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Autore: sallythecountess    02/04/2020    2 recensioni
Mina è una donna bellissima, con un enorme passato oscuro alle spalle e molte cicatrici sul corpo e nell'anima. Non è mai stata amata, ma sempre e solo posseduta come un bell'oggetto di valore da sfoggiare in giro. Mille amanti, centinaia di regali preziosi, eppure nessuno si è mai preoccupato di fare la cosa più semplice, ossia regalarle un vero amore. Riuscirà a trovare la persona che sanerà le sue ferite?
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Mìmi'
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Capitolo 2: un amore impossibile
Mentre Mina si controllava allo specchio, decidendo cosa fare per attirare l’attenzione di Myles, a svariati chilometri di distanza, un altro specchio rifletteva l'immagine di un uomo sulla quarantina ormai, piuttosto stanco e insoddisfatto, che tratteneva a stento la rabbia. E così era stato liquidato dalla sua protetta, dalla donna che moriva dalla voglia di incontrare da mesi. Solo raramente la sua top model aveva tirato fuori le unghie, ma ogni volta aveva colpito in modo così duro da lasciare cicatrici vistose al suo povero cuore. Myles Ronson si sciacquò il viso stanco e perfettamente rasato e si portò le mani sugli occhi. Era esausto, da settimane i suoi oppositori lo tormentavano, e sua moglie e suo padre non erano da meno. Gli era stata imposta la grandezza, il suo destino era stato scritto ancor prima che nascesse: nipote di presidente, figlio di presidente e, ovviamente, futuro presidente. Se avesse potuto scegliere non avrebbe mai intrapreso quella carriera, ma nessuno glielo aveva mai chiesto. Ora, distrutto e stanco dopo lunghe settimane di campagna elettorale, voleva solo scappare da lei, ma le interminabili chiacchiere dei suoi collaboratori lo stavano trattenendo. Possibile che nessuno nella sua vita volesse lasciargli un solo secondo di pace? Quante rinunce doveva ancora fare per riuscire ad accontentare tutti? Non vedeva la donna che amava da mesi, perché  “in campagna elettorale non doveva mostrare ombre” e non poteva neanche chiamarla. L'aveva letteralmente abbandonata solo per una stupida elezione e aveva previsto che Mina glielo avrebbe fatto pagare prima o poi, e ora lo aveva fatto. Ora che tutto era finito, ora che si era guadagnato di passare qualche ora con lei, la sua amante gli aveva detto di avere solo qualche ora. Era stato eletto, finalmente, era un senatore del Texas, uno di quelli che basano tutta la loro campagna elettorale, e la loro vita, sui valori della famiglia e del lavoro, eppure aveva un piccolo, bellissimo, scheletro nel suo armadio da migliaia di dollari: Mina.
Dal primo istante quella strana bambina con gli occhi di diamante gli era entrata nella pelle, lo aveva colpito e stordito e reso letteralmente impotente. Era stato il colpo di fulmine più forte e più surreale che chiunque potesse mai avere; con un solo sguardo lo aveva non solo sedotto, ma ammaliato, disarmato e costretto ad abbandonare ogni sua maschera. Le macchine, la villa negli Hamptons, le partite a tennis con Ginevra, la campagna elettorale, il golf della domenica, insomma tutto, ma proprio tutto, perdeva di senso e significato di fronte a quei penetranti e imperscrutabili occhi color ghiaccio. Quello sguardo aveva cambiato non solo la vita della sua giovane protetta, ma anche la sua e lo aveva spinto a investire ogni cosa su di lei: soldi, conoscenze e persino notti insonni. Aveva fatto di lei una delle donne più amate e più conosciute del pianeta, e non gli era costato poco. Voleva solo vederla felice, e non gli importava di altro, ma lei non sempre lo capiva. D'altronde era solo una bambina, con un disperato e quasi asfissiante desiderio di essere amata. Lui però non poteva, non doveva amarla come lei voleva, così a malincuore le lasciava fare tutto quello che voleva, ma a quale prezzo? Quanti uomini aveva avuto durante la sua assenza? Quante volte appariva sul giornale con questo o quest'altro attore o musicista? E cosa poteva fare lui? Nulla! Non poteva amarla, e sapeva che prima o poi lei si sarebbe stancata di essere un suo giocattolo e avrebbe mollato lui e i suoi soldi per rincorrere un uomo più bello e, probabilmente più giovane.
