ti avevo detto che la Hollywood U era senz'altro piena di nascondigli segreti!”

“Ok, avevi ragione... E allora?”
“Jane, stai bene? Ti è forse successo qualcosa?”
“Certo che no... Sono stanca, ecco tutto. Comunque parla, ti ascolto.”

La ragazza continuò il suo discorso decantando con enfasi le sue ragioni e raccontandole altri aneddoti che avevano caratterizzato la sua giornata, per poi tornare all'argomento che tanto aveva acceso il suo interesse.

“Allora, tralasciando il fatto che avevo ragione e tornando al discorso di prima, volevo dirti che il tuo professore si è comportato in modo davvero strano questa mattina.”
“E perché mai?”
“Jane, ragiona! Manca ancora un mese e mezzo alle vacanze natalizie. Per quale motivo Hunt vi avrebbe detto con così tanto anticipo di prepararvi alle esercitazioni pratiche del corso?”
Malgrado i suoi sforzi, Jane non riusciva proprio a capire cosa frullasse nella testa di Addison.
“Beh, per tenerci informati, no?” rispose infatti, non sapendo cos’altro dirle.
“Affatto. Non era in sé, te lo dico io.” insisté l’amica.

“Pensi dunque che il mio professore avesse la testa tra le nuvole?”
“Beh, mi sembra più che evidente.”
“In ogni caso, non è affar mio.”
“Senti senti... Non dirmi che adesso non ti importa più di scoprire il suo terribile segreto! Sei tornata in te, amica mia."
“Non scherzare, Addi. Quello che conta per me in questo momento è studiare. Nient'altro... Lasciamo i pettegolezzi a chi di dovere.”
“Hey, dicendo questo non ti sembra di offendere la tua migliore amica?”

La ragazza rise.

“Sai che non mi riferivo a te. Comunque, non capisco perché ti ostini a voler rimuginare sulla questione del professore. Lo hai detto tu che non dovevamo immischiarci nei suoi affari privati.”
“Lo so, ma lo sai bene che a proposito di tormentate questioni sentimentali non resisto e voglio sempre esporre il mio modestissimo punto di vista. E se per caso, in tutta questa storia c'entrasse Priya?”

Jane alzò un sopracciglio.

“Cosa te lo fa pensare?”
“Ora ti racconto... Mi trovavo all'università per consegnare il mio progetto, quando all'improvviso Priya è andata via in tutta fretta dicendo che aveva un appuntamento.”
“Non vorrai forse insinuare che lei e il mio professore si stiano frequentando di nascosto, no?”
“Non saprei... L'altro giorno li ho visti conversare piacevolmente in sala professori... Non si sa mai.”

Jane scosse la testa. In quel momento si sentiva davvero stanchissima e l'ultima cosa che voleva fare era spettegolare con la sua migliore amica. Aveva ben altro a cui pensare... Doveva immediatamente chiudere quella telefonata, prima che Addison potesse accorgersi del suo reale stato d'animo.

“In ogni caso, perché preoccuparsene? Se loro due sono felici, lo siamo anche noi, no? E adesso scusami, ma devo andare... Ho una tonnellata di pagine da studiare.”
“Certo Jane, non intendo trattenerti oltre. Buono studio!”

A conversazione conclusa, Addison cercò invano di analizzare la condotta di Jane. Non riusciva a spiegarsi perché la sua amica si fosse mostrata così evasiva... Quel suo tono di voce così stranamente pacato - nonché tinto di una certa rassegnazione che di lei non conosceva affatto – non gliela raccontava giusta.

Jane sembrava diversa.

Fin dall'inizio, infatti, Addison aveva avuto l'impressione che l’amica non intendesse trattenersi nel parlare con lei. No, non poteva trattarsi di una semplice sensazione. Era accaduto senz'altro qualcosa che Jane non aveva ancora il coraggio - o forse la voglia - di dirle.
Inutile dire quanto la ragazza provasse desiderio nell'aiutarla. Come poteva pretendere, però, che Jane si sarebbe presto confidata con lei?
In fondo, anche lei le aveva nascosto dell'incontro con Ethan, congiuntamente al fatto che grazie a lui era riuscita finalmente a terminare il suo lavoro.

Che cosa avrebbe mai potuto fare, dunque?

 
***

 
Verso il primo pomeriggio, Jane si decise ad aprire il suo quaderno di appunti, determinata nel voler dimenticare per un istante l'allarmante notizia che aveva ricevuto appena poche ore prima. Non aveva alcuna intenzione di distrarsi. Doveva invece provare a rialzarsi, mostrando tutta la forza che aveva dentro. Doveva farlo per quella persona che, più di tutti, occupava un posto importante nella sua vita.

Doveva farlo perché, ogni qualvolta osservava quella foto poggiata sul comodino della sua tavola, un'insolita ondata di positività e di ottimismo permeava ogni singola fibra del suo corpo e della sua mente, decisamente provata da quella triste - quanto sconcertante - notizia. Sistemati i suoi appunti, la ragazza cominciò dunque a ripetere ad alta voce l’argomento dell’ultima lezione per cercare di affievolire le sue preoccupazioni.

"Bene, iniziamo... La sceneggiatura di un film è un'operazione complessa che necessita di continui rimaneggiamenti, al fine di poter essere considerata tale. È altrettanto importante, nella fase di revisione, controllare che il soggetto designato come protagonista assoluto del suddetto film possegga tutte quelle caratteristiche che, in qualche modo, possono rappresentare l'uomo moderno riflettendo al meglio le sue aspirazioni, le sue follie e i suoi più ardenti - quanto spesso proibiti - desideri. I dialoghi che la compongono devono essere immediati, freschi, mai forzati."
 
Immaginate di trovarvi davanti allo specchio e di imitare un personaggio che ammirate, o qualunque altra persona. Dopo aver fatto un po' di pratica, cercate di redigere un breve scritto in cui descrivete la scena rappresentata, inserendo anche dei brevi dialoghi, o se preferite, dei soliloqui che decretino lo stato d'animo del protagonista coinvolto nella vostra analisi.
 
Questo era il prezioso consiglio che Hunt aveva elargito ai suoi studenti. Peccato che la giovane non si sentisse proprio in vena di provare, per lo meno in quel particolare momento. Se lo avesse fatto, avrebbe senz'altro imitato Julia Roberts, una delle sue attrici preferite... O magari chissà, persino il suo stesso professore... Sarebbe stato indubbiamente divertente, sebbene lei non lo ammirasse poi così profondamente, o almeno, questo era quello che credeva.

Lo scopo del gioco non era, infatti, imitare il personaggio da lei scelto nei modi, nella voce o nell'aspetto fisico, bensì captare realmente la personalità dello stesso in modo da sentirlo suo, proprio come solevano fare tutti gli attori.
Ecco, era questo ciò che il professor Hunt voleva dai suoi studenti. Desiderava che, almeno per un attimo, i discenti potessero incarnare dei consumati – quanto perfetti - attori, che scegliessero un personaggio da interpretare e ne comprendessero appieno gli ideali, i sogni, le frustrazioni e quelle piccole grandi speranze prospettategli dal futuro.
Tutto quel che Jane avrebbe voluto per se stessa era solo e soltanto continuare a credere in quel futuro che si prospettava ai suoi occhi tutt'altro che roseo.

Ci sarebbe mai riuscita, però?
Avrebbe davvero avuto la forza di affrontare ciò che al momento stava succedendo nella sua vita?
   
 
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