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Autore: JessicaBuriola    02/04/2020    2 recensioni
Draco Lucius Malfoy ha riabilitato il nome della propria famiglia ed ora è uno dei funzionari più rispettati del Ministero della Magia e proprio per questo gli è stata affidata una missione che sicuramente gli farà ottenere il posto come capo dell’Ufficio per la Cooperazione Magica Internazionale. Ventisette anni, brillante ed ambizioso, in procinto di sposarsi, tiene ben salde le redini della propria vita.
Sofia De Benedetti ha un doloroso passato alle spalle, che preferisce di gran lunga tenere chiuso in un cassetto. Pochissimi amici, un fidanzato assente e lontano. Ventidue anni, studentessa universitaria in procinto di laurearsi, un vortice di confusione e apparente spavalderia, travolgente, insolita.
Due mondi agli antipodi che finiscono inevitabilmente per scontrarsi in una delle città più affascinanti e controverse del mondo: Venezia.
A volte, nonostante tutti i nostri piani definiti nei minimi dettagli, il destino ha in mente altri progetti per noi.
Genere: Avventura, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Altro personaggio, Draco Malfoy, Narcissa Malfoy, Theodore Nott
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Sabato 23 novembre, ore 11:34

A svegliarla fu la luce che filtrava dal balcone. I ricordi della notte prima la invasero prepotentemente: festa di laurea, amici, alcool, musica, Draco.
Draco che le ballava sempre più vicino, sempre più sensuale.
Draco che la prendeva per mano e la portava fuori in giardino per una sigaretta.
Draco che la baciava e sapeva di fumo, e liquirizia e menta, di buono.
Draco che la teneva per mano mentre correvano per le calli veneziane verso l’appartamento di lui.
Draco che l’adagiava sul letto con la delicatezza che si riserva agli oggetti in cristallo e la spogliava lentamente, con ancor più cura.
Draco che le bruciava la pelle nuda di baci, insaziabili, incontenibili.
Draco che la faceva sua.
Draco che dormiva tranquillo accanto a lei, il suo respiro leggero le solleticava la schiena.
Si rigirò piano tra le lenzuola, in modo da trovarsi faccia a faccia con lui, lo osservò in silenzio, per poi timidamente spostargli il ciuffo biondo dagli occhi: dormiva sereno, come un bambino.

Lui inaspettatamente accennò un sorriso ad occhi chiusi. “Buongiorno…” Sussurrò con voce assonnata.

“Non volevo svegliarti, scusa…” Sussurrò lei a sua volta.

“Mhm, non so se posso perdonarti, effettivamente.” Aprì finalmente gli occhi e rimase sorpreso che potesse essere ancor più bella della sera prima, senza un filo di trucco, i lunghi capelli che le ricadevano disordinati sulle spalle e sul cuscino, quelle labbra così rosse delle quali sentiva ancora prepotentemente la necessità.

“Adesso mi caccerai di casa come le altre tue conquiste, per fare colazione in pace?” Lo guardò, piuttosto seria, quasi dura, non era abituato a vedere quello sguardo nei suoi caldi occhi nocciola.

Draco studiò la sua espressione. “Stai pensando che io abbia giocato con te?” È infastidito, il sorriso che le aveva riservato, sparì completamente dal suo volto.

“Io… Non… Io spero non sia così.” Sofia abbassò lo sguardo. “Nel senso che ieri sera abbiamo bevuto, e… C’era una bella atmosfera e… Non lo so. Forse ci siamo lasciati trasportare.” Si girò a pancia in su e guardò il soffitto, sospirò. L’incertezza e il timore di essere solo l’ennesima per lui le pulsava prepotentemente nella testa.

“Tu senti di esserti lasciata trasportare dalla situazione? Sei pentita?” Draco si mise a sedere con uno scatto, la fissò serio e… ferito? Eppure era ben conscio che Sofia avesse tutto il diritto di mettere in dubbio le sue intenzioni, ma pensare che non avesse percepito il desiderio sconvolgente che aveva di lei, ed anzi fosse pentita di essersi lasciata andare a lui, faceva quasi male, proprio lì, all’altezza del petto.

“No… Cioè… Non lo so, ok?” Si mise a sedere anche lei, cercò il suo sguardo, ma lui lo aveva distolto, fissava il muro davanti a sé, immerso in chissà quali pensieri. “Mi guardi? Per favore…” Draco lentamente voltò la testa, il suo sguardo indecifrabile si scontrò con quello confuso di lei. “Quello che intendevo è che… Sono un po’ spaventata perché… Mi piaci…” Si morse il labbro indecisa se continuare, poi prese coraggio. “Parecchio. Ed ho solo paura delle conseguenze… Tutto qui. Non sono pentita di un singolo secondo, come potrei?” Non si era mai sentita così amata, in una maniera talmente intensa che le sembrava quasi lui avesse consumato una parte della sua anima.

