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Autore: Journey    03/04/2020    3 recensioni
Che cosa succederebbe se Lucifer e Chloe si fossero incontrati quand'erano ragazzi per poi perdersi di vista e ritrovarsi solo da adulti? E che cosa succederebbe se nei loro giorni di gioventù avessero avuto una figlia che hanno rincontrato solo dopo diciotto anni? In questa FF un po' AU, un po' OCC, e sicuramente What If? i nostri protagonisti si troveranno a fare i conti con questa nuova nuova situazione.
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chloe Decker, Lucifer Morningstar, Nuovo personaggio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 28


Quando Lucifer riprese conoscenza, per i primi istanti, si domandò dove diavolo fosse finito e come cavolo c’era arrivato lì. Poi, quasi come una secchiata d’acqua ghiacciata in faccia, le informazioni lo presero a schiaffi. Si mise seduto e si tolse di dosso i brandelli che rimanevano della sua camicia. Spazzò via un po’ di sabbia dalle braccia e cercò di mettersi in piedi. Sua figlia l’aveva messo k.o. ed era volata via. Per quanto tempo aveva perso conoscenza? Dov’era adesso Abigail? E perché non era stato capace di fermarla e portarsela a casa? Che fosse stato l’amore per quella ragazza ad avergli impedito di farle del male? Effettivamente, si trovò a pensare, non c’era stato nemmeno un istante in quella lotta in cui lui aveva assestato un colpo deciso. Aveva giocato in difesa e non in attacco. Si era comportato da debole e, per colpa sua, probabilmente adesso sua figlia stava scatenando l’ira funesta di suo padre, il Dio di tutto il creato. Si mise in piedi e, nonostante si sentisse ancora un po’ dolorante per quell’incontro, liberò le sue ali e spiccò il volo. Quando giunse davanti ai cancelli della Città d’Argento ciò che vide lo turbò. Non era tornato in quel posto da quando suo padre l’aveva esiliato all’inferno. Ma non fu tanto quello a turbarlo quanto vedere i suoi preziosi cancelli distrutti e i suoi fratelli sconfitti al suolo, ancora incoscienti. Si avvicinò ad Uriel e provò a fargli riprendere conoscenza schiaffeggiandolo un po’. Il fratello, dopo l’ennesimo schiaffo, parlò.
“Ti stai divertendo a schiaffeggiarmi, eh?” domandò con voce flebile l’angelo.
“Dov’è Abigail, Uriel?” chiese immediatamente lui.
“Ho provato a fermarla, ma non ci sono riuscito. La sua forma oscura è troppo potente persino per noi” continuò quello.
“Com’è possibile, fratello?” chiese il diavolo confuso e spaventato.
“È la figlia del diavolo...” rispose quello.
“Ma ha sconfitto anche me” continuò confuso Lucifer.
“... è anche la figlia di un miracolo” concluse Uriel prima di perdere nuovamente conoscenza.
“Sei un idiota! Sei un idiota!” esclamò Lucifer frustrato riadagiandolo a terra.
Dopodiché lo superò e procedette attraversando quei viali che gli erano così familiari. Sulla sua strada cominciarono ad emergere figure prive di sensi e quello scenario lo allarmò. Quando, all’improvviso dopo ore che camminava, Amenadiel gli si piazzò davanti sbarrandogli la strada.
“Luci” disse semplicemente.
“Devo continuare, devo cercarla, è qui da qualche parte” disse lui completamente fuori di testa.
“Luci non è qui e tu non puoi stare qui” gli disse l’angelo.
“Sono arrivato troppo tardi, è vero?” domandò nonostante sapesse già la risposta.
“Sì, Luci. Abigail era accecata dalla rabbia e dal rancore. Era accecata dall’odio e ha sfidato nostro padre distruggendo i cancelli della Città d’Argento e mettendo k.o. tutti i coloro che hanno intralciato il suo cammino” rispose genuinamente dispiaciuto l’angelo.
“Dov’è Amenadiel. Dov’è mia figlia?” domandò minaccioso.
“Papà l’ha punita” rispose quello cercando di mantenere un contegno.
“L’ha punita? Che significa? Come l’ha punita? Che le ha fatto?” domandò Lucifer perdendo completamente la compostezza e cominciando ad inveire verso il fratello.
“Luci l’ha condannata all’inferno. L’ha condannata per l’eternità. È la nuova regina degli Inferi” rispose Amenadiel facendo impallidire il diavolo. “Mi dispiace fratello” continuò e cercò di abbracciarlo.
In qualunque altra situazione, Lucifer avrebbe negato quel contatto, l’avrebbe evitato, ma in quel momento non ne ebbe la forza. Lasciò che suo fratello maggiore lo abbracciasse e gli mostrasse conforto e vicinanza. Lui sapeva bene cosa significasse essere esiliati, conosceva troppo bene tutta la sofferenza che comportava quel ruolo, il ruolo di regnante. A sua figlia era la toccata la sua stessa sorte e non c’era nulla che potesse fare per cambiare le cose. O forse c’era?
Mentre Amenadiel si lasciava andare a parole di conforto, Lucifer sciolse quel contatto e volò via da quel luogo senza neppure voltarsi indietro a guardarlo per l’ultima volta. Lo odiava, odiava quel luogo più di quanto odiasse l’inferno. Era la casa da cui era stato cacciato, il luogo da cui suo padre l’aveva ripudiato, il luogo di condanna di sua figlia. Tornò sulla terra pronto e deciso ad affrontare Chloe. Doveva raccontarle cosa fosse successo. Durante tutto il viaggio di ritorno non fece altro che pensare ad una soluzione, a come poter riportare sua figlia dalla detective e nulla, nulla sembrava venirgli in mente. Ma, non appena Chloe Decker aprì la porta di casa e incontrò i suoi occhi, tutto gli divenne chiaro. Lucifer sapeva esattamente cosa avrebbe dovuto fare per riportare sua figlia a casa.
 
