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Autore: EleAB98    30/03/2020    5 recensioni
(SERIE 1*) Hollywood U è una delle università più prestigiose della California.
Jane McMiller, ragazza ambiziosa dotata di grande talento, ha un sogno: diventare un'affermata regista. C'è solamente un ostacolo che s’interpone tra lei e il suo sogno. Thomas Hunt, infatti, il professore più in gamba dell'università, non le darà certo vita facile.
E come se non bastasse, la giovane ragazza si ritroverà, ancora una volta, a scegliere tra l'amore e la carriera.
Due mondi apparentemente inconciliabili, uniti da un filo sottile. Due mondi destinati a scontrarsi con la forza più misteriosa e allo stesso tempo più potente. La forza dell'amore.
Di un amore proibito che li sconvolgerà totalmente...
NOTA: Sono presenti delle citazioni tratte dal romanzo Orgoglio e Pregiudizio di Jane Austen.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime, Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
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- Questa storia fa parte della serie 'L'Alunna e Il Professore'
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“Buongiorno preside Cook, sono venuto qui per consegnarle i documenti che mi aveva chiesto.”
“Prego professor Hunt, si accomodi! E mi permetta di esprimerle le mie più sentite congratulazioni per la professionalità e la serietà con cui ha svolto il suo lavoro. Sa, in questo caso, il suo successo è anche il mio.”

Thomas strinse la mano dell’uomo e si sedette.

“La ringrazio molto, signor Cook. Non è stato facile per me tenere testa al signor Wilson, ma alla fine sono riuscito a mantenere il controllo della situazione.”
“E non potrei esserle più grato. Sa, ho sempre ammirato il suo modo di agire con estrema prontezza nelle situazioni difficili. Se l’università gode ancora del suo buon nome, lo dobbiamo senz’altro a lei.”
“Non esageri preside, ho soltanto fatto il mio dovere. E, comunque, se anche le cose non fossero andate come speravamo, avremmo senza dubbio trovato una soluzione.”

“Sicuramente. Il benessere degli studenti e dell’intera organizzazione viene prima di qualsiasi altra cosa. E adesso che lei ha assolto questo difficile compito, credo sia mio dovere ricompensarla.”

Hunt inarcò le sopracciglia.

Che cosa aveva in mente?

“Preside Cook, mi ascolti. Sa benissimo che io avrei volentieri rifiutato di occuparmi di questa mansione, se non fossi stato obbligato. Le assicuro, dunque, che non è affatto necessario che lei mi ricompensi.”
“Lo so, ma vorrei farle comunque una proposta.”
“Di che genere?”
“Una promozione...”
“Una... cosa?”
“Ha capito bene.” confermò Cook. “C’è un ottimo posto all’università di San Francisco che potrebbe...”

Hunt non gli lascio terminare la frase.

“Mi sta forse chiedendo di lasciare la Hollywood U? Ho capito bene?”
“Avanti, non ne sia così sorpreso. Sarebbe una grandissima opportunità per lei. Ci pensi bene: potrebbe tornare a lavorare come regista e produrre un altro film che potrebbe riscuotere un grande successo a livello mondiale.”

“Senta preside Cook, le assicuro che apprezzo molto la sua proposta, davvero. So che prova grande stima di me ed è esattamente per questo che vuole che io riprenda la mia carriera di regista. Ma temo di non poterlo fare... Vede, lei mi conosce. Non ho mai cercato la fama, né tantomeno quel successo di cui lei parla. Sento che qui ho una missione da compiere. La mia vita è in questo posto, e che lei ci creda o meno, non ho ancora trovato l’ispirazione giusta per elaborare il mio prossimo film.”

“Dunque, mi sta dicendo che non intende affatto cambiare vita, eh? Confesso che l’ammiro. In molti al suo posto non se lo sarebbero fatto ripetere due volte.”
“Lo so. Mi rincresce molto deludere le sue aspettative, ma devo pensare dapprima alle mie reali aspirazioni.”

Cook fece un cenno di assenso.

