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Autore: EleAB98    03/04/2020    3 recensioni
(SERIE 1*) Hollywood U è una delle università più prestigiose della California.
Jane McMiller, ragazza ambiziosa dotata di grande talento, ha un sogno: diventare un'affermata regista. C'è solamente un ostacolo che s’interpone tra lei e il suo sogno. Thomas Hunt, infatti, il professore più in gamba dell'università, non le darà certo vita facile.
E come se non bastasse, la giovane ragazza si ritroverà, ancora una volta, a scegliere tra l'amore e la carriera.
Due mondi apparentemente inconciliabili, uniti da un filo sottile. Due mondi destinati a scontrarsi con la forza più misteriosa e allo stesso tempo più potente. La forza dell'amore.
Di un amore proibito che li sconvolgerà totalmente...
NOTA: Sono presenti delle citazioni tratte dal romanzo Orgoglio e Pregiudizio di Jane Austen.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime, Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'Alunna e Il Professore'
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Le vacanze erano quasi finite e l’inizio del nuovo anno era ormai alle porte. Il club di lettura, infatti, si sarebbe riunito proprio in vista del primo giorno dell’anno nuovo. Sì, quella tradizione vigeva ormai da tempo all’interno dell’associazione. E per la prima volta, anche Jane avrebbe partecipato a quella sorta di ‘incontro iniziatico’. Un incontro che, in qualche modo, voleva essere un augurio per un nuovo anno colmo di gioie e soddisfazioni professionali e private.

Quando il fatidico giorno arrivò, Jane si trovava ancora in camera sua, preparandosi per l’attesa serata.

“Allora Jane, sei pronta oppure no?” fece eco suo padre dal soggiorno.

“Sistemo la borsa e arrivo!” rispose lei.

Jane si guardò allo specchio. Come al solito, non sarebbe stata solamente la borsa ciò che lei avrebbe dovuto sistemare. Quei giorni che aveva trascorso in famiglia le erano apparsi molto difficili e il suo aspetto non faceva altro che confermare la sua preoccupazione. Adesso, però,  tutto ciò di cui aveva bisogno si trovava lì, in quella sala piena di libri e letteralmente invasa dal loro buonissimo e obliante profumo.


 
***
 

Suo padre Jeremy l’accompagnò a destinazione e, come di consueto, la giovane entrò nella sala lettura. Il professore si trovava già lì, seduto al proprio posto e con la sua solita ‘aria da compagnia’. Gli altri membri del club, invece, conversavano piacevolmente tra loro, raccontandosi l’un l’altra come avessero trascorso le festività natalizie. Non appena Jane profuse i suoi saluti, Hunt alzò gli occhi dal libro. Come al solito, l’uomo la salutò con perfetta indifferenza. Ovviamente, la giovane poteva anche aspettarsi che, di lì a poco, i due avrebbero discusso di nuovo.

Grace si piazzò al centro della sala e con sentita emozione espresse i suoi auguri per l’inizio del nuovo anno, non mancando, però, di riservare un’occhiata a Thomas, il quale si limitò a rispondere – seppur con un certo distacco - al suo sorriso.

“Bene ragazzi, dove eravamo rimasti? Permettetemi di fare un breve riassunto riguardo al romanzo. Come ben sapete, il signor Darcy comincia a riflettere maggiormente sul comportamento e l’attitudine della signorina Elizabeth, la quale crede fermamente di essere riuscita a interpretare e a conoscere pienamente ogni lato del suo carattere. Insomma, la giovane è ormai offuscata da un forte pregiudizio nei suoi confronti, nonché da una certa dose di orgoglio testimoniata dalla scena che stiamo per leggere. Il primo proverà un’intrinseca ammirazione per la signorina; la seconda, al contrario, sarà accecata dalla ferrea convinzione di aver compreso in tutto e per tutto l’attitudine del signor Darcy.”

“Scusami Grace, ma avrei una domanda.” la interruppe Jane, in preda alla curiosità.

“Prego Jane, dimmi pure.” rispose lei.

