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Autore: Miharu_phos    01/04/2020    0 recensioni
[RanMasa]
Due ragazzini soli al mondo, in cerca di qualcosa che sembra fin troppo difficile da trovare: qualcuno che li ami.
In cui Aitor e Gabi scappano da due mondi che li fanno soffrire, per incontrarsi e cominciare insieme un viaggio fatto di litigi, incomprensioni, risate; e dove troveranno qualcosa che neanche sapevano di cercare.
[Storia e idea mia rielaborata in chiave RanMasa; se ne ricordate una versione simile ma leggermente diversa era sempre mia: era una Takuran, si chiamava "homeless" e l'avevo pubblicata su efp; l'ho eliminata. Spero che questa nuova versione vi piaccia. Buona lettura!]
Genere: Angst, Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Kariya Masaki, Kirino Ranmaru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Gabi fissava la fotografia seduto sul proprio letto, mentre il piccolo Fey, seduto accanto a lui, singhiozzava disperato.

 

-Verrò a trovarvi, non c'è bisogno di piangere così Fey dai!-

 

Sol gli stava davanti e teneva in braccio il piccolo Arion che proprio come il suo amichetto era in lacrime.

 

-Basta ragazzi doveste essere felici per lui, finalmente verrà adottato!- li rimproverò Bailong guardando il piccolo gruppo di bambini che si era creato attorno alla valigia di Gabi.

 

-Cosa farai con quella? Te la porti?- aveva domandato Sol mentre accarezzava la testolina del piccolo Arion per farlo calmare.

 

-Non ce ne sarebbe motivo, lei non mi ha voluto. Conservarla significherebbe continuare a sperare ed io non voglio più farlo, non voglio più soffrire- aveva spiegato.

 

-Non sei arrabbiato con lei?-

 

-Non era obbligata a tenermi. Va bene così. Non me ne importa più niente- mormorò stracciando la fotografia in due pezzi, per poi cominciare subito a piangerci sopra addolorato.

 

-Dai Gabi, adesso avrai un'altra mamma! Non sei contento? Avrai una vera famiglia che ti amerà!-

 

-Ma io volevo lei- mormorò Gabriel in un singhiozzo.

 

-Non si sa nulla della nuova famiglia?- domandò Bailong per cercare di distrarre il rosa dal pianto.

 

-Che vuoi che me ne importi. Se non posso avere lei tanto vale restare qui con voi, perché almeno vi conosco- mormorò afflitto mentre tirava su col naso.

 

-Dovresti esserne grato invece perché ognuno di noi vorrebbe essere adottato- lo rimproverò Sol, stringendo a se il piccolino fra le sue braccia.

 

Gabi si asciugò le lacrime e cercò di calmarsi.

 

-Avete ragione, perdonatemi. Vorrei che potessero adottare uno di voi al posto mio, io non lo merito-

 

-Non dire così Gabi, prima o poi adotteranno tutti- lo tranquillizzò Bailong con una carezza sulla schiena.

 

-Gabriel?! Sbrigati! Tua madre ti aspetta di sotto!- lo richiamò una suora insinuandosi nella stanza.

 

-Brutti teppisti che cosa state facendo tutti ammassati qui dentro?! Ognuno nella propria stanza, sbrigatevi!- li rimproverò battendo le mani.

 

Presto tutti i bambini tornarono nelle proprie camere, dopo aver abbracciato uno ad uno il loro amico che ormai era prossimo a lasciare per sempre quel brutto posto.

 

-Mi mancherete tantissimo- mormorò stringendo a se i suoi amici più grandi -prendetevi cura dei piccoli, mi raccomando-

 

I due ragazzi annuirono e strinsero il rosa fra le braccia per poi lasciarlo andare lungo il corridoio.

 

Quando Gabi ebbe raggiunto, guidato dalla suora, la sala adibita agli incontri con i genitori, il rosa si guardò attorno spaesato non sapendo cosa fare.

 

-Siediti qui- gli disse la donna per poi abbandonarlo in quella stanza vuota e spaziosa.

 

A Gabi non importava nulla della nuova famiglia; era preoccupato soltanto per il suo dolce Aitor che non avrebbe fatto in tempo a salutare.

 

Era ritornato all'istituto soltanto da un giorno ed aveva ricevuto la notizia dell'adozione al risveglio; quel pomeriggio avrebbe dovuto incontrarsi con Aitor ma per colpa di quella stupida famiglia lo avrebbe perso per sempre, non sapendo più dove andarlo a cercare.

 

Già rassegnato alla sua perdita perciò, restò stupito quando notò Aitor venire fuori dall'ufficio della direttrice mentre teneva per mano proprio sua madre, la sua vera madre, Gabrielle.

 

Spalancò gli occhi incredulo e sentì il cuore cominciare a martellargli forte contro la cassa toracica.

 

Si sentì tutto ad un tratto tradito e cominciò a tremare, senza però riuscire a muovere anche solo un muscolo.

 

-N-non capisco- mormorò soltanto quando Aitor lasciò la mano della donna per andargli incontro.

 

-Vieni Gabi. La tua mamma è venuta a prenderti- gli disse prendendogli dolcemente la mano.

 

-M-ma- provò ad obbiettare Gabriel, mentre la donna si commuoveva davanti a lui, nonostante si vergognasse per il modo in cui lo aveva trattato.

 

Non riusciva a fare nemmeno un passo per quanto era spaventata; non gli sembrava vero che finalmente potesse riabbracciare il suo bambino, a cui non aveva mai smesso di pensare da quando lo aveva messo al mondo.