”Eppure- si disse entrando finalmente nella sua auto -quel momento non era ancora arrivato” e sorrise pensando che lei era ancora sua e che presto avrebbe potuto finalmente averla.
Poche ore dopo lei era nervosissima, e correva in lungo e in largo per la casa nel suo lungo vestito di seta. Myles era in ritardo, come al solito, eppure non era questa cosa a preoccuparla; durante il servizio fotografico la sua mente aveva cominciato a raffigurarle strane fantasie, e all'inizio le aveva scacciate, ma poi aveva cominciato a temerle. Erano passati sei mesi, sei mesi dall'ultima volta in cui erano stati insieme e questo non era mai successo in tutti quegli anni. Ma la cosa peggiore è che in quei sei lui era completamente scomparso. Mina sapeva che lui non poteva sempre telefonarle o mandarle stupidi messaggi, ma  generalmente le scriveva lunghissime mail. Questa volta, invece, era scomparso del tutto. Certo aveva ricevuto dei fiori ogni tanto e qualche regalo accompagnato da un bigliettino romantico, ma per quanto ne sapeva potevano anche essere frutto della penna della sua segretaria. Lei ovviamente non ci aveva neanche pensato a scrivergli, non voleva certo contrariarlo, eppure almeno mille volte aveva scritto la famosa mail, quella per chiudere il loro rapporto, ma non aveva mai avuto il coraggio di inviarla.
Ma ora era questo che voleva da lei? Voleva lasciarla?Si era trovato un'altra in quei sei mesi e l'aveva messa da parte? Certo quest'ultima ipotesi era probabile, tanto da impedirle di respirare. Preoccupata cominciò a tormentarsi l'anulare sinistro con la mano destra e mordersi il labbro. E poi improvvisamente qualcuno bussò alla porta della sua camera e lei sorrise nel rivederlo: era stanco, aveva gli occhi cerchiati e rossi, ma nel rivederla sorrise e gli tremò la mano. Non le diede il tempo di guardarlo, la strinse immediatamente e affondando la testa nei suoi capelli le sussurrò dolcemente “Quanto mi sei mancata amore mio?” e lei sorridendo si lasciò andare tra le sue braccia. Dopo tutto lei gli apparteneva, e non solo contrattualmente, quindi non aveva potuto fare altrimenti.
Certo sostituirla non era semplice e Mina ne era perfettamente consapevole. Anche così, con quei suoi lunghissimi capelli neri in disordine, folti e ondulati come rami al vento, il trucco chiaramente da rifare e quasi completamente nuda era senza pari. Chiunque l’avesse vista dall’esterno, l’avrebbe definita una cinica manipolatrice, una donna senza nessuno scrupolo e senza coscienza, ma lei non era così, recitava soltanto una parte. In quel periodo della sua vita a Mina erano state messe in testa un sacco di idee sciocche. L’avevano convinta che fosse sbagliato amare, che dovesse dire, fare e pensare solo quello che l’avrebbe aiutata a diventare famosa.
“Tanto l’amore non esiste e quello che tu pensi sia amore è soltanto attrazione e finisce Mina, finisce appena ti concederai di piangere, urlare o aumentare di peso. Quello che tu chiami amore, mia cara, finisce appena Romeo incontra una più bella e più giovane, quindi cerca di proteggerti ed essere intelligente” le diceva sempre la sua manager e lei aveva cominciato a crederci.
Mina viveva in una sorta di “bolla” e pensava e diceva solo quello che una parte di lei reputava fosse giusto. Aveva relegato la parte emotiva in un cantuccio della sua anima, l'aveva letteralmente ripudiata e resa inutile e impotente. Non poteva permettersi sciocche lacrime e debolezze da bambina, no. Lei aveva una missione, ed era pronta a soffocare la sua parte umana per compierla.
“A qualunque prezzo...”mormorò flebilmente mentre si scostava i capelli dalle orecchie per provare i suoi nuovi orecchini di diamanti, e divenne improvvisamente pensierosa.
