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Autore: Kizuato    31/03/2020    3 recensioni
Neopolitan ha amato una sola persona nel lungo e tormentato percorso che è stata la sua vita, e quella persona è morta. Ora vuole solo vendetta. Ma se qualcun'altro riuscisse a farle provare ancora una volta quello strano sentimento che era l'amore? E se fosse proprio un suo nemico, a farle sperimentare di nuovo quelle dolci sensazioni?
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Altri, Jaune Arc, Lie Ren, Neopolitan, Nora Valkyre
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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𝑻𝒉𝒆 𝒔𝒊𝒍𝒆𝒏𝒕 𝒐𝒏𝒆
Lo stava vivendo di nuovo. 
Non voleva, ma non poteva farne a meno.
Ogni notte le ricapitava, e finiva per sognare di nuovo quel giorno, soffrendo sempre come la prima volta.
Il giorno in cui aveva perso tutto.

A quel tempo, era ancora una bambina.
Si vedeva correre spensierata verso casa, con un lungo oggetto alla mano.
Il suo Semblance non si era ancora sviluppato, perciò non era ancora in grado di cambiare a piacimento i colori degli occhi, e restava sempre con una pupilla rosa e l'altra marrone.
I capelli non avevano differenze sostanziali, eccezion fatta per la lunghezza; ovviamente, come ogni bambina che si rispettasse, al tempo portava i capelli corti. 
Tuttavia, ogni volta che la guardava, sembrava di guardare un'estranea. 
Fra loro c'era una discrepanza che si notava immediatamente. 
Ed essa era che...
《Mamma! Papà! Sono tornata!》... al tempo sapeva parlare.
Disse quella frase una volta spalancata la porta della sua piccola abitazione, trovando i suoi genitori, felici come sempre.
È passato così tanto tempo da quel giorno che, ormai, non ricordava molti dettagli su di loro.
L'unica cosa che continuava a ricordare era il loro volto e il loro lavoro. 
Come avrebbe potuto dimenticare ciò? 
Quel dannato sogno glielo ricordava costantemente.
Suo padre era un uomo alto, coi capelli corti e marroni come gli occhi, e portava degli occhiali quadrati. Non aveva nulla di particolare, eccetto un sorriso così dolce e gentile che gli illuminava il viso. 
Sua madre, al contrario, era alquanto bassa per essere un'adulta, e aveva lunghi capelli rosa, ovvero lo stesso colore degli occhi.
Al contrario dell'uomo, lei era molto più sicura di sé, non a caso era una cacciatrice.
《Grazie di essere andata a prenderla, tesoro.》Sua madre gli sorrise, avvicinandosi a lei mentre prendeva il lungo oggetto che teneva fra le mani: un parasole.《Il signor. Repaisol è davvero in gamba. L'ha riparato alla perfezione.》Parlava mentre toccava ogni parte della sua fidata arma, con una tale accuratezza che, al tempo, invidiava.
Aveva sempre voluto essere come sua madre: cacciare Grimm in abbondanza; essere l'eroina di qualcuno; sposare un uomo gentile a cui sarebbe importato qualcosa di lei.
Quelli erano i suoi desideri mai realizzati. 

E la scena del sogno cambiò.
In quel momento, divenne un incubo.
Le case del suo villaggio distrutte, le grida strazianti degli abitanti che si sentivano ovunque lei fosse, gli strilli raccapriccianti dei 𝘕𝘦𝘷𝘦𝘳𝘮𝘰𝘳𝘦, dei 𝘉𝘦𝘰𝘸𝘰𝘭𝘧, dei 𝘉𝘦𝘳𝘪𝘯𝘨𝘦𝘭e degli 𝘜𝘳𝘴𝘢.
Ogni notte pregava di non tornare in quella notte, e ogni volta finiva per rivederla.