 

Il turchese guidò lentamente Gabi verso di lei, fino a stargli di fronte; tutte le suore osservavano la scena bisbigliando ed alcune di loro facevano commenti perfidi su Gabrielle.

 

Lei aveva indossato per l'occasione un bel vestitino a fiori che le arrivava fino alle ginocchia, ed un paio di tacchi non molto alti.

 

Aveva raccolto i capelli in una lunga coda ed aveva scelto un trucco leggero ma elegante.

 

Gabi restò a dir poco incantato dalla sua bellezza e Aitor in quel momento non poté fare a meno di pensare che il suo innamorato avesse ereditato tutta la sua perfezione proprio dalla madre.

 

-M-mamma- mormorò timidamente.

 

Non riusciva a credere che lei fosse proprio tornata lì a prenderlo, non riusciva a capacitarsi che la sua tanto desiderata mamma alla fine avesse deciso di stare con lui.

 

-Ciao Gabi- mormorò lei timidamente, provando a trattenere la commozione -sei bellissimo, sei perfetto- osservò con gli occhi lucidi.

 

Gabi sorrise mentre il cuore gli batteva all'impazzata.

 

-S-sei venuta a riprendermi?- domandò timoroso.

 

Lei annuì e non riuscì più a trattenere le lacrime di gioia, che cominciarono copiose a bagnarle il bel viso delicato.

 

-Posso- mormorò insicuro -posso abbracciarti m-mamma?-

 

Gabrielle in un gesto istintivo si spinse verso il rosa e lo strinse forte a se cominciando a piangere fra i suoi capelli.

 

-Mi dispiace così tanto amore, perdonami- lo supplicò dispiaciuta.

 

Gabi sorrise in preda alla felicità e strinse a sé il corpo esile della sua mamma, appoggiando la testa sul suo seno morbido.

 

-Non fa niente mamma, ti voglio bene. Voglio stare sempre con te- disse lui contento, inspirando il dolce profumo dei suoi abiti che sapevano proprio di mamma.

 

-Quindi vuoi venire con me amore? Vuoi stare davvero con me anche se- provò a dire, senza riuscire a terminare la frase.

 

-Non mi importa perché l'hai fatto. Voglio solo che stiamo insieme mamma- gli disse lui speranzoso, senza staccarsi da lei.

 

Gabrielle gli baciò la testa, poi gli prese il viso e lasciò ripetutamente dei baci sulle sue guance, sulla fronte, sulle labbra, ovunque.

 

Finalmente aveva ripreso con se il suo bambino e voleva solo recuperare tutto il tempo che aveva sprecato lontano da lui.

 

Aitor guardava la scena emozionato e sorrideva, estremamente felice per il suo Gabi.

 

Il rosa si staccò di poco per attirare con se Aitor in un abbraccio e tutti e tre si strinsero uno contro l'altro, felici.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

-Vi ho visti, non c'è bisogno che vi nascondiate!- ridacchiò Gabrielle dopo essere entrata di soppiatto nella stanzetta di suo figlio ed aver sorpreso i due ragazzini a sbaciucchiarsi.

 

-Stavamo solo facendo i compiti- si giustificò Aitor mentre il suo viso diventava rosso per l'imbarazzo.

 

La donna ridacchiò divertita ed appoggiò sul letto un vassoio con del cioccolato caldo per tutti e tre ed una montagna di schifezze.

 

-Grazie mamma che delizia!- commentò il rosa fiondandosi sul cioccolato mentre lei lo guardava intenerita.

 

Lui le regalò un bacio per ringraziarla e Gabrielle gli accarezzò i capelli, che ormai ricresciuti, gli aveva legato in due lunghi codini.

 

-Finché non imparo a cucinare qualcosa di decente dovrete accontentarvi di questo- mormorò mentre guardava soddisfatta Aitor che si ingozzava affamato.

 

-Hai avvisato i tuoi genitori che rimani a dormire da noi, Ait?- domandò e lui annuì per tranquillizzarla.

 

-Hanno voluto il tuo numero di telefono prima di lasciarmi andare, quindi potrebbero chiamarti fra un po'- spiegò.

 

Dopo la fuga di Aitor i suoi genitori avevano finalmente capito quanto ci tenessero al loro ragazzo, e da quel giorno avevano cominciato a prestare più attenzione a tutti i loro figli; anche i fratelli di Aitor erano diventati più attenti nei suoi confronti e avevano cominciato a regalare al fratellino minore tutto il dovuto affetto.

 

Gabrielle aveva provato a contattare il suo vecchio fidanzatino per raccontargli di Gabi, ma aveva scoperto che lui nel frattempo si era sposato e stava mettendo su la propria famiglia; aveva quindi deciso di non dirgli nulla e gli aveva solo augurato tanta fortuna.

 

Lei e Gabi ce l'avrebbero fatta anche da soli, perché ormai si erano ritrovati e non avevano più bisogno di nessun altro, ma solo l'uno dell'altro.

 

-Ehi ragazzi stavo pensando una cosa- mormorò ad un tratto la donna dopo aver messo in bocca alcuni m&m's.

 

-Che cosa mamma?- aveva domandato Gabriel voltandosi verso di lei.

 

-E se provassimo a fare i codini anche ad Aitor?-

 

Il turchese aveva spalancato gli occhi spaventato ed era scattato in piedi.

 

-Non mi avrete mai!- aveva gridato prima di cominciare a correre via sghignazzando.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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