“Capisco. Comunque...” riprese poi, cambiando decisamente argomento “Per caso è a conoscenza del fatto che la professoressa Singh si è presa un congedo straordinario per la giornata di domani?”
“No, veramente non lo sapevo. Ed è davvero strano... Quale potrebbe essere il motivo?”
“Davvero non ne ha idea, caro professore?”

Dopo qualche secondo, Thomas intuì ciò cui il preside si stava indirettamente riferendo.

“Anche lei sa del signor Wilson e...”
“Esattamente. Sa, le voci corrono e i miei sospetti si sono rivelati fondati nel momento in cui li ho visti conversare insieme - per puro caso, s’intende - nella caffetteria della scuola.”

Hunt annuì, ma non riusciva ancora a capire le intenzioni del preside.

“In ogni caso,” disse infatti “per quale motivo dovremmo interessarci alla questione? Non capisco dove vuole arrivare.”
“Semplice. Vede caro Hunt, se non desidera lasciare la Hollywood U per causa sua...”
“Aspetti, un attimo. No, non è affatto per lei se non intendo lasciare l’università. Io e Priya abbiamo avuto finalmente modo di chiarirci totalmente e siamo rimasti in ottimi rapporti, ecco tutto. Siamo solo amici, nulla di più.”

Cook non sembrava affatto d’accordo con l’affermazione di Thomas: infatti, la sua espressione carica di disappunto confermava appieno questa ipotesi.

“Mi dispiace contraddirla, ma io non credo affatto all’amicizia tra uomo e donna. Stia attento a non interessarsi troppo alle sue questioni amorose.”
“Oppure?”
“Ma come, non ci arriva?”

Thomas rise. Quella conversazione tra i due stava diventando davvero bizzarra.

“Teme forse che Priya possa di nuovo sperare in un riavvicinamento tra me e lei? In questo caso, mi permetta di tranquillizzarla: il cuore di quella donna adesso appartiene a quel Wilson.”
“Se lo dice lei... Ne è per caso geloso?”
“Assolutamente no. Perché dovrei? Ma sa, da buon amico qual sono, non posso non interessarmi alla questione. Voglio che lei sia felice.”

A quell’affermazione, il preside non riuscì proprio a trattenere la sua ironia. Conosceva Hunt da molti anni, dunque poteva in qualche modo prendersi la libertà di conversare con lui sugli argomenti più disparati senza provare il minimo disagio.

“Hunt, Hunt, Hunt... Quando la smetterà di preoccuparsi degli altri e a pensare di più a se stesso?”
“Non si preoccupi, penso tutti i giorni a me stesso. Ma ancor di più alle persone a cui tengo, effettivamente. Comunque, Priya è perfettamente in grado di decidere della sua vita. Io le auguro il meglio e in ogni caso, ci sarò sempre per lei.”

“Questo le fa onore, professore. Confesso che l’ammiro perché con lei si può parlare di tutto e discutere con la dovuta calma sulle questioni più insidiose. Insomma, è un uomo da sposare.”

“Non mi prenda in giro, preside Cook.” rispose Hunt con ironia. “Ci conosciamo ormai da tempo, dovrebbe sapere come la penso a proposito di determinate situazioni.”
“Certamente. Come sapevo fin dall’inizio che non avrebbe accettato la mia proposta di lasciare la Hollywood U. Volevo soltanto conoscere le sue ragioni. Ma soprattutto, ho avuto ancora una volta prova della sua incrollabile fedeltà. Non che avessi bisogno di appurarla, s’intende. Ma è sempre bene tenersi ben strette le persone di cui ci si può fidare. E lei è senz’altro una di quelle.”

Hunt sorrise.

“La ringrazio della fiducia. Confesso che ero rimasto davvero interdetto dalla proposta che mi aveva fatto poco fa... Stentavo a riconoscerla.”
“Lo credo bene. Ma stia tranquillo, non ho alcuna intenzione di liberarmi di lei, come non è mia intenzione tarparle le ali nel caso in cui decidesse di andarsene.”