I suoi genitori la stavano rassicurando, accarezzandola con dolcezza.
《Andrà tutto bene, tesoro...》La voce di suo padre era gentile come sempre, ma anche da bambina percepiva la paura dietro di essa.《Stai solo nascosta.》
Le disse, e la sua versione bambina obbedì con riluttanza, iniziando a infilarsi nell'armadio di legno della casa. 
Ma prima che entrasse lì dentro, sua madre le mise una mano al volto, guardandola con una serietà che le rimase sempre impressa.《Neo. Non parlare. Non devi parlare, intesi? Resta in silenzio.》
Sempre più impaurita, la sè bambina annuì, e vide sua madre sorridere per un'ultima volta.《Sei una brava bambina, figlia mia.》
Quando si infilò nel suo nascondiglio, la donna lo socchiuse da fuori.
Tuttavia, fin troppo curiosa e terrorizzata, la piccola aprì lievemente l'armadio, in modo da vedere qualcosa. 
Voleva osservare i suoi genitori.
《P-Pensi di farcela, cara...?》Chiese suo padre, che aveva perso il sorriso che lo aveva sempre contraddistinto. 
《... Naturalmente. Sono una Cacciatrice, ricordi?》Sua madre sembrava tentare di mantenere la calma. Si diresse verso il muro sinistro della casa, ove era appoggiato il suo parasole.《Molto bene. Voi due restate qui, io mi occupo dei—》
Un rumore assordante, e la porta della casa venne distrutta.
Successe tutto in pochi secondi.
Un enorme Grimm, alto almeno tre metri, caricò con tanta forza la parete esterna della casa da distruggerla, e suo padre, senza nemmeno rendersi conto di ciò che stesse succedendo, venne travolto dalle macerie e dal mostro. 
Vide il corpo di suo padre volare per la spinta verso di lei, sbattendo al muro, vicino all'armadio in cui era nascosta. 
Ormai si era abituata a quella visione, ma continuava a farle male.
Ricordava benissimo le sensazioni che ebbe: terrore, sgomento, incredulità. Avrebbe voluto urlare, ma rimbembrava le parole della madre.
𝘕𝘰𝘯 𝘱𝘢𝘳𝘭𝘢𝘳𝘦.
E così fece.
Gli Infiniti gridi che avrebbe voluto far uscire morirono nella sua gola, al contrario di sua madre. Ella si lanciò contro il mostro dal corpo da umano e il capo da toro, urlando furiosa e piangendo allo stesso tempo.
Per quanto fosse minuta, sua madre era un'abile cacciatrice.
Riusciva a colpire elegantemente l'enorme Grimm e a farlo urlare dal dolore, trafiggendo la carne nerastra di esso ed evitando i suoi colpi pesanti. 
La sfida sembrava svolgersi al favore della donna, ma ormai, Neo aveva imparato a memoria ciò che succedeva.
Proprio come ricordava, il mostro tentò di colpirla con un calcio dietro di sè, ma uscendo dalla casa, sua madre riuscì a evitarlo. 
Il Grimm cadde a terra, ferito e, quasi, sconfitto. 
Un ultimo colpo e sarebbe morto.
Anche sua madre pareva averlo capito, dato che pareva pronta a finirlo con un ultimo colpo. 
《Sparisci, bastard-》Prima che potesse finire la frase, il ventro di sua madre venne trapassato da un enorme pungiglione dorato.
Vide la triste incredulità nel volto di sua madre, il suo corpo tremante mentre veniva sollevato dal pungiglione del 𝘋𝘦𝘢𝘵𝘩 𝘚𝘵𝘢𝘭𝘬𝘦𝘳 arrivato silenziosamente dietro di lei.
Il parasole che, poco prima, sua madre stringeva saldamente era ora cascato a terra, e dalla bocca di lei cominciò a uscire sangue.
Tentò debolmente di liberarsi, ma non ne aveva minimante la forza.
Il Grimm simile a un minotauro si innalzò nuovamente, e lentamente si avvicinò a sua madre, coprendo la visuale della sè bambina. 
Seppur non potesse vedere, il rumore di qualcosa di staccato, e la testa di sua madre che rotolò a terra subito dopo, fu molto più eloquente di qualunque immagine. 
Cosa provava in quel momento?
Nulla. 
Non doveva provare nulla. 
Si disse solo di restare in silenzio, di non piangere, di non gridare con tutta la voce che aveva nel suo piccolo corpo.
Tuttavia, quando vide il grosso Grimm girarsi verso la casa, capì che era inutile.
Loro sentivano la paura, e non poteva nascondere la paura.
A passi lenti, il mostro si addentrò nella casa.
La piccola sè non tentò nemmeno di chiudersi dentro l'armadio. 
Forse, morire sarebbe stata la scelta migliore. 
Si sarebbe ricongiunta alla figlia.
Tuttavia, sua madre gli aveva dato un comando: non parlare, restare nascosta.
E così fece, aspettando la morte. 