Il motivo di quella reazione, giaceva nel suo letto esausto e con un sorriso splendido. La verità, quella che non amava ammettere a se stessa, era che il suo piano era perfettamente riuscito, ma fino ad un certo punto. Quel dolce, ingenuo e goffo uomo biondo con enormi occhi castani, dolci e puliti come quelli di un bambino, così più vecchio e più insicuro di lei era riuscito inconsapevolmente a fregarla. Ma come aveva fatto? Come aveva potuto lasciarsi andare così tanto? Proprio lei, che per la fama aveva rinunciato a tutto: al cibo, all'amore e persino ad una parte di sé. Proprio lei, che non mangiava altro che insalata da quattro anni, faceva palestra fino a svenire, lei che aveva ripudiato le sue origini e persino cambiato il suo nome. Lei che non guardava mai troppo nessuno negli occhi per paura di innamorarsi, proprio lei ci era caduta. E con chi, poi? Con l'unico uomo al mondo che non avrebbe mai potuto renderla felice. Sembrava quasi una sorta di punizione divina! Probabilmente, si disse, si può rinunciare a tutto nella vita, ma non all'amore. Ma c'è amore e amore signori miei, e anche una donna innamorata ha il diritto di puntare i piedi quando vede che qualcosa non le piace. Doveva, però, dosare bene le parole e stare molto attenta a ciò che diceva per non offenderlo.
“Certo- si disse indossando il bracciale nuovo- una lezione doveva dargliela, o avrebbe creduto che lei sarebbe rimasta ad aspettarlo sempre e comunque e allora avrebbe perso la sua attrattiva. Va bene non creare problemi all'uomo che si prende cura di te, ma una donna che si lascia calpestare in ogni modo, e ti accoglie sempre con un sorriso, smette di essere umana e diventa una bambola gonfiabile. No, questa volta Myles aveva esagerato, ed era necessario mettere dei paletti. Doveva capire che c'è un limite e che lei non era il tipo di donna che ti aspetta per tutta la vita a braccia aperte. Dopo tutto lui si era innamorato anche della sua forza, e lei doveva tirarla fuori. Aveva amor proprio e dignità da vendere, e affari o non affari non poteva farsi calpestare in quel modo.”
Così si schiarì la voce e disse con voce sottile, ma determinata “bene...ti rivedrò tra sei mesi di nuovo o stavolta vuoi far passare un anno?O magari due?”
Myles allora capì che era arrabbiata. Certo non aveva usato un tono seccato, ma lei non lo usava mai. No, Mina non litigava con lui, non lo rimproverava. Semplicemente gli faceva notare con il sorriso che qualcosa non andava bene e lui la adorava per questo; niente lagne, niente pianti per ricattarlo, niente telefonate nel cuore della notte, no lei era un'amante perfetta. C'erano stati solo due momenti in tutta la loro storia in cui lei aveva urlato e fatto scenate, e lui era rimasto letteralmente disarmato perché aveva capito che era finita, davvero. A quelle due scenate, infatti, era seguito un lunghissimo silenzio di Mina, e gli ci erano voluti sforzi dialettici sovraumani e milioni di rose e gioielli per rivederla. Questa volta, però, non voleva lasciarlo, probabilmente era in cerca di una semplice rassicurazione. Sollevato, e in qualche modo grato di avere una donna così dolce, le sorrise e sussurrò teneramente “La campagna è finita amore mio,ci rivedremo presto vedrai e potrò ricominciare a scriverti sempre, senza essere osservato.”
Mina s'innervosì moltissimo, come diavolo aveva osato essere così dolce con lei? Aveva davvero la peggior faccia tosta mai esistita, d'altronde era un politico concepito da due generazioni di politici e da una leggenda dell’editoria: persino il suo sangue doveva essere viscido. Ma poteva fingere che fosse tutto normale? No.
In un'altra vita forse lo avrebbe scacciato a calci dal suo letto, in un'altra vita non se lo sarebbe mai ripreso nel letto, in realtà, ma ora cosa poteva fare? Così ridendo disse “sai, vero, che non sarà sempre così? Che non mi troverai sempre qui ad aspettarti?Un giorno mi stuferò anche io di fare la dolce bambolina che ti aspetta nel castello dorato, o magari un principe verrà a salvarmi e...”
