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Autore: EleAB98    03/04/2020    4 recensioni
(SERIE 1*) Hollywood U è una delle università più prestigiose della California.
Jane McMiller, ragazza ambiziosa dotata di grande talento, ha un sogno: diventare un'affermata regista. C'è solamente un ostacolo che s’interpone tra lei e il suo sogno. Thomas Hunt, infatti, il professore più in gamba dell'università, non le darà certo vita facile.
E come se non bastasse, la giovane ragazza si ritroverà, ancora una volta, a scegliere tra l'amore e la carriera.
Due mondi apparentemente inconciliabili, uniti da un filo sottile. Due mondi destinati a scontrarsi con la forza più misteriosa e allo stesso tempo più potente. La forza dell'amore.
Di un amore proibito che li sconvolgerà totalmente...
NOTA: Sono presenti delle citazioni tratte dal romanzo Orgoglio e Pregiudizio di Jane Austen.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime, Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
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- Questa storia fa parte della serie 'L'Alunna e Il Professore'
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Jane ritornò alla Hollywood U la sera stessa di quell’imprevisto capitatole in famiglia. Nonostante i problemi familiari, la ragazza non poté assentarsi dall’università. La frequenza delle lezioni era infatti obbligatoria e anche una sola assenza avrebbe potuto comportare il rischio di non poter svolgere l’esame del professor Hunt nei tempi previsti. Ovviamente, la sua mente non era perfettamente propensa all’ascolto dei nuovi interessanti concetti esposti dal docente, ma la ragazza doveva fare un  grande sforzo perché nessuno notasse la sua agitazione. Uno sforzo a dir poco incommensurabile, data la preoccupante notizia che aveva ricevuto esattamente una settimana fa.

Il lunedì seguente, arrivò il giorno della fatidica verifica scritta. Thomas consegnò le fotocopie ai vari studenti e, con fare solenne, diede ufficialmente iniziò alla prova. Per Jane si trattava del primo esame importante e non sarebbe stato affatto semplice per lei mantenere l’assoluta calma e la freddezza di un killer. Diede uno sguardo al foglio ‘incriminato’: le domande non erano affatto semplici, anzi. Alcune di queste le apparvero davvero insidiose.

Con fare incerto, cominciò a rispondere a quelle domande che, a suo giudizio, le sembravano di più semplice risoluzione. Trascorse un’ora e il professor Hunt non accennò il benché minimo segno di stanchezza. Non staccò praticamente gli occhi di dosso dai suoi studenti, assicurandosi che nessuno potesse imbrogliare e superare la prova mediante il cosiddetto ‘tatticismo studentesco’. Ormai conosceva fin troppo bene le possibili macchinazioni dei discenti.

Jane, invece, nonostante gli sforzi, non riuscì a concentrarsi appieno sul suo compito. Continuava a pensare alla sua famiglia e, in particolare, al giorno in cui lei si era recata in ospedale per far visita a suo...

“Signorina McMiller, qualcosa non va?”

Hunt interruppe per l’ennesima volta il flusso dei suoi pensieri.

“Se ha già terminato può benissimo consegnarmi il compito. È da circa dieci minuti che non fa altro che guardarsi intorno.”

Sempre il solito, pensò Jane.

“Non si agiti, professore, mi stavo solamente concedendo un attimo di respiro.” disse Jane con fare neutrale. “Non mi occorre poi molto tempo per concludere, stia tranquillo.”

Jane aveva spudoratamente mentito. In realtà, le mancavano più della metà delle domande. La studentessa non sapeva proprio come liberarsi da quello stato confusionale che non le permetteva di ragionare del tutto lucidamente. Dopo circa mezz’ora di tempo, riuscì a rispondere ad altre tre domande. Ne mancavano ancora cinque. Non appena terminò di scrivere un’altra risposta, scadde il tempo e Hunt sancì la conclusione della prova.

“Bene ragazzi, il tempo è scaduto.” proruppe Thomas. “Consegnatemi i vostri elaborati. Li correggerò il prima possibile.”

Cercando di nascondere la sua delusione, la ragazza si avviò con sicurezza verso il professore e, senza degnarlo neppure di un semplice sguardo, gli consegnò il compito e uscì immediatamente dalla classe. Jane sentì di non aver mai provato un simile imbarazzo: il suo elaborato sarebbe stato sicuramente giudicato scadente e privo di qualsiasi originalità. Probabilmente, avrebbe raggiunto a malapena la sufficienza.

E non solo. Avrebbe deluso anche la sua famiglia. Ma purtroppo, il momento che stava attraversando non era affatto dei migliori. E lei non era ancora perfettamente in grado di trascendere la vita privata da quella ‘professionale’. Aveva provato a distrarsi con tutte le sue forze, ma sembrava avesse fallito miseramente. Il pensiero di suo fratello in un letto d’ospedale non poteva certo dimenticarlo così, su due piedi. E man mano che passava il tempo, quella consapevolezza si faceva ormai più vivida dentro di lei.