“E questo lo apprezzo. Comunque, riguardo a Wilson, sono ben lieto di annunciarle che non lo vedremo più per un bel po’ di tempo. A quanto ne so, quell’uomo ha in mente dei progetti decisamente più ambiziosi.”
“Già.. e tra quei progetti alberga di sicuro quello di conquistare la Singh.”

“Insiste ulteriormente sulla questione, eh?”
“Voglio soltanto conoscere il suo punto di vista.”

Thomas scosse la testa.

“Non riesce proprio ad accettare il fatto che io non provi alcuna gelosia per Priya, signor preside?”
“Esatto. Provo spesso a mettermi nei suoi panni e davvero non so come possa restarsene così calmo. Io non so cosa avrei fatto se la mia ex ragazza si fosse messa insieme al mio vecchio amico...”
“Aspetti un attimo, Wilson non è mai stato un mio amico. In realtà eravamo colleghi di lavoro, molti anni fa. Cosa sa esattamente?”

Il preside Cook uscì allo scoperto. Era forse quella la faccenda della quale voleva davvero discutere?

“Non molto. So soltanto che i vostri rapporti non sono stati dei migliori.”
“Benissimo. Le basti sapere questo.”
“Non si fida di me?” replicò l’uomo, in parte offeso dalla sua risposta stringata.
“Non è questo. Credo solo che la nostra discussione stia vertendo su degli argomenti che non sono di alcun interesse per la nostra università. Non sarebbe meglio concentrarsi sul nostro lavoro?”

Cook non replicò.

“Come al solito, lei ha ragione. Ma come ben sa, alle volte ho bisogno di conversare di argomenti leggeri senza temere giudizi da parte di persone sconosciute. E in lei confido sempre nel segreto professionale.”
“Come io confido nel suo.”
“A ogni modo, volevo solamente festeggiare il fatto che lei sia riuscito a ‘sconfiggere’ il signor Wilson ponendo in qualche modo fine alla sua tirannia... Almeno per ora. Le sue minacce non sono affatto di buon auspicio per l’ateneo.”

“Mi sta forse dicendo che Wilson l’ha minacciata?”
“Beh, non direttamente, in realtà. Ma nella mail che mi ha mandato vi era un sottile messaggio di..." Il preside s'interruppe. "Comunque, non mi sembra affatto stupito della questione.”

“Questo perché conosco il signor Wilson meglio di chiunque altro... È fatto così e noi non possiamo fare altro che accettare il suo caratteraccio... Anche se ciò non significa necessariamente condividere i suoi atteggiamenti così poco signorili.”
“Ha perfettamente ragione... Ma adesso mi dica un po' come avrebbe intenzione di organizzare le lezioni successive inerenti il suo corso.”

“Avrei pensato di organizzare le esercitazioni pratiche del mio corso al rientro delle vacanze di Natale. Cosa ne pensa?”
“Mi pare un’ottima idea. Nel frattempo lei avrà già fornito le giuste competenze agli studenti, quindi questi ultimi saranno in grado di applicarle nella maniera adeguata.”

Hunt dissentì.

“Su questo non ne sarei così sicuro. Le difficoltà non mancheranno di certo ma, ovviamente, attraverso la pratica e delle nozioni teoriche non sarà difficile far apprendere loro le tecniche afferenti alla cinematografia. Ci vorrà del tempo, però.”
“Conto su di lei, professore. Si ricordi che, entro la fine dell’anno accademico, i ragazzi dovranno realizzare una piccola sceneggiatura correlata a un breve spezzone di una loro personalissima idea riguardo al film. E ovviamente spetterà a lei giudicare il loro lavoro.”

“Certamente. Adesso però non mi sembra il caso di intimorire gli studenti raccontando loro tutti i dettagli inerenti la mia valutazione. Ciò che conta di più è l’impegno di ciascuno, dato che non sempre il giudizio di un esame corrisponde all’effettivo grado di preparazione degli studenti.”

In quel momento, il telefono di Hunt vibrò.

“Mi scusi un attimo.”

“Prego, faccia pure.”
Thomas lesse velocemente il messaggio comparso sul display:

“Allora, ci vediamo stasera?”