Voleva finire la frase, ma Myles glielo impedì. Saltò dal letto e corse a baciarle la schiena nuda, in modo tanto dolce da farla tremare, e poi disse solo “lo so.” Con voce calda e profonda.
In seguito si accese una sigaretta e rimase per un secondo a fissarla. Eccola lì, un'altra cosa dannosa, un'altra cosa che non doveva, non poteva amare eppure non riusciva ad evitare. Un'altra cosa che la campagna elettorale gli aveva tolto. Ora Mina era lì, insieme a quella sigaretta che voleva tanto, ma per quanto ancora ci sarebbe rimasta? E, cosa più importante, sarebbe sopravvissuto senza di lei? Sorrise e baciandole la schiena iniziò un monologo più adatto ad un addio, che ad un arrivederci.
“Succederà, qualcuno ti porterà via da me. Succederò, e neanche tra troppo tempo. Succederà quando ormai tu non te lo aspetti più, e quando io sarò certo dei tuoi sentimenti. Incontrerai un uomo diverso da me, un uomo senza vincoli, gentile, dolce che si prenderà cura di te. All'inizio forse la nostra relazione ti frenerà, o forse frenerà lui, ma poi tu scoprirai che qualcosa in lui che ti spingerà a dargli il tuo cuore, e lui soccomberà ai tuoi occhi. Impazzirà per te, come me e come ogni persona saggia su questo pianeta, e farà qualsiasi cosa per averti e alla fine, quando sarà riuscito a vincere un pezzetto di quel tuo splendido cuore, ti chiederà di essere sua per sempre.”
Myles si fermò un secondo per aspirare il fumo della sigaretta e Mina lo guardò divertita. In realtà nessuno dei due poteva immaginare che le parole di Myles stavano per avverarsi quasi completamente.
Le scostò un ricciolo dalla fronte e continuò “Diventerai una magnifica moglie altolocata, di quelle che si vestono casual alle cene importanti e giocano a carte il mercoledì pomeriggio. Sarai inserita in uno splendido contesto di mamme felici che portano i bambini a giocare a tennis il pomeriggio. Sarai l'orgoglio di qualcun altro, che ti sfoggerà al braccio come una borsa costosa, ed io semplicemente morirò nel rivederti accanto a lui ad una cena qualsiasi, una sera qualsiasi. Tu mi sorriderai in quel modo, quello tutto speciale, complice e bellissimo che usi quando siamo in pubblico e moriamo dalla voglia di baciarci ma non possiamo, e lo farò anche io, ma annegherò nella consapevolezza che di mio non hai più nulla. Fingerò un malore e mi rintanerò più lontano possibile da te e dal tuo nuovo uomo, e farò di tutto per non ascoltare le urla di ogni singola cellula del mio corpo, che mi ripeterà come un mantra che sono stato un idiota, ma sarà troppo tardi. Succederà, ti perderò, e questo mi rende allo stesso tempo furioso e terrorizzato. Succederà, è inevitabile, ed io potrò solo ricordare questi momenti: il profumo dei tuoi capelli, la luce nei tuoi occhi, e lo chanel sul tuo corpo.”
Mina non lo fece finire, si girò e fissò i suoi meravigliosi occhi di ghiaccio nei suoi e con determinazione fece scivolare la sua vestaglia di seta rosso cremisi, scoprendo la sua carnagione caramello. Un secondo dopo era su di lui, e aveva ripreso a baciarlo e stringerlo in quel modo prettamente suo che lo spingeva ad innamorarsi ancora di più di lei. Ma era possibile? Amarla ancora di più gli sembrava quasi una malattia.
“Ok, pesciolina, adesso devo realmente andare...e poi i tuoi ospiti ti aspettano da ore, non è educato invitare la gente e poi non presentarsi.”