Nel frattempo, agli inferi, Abigail nella sua forma oscura sedeva in cima al trono, una volta, di suo padre. Sedeva lì e tutto ciò a cui riusciva a pensare era a Lucas Fletcher. Poi, improvvisamente quel cumulo di rocce che si stagliava così in alto da sembrare infinito, cominciò a scendere sempre di più fino a toccare il suolo. Dall’oscurità si fece spazio una figura, all’inizio sfuocata e poco chiara. Sembrava fluttuasse. Era una visione meravigliosa, celestiale sarebbe stato il termine esatto, ma data la situazione e il luogo, Abbi cercò di pensare ad un termine più appropriato. Non aveva mai visto un essere così ipnotico e ammaliante. Da quando era entrato nel suo raggio visivo non era stata capace di spostare lo sguardo. Cosa stava guardando esattamente? Chi stava guardando. Stava ancora cercando di abituare i suoi occhi all’oscurità di quel posto. Quando l’essere si fece più vicino cominciò a metterlo a fuoco. Era una donna. Aveva la pelle candida e dei lunghissimi capelli ramati e ricci che le ondeggiavano alle spalle. Indossava un abito nero, camminava senza scarpe. Non appena le fu più vicina poté notare quello che credeva essere un abito nero, era in realtà un serpente che le circondava tutto il corpo. La sua testa vispa sbucava da sopra la spalla della donna. Gli occhi del rettile erano di un rosso intenso. Quelli della donna, invece, sembravano gialli. Abbi notò che all’improvviso quelli dell’animale diventarono dello stesso colore di quelli della donna e, quando spostò lo sguardo su di lei, notò che i suoi erano diventati rossi come quelli del serpente. Si sentì intimorita, poi quella creatura le sorrise.
“Tu devi essere la nostra nuova sovrana, la progenie del diavolo in persona, la figlia perduta dell’inferno, tu devi essere Abigail” disse inchinandosi davanti a lei. “Benvenuta. Sono Lillith, madre dei demoni, tua umile e fedele serva”
Aveva una voce calda e soave, i suoi lineamenti erano delicati, aristocratici. Nonostante quegli occhi ipnotici e disumani era la creatura più bella che Abigail avesse mai visto.
“Sono qui per servirti” concluse la donna dai capelli ramati sorridendole sinistra.
 