Con aria indifferente, l’uomo lo ripose nella tasca.

“Qualcosa non va, professor Hunt?”
“Affatto. Non è niente di importante. Dove eravamo rimasti?”

 
***

 
Verso le ventuno, Thomas si preparò in vista dell’appuntamento con Barbara Reeves, l’attrice che aveva collaborato con lui sul set del suo ultimo film, uscito nelle sale appena qualche mese fa.
Hunt si domandò spesso, nell’arco di quella giornata, quale potesse mai essere il motivo di quell’incontro, ma non gli sembrò il caso di apparire scortese e dunque rifiutare la proposta della donna. In fondo, si trattava solamente di una normale uscita tra due persone che si conoscevano già e che avrebbero quindi avuto dei validi argomenti di cui discutere.
 
Thomas accostò la macchina e raggiunse la piazza del centro. Ecco che, dopo qualche istante, riconobbe la donna intenta ad attraversare la strada. Indossava un bellissimo vestito color rosso fuoco che risaltava al meglio le sue forme. I suoi capelli mossi, di un biondo intenso, le ricadevano parzialmente sulla scollatura del suo vestito.
Il suo sorriso sfavillante lasciava intendere quanto le facesse piacere rivedere nuovamente Thomas, nonché quanto fosse emozionata nell’andargli incontro.

“Buonasera Barbara, come stai? Dobbiamo per caso prendere parte alla première di un film?” scherzò Hunt.

La donna sorrise, compiaciuta dalla sua accoglienza.

“È il tuo modo per dirmi quanto sono elegante?”
“In un certo senso sì... Sarebbe da ipocriti non ammettere quanto tu lo sia. Ma a cosa devo tutto questo riguardo nella scelta di questo bellissimo vestito?”

La donna arrossì leggermente.

“In verità, non volevo sfigurare. Insomma, non capita tutti i giorni di aggirarsi per la città di Beverly Hills in compagnia di uno dei registi più affascinanti di Hollywood.”
“Ti ringrazio, ma non esagerare. Sono solamente un regista che ama il suo lavoro.”


“E ama farlo bene. Un perfezionista come te sa certo cosa vuol dire spendere energie e tempo libero per poter dare libero sfogo alla sua passione e, al contempo, esprimerla al meglio.”

Hunt rimase interdetto dalle affermazioni della donna.


“Cara Barbara, sono alquanto lusingato dalle tue parole. Ma permettimi di dirti che anche gli attori debbono fare la loro parte. E tu sei stata indubbiamente un elemento prezioso per la riuscita del film cui ho lavorato.”
“Oh, ti ringrazio! Non mi aspettavo che mi dicessi queste parole.”
“Come io non mi aspettavo che tu mi elargissi tutti questi apprezzamenti. Sai, so riconoscere il talento quando lo vedo. E tu sei una grande attrice, questo non posso negarlo. Ma veniamo al dunque... Per quale motivo mi hai chiesto di vederci? Posso esserti d’aiuto in qualche modo?”
Barbara sorrise.
“Non ti sembra di correre un po’ troppo? Forse dovremmo andare a cena e discuterne con calma, non ti pare?”

Hunt scosse la testa. Quella donna aveva sempre la battuta pronta.

“Sai che ti dico?”
“Cosa?”
“Dico che mi pare un’ottima idea. Conosco un piccolo ristorante qui nei pressi del centro che potrebbe fare al caso nostro.”
“Perfetto, mi fido del tuo buon gusto.”

Dopo qualche minuto, i due raggiunsero il ristorante. Era piccolo ma decisamente accogliente.

“Che cosa vuoi ordinare?” domandò Hunt, in procinto di sedersi non appena ebbe fatto accomodare Barbara.
“Ti ringrazio. Non saprei... c’è l’imbarazzo della scelta.”
“Hai ragione. Ma scegli pure quello che più ti ispira in questo momento.”
“Mmm... Sicuramente, l’averti vicino è senz’altro fonte di continua ispirazione.

Hunt incrociò di sfuggita lo sguardo della donna: non sembrava affatto imbarazzata da quanto aveva appena detto.