Le disse a malincuore dopo l'ennesimo orgasmo. Mina sospirò impercettibilmente. Lui la riempiva sempre di migliaia di bellissime parole, che però non significavano assolutamente nulla. Myles, o forse tutti gli uomini, avevano la tendenza a dirle cose fantastiche e poi scappare una volta finito il sesso, senza neanche una carezza. Ma forse, si disse Mina, era quello l’amore, quello era il massimo che si potesse avere: sesso, due carezze e mille parole vuote, seguite dal nulla assoluto. Sospirò di nuovo, pensando solo “è così ingiusto”, ma  era giunto il momento di ricominciare a fingere. Doveva reprimere i suoi sentimenti e sfoggiare quel sorriso che solo lei era capace di fare. Prese fiato per un secondo e giocò nervosamente con il nuovo bracciale.
Cosa doveva dirgli? “Per favore fatti sentire qualche volta?” o “quanto meno cerca di comparire ogni due o tre settimane?” No, si stava rivestendo, ed era troppo tardi, ogni cosa era inutile.
“Ok, quando mi vuoi...” gli disse al termine di un lungo conciliabolo tra il suo cuore e il suo cervello, e usò uno splendido tono pacato, sfoggiando il classico sorriso “è tutto perfettamente a posto, non potrei essere più felice”. Le veniva così bene quel sorriso, e pensare che la critica la considerava una pessima attrice: se avessero visto quanto era brava nella vita reale le avrebbero dato un Oscar. Indossò una sottoveste di seta e cominciò a sistemarsi, ma Myles improvvisamente le disse “Oh quasi dimenticavo: ho un quarto regalo per te bambina, quello che mi è costato di più. Mentre te ne andavi in giro per festini e sfilate, convinta che io ti avessi dimenticato, in realtà io lavoravo di nascosto per te. La campagna che volevi è tua,anche quest'anno. Congratulazioni, a quanto pare resterai la donna più bella del mondo per un po'.”
 Questa cosa la fece sorridere, un po' per orgoglio, un po' di gioia sincera. Allora le aveva pensato durante quei lunghi mesi. Fu in quell'istante che abbassò la guardia, e per la prima volta disse a Myles quello che lui desiderava tanto sentire, ma che “per contratto” lei non poteva dire.
“Ti adoro tesoro.” Gli disse, trattenendo a stento uno dei sorrisi più belli e più sinceri che si fosse mai concessa di regalare a qualcuno, e lui stringendola sospirò e disse “Anche io, e lo sai. Quello che provo io in realtà è incredibilmente più forte piccolina, perchè ti amo e lo sai benissimo. Sai che anche se non posso stare sempre con te, in realtà io non desidero altro. Ma devi fare tre cose per me, va bene?”
Lei sorrise e annuì e lui cominciò con l'elenco: “numero 1: se hai intenzione di scendere dai tuoi ospiti “svestita così” metti almeno una sciarpa, dannazione! Hai il seno completamente scoperto, e se continui a dare spettacolo gratis nessuno vorrà più pagarti per indossare i suoi abiti. Numero due, ti lascio qualche spicciolo, gioca una mano per me, e vinci!”
Che cosa stupida! Mina vinceva sempre, non era mica necessario dirglielo? Guardò i contanti che le aveva depositato sul comodino e pensò che con 500 dollari non ci pagava neanche l'apertura.
Poi la tirò a sé, e stringendola le sussurrò “e numero tre: quando sposerai un Kennedy o un Clinton, mi prometti che resterai comunque repubblicana?Non sopporterei di saperti democratica! Anche se...a pensarci bene mi sa che è inevitabile: dopo un presidente di colore,per quei bastardi sarebbe il massimo avere un presidente con la moglie islamica!”
Mina rise, non per la battuta, ma per il tono insicuro che aveva usato. E poi rispose “non voto, mai. La politica mi annoia terribilmente, quindi lascio sempre la scheda bianca in realtà, e ti prometto che non cambieranno le cose. E...va bene, metterò una sciarpa, ma niente di più. E tu...mandami almeno una mail di tanto in tanto.”
Myles letteralmente fuggì, lasciandola ad annegare per un attimo in quelle lacrime che non doveva e non poteva versare, ma quello che entrambi ignoravano, era che quella sarebbe stata la loro ultima volta perché dopo quella sera Mina non sarebbe mai più stata la stessa.

Nota:
Allora spero che vi piaccia Mina e di Myles che ne pensate? Avete capito, vero, che non è esattamente il protagonista maschile della nostra storia? Fatemi sapere, io vi aspetto.
   
 
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