Era sollievo quello che leggeva negli occhi di Draco? “Vieni qui…” L’uomo aprì le braccia e Sofia andò subito a rifugiarsi contro il suo petto come una bambina; lui le baciò i capelli, stringendola forte, respirando il suo profumo.
Le conseguenze erano incalcolabili, molte più di quanto lei potesse solo immaginare e Draco ne era ben conscio, ma in fin dei conti era pronto a pagarle senza esitazione, se questo significava poterla continuare a stringere a sé in quel modo.
“Le conseguenze non sono così importanti.” Le sussurrò. “Tutto quello che mi basta adesso, è che siamo qui, io e te.”

Sofia non ribatté in alcun modo, sembrava credergli. Per il momento bastava anche a lei.

Sabato 23 novembre, ore 20:35

“Dovremmo vergognarci, abbiamo praticamente passato tutta la giornata a letto.” Rise Sofia, mentre si dava da fare ai fornelli.

“Ma vergognarci di cosa? Dovevamo recuperare un sacco di tempo perso… E poi non dirmi che non ti è piaciuto.” Sorrisino malizioso, le si avvicinò sornione alle spalle, le mordicchiò un orecchio, posandole le mani sui fianchi. Come aveva fatto a starle lontano in quei mesi? 

“Non mi sembra di aver detto questo.” Sorrise lei arrossendo un pochino. “Comunque la carbonara è pronta! Ho una fame…” E così dicendo la ragazza si scostò da lui, in modo da poter mettere la pasta nei piatti.

“Chissà perché.” Il biondo rise divertito, prendendo posto a tavola.

“Ma la vuoi smettere? Guarda che ti faccio saltare la cena…” Lo guardò esasperata, ma sorridendo, posando i piatti sul tavolo e dandogli un piccolo schiaffetto sulla nuca a mo’ di rimprovero.

 “Come ti permetti?” La prese per la vita facendola sedere sulle sue gambe, cominciò a baciarle il collo, mordicchiandoglielo. “Dici che devo smettere? Sicura?” Tono sensuale.

“Non mi riferivo a questo ma...” Sorrise inclinando il collo, lasciandolo continuare. “…alla pancia non si comanda ed io ho fame! E la carbonara fredda è orribile!” Scattò in piedi ridendo, per poi sedersi accanto a lui.

“Beh allora buon appetito cuoca sexy!” Draco alzò il calice di vino rosso con un sorrisino.

“Buon appetito a te stallone oxfordiano!” Anche Sofia alzò il bicchiere ridendo divertita della faccia stupita di Draco per il soprannome che gli aveva affibbiato con Valentina.

Essere lì, nella sua cucina, con i suoi vestiti addosso, a mangiare una carbonara, faceva sembrare tutto così naturale e semplice, però una parte del suo cervello continuava ad avere dubbi e timori; sapeva così poco di lui e soprattutto, tutto questo, che futuro poteva avere?
Si maledì mentalmente: perché non riusciva a godersi il momento? Perché il cervello aveva sempre la meglio su di lei?
Draco le piaceva, da impazzire, ogni centimetro del suo corpo vibrava non appena la sfiorava, la faceva ridere, era estremamente intelligente, chiacchieravano di ogni più piccola cosa, si sentiva in completa connessione con lui, sia a livello mentale, e decisamente anche a livello fisico.
Ma, perché la sua testa non le permetteva di non guardare quel gigante ma, lui sembrava incarnare un pericolo ingestibile per il suo cuore, che batteva anche troppo veloce in presenza di quel sorriso perfetto e di quegli occhi grigi nei quali aveva imparato a perdersi.
  
Domenica 24 novembre, ore 03:17

“Lurida puttana, dov’è tuo marito? Confessa! Crucio!”

Le urla di sua madre arrivavano fino al suo nascondiglio, cercava di ignorarle, canticchiando la canzoncina che suo padre era solito cantarle per farla addormentare.

Brilla brilla la stellina, su nel cielo piccolina…

La mamma non smetteva di urlare.

Brilla brilla la stellina, mi domando tu chi sei…

Il rumore di una porta che si apre. “Sono qui.” La voce di papà, finalmente!

Brilla brilla mia stellina, che la notte si avvicina…

“Hai smesso di scappare lurido traditore.” Un ghigno. “Avada Kedavra!”

Vieni vieni mia stellina, su nel cielo piccolina…

Silenzio di tomba. Solo i flebili lamenti della mamma.

Tu che non dormi mai, aspetti il sole e te ne vai…
 
“Sofia! Sofia! È solo un incubo, svegliati!” Draco si era svegliato a causa dei lamenti di Sofia che continuava ad agitarsi nel sonno.
La scuoteva, ma non c’era verso di svegliarla. “Sofi, ti prego! Apri gli occhi!”
Improvvisamente la ragazza si immobilizzò, dopo un attimo spalancò gli occhi, sembrava come in trance.
“Sofia?”
La ragazza sembrava non sentirlo, si mise a sedere e poi si alzò, diretta alla terrazza.
“Sofia dove vai, che diavolo stai facendo?!” Draco si alzò immediatamente, ma la ragazza aveva accelerato il passo, sfuggì dalla sua presa, spalancò la porta del terrazzo e si gettò nel vuoto.
“SOFIA NO!!!”
Draco corse in terrazza sconvolto, giusto in tempo per vedere il corpo della ragazza avvolto da un turbinio nero allontanarsi velocemente nella notte stellata.
   
 
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