A Chloe bastò aprire la porta e guardare il viso di Lucifer per realizzare che tutta quella paura che aveva avvertito negli ultimi tempi, avrebbe trovato il suo culmine in quel momento. Lui le raccontò per filo e per segno ciò che era successo da quando avevano lasciato quella casa. La detective continuava a sentirlo, ma non riusciva davvero ad ascoltarlo. Si sentiva in una bolla, fuori dal mondo. Era come se si stesse guardando dall’esterno, come se quella situazione non la riguardasse davvero. Sperava di svegliarsi da un momento all’altro per poter realizzare che era tutto soltanto un sogno. Si sarebbe svegliata, avrebbe scacciato via quell’incubo durante i suoi trenta minuti di relax sotto la doccia e poi sarebbe andata a raccontare tutto ad Abigial. Peccato che quello non era un sogno ed Abigail non era più lì. Era stata esiliata all’inferno. L’avevano portata di nuovo via da lei. E questa volta non credeva di poterla superare. Le lacrime continuavano a scenderle sul viso arrosato e gonfio. Era paralizzata. Ultimamente le accadeva di spesso e detestava sentirsi così. Lei non era una debole, non era una che restava paralizzata. Lei affrontava le situazioni di petto. Lei trovava le soluzioni. Lei combatteva. E si ripromise che avrebbe combattuto per riavere sua figlia pur non sapendo contro chi o cosa dovesse battersi. Lucifer continuava a parlarle, le diceva che se la sarebbe vista lui e che gli avrebbe riportato indietro Abigail. Ma come?
“Ti fidi di me, detective?” gli chiese.
“Sì”, rispose lei semplicemente.
“Io ti riporterò Abigail” le disse.
“Come?” domandò lei tra un singhiozzo e l’altro.
“Te la ricordi quella casa al mare, quella che volevo comprare per noi due quand’eravamo ragazzi?” gli chiese lui.
“Lucifer che cosa c’entra, ti prego...” cominciò a dire lei confusa da quella digressione.
“L’ho comprata, l’ho comprata per noi, per la nostra famiglia. Per te, per me, Abigail, per la piccola monella e c’è una stanza degli ospiti per Maze o per Dan” disse lui sorridendole appena.
“Perché mi dici questo?” domandò lei ancora più confusa.
“Perché ti amo” disse lui cogliendola completamente di sorpresa.
“Tu non hai mai...” cominciò a dire lei.
“Lo so, ho perso troppo tempo. Avrei dovuto dirtelo subito. Ma lo sai che questo è quello che ho sempre provato per te. E voglio che tu lo ricordi, che lo ricordi per sempre. Io ti amo, Chloe Decker” disse con gli occhi lucidi e le baciò dolcemente le labbra.
“Ti amo anche io, Lucifer. Ma perché me lo stai dicendo, perché suona come un addio?” domandò spaventata lei.
“Perché lo è. Devo tornare all’inferno. Devo oltraggiare mio padre più di quanto abbia fatto lei e prendere il suo posto, Chloe. È l’unico modo che ho per liberarla e riportarla da te” disse lui con le lacrime agli occhi.
Lei scuoteva la testa incredula.
“No, no. Non sta succedendo davvero. Non sta succedendo di nuovo. Non puoi lasciarmi, non puoi lasciarmi adesso. Ho bisogno di te. Ci dev’essere un altro modo. Possiamo trovare un altro modo. Chiediamo ai tuoi fratelli, qualcuno ci aiuterà” esclamò la detective.
“Questo è l’unico modo. Mi dispiace detective, voglio solo che tu sappia che ti amerò per sempre”, questa fu l’ultima cosa che Lucifer le disse prima di spiccare il volo.

Journey's corner
Salve a tutti, ringrazio tutti coloro che hanno avuto voglia di leggere questa storia. Ringrazio coloro che hanno speso un po' del loro tempo per recensirla e farmi sapere la propria opinione in merito. È stato un bel viaggio e - come tutti i bei viaggi - anche questo deve giungere al termine. Mi è stato chiesto se ci sarà un seguito e sinceramente non era nei miei piani quando ho cominciato a scrivere. Ma, nell'ultimo periodo, potrei averci ripensato. Devo rendermi conto se è fattibile scrivere un seguito o se è tempo di lasciare Abigail, Karen e tutti gli altri per passare a nuove storie, a nuovi personaggi e - soprattutto - a nuove avventure. Che dire, mi piacerebbe molto sapere la vostra opinione sulla conclusione.
A presto
-Journey
 
   
 
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