“Bene” rispose Hunt tossicchiando, cambiando discorso. “Hai fatto la tua scelta?”
“Sì... Ho deciso di prendere dei ravioli al pesto e una scaloppa ai funghi.”
“Ottimo. Pensa che avevo in mente di prendere le stesse cose.”

“Wow, sono anche in grado di leggerti nel pensiero adesso... Non sapevo di avere questo potere.”
A entrambi sfuggì una risata e poco dopo arrivò il cameriere, pronto a prendere le ordinazioni. Non appena l’uomo si allontanò, i due entrarono nel vivo della conversazione.

“Allora, torniamo alle cose serie. Come va con il lavoro, Thomas?”
“Tutto come al solito. Trascorro le serate pensando ai miei futuri progetti, correggendo le verifiche dei miei studenti e preparando le lezioni del giorno dopo. Insomma, sono solo un professore e come tutti un comune mortale che spera incessantemente di fare bene il suo dovere senza correre il rischio di cadere in delle trappole mortale.”

“Non devi sminuire il tuo operato. Comunque, adoro la tua ironia. Vorrei essere anche io così.”
“Non mi sembra che tu non lo sia, anzi.”
“Beh, diciamo che ci provo.”
“Parlami di te... Il tuo lavoro?”

“Ci sono delle novità, in effetti. Ultimamente ho superato un provino per una parte di rilievo e ne sono molto felice.”

“Ma?”
“Nessun ma... Cosa ti fa pensare che ci sia?”
“Scusami, avevo l’impressione che ci fosse qualcos’altro di cui magari volevi parlarmi.”
“No, Thomas. Volevo solamente trascorrere una serata diversa con te. Tu no?”

Thomas tentò di nascondere il suo imbarazzo cercando, nel contempo, di modificare l’oggetto di quella scomoda conversazione.

“Beh... sì... Fa sempre piacere rivedere un’amica. Comunque, una donna affascinante come te avrà sicuramente ben altro per la testa, oltre al lavoro.”
“Intendi dire se ho trovato l’anima gemella? Beh no, non è successo purtroppo.”
“Allora avevo ragione sul fatto che seguisse un ‘ma’ alle tue affermazioni di poco fa.”

In quell’istante, Barbara guardò l’uomo e non riuscì a trattenersi dal ridere. Thomas era fatto così: amava molto scherzare, sebbene sembrasse una persona dal carattere apparentemente serio e autoritario.

“Insomma, a quanto pare mi hai incastrata.”

“Scusami, non volevo sembrare superficiale.” rispose Thomas con un pizzico di serietà nel suo tono di voce.
“Non lo sei affatto, anzi. Sei una persona estremamente intelligente che riesce a comprendere le persone anche solo con uno sguardo. Ti faccio i miei complimenti.”
“Anni e anni di pratica analizzando i comportamenti degli studenti. Nulla di più.”

“Già, si vede che hai molta esperienza in materia. Comunque, tornando al discorso di prima, mi spiace molto dover dire che, nonostante io abbia ottenuto tanti riconoscimenti a livello professionale, c’è una cosa che mi manca... E questa cosa è proprio l’amore. L’amore per una persona con la quale condividere tali successi.”

“Credi sia estremamente necessario condividere le tue passioni con qualcuno? Sai, alle volte può essere meglio contare sulle proprie forze piuttosto che credere nella buona fede di un’altra persona. Comunque, in parte ti capisco. Sicuramente la componente amorosa rappresenta una parte importante per la vita di ciascuno di noi, così come lo sono anche l’indipendenza e la libertà.”
“Hai pienamente ragione. Ma provare dei sentimenti per qualcuno deve essere altrettanto emozionante.”
“Come deve esserlo realizzare i nostri sogni. Non dubito che arriverà anche il momento in cui tu potrai finalmente aprire il tuo cuore a qualcuno.”

A seguito di quelle considerazioni, un velo di sentita malinconia si delineò sul volto della donna.

“Senti, ti va di andare a fare una passeggiata?”

