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Autore: myyouthisyourss    31/03/2020    1 recensioni
Hermione e Draco.
Grifondoro e Serpeverde.
Due anime diverse, due occhi diversi.
Dal testo:
"Noi eravamo così: ci odiavamo, e nel profondo ci volevamo. Avevamo sempre giocato con sguardi, con parole, ma non ci eravamo mai sfiorati, e in quell'esatto momento, quando si trovò a pochissimi centimetri da me, capii che ormai era arrivata la battuta d'arresto. "
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Non ero abituata a ricevere i complimenti, nessuno mi aveva mai detto di avere un bel sorriso prima d'ora a scuola. Insomma, le uniche lusinghe che ricevevo erano da parte dei ragazzini più piccoli del secondo o terzo anno e che non m'interessavano. 

Nessuno della mia età mi faceva complimenti o si approcciava a me poiché mi mostravo sempre abbastanza distaccata da quel punto di vista. Non sapevo se realmente potessi piacere a qualcuno dei miei corsi, ma non m'interessava saperlo. 

Passai ore quella giornata a pensare al suo complimento, ero distratta, non riuscivo a studiare. Harry e Ron si interrogavano sul perché Hagrid ci volesse nella sua capanna, ma non riuscivo a seguirli, quasi non m'importava, l'avremmo scoperto l'indomani. 

Non vidi Malfoy per il resto della giornata e mi stava bene, riuscii a vederlo solo la sera in mensa.

Ero seduta accanto a Romilda Vane che non faceva altro che spettegolare su Laura Madley, una povera tassorosso vittima di innumerevoli critiche per aver avuto rapporti con un ragazzo dei corvonero giá impegnato. Quella sera in mensa c'era pollo con salsa di rana, non era una salsa fatta con rane vere, ma a causa del colore verdognolo la chiamavano così, ed era molto buona oltretutto. Quando in mensa c'era il pollo, significava sempre che c'erano buone notizie, ma quel giorno non accadde un bel niente.

Una giornata piatta, inutile, l'unica novità erano i Serpeverde che gioivano e saltellavano per il castello a causa della loro vittoria.

Da lontano vidi pavoneggiare quel biondo platino e capii che era lui. Si sedette al tavolo dei serpeverde sulla panca di destra, giusto di fronte a me. 

Non alzai più la testa per il resto della cena, se l'avessi fatto probabilmente i nostri sguardi si sarebbero incrociati, non mi andava. Ma Malfoy non lo potevi evitare, se lui aveva deciso che tu gli avresti dato attenzioni, faceva il possibile per farsi notare.

Era testardo, cocciuto, non potevi evitarlo, e se lo facevi era peggio per te e per il suo stato d'animo tormentato.

Si alzò con calma senza perdermi d'occhio, fingeva di parlare coi suoi compagni, si avvicinò a me e mi versò della salsa di rana addosso. 

Era finita ovunque, sul mantello, nei capelli, sul tavolo..

 

"Scusami mezzosangue" rise "Non avrei mai voluto"

 

Rise, rise di gusto insieme ai suoi amici, come se quello scherzo fosse stato divertente, come se fosse la cosa più epica mai successa ad Hogwarts. 

Mi alzai, non ero intenzionata a star zitta, col tempo avevo imparato ad essere testarda, e se lui sapeva fare una cosa, io volevo farla meglio. 

Presi un pezzo abbastanza grande di pollo, lo immersi nella salsa, con la mano sinistra gli scostai il colletto della camicia e con la destra gli infilai tutto nei vestiti. 

 

"Perdonami Serpeverde" dissi con stizza.

 

I Grifondoro e i Tassorosso che avevano assistito alla scena iniziarono a ridere, lui non poteva sopportare tutta questa umiliazione. 

Era stato umiliato da Hermione Grenger, sapientona, sangue marcio, Grifondoro, tutto ciò che lui odiava.

 

Mi voltai e me lo lasciai alle spalle mentre mi recavo al dormitorio per farmi una doccia e cercare di togliere lo sporco dai capelli. Volevo eliminare ogni traccia di cibo dal mio corpo, peccato che la doccia non potesse lavare via anche i pensieri.