“Nello specifico... Quale sarà il particolare che Darcy noterà in Elizabeth e che desterà la sua completa ammirazione dato che, almeno fino alla volta precedente, abbiamo assistito a un feroce attacco da parte sua riguardo il suo aspetto esteriore?”

“Ti rispondo subito.” disse Grace, aprendo il libro. “A pagina 43 del Capitolo 8, la signorina Elizabeth si recherà a Netherfield per assistere sua sorella Jane, la quale si è ammalata di un forte raffreddore coniugato a un martellante mal di testa. Ecco, proprio in quel momento, Elizabeth e Darcy si rivedranno e quest’ultimo esprimerà, dentro se stesso, un profondo senso di ammirazione nei confronti di Jane. Tale apprezzamento di qualità emerge anche nel Capitolo 6 del libro. Precisamente, a pagina 33, l’autrice farà conoscere al lettore i reali pensieri del signor Darcy:

 
“Occupata a osservare le attenzioni del signor Bingley nei confronti di sua sorella, Elizabeth era ben lontana dal sospettare di essere diventata lei stessa oggetto di qualche interesse agli occhi del suo amico. Il signor Darcy aveva dapprima a malapena ammesso che era carina, le aveva dato un’occhiata senza interesse al ballo e, quando si erano incontrati di nuovo, l’aveva guardata soltanto per criticarla. Ma non appena ebbe chiarito a se stesso e ai suoi amici che il suo viso non aveva niente di attraente, aveva incominciato a notare che era però reso insolitamente intelligente dalla bella espressione dei suoi occhi scuri.”


Jane rimase esterrefatta da quell’esauriente risposta: come faceva Grace a ricordare ogni singolo dettaglio del libro? Doveva averlo letto almeno un milione di volte. Per un attimo, la giovane guardò il professore. Incredibile, stava sorridendo. Un’altra volta. Jane non ricordava di averlo visto mai sorridere in aula, durante la lezione. Non un sorriso, non una battuta... Niente di niente. Era sempre così serio, così composto... No, la ragazza non riusciva ancora ad abituarsi a quella stramba visione.

“La mia risposta ti è abbastanza soddisfacente, Jane?” domandò Grace, notando la sua momentanea disattenzione.
“Certamente, come potrei asserire il contrario?” rispose lei, mostrando un sorriso.
“Benissimo. Allora, mia cara, data la tua completa attenzione, mi concederai l’onore di poter nuovamente sfruttare la tua prontezza di spirito leggendoci il prossimo capitolo del libro.” rispose Grace con benevola ironia.

La ragazza sorrise alla proposta.

“Sicuro, sarà un piacere.”

“Thomas?” fece la donna, rivolgendosi a lui “Mi auguro che anche tu faccia la tua parte. Il nostro gruppo è segretamente innamorato delle vostre conflittuali performance teatrali. Beh, a quanto pare, adesso non è più un segreto... Ma torniamo a noi. Siete pronti?”

A quelle parole, entrambi rimasero di stucco e si limitarono a sorridere a quelle assurde - quanto lusinghiere - affermazioni. Chissà, magari qualcuno aveva davvero sospettato che i due, in realtà, si conoscessero già da qualche tempo.
Tramite l’intermezzo di Grace, la voce narrante, i due lessero, insieme agli altri, i due capitoli precedenti lo scontro verbale tra i due protagonisti. Non appena giunti al punto focale del capitolo, Thomas e Jane rimasero gli unici a proseguire nella lettura.

 
Dopo aver eseguito alcune canzoni italiane, la signorina Bingley cambiò genere con una vivace aria scozzese e subito dopo il signor Darcy, avvicinandosi a Elizabeth, le disse:

 
“Non sentite una gran voglia, signorina Bennet, di approfittare di una simile occasione per ballare un reel?”
 

Questa volta, Jane si sentì molto più a suo agio nell’interpretare Elizabeth. In effetti, quest’ultima avrebbe potuto finalmente ‘vendicarsi’ della precedente scortesia del signor Darcy. Proprio come scritto nel romanzo, Jane simulò un sorriso, ma non rispose alla sua domanda. Come da copione, Thomas la ripeté nuovamente, mostrandosi sorpreso dal suo silenzio.

