Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: SaraFantasy98    02/04/2020    1 recensioni
Tra gli alberi secolari della Foresta di Boundary, che tutti nel piccolo villaggio omonimo temono, è custodito un segreto.
Un segreto capace di rubare il cuore e i sogni a chiunque arrivi a scoprirlo, un segreto che è lì da sempre, ma che nel corso dei millenni è stato protetto a dovere: nessuno infatti lo conosce, almeno in questo mondo.
Emma e Jeremy, due gemelli rimasti orfani pochi mesi dopo la nascita, vengono inconsapevolmente attirati verso quel luogo tanto affascinante quanto misterioso. Ciò che ancora non sanno è che la foresta, assieme a ciò che contiene, potrebbe finalmente svelare l'enigma che da sempre circonda la storia della loro nascita, la vera storia dei loro genitori. Storia a cui entrambi cadranno dentro, inesorabilmente.
Genere: Fantasy, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Emma
 
Il mio compleanno non è decisamente iniziato nel migliore dei modi.
Mi ero ripromessa che oggi avrei tenuto tutti i pensieri negativi lontani da me per godermi appieno la giornata, volevo sentirmi una normale, per quanto possibile, ragazza di diciassette anni, fingere per un po' che ogni cosa nella mia vita fosse al posto giusto.
Ma ora si è davvero oltrepassato ogni limite: non posso passare sopra una cosa del genere, neanche se oggi è il mio compleanno.
Di solito, se ci sono grandi segreti che non si vuole siano scoperti, ci si inventa una verità alternativa, ma con noi nonno James e nonna Ada non l'hanno mai fatto: loro semplicemente non ci dicono mai nulla.
O almeno, lo credevo fino a questa mattina.
Ero sempre stata convinta che le pochissime informazioni che ci elemosinavano i nonni fossero vere, ma oggi si sono smentiti da soli: a questo punto cosa è reale e cosa non lo è?
Sono stufa di sentirmi dire di non essere ancora pronta per conoscere la verità su di me e Jeremy, sulla nostra nascita, sul perché i nostri genitori non ci sono più, ed è stufo anche mio fratello.
Tutto ciò che sappiamo, sempre che sia vero, è che la mamma, Claire, morì ad appena ventun anni poco dopo averci dati alla luce; dai pochi indizi che abbiamo accumulato in questi anni siamo poi arrivati alla conclusione che la causa del decesso non fu il parto, deve essere successo qualche settimana più tardi.
Per quanto riguarda nostro padre la faccenda si complica, i nonni sembrano non sapere quasi nulla sul suo conto; l'unica informazione che abbiamo è che si chiamava Aaron e che "molto probabilmente non ce l'ha fatta".
Le mie riflessioni vengono interrotte da Jeremy che è uscito di casa e mi sta venendo in contro.
La rabbia che ho visto prima nei suoi occhi, un attimo prima di scoppiare, sembra sparita, ma non mi inganna: so che anche lui, come me, nonostante i buoni propositi non smette mai di pensare veramente alla questione che tanto ci tormenta.
Sono seduta sotto i tigli del giardino, all'ombra –il sole sulla testa mi infastidisce parecchio- con un libro aperto sulle gambe, ma non ne ho letto neanche una pagina essendomi persa come al solito tra i miei pensieri.
«Sempre all'ombra tu! Guarda che un raggio di sole non ti uccide mica!» ridacchia mio fratello raggiungendomi sotto agli alberi e sedendosi accanto a me, sospirando.
«Lo sai come sono fatta, però devo ammettere che oggi è una bellissima giornata», rispondo tentando di sorridere e appoggiando la schiena al tronco dietro di me.
«Devo parlarti di una cosa che è successa appena prima che tu scendessi in cucina stamattina», continua, e un'ombra sembra incupire i suoi occhi verde-azzurri.
Mi racconta così lo strano avvenimento, le lacrime della nonna quando ha detto scherzosamente che Jeremy era ancora il suo bambino.
Questo è strano, molto strano.
Tento di pensare a una possibile spiegazione, ma me ne viene in mente solo una e non posso fare a meno di trattenere lo stupore per la lampadina che si è accesa nella mia testa.
«Forse hanno capito che ormai siamo grandi, che è arrivato finalmente il momento di dirci tutto; l'incupimento del nonno e la sua affermazione sul fatto che manca poco non possono voler dire altro: si sono parlati e hanno deciso di rivelarci ogni cosa... Jeremy!» esclamo all'improvviso, «Forse sarà oggi stesso, alla nostra festa! Ti ricordi che la settimana scorsa la nonna si è lasciata scappare che ci sarebbe stata una sorpresa il giorno del nostro compleanno?» azzardo io con una nuova speranza nel cuore.
«E forse è proprio per questo che hanno voluto che non invitassimo nessuno stasera!»
«Si, mi ricordo; non ci resta che aspettare e vedere quello che succede. Tu comunque non rimuginarci troppo, godiamoci questa giornata, che ne dici?»