Me lo ritrovai dietro, scattante, più sporco di me, me ne accorsi solo quando ero entrata nel dormitorio.

 

"Che ci fai adesso qui, sei pazzo?"

 

"Grenger voglio ucciderti."

 

"Entra e non far rumore" 

 

Lo feci entrare in camera mia, non era giusto che un Serpeverde se la spassasse per il pianerottolo dei nostri dormitori, sperai che nessuno mi avesse vista.

 

"Io dico che voglio ucciderti e tu mi inviti nella tua stanza?" chiese.

 

"Uccidermi? Dai Malfoy smettila, fatti una doccia, gira i tacchi e vattene, non voglio neanche più parlarti". Poggiai le mani ai fianchi.

 

Non disse niente, neanche una semplice imprecazione, niente di niente. Si recò presso il mio bagno e si diede una veloce ripulita, quando uscì sembrava rimesso al mondo. 

Stava per uscire dalla mia stanza, lo afferrai per un braccio, non volevo che andasse via così. Non poteva trattarmi come un giocatolo, non poteva farmi un complimento, trattarmi bene e poche ore dopo ritornare ad odiarmi. 

 

"Ascoltami bene Malfoy, io mi sono stufata di te"

 

"Come scusa?" rise.

 

"Hai sentito bene. O sei con me o contro di me"

 

Malfoy mi guardò, sguardo penetrante, occhi di ghiaccio come suo solito. 

Mi prese il braccio con forza.

 

"Mi chiedi di scegliere? Tutta la vita contro di te" 

 

"Quindi non sei più dei nostri?"

 

"Sono dei vostri solo per sconfiggere Voldemort, dopodiché non ti degnerò neanche più del saluto"

 

L'aveva chiamato per nome. Draco non chiamava mai Voldemort per nome, era mai successo, non in mia presenza. Ad Hogwarts nessuno aveva mai osato, in giro si vociferava che chiunque lo avesse nominato avrebbe avuto sette anni di sfortuna. Era una credenza che mi faceva ridere, mi ricordava la credenza babbana degli specchi. Quando sentivo dire questa stupida diceria, pensavo sempre che i maghi passano la maggior parte del loro insulso tempo a criticare i babbani e porre delle linee di confine con loro, ma che in realtà queste linee non sono così spesse come credono loro. 

 

"Ciao Malfoy"

 

Furono le uniche parole che mi feci scappare, non volevo sentirlo, non volevo vederlo, volevo solo sentire il rumore della mia porta chiudersi, aprire gli occhi e vedere che era sparito, ma non accadde. 

Ancora una volta si era sentito completamente odiato è messo da parte, aveva questa mania di protagonismo mista controllo che non sopportavo.

Si sedette sul mio letto, accarezzò con una mano il mio piumone, lo sentì che era soffice, vellutato e caldo.

 

"Vieni qui"

 

Mi avvicinai, non so ancora per quale assurdo motivo, e sentii improvvisamente la sua mano sui miei capelli. Mi stava togliendo un pezzo di pollo che mi aveva tirato addosso.

Ebbi il coraggio di pietrificarmi, il mio istinto mi diceva di abbracciarlo, di stringerlo come fosse mio amico. A tratti mi eccitò, mi venne quasi voglia di baciarlo, aveva un aspetto che -odiavo ammettere- era irresistibile e sapevo per certo di non essere l'unica ragazza a pensarlo.

In quel preciso momento avrei voluto fare di tutto, ma l'unica cosa che mi riuscì fu pietrificare il mio cuore.

Non potevo farmi trattare così, non volevo essere il suo giocattolo, e soprattutto se l'avessi anche solo toccato mi avrebbe scaraventata all'altro lato della stanza.

 

"Vai via da me"

 

Chiuse la porta, se ne andò, ma solo fisicamente..



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SPAZIO AUTRICE!
Salve ragazzi, non é da me scrivere uno spazio autrice, ma oggi ne avevo bisogno. Vorrei sapere cosa ne pensate della storia (in bene e in male). Sto scrivendo per puro divertimento ma mi farebbe piacere avere un feedback da parte vostra.
Un abbraccio.
F. 

   
 
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