 
“Oh” – gli disse – “vi avevo sentito anche prima, ma, sul momento, non sapevo decidere cosa rispondere.”

 
Nella sala, tutti ammirarono la disinvoltura di Jane, rimanendo semplicemente a bocca aperta. Jane non sembrava più la ragazza timida e imbarazzata che avevano conosciuto il primo giorno della sua presentazione. Soltanto Hunt non si mostrò affatto sorpreso dall’attitudine della sua studentessa. In fondo, chi meglio di lui poteva asserire di conoscerla veramente – seppur non in modo approfondito - dal punto di vista caratteriale?

 
“Volevate, lo so, che vi dicessi “Sì” per avere il piacere di disprezzare il mio gusto, ma io mi diverto sempre a ribaltare quel genere di piani e a costringere le persone a ricredersi sul loro disprezzo premeditato. Ho quindi deciso di dirvi che non ho alcuna voglia di ballare un reel: e ora disprezzatemi se ne avete il coraggio.”
 

“Non oserei mai.”

– si limitò a dire Thomas, l’alter ego del signor Darcy -.

 
In quel preciso istante, la sala lettura si riempì di applausi. I due avevano interpretato i protagonisti alla perfezione. Jane, in particolare, sembrava disprezzasse realmente le ambigue maniere del signor Darcy e probabilmente, se qualcuno del club fosse venuto a conoscenza dei trascorsi tra lei e il professore, avrebbe persino giurato che la ragazza non provava affatto ammirazione per quel Thomas Hunt.
 
Ma era davvero così?
 

***
 

Concluso l’incontro, Jane si sedette sulla panchina che si trovava proprio di fianco al club. Tutti erano ormai andati via e Jane sperava di poter ancora riflettere in perfetta solitudine riguardo al nuovo capitolo che aveva appena letto. Fra qualche minuto sarebbe tornata a casa e, nel frattempo, la giovane doveva pur distrarsi, in qualche modo. All’improvviso, qualcuno si sedette accanto a lei.

Era il professor Hunt.

Il cuore di Jane smise di battere per qualche secondo. Per quale assurdo motivo il professore si era seduto vicino a lei? Per profonderle l’ennesimo rimprovero? Che cosa aveva combinato questa volta? Nonostante gli sforzi, Jane non riuscì sul momento a comprendere la motivazione di quel gesto. La voce di Hunt interruppe il flusso di quei pensieri confusi.

“A cosa sta pensando, signorina? Volevo complimentarmi per la sua magnifica interpretazione. Sembrava davvero che nutrisse un odio sconfinato per me.” proruppe Thomas, soffocando una risata alquanto inespressiva.

“La ringrazio.” rispose la giovane mostrando un leggero imbarazzo, non comprendendo se il professore pensasse realmente ciò che le aveva appena detto. “Quanto alla sua domanda...” proseguì lei guardandolo di sfuggita negli occhi “Riflettevo di nuovo riguardo la condotta del signor Darcy. Non riesco proprio a capire il suo comportamento... non riesco a...”

“Capire le sue reali intenzioni?”

“Esattamente. Insomma, un momento prima sembra che ammiri con tutto se stesso le qualità di Elizabeth, un momento dopo sembra faccia di tutto per sminuire il suo acume e la sua intelligenza.”

“Quello che lei dice è senz’altro vero...” convenne Hunt. “Ma è pur vero che, nella vita, si può sempre cambiare idea.”

Jane annuì, nonostante non si aspettasse quella risposta da lui.

“In realtà” disse lei con lo sguardo perso nel vuoto “ci sono davvero molte persone che fatico a capire...”

“Ad esempio?” domandò Hunt con discreto interesse.

Jane si voltò verso di lui.

“Ad esempio... Lei.”

L’uomo assunse un’espressione di pura sorpresa.

“Io?”

“Esatto. Proprio lei.”

In quel preciso istante, i due si guardarono nuovamente negli occhi, in silenzio. La luce del lampione di fianco la panchina illuminava a malapena i loro volti. Quei volti la cui espressione appariva indefinita e, al contempo, intrisa di domande senza risposta. Nessuno dei due, però, scostò lo sguardo. Hunt riprese a parlare.