Di una cosa però, era ‘contenta’. Finalmente aveva sostenuto la verifica e, qualunque ne fosse stato l’esito, avrebbe potuto – almeno per un po’ - concedersi qualche piccola distrazione. E l’unica piacevole distrazione consisteva ormai nell’assidua frequentazione di quel club di lettura, l’unico svago attraverso cui riusciva momentaneamente a evadere da quella realtà preoccupante e decisamente complicata.

Quel posto, in effetti, produceva in lei degli effetti benefici nonostante la prorompente presenza del professore la facesse, alle volte, sentire a disagio. Eppure, Jane attendeva sempre con trepidazione il nuovo incontro. La lettura del romanzo si stava rivelando davvero appassionante e lei non vedeva l’ora di scoprire le prossime mosse del signor Darcy ma, soprattutto, le reazioni della cara Elizabeth.
 

 
***

 
Trascorsero altri tre giorni ed era finalmente giunto il momento di recarsi al tanto attesissimo ‘meeting’. Con impazienza, Jane si preparò per andare in ospedale, per poi dirigersi al club. Le condizioni di suo fratello parevano essere stazionarie, ma avrebbero potuto aggravarsi in qualsiasi momento. Sperava, comunque, di potersi distrarre un po’ attraverso una vivace discussione concernente gli assoluti protagonisti del romanzo.

Non appena arrivò, si sedette immediatamente vicino a Grace, che salutò a malapena. In realtà, nessuno l’aveva sentita arrivare e il che parve, agli altri, davvero strano. Dove era finita la Jane ardita e determinata che avevano visto recitare alla perfezione il ruolo della ribelle Elizabeth esattamente una settimana fa?
 

 
***

 
Thomas continuava a scrutare la sua studentessa con sguardo incredibilmente attento e, in parte, cinico. Non riusciva proprio a capire il motivo del suo comportamento. Ma pensandoci bene, la settimana scorsa aveva notato in lei uno strano cambiamento. Un cambiamento che aveva coinciso con la loro ultima discussione.

In ogni caso, Hunt era certo che non si trattasse di quella questione. In effetti, la ragazza si era spesso mostrata distratta ma, soprattutto, estremamente preoccupata per qualcosa. Qualcosa di cui lui, ovviamente, non avrebbe mai potuto sospettare.

In particolare, il professore aveva notato la sua disattenzione durante il primo esame scritto da lui fissato la scorsa settimana. La ragazza sembrava fosse immersa in un stato di profonda angoscia e tormentosa confusione. Poteva soltanto sperare che il suo stato d’animo non avesse condizionato negativamente l’esito della suddetta verifica.
 

 
***

 
“Benissimo, questa volta vorrei cominciare dalle vostre personalissime impressioni. Cosa ne pensate dei due nostri cari protagonisti?” cominciò Grace, entusiasta.

Con uno sguardo fugace, la donna si rivolse a Jane.

“Tu cosa ne pensi, mia cara Jane?”

La ragazza impiegò davvero molto tempo per rispondere e, alla fine, la sua risposta non soddisfece affatto Grace.

“Beh... Sinceramente, credo che Elizabeth voglia preservare a tutti i costi il suo onore di donna e dimostrare la sua reale personalità, quanto a Darcy... Non so più cosa pensare... Credo che nemmeno lui sia totalmente convinto delle sue azioni nei confronti di Elizabeth...”

A quelle parole, Thomas intervenne, mettendo alla prova la sua studentessa.

“Scusami tanto Grace, se mi permetto di intervenire e di fare un commento su ciò che ha appena detto Jane...”

La donna non aspettava altro.

“Figurati Thomas. Ascolteremo le tue opinioni con immenso piacere.”

“Contrariamente a quanto lei sostiene, signorina Jane,” riprese l’uomo “credo che, perlomeno fino a questo punto del libro, Darcy sia nel pieno possesso delle sue facoltà mentali. Il suo intento è soltanto quello di conoscere più approfonditamente la signorina Elizabeth, per poi elaborare su di lei un’opinione più giusta e completa.”

“Sono completamente d’accordo.” disse poi Grace, sostenendo a spada tratta le sue argomentazioni come farebbe un perfetto avvocato difensore.

A quel confronto, Jane si limitò ad annuire. Non aveva alcuna voglia di reagire a quelle implicite provocazioni. Non stavolta. Tutto ciò che voleva era rilassarsi e godersi quel momento di pace assoluta. Attraverso quell’insolita reazione Hunt ottenne, dunque, una possibile conferma ai suoi sospetti. A Jane doveva essere senz’altro accaduto qualcosa di spiacevole. E quel suo vago sospetto divenne poi un’incrollabile certezza.

In effetti, una conferma ulteriore a quel presentimento gli arrivò quando la ragazza si rifiutò categoricamente di recitare la parte della protagonista del romanzo. Dopo la discussione preliminare tra gli altri seguaci del club, infatti, Jane aveva lasciato la sala subito dopo, rifilando loro la scusa di doversi recare immediatamente a casa sua per terminare un suo progetto accademico.
   
 
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