Di solito mio fratello non mette da parte così velocemente la questione quando ne parliamo, ma il suo sguardo risoluto riesce a convincermi a non insistere.
«Hai ragione, pensarci troppo non aiuta», dico, e lo penso davvero.
Eppure dentro sono in fermento, in tensione, una morsa mi stringe le viscere per quello che stasera potrebbe finalmente accadere: io sono così, le emozioni le sento amplificate al massimo.
E penso sempre troppo.
«Cos' hai in mente per oggi?» chiedo a Jeremy per provare a distrarmi un po'.
«Ezra mi ha scritto: ci ha proposto una gita al Wookey Hole con lui ed Anne», afferma strizzandomi l'occhio e facendomi illuminare immediatamente: io adoro quel posto.
Corriamo dentro a prepararci e in un attimo siamo pronti, così salutiamo in fretta i nonni ed usciamo di casa diretti in centro, dove un autobus e i nostri migliori amici ci stanno aspettando per andare a visitare il complesso di grotte sotterranee che si trova a pochi chilometri di distanza da Wells.
Ezra e Anne sono gli unici compagni di classe con cui io e Jeremy abbiamo legato da quando abbiamo cominciato il liceo; come ho detto sono i nostri migliori amici, nonché gli unici.
Personalmente non mi dispiace per niente il fatto di avere pochi amici: per me non conta il loro numero, l'importante è che quelli che si hanno siano veri.
So per certo che invece Jeremy ne soffre: lui è un ragazzo di quelli che vorrebbero condividere ogni cosa con tutti, che hanno bisogno di gente attorno a loro.
Ha provato più volte a stringere altri legami con alcuni ragazzi del paese, a scuola o per le strade, ma alla fine nessuno lo convince ad approfondire la conoscenza; in fin dei conti lui è come me, stiamo bene solo con anime a noi affine.
Anne ed Ezra in un certo senso lo sono: semplici e un po' all'antica come noi.
Li troviamo ad aspettarci alla fermata degli autobus di fronte alla cattedrale; non appena ci vedono ci corrono in contro per farci gli auguri di buon compleanno: Anne praticamente mi salta in braccio, Ezra si accontenta di un abbraccio più discreto ma altrettanto sincero.
Voglio loro un mondo di bene.
Durante il viaggio raccontiamo ai nostri amici quello che è successo questa mattina con i nonni, loro sono infatti gli unici ad essere al corrente di tutta la nostra situazione.
Per farci coraggio affermano di essere sicuri che questa sera succederà qualcosa e io apprezzo molto questo loro tentativo, ma vorrei tanto avere la loro stessa sicurezza.
Il resto della giornata in ogni caso passa molto serenamente, Anne e ed Ezra si sforzano al massimo per farci distrarre e divertire: visitiamo le grotte piene di stalagmiti e laghi sotterranei illuminate artificialmente di mille colori diversi e "arredate" come se fossero il rifugio di una strega (con tanto di calderoni, scope e ampolle riempite di liquidi colorati), il giardino delle fate (un'area verde molto affascinante piena di statue di raffiguranti elfi e altre creature magiche) e l'area archeologica in cui sono stati rinvenuti reperti che testimoniano l'uso delle grotte da parte degli uomini primitivi.
Alla fine non poteva ovviamente mancare una visita al negozio di souvenir, stracolmo di statuette raffiguranti gnomi e fate: i nostri amici insistono per regalarcene due come regalo di compleanno.
Felici e con i nostri pacchetti sotto al braccio facciamo ritorno a Wells.
Salutiamo così Anne ad Ezra ringraziandoli per la meravigliosa giornata che ci hanno fatto trascorrere e ci dirigiamo verso casa, dove i nonni ci attendono per festeggiare con loro i nostri diciassette anni; il cuore comincia a battermi forte non appena ne intravedo il tetto da lontano.
Percorriamo la stradina in salita che conduce al cancello, attraversiamo il giardino ed entriamo, venendo subito investiti da mille profumi diversi: nonna sta cucinando.
«Andate a cambiarvi ragazzi, fra un attimo sarà pronto!» le sentiamo dire dalla cucina.
Un moto di affetto nei confronti dei nonni mi investe allora riempendomi gli occhi di lacrime: devo smetterla di prendermela con loro per via dei loro silenzi, per quelli avranno i loro motivi.
Ci hanno allevati, ci hanno dato tutto l'amore che avevano, ci hanno spinto ad essere noi stessi facendoci coltivare le nostre passioni, ci hanno fatto capire come essere persone migliori.
Mi tornano in mente tutte le nottate passate col nonno a guardare dentro il suo piccolo telescopio in ottone, le risate di Jeremy quando nei pomeriggi di primavera la nonna gli insegnava a dipingere gli alberi in fiore.
In men che non si dica mi ritrovo con il viso tutto bagnato di lacrime.
«Emma che hai?» mi chiede preoccupato Jeremy guardandomi negli occhi.
«Nulla, solo tanti ricordi...» lo rassicuro io.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: SaraFantasy98