“E... cos’è che non capisce, esattamente?”

“Ecco...” farfugliò la giovane, cercando di trovare le parole giuste. “Non capisco il suo modo di rapportarsi con noi studenti... Il suo modo di rapportarsi con me, in particolare... Insomma, quello che intendo dire è che non comprendo affatto il suo atteggiamento nei miei confronti. Non mi fraintenda, ma...”

“Ma? Prosegua.” la incalzò Hunt, continuando a guardarla negli occhi.

Jane cercò di contenere l’imbarazzo e nel frattempo di elaborare un discorso sensato.

“Sa, come persona, credevo di averla inquadrata perfettamente. Di aver compreso fino in fondo le sue ragioni, i suoi gesti, le sue asserzioni... Insomma, credevo di aver capito tutto di lei, fin dal principio... Proprio come Elizabeth, la protagonista del romanzo. Invece, mi sbagliavo. Fuori dal contesto universitario, lei è una persona completamente diversa.”

“Signorina Jane,” disse Hunt abbassando momentaneamente lo sguardo “il mio obiettivo è soltanto quello di spingerla a dare il meglio di se stessa, proprio come gli altri studenti. Perché si tormenta con queste domande? Io sono esattamente la stessa persona che vede qui e all’università, se è questo ciò cui si riferisce.”

“Perdoni la mia franchezza professore, ma non le credo.”

Hunt spalancò gli occhi rimanendo, però, perfettamente tranquillo.

“Signorina Jane, non capisco proprio dove vuole arrivare. Tali questioni non dovrebbero essere...”
“Di mia competenza, lo so. Non dovrei immischiarmi nella sua vita, né tantomeno giudicare il suo carattere. Ma non posso farne a meno. Sia chiaro, non che mi interessi, ma ciò che l’opinione pubblica afferma riguardo a lei...”

“A me non interessa affatto ciò che ha da dire l’opinione pubblica.” la interruppe Hunt, alzando il tono della voce. “Tenga soltanto a mente che il mio dovere di professore è quello di incoraggiarla a perseguire i suoi futuri obiettivi professionali. Nient’altro.”

“Se è così, professore” disse Jane, tentando di spiegarsi meglio “non riesco proprio a comprendere le sue modalità di incoraggiamento. Per quanto mi sforzi, non sono ancora riuscita a capire se i suoi sporadici elogi nei miei confronti rappresentino invece una critica o se, al contrario, il suo continuo criticismo sia soltanto un modo per tirar fuori la vera me stessa... La vera Jane McMiller. Quella Jane che forse non conosco nemmeno io.”

A quell’inaspettata affermazione, Thomas stentò dal trattenere la sua sorpresa. Quella sincerità lo disarmò totalmente. In effetti, non si sarebbe mai aspettato una dichiarazione del genere da Jane, per quanto ardita potesse essere. A dire il vero, l’uomo non avrebbe mai immaginato che una ragazza così giovane avesse analizzato in modo così profondo il suo modo di agire rapportandolo, peraltro, alla sua stessa condizione di studentessa universitaria. Ed era la prima volta che qualcuno cercava di comprendere a fondo la sua reale personalità.

“Signorina, ribadisco ciò che le ho appena detto. Io sono esattamente lo stesso Thomas Hunt, qui al club di lettura così come all’università.”

“E io le ribadisco di non esserne poi così sicura. E credo che nemmeno lei lo sia.” asserì la giovane, con coraggio e sentita convinzione.

Lievemente infastidito da quell’atteggiamento provocatorio, Hunt le rivolse l’ennesima domanda compiendo, però, un gesto inaspettato.
“Sta per caso insinuando che io non sia...”

“Sto insinuando che... che...”

Jane non riuscì a terminare la frase. Thomas si era avvicinato pericolosamente al suo viso. In quell’istante, Jane si sentì mancare. I due si trovavano ormai a pochi centimetri l’uno dall’altra. La giovane resistette all’impulso di scostare lo sguardo. Vi era qualcosa negli occhi di Hunt che le impedivano di farlo. Nessuno dei due intendeva ‘mollare il colpo’. Sembrava che i due si stessero scrutando profondamente, cercando di interpretare ognuno i pensieri dell’altro. Sembrava essere una sfida. Una sfida che entrambi intendevano vincere giocando a carte scoperte. Jane tentò di parlare, ma Thomas la precedette.

