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Autore: Nope1233    03/04/2020    2 recensioni
Provavo una profonda vergogna per quello che avevo fatto e mai ero riuscita a perdonarmi nonostante l'inesorabile scorrere degli anni.
Ritrovare quel ragazzo davanti ai miei stessi occhi fu una sfida che ogni fibra del mio corpo mi implorava di abbandonare, ma il suo animo puro e semplice era un qualcosa che mi avrebbe legata a lui nonostante tutti i miei demoni e le mie più profonde paure. Temevo me stessa e temevo ancora di più quello che mi faceva provare il suo meraviglioso ed ingenuo sorriso rivolto verso di me.
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fatgum, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Erano trascorse un paio di settimane dal mio incontro con Toyomitsu e, dopo quel giorno, avevo tentato in ogni modo di trovare un' occupazione in una qualche agenzia, senza avere successo. Quando pensavo alla proposta del ragazzo, trovavo mille scuse che giustificavano la mia scelta di non accettare, ma dentro di me sapevo benissimo che avevo solo una grande paura di affrontare il mio passato. 

Mi odiavo per quella mancanza di coraggio, ma dopo quell'incontro tutte le mie certezze si erano ribaltate lasciandomi in balia delle mie emozioni e dandomi una continua e pesante sensazione di mancanza d'aria. Quella notte feci una fatica immensa a prendere sonno e persi parecchie ore rigirandomi nel letto tentando di addormentarmi. L'idea che da lì a poco avrei dovuto pagare l'affitto mi tormentava e non vedevo alcuna possibilità di scelta: avrei dovuto accettare l'offerta di Taishiro, almeno per il momento.

- - -

Le grandi porte scorrevoli dell'agenzia si aprirono ed il suono di un campanello annunciò il mio ingresso in quel tardo pomeriggio. Percorsi il luminoso corridoio in cui mi trovavo ma, dopo pochi metri, una delle porte di vetro si spalancò e scoprii un sorridente Toyomitsu quasi inciampare nel tentativo di accogliermi. Fortunatamente, raddrizzò la schiena e non cadde a terra.

"C-Ciao, T/C!" sorrise parandosi davanti a me. "Non hai idea di quanto sia felice che tu sia venuta! Credevo che avessi trovato lavoro in qualche altra agenzia."

"N-No..." sforzai un sorriso. "E' che..."

"Avanti seguimi! Ho già preparato il tuo contratto!" disse rientrando nell'ufficio, ed io lo seguii mentre mille domande mi frullavano in testa.

Non mi diede il tempo di controbattere e mi invitò a sedermi davanti alla sua scrivania su cui spiccava una teglia in cui stavano cuocendo alcuni takoyaki. Presi posto ed il ragazzo si sedette davanti a me, rigirando la pastella ormai cotta sulla piastra. Dopo di che, Toyomitsu aprì uno dei cassetti della sua scrivania e mi porse un plico di fogli con un grande sorriso sul volto.

"Firma solo sull'ultimo foglio, negli altri bastano le iniziali del tuo nome." disse. 

"N-Non avevi detto che sarebbe stato un colloquio formale?" chiesi.

"Beh, sì! Formale perché ci vediamo dal vivo nel mio ufficio." rispose iniziando a togliere i takoyaki cotti dalla piastra e posandoli su un piccolo vassoio di carta. "Prendi pure! Non fare complimenti!"

"N-No, grazie."

"Nemmeno delle caramelle?" continuò indicando una ciotola con alcune piccole caramelle colorate al suo interno.

"Non ho fame, perdonami."

"Non è questione di avere fame o meno." disse raccogliendo una caramella gusto limone dalla ciotola e, dopo essersi alzato, mi afferrò la mano posando il bonbon sul mio palmo. "Queste servono ad addolcire la vita e gli animi. Nulla di più."

Il sorriso ed il tono particolarmente dolce con cui aveva pronunciato quelle parole, mi colpirono nel profondo facendo tornare quella tremenda sensazione di mancanza d'aria. Strinsi la caramella nella mano e piegai la testa verso il basso mentre il ragazzo riprendeva posto sulla sedia.

"Posso chiederti perché lo fai, Toyomitsu?" chiesi. 

"Che intendi?"

"Tu...Tu hai memoria di quello che è successo l'ultimo anno delle medie, non è vero?"

Calò il silenzio e non ebbi il coraggio di alzare lo sguardo per scoprire la sua reazione, mentre il forte istinto di fuggire il più lontano possibile prese il sopravvento, ma tentai di trattenermi.

"Immaginavo che fosse per quello." sospirò.

Alzai di scatto la testa e lo osservai mentre mi mostrava l'ennesimo ed incrollabile sorriso.

"C-Cosa vuoi dire?" 

"Che mi ero fatto l'idea che fosse per quell'incidente che non ti andasse di lavorare con me. Credo che sia per questo che hai aspettato ben due settimane prima di venire qui."