... Tuttavia, il minotauro-grimm venne attirato da uno strillo. 
Il 𝘋𝘦𝘢𝘵𝘩 𝘚𝘵𝘢𝘭𝘬𝘦𝘳 aveva tirato un urlo, contorcendosi dal dolore e cadendo sul lato destro.
Appena il mostro si dirisse nuovamente fuori, la piccola poté vedere chi era stato a uccidere il grimm che aveva trafitto sua madre: un uomo alto, dai capelli neri e scompigliati, con un filo di barba sul mento. Aveva un fascino selvaggio, e l'enorme spada argentata con cui aveva trafitto il mostro tornò a essere stretta fra le sue due mani.《... Non ho mai visto un Grimm come te. Che diamine sei?》
Naturalmente, il mostro non rispose. Si limitò a preparsi per caricare l'uomo.
《... Molto bene, balliamo.》L'uomo sorrise, e passandosi la mano destra sui capelli nerastri, se li tirò all'indietro. 
Con il palmo sinistro, invece, parve attirare uno strano macchinismo alla sua arma.
E quando il Grimm cercò di travolgerlo, l'uomo corse contro di lui.
Stranamente, fu lui a sorpassarlo, mentre il minotauro si era fermato improvvisamente. Subito dopo, la testa da toro di quest'ultimo si rivelò tagliata, e proprio come quella di sua madre, ora rotolava per terra.
Il Cacciatore, che aveva immediatamente compreso essere uno di essi, non stringeva più una spada, ma una falce. 
Più rivedeva quella scena, più si convinceva di essere stata salvata da un angelo della morte.

《... Sono arrivato tardi.》Disse il corvino, mentre osservava la testa di sua madre.《... Possibile non ne sia rimasto nessuno...?! Sono un tale fallimento?!》
L'occhio dell'uomo iniziò a osservare la stanza, finché non arrivò all'armadio. 
I loro occhi si incrociarono, e la sè bambina chiuse immediatamente le ante dell'armadio. 
Era ovvio, aveva appena visto i suoi due genitori uccisi, era terrorizzata.
Nonostante ciò, l'uomo aprì l'armadio, e la guardò con serietà. Subito dopo, la afferrò, e la tirò fuori dall'armadio. 
Per quanto cercasse di liberarsi, spaventata, il Cacciatore non la lasciò minimamente, e, anzi, se la strinse con ancora più... dolcezza, se così si poteva chiamate. Stava probabilmente guardando il cadavere di suo padre, aveva pietà di lei.
《... È tutto finito.》
Erano le parole che voleva più sentire.
I suoi occhi divennero lucidi, ma non emise alcun suono.
𝘕𝘰𝘯 𝘱𝘢𝘳𝘭𝘢𝘳𝘦.