“Signorina Jane,” disse lui, quasi sussurrando “io sono semplicemente me stesso, sebbene lei stia insinuando che non lo sia.”

“Allora me lo dimostri, professore.” ribadì Jane, con aria di sfida e, al contempo, con una certa dose di insicurezza trasparsa dal tremolio della sua voce.

Che cosa aveva appena detto? Doveva essere impazzita... pensò poco dopo.

Lo sguardo di Hunt l’aveva mandata letteralmente in confusione. Insomma, se in quell’istante Jane avesse analizzato l’immagine di qualche film, si sarebbe trovata davanti un perfetto primissimo piano. Quel primissimo piano di nome ‘Thomas Hunt’.

 
Dal canto suo, l’uomo continuava a osservarla, in completo e assoluto silenzio. Come al solito, alla domanda della ragazza, egli aveva reagito con perfetta impassibilità, ma il suo sguardo suggeriva ben altro. Gli occhi della studentessa lo avevano letteralmente ipnotizzato. Dal canto suo, anche la giovane continuava a guardarlo dritto negli occhi, con la speranza di captare in lui una risposta o una sensazione particolare derivante da quello strano momento. Ed ecco che, proprio quando Jane stava per scostare lo sguardo da lui, Thomas si avvicinò ulteriormente al suo viso accarezzandole il mento con delicatezza, facendo in modo che lei continuasse a guardarlo negli occhi.

Quel contatto provocò in lei una sensazione paradisiaca: il professore sembrava essersi completamente perso nel suo sguardo e, per qualche secondo, la sua calda mano continuò a indugiare sulla sua guancia. All’unisono, i loro volti si avvicinarono nuovamente ma, proprio quando sembrava che stessero per abbandonarsi a un bacio, un lieve - quanto percettibile - rumore ‘ridestò’ entrambi da quella situazione tanto intima, quanto intensa e inappropriata al tempo stesso.

Il ‘famigerato’ segnalibro di Hunt era caduto a terra. In realtà, si trattava di una vecchia fotografia ormai rovinata. Prima che lui potesse raccoglierla, Jane la prese tra le mani. Per un attimo, la guardò. La ragazza che vi era raffigurata era veramente bella, nonostante le numerose piegature presenti sulla foto. Sembrava un’attrice.

“Wow, è davvero bellissima.” esclamò Jane, non riuscendo a trattenersi e cercando di stemperare quella meravigliosa tensione iniziale che era ormai stata distrutta. “È per caso un’attrice?” domandò poi, senza pensarci troppo.

“Non credo siano affari che la riguardano... Me la dia, la prego.” rispose Hunt, ignorando la sua domanda e incupendosi in volto.

In un attimo, l’atmosfera si fece pesante. Sembrava persino che emanare anche un singolo respiro fosse un’impresa titanica. Jane gli porse la fotografia e Thomas si affrettò a riporla all’interno del libro. Poi si alzò dalla panchina e, con estrema freddezza e distacco, profuse alla sua studentessa l’ennesimo consiglio inerente il mondo accademico.

“Signorina, le do un consiglio. Da ora in poi veda di concentrarsi esclusivamente sulla sua carriera professionale. Non rifletta troppo sull’attitudine dei suoi insegnanti, né tantomeno cerchi di comprenderne i comportamenti. Non è questo il suo obiettivo.”

Quelle fredde parole - da lui pronunciate senza che la guardasse negli occhi - rappresentarono per lei l’ennesimo rimprovero. L’ennesimo interrogativo irrisolto riguardo l’enigmatica personalità del suo professore, la solita ramanzina cui lei, sul momento, non seppe rispondere.

“Arrivederci, signorina.” concluse lui, incamminandosi nel silenzio della notte.

“Arrivederci.” mormorò la studentessa, intenta a fissare la figura di Thomas allontanarsi nell’oscurità, fino a scomparire del tutto.
   
 
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