Hunt accolse di buon grado il suo suggerimento, non accorgendosi immediatamente del fatto che Barbara glielo avesse chiesto con un filo di voce, quasi a designare il suo improvviso turbamento.
Non appena furono usciti dal ristorante, però, Thomas non impiegò molto tempo a notare un repentino cambiamento di attitudine nella donna. Sembrava stranamente silenziosa, nonostante Hunt la incalzasse a parlare di sé, dei suoi sogni e delle sue speranze e la ascoltasse con vivo interesse.

“Barbara è tutto a posto? Ho forse detto qualcosa di sbagliato?”
“No, non è questo.”
“Allora cosa c’è? Ci conosciamo da un po’, quindi se vuoi puoi dirmi cosa ti succede.”
“Sediamoci là, su quella panchina... Ti dispiace?”
“Assolutamente. Andiamo.”

Raggiunta la meta, Barbara cominciò a parlare.

“Ecco... Immagino che ancora ti stia chiedendo il motivo per il quale io ti abbia invitato fuori a cena questa sera. La verità è una sola... Mi piacerebbe molto che io e te... Sì insomma... Vorrei che tu e io ci conoscessimo meglio.”

Sul momento, Hunt non seppe cosa rispondere: non avrebbe voluto ferire i sentimenti della donna. Grazie all’esperienza, però, aveva imparato a essere franco e diretto, soprattutto riguardo questioni di natura sentimentale.

“Ascoltami, Barbara... Apprezzo molto il fatto che tu mi abbia reso partecipe delle tue reali intenzioni...”
“Ma?”
“Non sono dell’umore adatto per queste cose. È da moltissimo tempo che non apro il mio cuore a conoscenze di questo tipo e preferisco che le cose rimangano in questo modo.”

Barbara cercò di insistere.

“Ne sei sicuro? Avresti l’occasione giusta per cambiare la tua opinione. Ti ho visto sul set: sei un uomo estremamente dedito al tuo lavoro, concentrato e metodico a livello professionale. Ma io so che c’è dell’altro dietro. Tu non sei solamente uno dei registi più famosi di Hollywood. Tu sei, prima di tutto, una persona normale. Una persona che, come tutti, ha il diritto di lasciarsi andare ai sentimenti.”

Thomas regalò alla donna un sorriso genuino.

“Sai, ammetto di essere piacevolmente colpito dalle tue parole: non dubito affatto della loro sincerità. Ma malgrado tutto, non me la sento. Sei una bellissima donna e sicuramente una gran bella persona, ma preferisco concentrarmi sui miei progetti professionali ed essere fedele a quello che ormai rappresenta il mio stile di vita.”
“Dunque preferisci restare da solo, ho capito bene?”
“Sì, esatto. Non sono disposto a costruire una conoscenza di tipo amoroso perché non rientra nei miei canoni. Fidati, è giusto così. Non voglio illuderti né tantomeno forzare me stesso a fare ciò che non sento davvero, capisci?”

Dopo quelle parole, Barbara si apprestò a salutare Thomas, cercando di nascondere la sua delusione.

“Spero tanto che un giorno tu possa cambiare idea.”

“Mi dispiace. Comunque, sono stato molto bene con te.”
“Anch’io, Thomas. Buona fortuna per i tuoi prossimi progetti.”
“Ti auguro lo stesso... E mi raccomando, tieni duro. Una donna affascinante come te non resterà certamente sola troppo a lungo.”

Barbara scosse la testa. Ancora una volta, l’affermazione di Hunt era riuscita a strapparle un sorriso.

“Sempre troppo gentile. Comunque, spero che il nostro non sia un addio, ma un semplice arrivederci.”
“Beh, chissà che non avremo modo di rincontrarci sul tappeto rosso non appena avrò elaborato un nuovo soggetto per il mio prossimo film. Stammi bene, Barbara.”
“Anche tu, Thomas.”
E fu così che Barbara scomparve rapidamente nella notte lasciando il posto alla totale oscurità, poco prima parzialmente illuminata da quel magnifico vestito rosso che la donna aveva indossato per l’occasione.
   
 
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