Da lì in poi, il sogno diventava più frettoloso, confuso.
Probabilmente non era ancora riuscita a metabolizzare il trauma al tempo, e la seconda parte le risultava meno importante. 
Ricordava che una squadra di cacciatori era arrivata al villaggio.
Non ricordava i loro volti, da bambina non ci aveva fatto molto caso.
Rimembrava che avevano coperto i corpi dei suoi genitori l'aveva presa sotto custodia, e che il loro capo si era messo a parlare con il suo salvatore.
Per fortuna non erano così distanti, perciò era riuscita a sentirli, e ricordava perfettamente il litigio.
《... Qrow, perché sei qui?》
《Ho visto i Grimm attaccare questo villaggio, e ho fatto quello che voi avreste dovuto fare.》
《Qrow... sei anche tu un cacciatore, cerca di ricordartelo. Solo perché sei legato a Ozpin, non-》
《Non parlo di uccidere i Grimm, idiota!》Sbottò improvvisamente l'uomo, e tutti si voltarono verso di loro.《Sto parlando di proteggere le persone!》
《Qrow...》
《Oh, si, certo.》Il corvino ridacchiò, ma sicuramente, tutti percepivano la sua rabbia.《Che cosa ve ne importa di questi villaggi? Sono piccolezze per grandi cacciatori come voi, vero?》
《Ascoltami. Siamo arrivati appena un viaggiatore ha visto i Grimm attaccare il villaggio. Capisco come ti senti, ma non possiamo proteggere tutti...》
《STRONZATE!》Urlò, premendo il dito contro l'altro uomo.《Non ci avete nemmeno provato! Sapete che gli attacchi dei Grimm stanno diventando sempre più recenti, sapete che questi villaggi non possono difendersi da soli! 
E al posto di mettere qualche vedetta che possa avvertirvi con uno scroll, o usare soldati di Atlas, preferite lasciare queste persone a morire! Pensavo che il dovere dei Cacciatori fosse proteggere le persone, ma a me pare che voi stiate facendo l'esatto contrario! Se non fosse stato per me, anche quella bambina sarebbe morta!》
Nessuno parlò. 
Persino quello che sembrava il capo di quel piccolo gruppo abbassò la testa.
《... La bambina.》Disse l'uomo di nome Qrow, parendo calmarsi.《Cosa ne farete di lei?》
《... È figlia di un'abile Cacciatrice... la manderemo a una scuola. Sicuramente ha talento.》
《Certo, sarà di sicuro felice di fare la Cacciatrice. In fondo, sono gli stessi eroi che hanno lasciato la sua famiglia a morire.》
《Qrow, stai esagerando! Ti sente!》
《Quella bambina ha appena perso tutto, e l'unica cosa a cui riesci a pensare è a farle fare la cacciatrice?! Siete feccia. Tutti voi.》
Il corvino spintonò il Cacciatore per passare, e si dirisse verso di lei.
Nella mano teneva il parasole di sua madre.
Si piegò sulle ginocchia quando la raggiunse, e le tese l'arma.《... Questo è tuo. Fai quello che ti pare. Finché sarai davvero sicura che quello che stai facendo è giusto, non sbaglierai mai.》
L'uomo si alzò. Rivolse un'occhiataccia a tutti i Cacciatori lì presenti, facendoli abbassare il capo, e lentamente se ne iniziò ad andare.
La piccola sè non disse niente. Tentò di allungare la mano verso il suo salvatore, ma il capo di quei Cacciatori gli si mise davanti. 
《Non ascoltarlo, è solo arrabbiato. I Cacciatori sono persone onorevoli, come tua madre. Ti terremo al sicuro.》
Ogni volta che il sogno arrivava quel punto, in Neo cresceva una forte rabbia.
L'unico Cacciatore che allora ammirava era sparito, e l'unica cosa che vide fu un corvo che svolazzava in cielo.
Quel giorno, comprese una cosa: la maggior parte dei Cacciatori erano esseri orribili.

... E si svegliò. 
Tentò di riprendere fiato, e anche se ci riuscì, non poteva ancora parlare. 
Da quel giorno non riusciva più a dire nulla.
Le parole morivano nella gola al ricordo dell'avvertimento di sua madre, perciò non tentava nemmeno di farlo. 
Cinder le aveva detto che, probabilmente, Salem sarebbe presto arrivata, adesso che ben due Reliquie si trovavano nello stesso regno. 
Eppure, lei riusciva a pensare solo a una cosa: voleva incontrare Jaune Arc.
Dopo gli eventi di quella notte, i Cacciatori l'avevano portata alla scuola di Heaven, ma lei era riuscita a scappare.
Era proprio in quell'occasione che aveva attivato il suo Semblance: lo aveva usato per ingannare le persone di quella scuola con un'illusione. Non si era nemmeno resa ben conto di quel che aveva fatto, aveva solo corso più lontano possibile, dopo che si era involontariamente trasformata in uno dei detestabili Cacciatori che aveva incontrato.
Fu Roman Torchwick a salvarla dalla sporcizia in cui si era nascosta per non diventare una bambola al servizio degli altri, per questo gli era tanto grata.
Ma ora che era morto, non aveva più nessuna luce che la guidasse, era spinta solo dal desiderio di vendetta.
Tuttavia, forse, Jaune Arc... poteva essere la sua nuova luce.
   
 
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