"Beh...S-Sì, è vero." ammisi con il cuore in gola. "Ma tu cosa...?"

"Cosa ne penso?" mi interruppe anticipando la mia domanda. "Penso che è tutto passato. Non è stata colpa tua, sono praticamente inciampato da solo ed è stato tutto un terribile susseguirsi di eventi."

"Ma se io non ti avessi spinto..."

"Mi ripeto; tu non hai colpe. Nemmeno una. Eravamo bambini ed è stato un incidente. Non sono stato arrabbiato con te nemmeno per un istante, te lo giuro." sorrise. "Quindi ti prego, T/C. Se vorrai lavorare con me, io sarei onorato della tua presenza in questa agenzia."

"Ma hai rischiato la vita, Toyomitsu!" sbottai osservandolo incredula. "Se non fossi stata così stupida sforzandomi di apparire forte, tutto questo non sarebbe successo! Come puoi non odiarmi per questo?"

"Proprio perché ti sforzavi. Sapevo che quella bambina rude ed insensibile non eri tu, l'ho sempre saputo. Sei stata vittima degli eventi, esattamente come me." sorrise inclinando la schiena in avanti. "Quindi ti rigiro la domanda. Come potrei odiarti per questo?"

"Ma il danno è stato comunque fatto e..."

"Sto bene, T/C." sospirò mostrandomi un sorriso intenerito. "Tutto si è risolto nel migliore dei modi, quindi che senso ha trascinarci un tale peso sulle spalle? Io sono andato avanti senza mai portare rancore nei tuoi confronti e sarei davvero felice se tu potessi fare lo stesso."

Quelle parole mi diedero la spinta finale e fui costretta ad abbassare nuovamente lo sguardo per celare almeno in parte le leggere lacrime che iniziarono a farsi largo nei miei occhi. Ammiravo la sua totale comprensione, ma non riuscivo ad accettarla come avevo a lungo sperato. 

"S-Scusami..." mormorai.

"Non preoccuparti."

Con una pazienza estrema, Toyomitsu attese che riuscissi a riordinare i pensieri senza dire una parola e quando rialzai lo sguardo, lo scoprii intento ad osservarmi con un sorriso pieno di dolcezza, come se trovarsi davanti agli occhi la mia debolezza lo avesse intenerito.

"Va bene, allora." dissi schiarendomi la voce. "Se pensi ancora che sia una cosa giusta nei tuoi confronti, firmerò il contratto."

Volevo almeno tentare di superare le montagne insormontabili di emozioni contrastanti che mi portavo dentro ed in quell'istante mi convinsi che l'attacco sarebbe stata la strategia migliore. Fuggire non mi avrebbe portato da nessuna parte.

"Voglio che tu per prima ne sia convinta. L'ultima cosa che desidero è forzarti a fare ciò che non vuoi." sorrise. 

"N-No. Va bene così."

Raccolsi una penna da un piccolo contenitore di metallo a lato della scrivania e firmai i vari fogli come mi aveva chiesto Toyomitsu. Quando conclusi, gli porsi il contratto compilato ed il mio nuovo capo lo mise subito nel cassetto.

"Sono davvero contento che tu abbia accettato." disse. "Ti ringrazio."

"Non ringraziarmi. Sono io che ti sono debitrice per avermi assunta!"

"Non sono d'accordo, ma questi non sono che inutili convenevoli!" rise alzandosi ed il suo tono di voce riprese tutta l'allegria che avevo visto sparire nei minuti precedenti. "Ora, che ne diresti di festeggiare? Conosco un buon ristorante poco lontano da qui e..."

"P-Potremmo rimandare?" chiesi imbarazzata alzandomi dalla sedia. "Oggi mi sono allenata parecchio e sono piuttosto stanca."

"Ma certo! Ci vediamo domani mattina alle nove, allora! Iniziamo il turno insieme."

"Andrà benissimo. Ah, Toyomitsu." attirai la sua attenzione indicando il vassoio di carta. "Temo che quei takoyaki si siano raffreddati ormai, mi dispiace averti rubato tanto tempo." 

"Oh, g-giusto!" rise il ragazzo sventolando una mano nella mia direzione. "N-Non preoccuparti, li posso scaldare, poco importa."

"Va bene." sospirai esibendomi in un lieve inchino. "Allora grazie ancora per tutto. Ci vediamo domani." 

"G-Grazie a te, T/C! Buon riposo!"

"A te."

Uscii dall'agenzia e mi diressi a passo lento verso casa mentre un miriade di pensieri mi invadevano la mente. Volevo e dovevo superare quel pesante bagaglio ormai fossilizzato nel mio animo e affrontare i miei stessi demoni era l'unico modo che avevo per poterne uscire. Ormai la scelta era presa e si fece largo in me la certezza di non voler tornare indietro.

   
 
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